Molto prima di discutere delle tesi di Chris Anderson (se ne avremo voglia, io per ora, data la natura francamente markettara di tutta l’operazione, ne ho pochissima) sulla morte presunta del web che Wired ha sparato fuori oggi dopo molti rulli di tamburi, forse varrebbe la pena di dare una occhiata al grafico che la rivista americana ha prodotto modellando in maniera piuttosto disinvolta i dati di Cisco sul traffico Internet. Rob Beschizza su Boing Boing spiega bene perchè quel grafico tanto colorato non racconta la verità. La tesi di Wired e’ che la parte rossa del grafico racconti la crisi del web, qui di seguito un grafico degli stessi dati rappresentati in maniera un po’ meno partigiana.





(via boing boing)

12 commenti a “Il web è davvero morto?”

  1. Annarella dice:

    E’ da stamattina che mi chiedo cosa ci stia a fare la parte DNS.

    Suppongo che in qualsiasi modo si muova la rete, si parli di web o mobile, i nomi dei server van risolti.

    E, ad occhio, DNS dovrebbe coprire tutte le diverse aree.

    Messo così trovo il grafico di Wired imbarazzante

  2. Massimo dice:

    Chris Anderson è in grado di manipolare qualsiasi tipo di dato, pur di vendere una sua nuova brillante tesi e/o libro.

  3. Andrea Contino dice:

    Totally agree

  4. Roof dice:

    @Annarella: presumo che a quel tempo il traffico in rete fosse talmente esiguo da essere rilevante quello generato dalle query DNS… poi, man mano che il traffico di contenuti è aumentato, la parte DNS è diventata irrilevante.
    Anche questa stranezza è dovuta al tipo di grafico in questione, che mostra le percentuali di rilevanza dei tipi di traffico e non i valori assoluti, come invece fa il secondo.
    A me il primo pare comunque interessante, ma per valutare l’evoluzione dell’uso di Internet, non per fare previsioni future.

  5. Gianluigi dice:

    Si ma la cosa più importante è: a chi dobbiamo mandare i fiori? Oppure la famiglia preferisce opere di bene? Facciamo una colletta insieme?

  6. Mammifero Bipede dice:

    Secondo me questo grafico non racconta nulla se non la recente disponibilità di veicolare video via internet. Che senso ha confrontare l’occupazione di banda tra video e web testuale? Con 1Mb di testo puoi star occupato per ore, con 1Mb di video pochi secondi. Non c’è correlazione col tempo realmente speso davanti al pc.

  7. Gregorio dice:

    Quel grafico racconta la quantita di banda usata nei vari anni dalle varie attività sul web. Poi ognuno ci puoò vedere quello che vuole.
    Salta all’occhio che il video usa piu risorse del neswgroup, e questo era facilmente intuibile. Nulla dice, e potrebbe essere interessante, se l’utente passa piu tempo su un video o a leggere e scrivere su un ng. Ma alla fine, sia che si guardi youtube o si legga un vecchio ng sempre web è. O no?

  8. Matteo dice:

    Concordo pienamente con i due commenti sopra. Penso che in realta’ nessuno dei due grafici sia significativo. Ragionare in termini di bandwidth e’ totalmente fuorviante. E’ evidente che il traffico generato dai video sta crescendo in termini di occupazione di banda. Una metrica piu’ significativa potrebbe essere il numero assoluto di hits per i vari tipi di servizio.

    Tra l’altro, ha senso separare Video e Web in quel modo? Scommetto che la maggior parte di quel traffico Video provenga da Youtube in un browser…

  9. Il web è morto, lunga vita a internet | Video Folli dice:

    […] leggete l'articolo. Poi per avere le idee ancora più chiare date un'occhiata a ManteBlog, LucaDeBiase e Bitcity. E non fermatevi: il tam tam è […]

  10. del web « freelabs @ sbarrax.it dice:

    […] di marketing di Wired. Sono intervenuti per quanto ho visto: Giuseppe Granieri, Tiziano Caviglia, Massimo Mantellini e, velocemente, Nereo. blog   analisi, anderson, considerazioni, de biase, web, wired […]

  11. Il web è morto, lunga vita al web | Cineguru.biz dice:

    […] pubblicitaria per vendere il glorioso giornale. Da noi lo raccontano, tra gli altri, raccontano Massimo Mantellini, Giuseppe Granieri, Tiziano Caviglia e soprattutto Luca De […]

  12. Giack dice:

    Wired o no, penso che non si discosti dalla realtà il fatto che il tempo (costante) una volta impiegato nel browsing ipertestuale senza meta, ora viene ridotto a vantaggio di P2P e social site (youtube compreso).

    Da lì a dire che è il web è morto certo c’è ne passa, ma a mio avviso nelle provocazioni va colto anche l’aspetto propositivo.

    Del resto è stato proprio Anderson che parlava di coda lunga ed ora si accorge che la testa è diventata ancora più grossa.