Centinaia di pagine web riportano questa frase attribuita a Pier Paolo Pasolini:


Penso che sia necessario educare le nuove generazioni al valore della sconfitta. Alla sua gestione. All’umanità che ne scaturisce. A costruire un’identità capace di avvertire una comunanza di destino, dove si può fallire e ricominciare senza che il valore e la dignità ne siano intaccati. A non divenire uno sgomitatore sociale, a non passare sul corpo degli altri per arrivare primo.
In questo mondo di vincitori volgari e disonesti, di prevaricatori falsi e opportunisti, della gente che conta, che occupa il potere, che scippa il presente, figuriamoci il futuro, a tutti i nevrotici del successo, dell’apparire, del diventare…
A questa antropologia del vincente preferisco di gran lunga chi perde. E’ un esercizio che mi riesce bene. E mi riconcilia con il mio sacro poco.
Ma io sono un uomo che preferisce perdere piuttosto che vincere con modi sleali e spietati. Grave colpa da parte mia, lo so! E il bello è che ho la sfacciataggine di difendere tale colpa, di considerarla quasi una virtù…

Pier Paolo Pasolini



Oltre a soffrire del solito vecchio problema che hanno tutte le false citazioni su Internet, quello di non indicare mai quale sia la fonte del testo, dove l’autore lo abbia scritto o dichiarato, questa frase ha un’altra caratteristica strana: è comparsa in rete nel 2014. Prima non se ne trova traccia. Strano per una citazione di uno scrittore morto nel 1975.

Come capita sempre è una frase potente, che si presta ad essere utilizzata come citazione colta. Infatti la possiamo trovare, da un anno a questa parte, un po’ ovunque, sui giornali di carta, nei discorsi degli esperti, in centinaia di siti web di citazioni e aforismi.

Io ne ho avuto conoscenza oggi perché quella frase è stata pronunciata da Graziano del Rio nel proprio intervento all’Assemblea Nazionale del PD come citazione pasoliniana e come tale riportata pedissequamente da Repubblica.

Pier Paolo Pasolini non ha mai scritto o pronunciato quella frase. L’autrice di quello scritto è una maestra elementare, Rosaria Gasparro, che l’ha pubblicata nel gennaio del 2014 cercando poi di opporsi alla marea di false citazioni che la riguardavano seppur indirettamente:


Come maestra conosco il potere dell’errore, la sua carica creativa e il ridimensionamento di ogni delirio d’onnipotenza. Lavorare sulla dimensione della fallibilità, in un mondo assillato dalla perfezione e dalla vittoria, ci permette d’imparare l’umanissima arte del perdere e paradossalmente ci rende meno vulnerabili nella nostra ricerca di vita. Perché ogni giorno perdiamo qualcosa, ma sarebbe terribile perdere se stessi, perdere la relazione con la vita, degradarla nel considerarla una partita dove si vince o si perde.
Per chiudere la mia riflessione citavo un pensiero di Pasolini. Ed è stato subito un copia e incolla compulsivo. Un rubi e fuggi in cui sono sparite le virgolette e le persone “nessune”. Sono scomparsa io e il tutto è stato attribuito a Pasolini. Divertente. In genere il plagio è al contrario. È così che è nato un apocrifo che è diventato virale. Ho provato a contattare i siti, le pagine facebook, i blogger (qualcuno ne ha fatto il suo articolo), i giornalisti e gli studiosi di Pasolini (sic!) per segnalare il falso. Senza successo.



Non c’è stato nulla da fare: il flusso di false citazioni è proseguito incurante e così continuerà probabilmente in futuro. Quando anche noi ci saremo scordati di quanti intellettuali, giornalisti e politici citino frasi di Pier Paolo Pasolini, pescandole su Internet.

A cosa serve Internet

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8 commenti a “A cosa serve Internet: a non citare Pasolini a caso”

  1. sergio garufi dice:

    questo è un caso simile, una falsa poesia di Borges citatissima sulla rete, su testi scolastici castigliani e perfino declamata con enfasi da Fabio Volo a Radio Dee Jay e da Bono Vox alla tv messicana http://www.minimaetmoralia.it/wp/falso-borges/

  2. Shylock dice:

    Ma, e la citazione di Giachetti su Speranza in realtà poi da dove veniva? Dal ‘De consolatione philosophiae’ di Boezio, o piuttosto dal discorso di Martin Luther King?

  3. Alessandto dice:

    Kaafffeeeee

  4. layos dice:

    E che vogliamo dire della citatissima “non sono d’accordo con quel che dici ma morirei per difendere il tuo diritto di dirlo” attribuita a Voltaire?

    Voltaire non ha mai detto una scemenza del genere, è stata una sorta di sintesi (del tutto arbitraria) fatta da una sua agiografa americana di nome Evelyn Beatrice Hall che tentava di portare avanti una, per altro nobile e condivisibile, battaglia sulla libertà d’espressione.

    Se qualcuno avesse la decenza di leggerlo il Trattato sulla Tolleranza, oltre che a citarlo, scoprirebbe che i toni usati sono ben meno pacifisti e concilianti (“Écrasez l’infâme” schiacciare l’infame è invece quello che dice dei bigotti e dei fanatici intolleranti).

  5. Cisco_75 dice:

    “I never said half the shit people said I did on the internet” – Albert Einstein
    Questa è la mia “citazione” preferita…
    Lol

  6. Davide dice:

    A cosa serve Internet #10

    Il riassunto delle posizioni di speranza e del pd su legge elettorale e non solo splendidamente riassunte e linkate da Francesco Costa oggi.

    http://www.francescocosta.net/2016/12/19/speranza-giachetti/

  7. Visto nel Web – 267 | Ok, panico dice:

    […] A cosa serve Internet: a non citare Pasolini a caso #:bufale ::: manteblog […]

  8. Giada Giovanile dice:

    salve, poichè anch’io sono rimasta molto colpita da quest’episodio e faccio notare l’equivoco tutte le volte in cui (tuttora) mi c’imbatto – la maggiorparte delle quali purtroppo invano – mi complimento per la disamina ed a nostro parziale conforto allego: http://videotecapasolini.blogspot.it/2016/09/il-valore-della-sconfitta-un-falso.html -_-