Nella giornata di ieri gran parte dei siti web italiani hanno avuto come prima notizia quella di un massacro di cristiani nelle Filippine. Era una notizia strana, assente dalle homepage di tutti i grandi siti web internazionali.


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La notizia è rimbalzata anche sui quotidiani di oggi (questa per esempio è Repubblica) anche se con minor evidenza. Come accade spesso alle notizie false o per lo meno a quelle enfatizzate ad arte, si trattava della notizia perfetta: sotto Natale i terroristi islamici uccidono i cristiani. I lettori italiani del resto hanno bisogno di semplicità e conferme.

Nella sua scommessa di verosimiglianza la notizia della strage dei cristiani nel sud delle Filippine sarebbe stata sottolineata perfino da un tweet di Papa Francesco, questo:





In realtà il tweet è precedente alla notizia e si riferisce genericamente alle persecuzioni dei cristiani nel mondo ma ovviamente correlarlo alla strage di civili in Asia è un attimo.

Ma veniamo alla notizia. Le due fonti principali della notizia (una notizia che fuori dall’Italia ha avuto un’eco modesta) sono questo lancio di Reuters e la dichiarazione ufficiale di Miriam Coronel-Ferrer che è la negoziatrice di pace del governo filippino nell’annosa guerra con i militanti islamici del Biff (Bangsamoro Islamic Freedom Fighters) per l’indipendenza.

Come si vede in entrambi i casi non c’è alcun accenno alla religione cristiana degli uccisi, né nel caso dei sette contadini uccisi nei campi e nemmeno nel caso degli altri due uccisi da una bomba nei pressi di una chiesa.

Mentre alcuni media (anche cristiani come Christian Today) riprendono correttamente la news di Reuters, alcune altri fonti come VOA aggiungono l’aggettivo “cristiani” al numero degli uccisi. Il pezzo uscito su repubblica.it è molto simile a quello di Voice of America anche se sottolinea molto di più, già nel titolo, l’attacco alla cristianità.

Per finire occorrerà dire che i terroristi del Biff certamente hanno compiuto attacchi sotto Natale e in una zona ad alta densità di cristiani ma da qui a immaginare una chiara contrapposizione su base religiosa, come i media italiani si sono precipitati a fare con grande grossolanità, un po’ forse ce ne passa. E da noi non solo il giornalismo non brilla per cautela ma spesso sembra ignorarla intenzionalmente.

È tutto molto più complicato di come sembra e gli scontri e gli omicidi si susseguono nel sud delle Filippine da oltre un decennio. Per esempio alcuni mesi fa un gruppo di ribelli islamici chiamato “Abu Sayyaf Group”, una costola che si è separata da Biff qualche tempo fa, ha compiuto attacchi analoghi a quelli di Natale in un’altra zona del sud delle Filippine. È successo nel luglio dell’anno scorso e in quell’occasione i morti furono 21. Quella volta però gli stessi terroristi scelsero un’altra occasione per compiere i loro attacchi: la fine del ramadan. Musulmani che uccidono indiscriminatamente altri musulmani.

È tutto molto complicato. Non ci sono solo buoni e cattivi. E in casi del genere le parole dei media sarebbero importantissime.


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2 commenti a “A cosa serve Internet (7) La sindrome Fallaci”

  1. Carolus dice:

    Si può essere cialtroni e in malafede allo stesso tempo? Pare di sì.

  2. A cosa serve Internet: a non citare Pasolini a caso – ReportNews dice:

    […] A cosa serve Internet 7 […]