Contrappunti su Punto Informatico di domani.

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La marcia degli editori verso il modello a pagamento procede lentamente. Dopo un anno di proclami e pubbliche lamentazioni nessuno sembra davvero ansioso di imporre ai lettori i propri contenuti solo su abbonamento. Ci ha provato in questi giorni il Times di Londra, di proprietà della News. Corp. Di Rupert Murdoch, uno dei più accesi sostenitori della necessità di far pagare le notizie in rete, con una proposta commerciale originale: 1 euro e 50 per un pass di 24 ore o, in alternativa, un abbonamento settimanale di 3 euro (dopo 30 gg. di prova gratuita a 1 euro e 50).

In Italia IlSole24ore sta sperimentando da qualche tempo un modello ibrido (simile a quello annunciato dal New York Times) che prevede la consultazione su base mensile di un certo numero di articoli del proprio sito web (nel caso del Sole si tratta di 20 articoli). Superata la soglia dei venti articoli l’editore propone la sottoscrizione di un abbonamento mensile con prezzi a partire da 9 euro/mese. Per ora il walled garden non sembra troppo protetto visto che, come scrivono in molti in rete, è sufficiente cancellare i cookies per azzerare il numero di articoli già consultati. Altre offerte che destano non poche perplessità, sempre riferite al mercato italiano, sono quelle della versione digitale dei quotidiani che è possibile acquistare in un formato PDF consultabile dentro la finestra del browser. La propongono da qualche tempo sia Repubblica che il Corriere che lo stesso Sole24ore a prezzi variabili dai 15 euro mensili di Repubblica ai 34 euro del Sole24ore.

Nel caos delle mille differenti offerte commerciali che riguardano sostanzialmente lo stesso prodotto, offerto a condizioni molto differenti su differenti piattaforme, varrà la pena ricordare che sia Repubblica che Corriere offrono per ora gratuitamente su iPad lo stesso prodotto che vendono a prezzi non esattamente concorrenziali in formato PDF.

Se ci si sposta poi ad osservare ciò che accade nel mercato mobile la confusione se possibile aumenta ancora e coinvolge non solo gli editori e le loro mille incertezze ma anche gli operatori telefonici. Ormai da molti mesi l’accesso ai contenuti del sito mobile di corriere.it e gazzetta.it è a pagamento per chi accede con una Sim di un qualsiasi operatore mentre Repubblica.it è a pagamento solo per chi utilizza le Sim di Tre, mentre resta di libero accesso con gli altri operatori telefonici. Quale sia poi il valore aggiunto che ci consigli di pagare per accedere sul piccolo schermo di un telefono cellulare agli stessi contenuti che sono offerti gratuitamente da un qualsiasi altro accesso a Internet davvero è difficile da capire.

La verità è che gli editori si rivolgono ai propri clienti parlando lingue diverse a seconda che i loro spettabili interlocutori si trovino nel salotto, in cucina o nel bagno di casa proprio e questa o è una miopia formidabile o va archiviata nella ormai corposa cartelletta denominata “furbetti del quartierino”. Se il principio secondo il quale ognuno ha diritto di disporre commercialmente di ciò che produce nelle maniere che meglio ritiene è vero, è contemporaneamente difficile da accettare che lo stesso bene abbia così ampi margini di remunerazione dentro un sistema (la rete Internet) che è ormai sostanzialmente omogeneo. Nessuno paga volentieri tre volte per lo stesso bene, nessun editore può essere così ingenuo da credere che i propri utenti su iPhone o sul web, su Kindle o su carta siano persone completamente differenti.

Già i modelli di business basati sul fee sono molto difficili da accettare dopo un decennio di accesso gratuito alle notizie, se a questo si aggiunge la scarsa capacità di organizzare una sola offerta credibile per i propri clienti nel momento in cui si decide di cambiare strategia, allora davvero le possibilità di successo si riducono al lumicino.

SkyTg24 ha rilasciato in questi giorni una splendida app per iPad che consente di seguire live l’ottimo canale satellitare all news). I prezzi del servizio sono invitanti (1,59 euro al mese, 5,99 euro per 6 mesi e 9,99 euro per un anno) e seguono un periodo di prova gratuita di 30 gg. Ma nonostante tutto questo indubbio buonsenso tariffario mi chiedo: perché dovrei pagare per un servizio che già pago con l’abbonamento mensile a Sky? Forse perché l’accesso in mobilità è un valore che merita di essere retribuito a parte? Non mi pare. Logica vorrebbe che l’app per iPad di Skytg24 fosse a pagamento per tutti (ai prezzi ragionevoli citati prima) ma fosse compresa nell’abbonamento mensile dei tanti clienti Sky che decidono di dotarsi di iPad.

Funziona così: la polverizzazione dei device elettronici crea opportunità e valore per gli editori ma non li autorizza a pensare che lo sviluppo tecnologico crei magicamente 5 clienti dove invece ce ne è uno solo. Non è difficile capirlo, così come non è difficile capire che la moltiplicazione dei device avvicina davvero migliaia di nuovi possibili clienti da conquistare con i propri contenuti e servizi, magari, continuando con l’esempio di Sky, seguendo un percorso inverso che va da iPad alla Tv casalinga. Un percorso che è una nuova opportunità che fino a ieri non esisteva. Scegliere di ignorare questa sostanziale unità di tempo (oggi) e di luogo (la rete Internet) significa intestare una nuova cartellina nel grande archivio delle imprese editoriali dal titolo “Le rose che non colsi”.

6 commenti a “Anteprima Punto Informatico”

  1. bonilli dice:

    Infatti io che sono abbonato s Sky e ho l’abbonamento più caro quando ho scaricato l’app di SkyTg24 per iPad pensavo ingenuamente che mi avrebbero chiesto il codice cliente e invece volevano da me altri euro.
    E allora ho cancellato l’applicazione.
    Sono grandi questi editori ma sono anche tanto stupidi, o ingordi?

  2. Marco dice:

    Non sono d’accordo, Sky vende un abbonamento per il *satellite*. Per far vedere il tg dall’Ipad invece devono spendere soldi in server e banda. Un servizio di streaming con quella qualità ha un costo e 10 euro all’anno mi sembra un prezzo ragionevole.
    L’alternativa sarebbe aumentare l’abbonamento per tutti , sia per chi ha l’Ipad e per chi non ce l’ha.
    Voi direte: “Ma Sky costa già un occhio della testa!”. Cavoli vostri che vi siete abbonati, non ve l’ha ordinato il medico. Io ero abbonato anni fa e ho disdetto. Sono aziende private non enti di beneficienza, spremono finché c’è da spremere. C’è poco da stupirsi o indignarsi.

  3. bonilli dice:

    @ Marco
    L’azienda privata Sky ha prepotentemente abbassato i listini del 15% per fare concorrenza a Mediaset.
    Come si vede non è mai una questione di costi ma di capacità di fare marketing e con me hanno toppato.
    Poiché mi piace il tennis, un certo calcio, la NBA non disdico l’abbonamento, cosa che suona più come fanciullesco dispetto che risoluzione di un problema.
    Estendendo la pratica uno non usa più Trenitalia, l’Alitalia e alla fine lascia l’Italia.

  4. Marco dice:

    @bonilli: Senti non è la tassa sul grano, è la tassa sulla grana. Se uno ha l’ipad e Sky pacchetto completo fa un po’ ridere che poi si lamenti così per 10 euro all’anno per un servizio a parte.
    Poi disdire se non sei contento non è un dispetto, ma una conseguenza. Un “fanciullesco dispetto” mi sembra più non voler pagare 10 euro per un servizio che ti interessa, che ti puoi permettere, ma che volevi gratis.

  5. Mike dice:

    http://www.la3tv.it/offerta+tv.shtml

    La cosa interessante è che se si ha un telefono con DVB-H, se si ha l’abbonamento od un piano con H3G sky TG 24 è compreso nel prezzo, mentre sull’iPhone costa 1,49 euro a settimana.

    Quindi ch si è comprato il Nokia 5330 non paga, chi si è comprato l’iPhone si`.

  6. Fabrizio Caccavello dice:

    Questi ragionamenti mi ricordano molto le banche quando facevano pagare come servizio a parte l’home banking. Decine di euro al mese!
    Poi hanno capito che il cliente è sempre lo stesso, che se fa da solo non viene a fare le fila allo sportello, che se gioca sull’home banking prende confidenza con le piattaforme informatiche e magari compra pure qualche titolo.
    Che se viene in banca a fare un bonifico difficilmente lo convincerai a comprare qualcos’altro, invece lì, nell’intimità del computer, possono fargli vedere che altre operazioni sono banalissime, come ricaricare un telefono, ricaricare una carta prepagata, pagare una bolletta ecc.
    A questo punto, da molto tempo, gli home banking sono diventati parte integrante di un conto corrente, e sono gratis non per fare un favore al cliente, ma perché “conviene”.
    Prima o poi l’applicazione di Sky sarà gratis per gli abbonati, e potrai abbonarti all’applicazione… ne sono sicuro… (forse)