Aggiungo un paio di considerazioni a quelle di ieri sui trogloditi digitali. La prima riguarda il RUMORE. Su twitter Fabio Chiusi suggeriva una identità possibile fra il mio breve post e un lungo articolo di Travaglio che scopre d’improvviso (come anche Michele Serra qualche giorno fa) che il rumore è uno dei grandi protagonisti della comunicazione in rete (loro la chiamano merda, io trovo si tratti di una espressione fastidiosa e inopportuna degna della pochezza digitale di entrambi). L’idea di Chiusi è che nulla sia cambiato, che le dinamiche di rete restino sempre le medesime




L’altra considerazione rilevante è quella aggiunta da Arianna Ciccone, secondo la quale il clima di grande contrapposizione verbale che attraversa la discussione politica in rete in questi giorni è almeno in parte figlio di Beppe Grillo:


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Quando ieri scrivevo che questi mi sembrano giorni penosi per la rete italiana è perché vedo di fronte a noi sfumare l’ennesima occasione.

Ovviamente non mi aspettavo che improvvisamente la discussione politica di un paese in crisi si elevi per magia ad elegante agorà ateniense ma un paio di elementi di piccola speranza secondo me c’erano.

Per quanto riguarda il Movimento Cinque Stelle non mi riferisco alle forme comunicative di Beppe Grillo che, personalmente, considero non da ieri intellettualmente disoneste e formalmente irrispettose dei principi base della comunicazione fra pari (lo scrissi per la prima volta molti anni fa quando Grillo era un semplice troll di successo e non l’ago della bilancia degli assetti politici del Paese) quanto a quelle degli iscritti e dei rappresentanti in Parlamento del suo Movimento.

Spero di sbagliarmi ma al di là di singoli episodi di assoluta inadeguatezza (l’uno vale uno dei grillini scelti alle Parlamentarie spesso significa “uno vale l’altro“) il farsi rete del M5S nonostante Grillo stenta a manifestarsi. Non bastano i commenti rumorosi e critici sul blog di Grillo, più spesso la comunicazione di rete dei grillini è un semplice scimmiottamento di quella del capo senza però possederne il carisma e sintomatico mistero. Una stupidaggine scritta su FB da un eletto M5S in Parlamento (al netto dell’eco interessata sui media) resta una stupidaggine, se la scrive Grillo scatena minimo minimo un dibattito a Ballarò.

In attesa di capire se la gestione verticistica Grillo-Casaleggio fornirà i tanto attesi strumenti di democrazia diretta agli iscritti al Movimento (una previsione: tireranno fuori una cosa pasticciata e controllabile) l’altro aspetto rilevante riguarda la maturità degli utenti Internet italiani nel partecipare alla discussione politica in rete. Come la si fa crescere? Come facciamo ad aggiungere valore smentendo i vari Travaglio e Serra? Per esempio filtrando le conversazioni in maniera onesta. Purtroppo la trasparenza di rete dei grillini e dei loro commentatori è figlia dell’ecumenismo becero secondo il quale qualsiasi voce deve essere consentita pena una immediata lesione delle prerogative democratiche del singolo. Non è così: il principio di responsabilità individuale si impara a proprie spese in rete come altrove e prevede un lavoro supplementare di filtro e analisi delle parole che si aggiungono alle nostre sul nostro blog o su Facebook o su Twitter. Se Grillo non aderisce a questo principio fondamentale della comunicazione di rete forse i grillini potrebbero e dovrebbero iniziare a farlo. Nel nostro e nel loro stesso interesse.


17 commenti a “Ridurre il rumore, ma come?”

  1. giulio meroni dice:

    Concordo l’unico mezzo è sentirsi responsabili di quello che si scrive on line. Ed è difficile giudicare onestamente i limiti degli altri. Si può solo valutare, al limite, il rispetto verso il contesto dei singoli interventi. La rete richiede attenzione sia nell’ intervenire sia nel trarre conclusioni dagli interventi. Nell’ oceano c’è di tutto. ma l’ oceano non è cattivo a priori.

  2. Santiago dice:

    “In attesa di capire se la gestione verticistica Grillo-Casaleggio fornirà i tanto attesi strumenti di democrazia diretta agli iscritti al Movimento (una previsione: tireranno fuori una cosa pasticciata e controllabile)”

    Anche secondo me verrà fuori qualcosa di pilotabile.
    Liquid Feedback è interamente open source e implica trasparenza di codice, chiunque potrebbe installarlo sul proprio server, cosa che non converrebbe al vertice M5S. Anzi possiamo stare pur certi che qualunque piattaforma useranno sarà di già sul server del vertice.

  3. Travaglio scopre orde di troll educati da Grillo » Usernet - Blog - L'espresso dice:

    […] scopre insomma che nelle dinamiche della comunicazione e dell’informazione c’è tanto rumore e che bisogna filtrarlo dall’immondizia, dalle conversazioni manipolate, cosa che è di gran […]

  4. stefano nicoletti dice:

    Il rumore è una parte fondamentale della conversazione. Il rumore dev’essere ascoltato tutto e filtrato. Il nostro cervello ascolta tutto sempre e filtra con agilità ciò che deve essere portato a livello cosciente (perchè, magari, è un pericolo) e ciò che non deve.
    E’ così difficile farlo con i commenti di un blog, solo perchè i rumori sono nero su bianco?
    Ognuno di noi, una volta deciso cosa è rumore, dovrebbe fare l’unica cosa possibile: ignorarlo.
    Sarà più difficile notare l’opinione interessante? lo è sempre, nella vita reale, non vedo perchè debba essere diverso su Internet.

  5. ste dice:

    “Sarà più difficile notare l’opinione interessante? lo è sempre, nella vita reale, non vedo perchè debba essere diverso su Internet.”

    E’ la massa del rumore nella rete che è il problema. E i filtri principali sono in mano a aziende come facebook, twitter, Google (o Casaleggio & Associati).

  6. HopfMap dice:

    Ciò che è importante in in ogni processo di comunicazione è il rapporto segnale rumore. Il problema, per il cervello o per qualunque altro meccanismo di decodifica, è quando questo
    rapporto diviene molto “piccolo”. In generale bisogna ricorrere a tecniche più sofisticate per estrarre il segnale che ci interessa.

  7. sos dice:

    personalmente ho riscontrato questa dinamica in ogni luogo dove i commenti non vengono filtrati. L’ho visto su facebook, l’ho visto sul post. ci sono dei luoghi, come questo, frequentati da gente più educata alla comunicazione, il che significa dare e avere voglia di ricevere, ma per il resto raramente l’inserimento di un commento ha un valore paragonabile a quello di una discussione fra persone fisiche… forse è per il fatto che, mancando la dimensione dei toni di voce o le espressioni del volto e delle mani, chi ha qualcosa da dire ma non ha sufficiente competenza con la parola scritta, finisce sempre col dare l’impressione di dire cose “definitive”, come se stesse lanciando pietre invece che offrire spunti di riflessione. personalmente, quando mi sembra ci sia troppa emotività rinuncio automaticamente a dare il mio contributo (leggi gettare benzina sul fuoco) ma mi limito a leggere i commenti, se ne ho voglia, altrimenti li salto e evito che il “rumore” mi riempia la testa.

  8. ArgiaSbolenfi dice:

    Se non erro uno dei presupposti di Liquid Feedback è di essere interamente basato su votazioni *palesi*. Questa caratteristica dovrebbe risolvere per automaticamente la maggior parte delle problematiche di sicurezza contro le manipolazioni, ma rappresenta anche un grosso limite al suo campo di applicabilità (che poi il voto segreto non rientri nei piani dei capoccia del M5S è un altro discorso).

    D’altra parte un sistema di voto elettronico segreto di massa, con elevati caratteristiche di sicurezza è una questione estremamente complessa e costosa. Può darsi che questo sfugga a chi ha un idea un po’ naif della sicurezza informatica. Se si vota ancora con la matita copiativa non è proprio una questione di “arretratezza”.

    Detto questo, riguardo a un Liquid Feedback io ho soprattutto l’impressione che si tratti di un sistema complesso che richiede motivazione e tempo per essere appreso ed utilizzato. Farne uso proficuo e consapevole non credo sia semplice come scrivere in un forum o in un blog, e questo fatto potrebbe decretarne il fallimento (o un eterna “promessa” che prima o poi verrà adottato..). Comunque sarei felice di essere smentito da questo punto di vista.

  9. ste dice:

    Incuriosito ho visto che esiste un sito di prova, si può pure richiedere un account per provarlo.
    http://dev.liquidfeedback.org/lf2/unit/show/1.html

  10. Silenzio | L'isola dei Lotofagi dice:

    […] fa avevo quasi smesso di scrivere, mi sembrava che ci fosse già troppo rumore in giro. Da allora è aumentato esponenzialmente e sembra voler continuare ad aumentare. Tutti […]

  11. David dice:

    Scusa Manta, ho una domanda. Visto che si parla sempre di quanto è basso il livello del dibattito in rete in Italia, ma esiste un paese nel quale il dibattito è di alto livello? Perchè se non c’è, come io sospetto ( ma magari mi sbaglio) il problema non è nostro, ma è che proprio un dibattito così non è possibile.

  12. Newton dice:

    Forse pensa che il dibattito sia meglio, chissa’, negli States o UK. The grass is always greener etc. etc.

    Stronzatine da pseudo-intellectual piddino borghese che non ha poi molta dimestichezza con quelle realta’, IMHO. Poi se il M5S si rivela come tutto fumo e niente arrosto, ben vengano le critiche. Francamente, paragonati al lerciume che ci siamo sorbiti negli ultimi 20 anni (destra e manca), sono una bellezza.

    Poi uno puo’ fare lo spocchioso puntiglioso perche’ ha perso un’elezione che era vinta… ma cosavvuoi.

  13. massimo mantellini dice:

    @david è difficile per me fare paragoni (e infatti non ne faccio) , se dovessi dire basandomi su quel poco di discussione che vedo nei siti esteri che frequento (quasi solo US) direi che da nessuna parte vedo uno svacco simile al nostro, ovviamente una parte di questo deriva certamente da una maggior cura dei commenti da parte dei gestori delle pagine

  14. se-po dice:

    Seguo distrattamente i commenti su siti di notizie inglesi. Molto spesso i siti sono moderati (BBC), e non tutti i commenti sono civili o indirizzati a una discussione.
    La differenza con i siti italiani (Repubblica, Il Fatto ad esempio) e’ che la gente e’ un po’ più critica a priori. La mia impressione è che un idea politica in Italia è difesa ciecamente come una fede calcistica. Il partito per cui ‘tifi’ è da difendere ad ogni costo, evitando ogni argomentazione e attaccando l’avversario (ad hominem, off topic, ecc…).
    A mio avviso è assurdo pensare che il partito che ho votato non commetterà un errore che sia uno. E qualcuno di una diversa parte politica può essere nel giusto in qualche caso.
    Discuterne in rete (o al bar, o ovunque) è un modo di arricchirsi, vedere un posto di vista in più, non una diminuzione del proprio ego perchè il proprio partito puzza.
    Ma per qualcuno (da ambo le parti) questa situazione è troppo complessa e preferisce restare nel ’44 con ‘fascisti’ contro ‘comunisti’.

  15. Newton dice:

    Io non vedo poi cosi’ tanta differenza. Dipende dalla readership del sito stesso. Se vai sul sito di un tabloid (o l’equivalente inglese di Libero et similia) e paragoni il dibattito che trovi li’ a quello che puoi leggere sul sito dell’ Economist, le cose sono molto differenti. Apples and oranges.

    La cosa che non sembra di buon gusto e’ fare l’holier-than-thou spocchioso del tipo “Har Har, Io so meiio!”. 99% dei commenti del blog di Grillo sono illeggibili e quello e’ lapalissiano. Ma sforzarsi di trovare la piu’ piccola scusa per criticare l’M5S a priori ogni santo giorno (particolarmente se uno e’ un piddino) mi sa tanto di, pardon the English, loser.

    Lasciamoli fare. Sono in parlamento da tre giorni. Se fanno cazzate vere, non la trombata del votare Grasso invece che “quello li’,” poi magari lo si fa presente. Avete per caso alternative migliori al momento?

  16. Pierpiero dice:

    Newton, occhio che ti sta per cascare una mela sulla testa

  17. Newton dice:

    Prima il meglio che poteva cascare era un torsolo.