Alberto Cottica sul perchè i dati pubblici sono importanti:


La seconda operazione è stata fatta dalla Ragioneria Generale dello Stato. Qui i dati sono davvero sugosi: i bilanci preventivi e consuntivi e i trasferimenti alle ammministrazioni regionali e locali 2007-2010. Per capire davvero la discussione sui famosi tagli di bilancio, non c’è niente di meglio di scaricarsi i dati e giocarci un po’, magari producendo qualche bel grafico colorato. La RGS fornisce anche una guida alla costruzione di tavole di sintesi usando Excel.
Questa è una bella opportunità per i civic hackers di cui parla sempre David Osimo. Non c’è più bisogno di fidarsi (o di non fidarsi, che è lo stesso perché comunque la nostra opinione finisce per dipendere da una fonte giornalistica che non possiamo verificare): quando sentiamo dire “lo Stato non investe in cultura”, “la spesa sanitaria è fuori controllo” o “stiamo mandando la scuola pubblica in malora” possiamo controllare di persona, accedendo ai dati, filtrandoli e mettendoli in fila per vedere se è vero, e condividere con gli altri le nostre conclusioni. Anche così crescono le democrazie (e le Wikicrazie).

11 commenti a “Toccare con mano”

  1. Mattia dice:

    Sì, solo che gran parte della gente non sa far di conto, nemmeno con un foglio di calcolo.

    Oltre al fatto che leggere un bilancio (e capirlo!) non è un così immediato se prima non si studia un po’ della materia.

    Già mi immagino frotte di civic hackers che pensano di aver scoperto chissà cosa, solo perché prendono roma per toma.

  2. Giancarlo dice:

    Se è per questo c’è un sacco di gente che non sa leggere un giornale, ma non mi sembra un buon motivo per toglierli dalle edicole.

  3. Alberto Cottica dice:

    Grazie a Massimo della segnalazione. Mattia, capisco le tue perplessità, ma mettere quattro numeri in fila non è più difficile che seguire un normale campionato di calcio (pieno di statistiche, peraltro). Inoltre, non serve che TUTTI siano civic hackers: basta che lo siano alcuni per aumentare molto la probabilità che politiche sbagliate o malefatte siano scoperte e divulgate. In questo esempio canadese un signore che si occupava di nonprofit a Toronto, accedendo agli open data, ha scoperto anomalie che, investigate, hanno condotto alla scoperta di una frode fiscale da tre miliardi di dollari. È bastata una persona con gli occhi aperti e accesso ai dati! Per incentivare i decisori pubblici a fare scelte corrette e competenti è sufficiente che essi sappiano che, là fuori, c’è qualcuno che controllerà i loro numeri.

  4. Mattia dice:

    Mattia, capisco le tue perplessità, ma mettere quattro numeri in fila non è più difficile che seguire un normale campionato di calcio (pieno di statistiche, peraltro).

    No, un bilancio è molto più delicato da capire…

    Inoltre, non serve che TUTTI siano civic hackers: basta che lo siano alcuni per aumentare molto la probabilità che politiche sbagliate o malefatte siano scoperte e divulgate.

    E allora siamo al punto di partenza. Ti fidi di qualcuno.
    Non è un giornale ma un blogger, ma sempre di qualcuno ti fidi.
    E viste le bufale spacciate per “verità contro il sistema” che girano su internet, non so a chi credere di meno.

  5. Preve dice:

    Quel che dice Mattia è vero: i dati di bilancio non possono essere presi alla leggera. Bisogna saperli interpretare, altrimenti c’è il rischio di prendere qualche abbaglio.
    Un esempio elementare: una azienda ha un fatturato di 20 milioni di euro. E’ un valore buono? beh, dipende da tante cose. alla fine questa azienda potrebbe anche essere in perdita.

    Detto questo, non posso che convenire che dati pubblici sono sempre utili.
    Anzichè avere un’unica fonte che snocciola numeri, ce ne saranno molte e sarà possibile avere un po’ piu’ di trasparenza.
    Si chiama “pluralità di informazione” ed è sempre estremamante positiva.

    Poi i falsi economisti di cui ha paura Mattia verranno sempre facilmente smascherati (come dimostrato dai vari debunkers. Vedi ad esempio Paolo Attivissimo)

  6. Pinellus dice:

    già fatto personalmente a Maggio. Ho letto tutti i dati di bilancio. E vedere che la voce “Istruzione pubblica” rappresenta la quarta voce (dopo “trasferimenti stato-regioni”, “deficit”, “pensioni”) di bilancio e constatare cos’è la scuola pubblica mi ha depresso.

  7. Dove vanno i soldi (a proposito di open data) – FactCheck.it dice:

    […] Torriero, ispirato dal dibattito di questi giorni, fruga nei numeri messi a disposizione dalla Ragioneria dello Stato (riferiti al 2007) e ne […]

  8. Open Data in Italia: dati utili e dati aperti bastano per una reale trasparenza? : Casual.info.in.a.bottle dice:

    […] ad effetto “Dove vanno i tuoi soldi” poi ricitato giustamente anche da Factcheck, e da Massimo Mantellini, tra gli […]

  9. Spaghetti open data reloaded » Contrordine compagni dice:

    […] che vogliono giocarci. Se qualcun altro vuole unirsi alla caccia, benvenuto (Gaspar Torriero e Massimo Mantellini, per esempio, hanno mostrato di essere sul pezzo): stiamo cercando di dare vita a una risorsa […]

  10. Date i dati: ovvero raccogliamo gli Open Data in giro, un meme per prepararci al data.gov.it futuro… : Casual.info.in.a.bottle dice:

    […] Cottica e di altri appassionati degli Open Data ( Federico Bo, Laura Tagle, Gaspar Torriero e Massimo Mantellini, ed io aggiungo Titti Cimmino e Gigi Cogo, Ernesto Belisario e Nicola Mattina ), partecipo ad un […]

  11. Spaghetti open data reloaded (Italiano) | Contrordine compagni dice:

    […] che vogliono giocarci. Se qualcun altro vuole unirsi alla caccia, benvenuto (Gaspar Torriero e Massimo Mantellini, per esempio, hanno mostrato di essere sul pezzo): stiamo cercando di dare vita a una risorsa […]