Mi dimetto perché questo ruolo di grande privilegio comporta responsabilità. La responsabilità di sapere quando sei la persona giusta per fare da guida, e quando non lo sei»

«So cosa richiede questo lavoro e so che non ho più abbastanza energie per rendergli giustizia. È semplice.



Le parole di Jacinta Arden forse indicano qualcosa che va oltre la grandezza di questa donna. Nella loro eccezionalità spiegano cosa sia diventata la politica oggi. Per molto tempo il lavoro dei politici è stato prevalentemente un lavoro di comunicazione filosofica (spiegare le scelte che si intendeva adottare ai cittadini) e di selezione (circondarsi di persone in grado di affrontare temi complessi). Per molto tempo la (migliore) politica ha comunicato in superficie mentre lavorava in profondità. A un certo punto questo schema non è stato più praticabile: la figura di vertice (del governo, del partito, del movimento) è stata caricata di compiti nuovi ed improbi (affrontare in profondità qualsiasi argomento) e il politico di riferimento è stato trasformato in un taumaturgo in grado di spiegare scientificamente la ricetta per guarire ogni male. A questo punto solo due strade sono rimaste possibili: quella gigantesca e umile di Arden (ci ho provato con tutta me stessa ora non ce la faccio più) e quella più comoda e problematica di molta politica, penso ovviamente in particolare a quella italiana degli ultimi anni, vale a dire la prevalenza del politico senza limiti. E credo non sfugga a nessuno che una politica del genere, fatto di continua finzione di competenze che non si hanno di fronte ad una platea assetata e molto ampia, richiede una qualche forma di deviazione psichiatrica senza la quale il peso delle responsabilità diventerebbe insopportabile.

2 commenti a “Politica e psichiatria”

  1. camu dice:

    Sin da tempi non sospetti (leggi: prima del Covid) ero un suo grande ammiratore, grazie alle segnalazioni di un mio amico che nel frattempo si è trasferito da quelle parti. Quando ho letto questa notizia ci sono rimasto davvero male, sono sempre i migliori ad andarsene.

  2. sergio spagnoli dice:

    “Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare”.

    Dovrebbero affermare i nostri politici, se non soffrissero di testicolopenia.