In blu la quantità di dati degli utenti che Facebook rende disponibile di default. Dal 2005 a oggi qualcosina è cambiato.


(Matt McKeon via Stefano Maruzzi)

20 commenti a “La torta mangia te”

  1. Paolo dice:

    Infatti mi sono cancellato con allegria –

  2. maxxfi dice:

    C’è un mantellini di troppo nel link per McKeon.

  3. massimo mantellini dice:

    grazie, correggo

  4. piovedisabato dice:

    Paolo
    in realtà i tuoi dati rimarranno nei server di fb per ancora molto tempo.

  5. Domiziano Galia dice:

    Nella sua ambiguità, facebook ha comunque il merito di aver portato (trascinato?) sulla rete persone, come le mie sorelle, che non hanno idea di cosa sia un url, per capirci. E non è un merito di poco conto.

  6. mafe dice:

    La prossima volta che qualcuno critica Facebook per essere chiuso e proporsi come alternativa blindata alla rete aperta tiriamo fuori questi grafici? E’ che purtroppo o l’una o l’altra cosa, l’apertura implica una diminuizione della privacy, la protezione della privacy implica chiusura. Io non so bene di che male voler morire tra i due, ma di pancia direi che rinuncio alla privacy.

  7. Muttley dice:

    mafe, ma il tradeoff tra “apertura” e “privacy” non esiste. Possono esistere strumenti aperti e totalmente anonimi, quanto strumenti chiusi ma rispettosi della privacy. Chi ti suggerisce che il tradeoff esista sta cercando di fregarti.

  8. deva dice:

    …ma secondo voi il più degli utenti di facebook non sa nulla di privacy, o se ne frega della privacy?

  9. massimo mantellini dice:

    Mafe l’ambiguita’ e’ che FB vuole essere contemporaneamente convinto assertore dell’apertura nei confronti dei propri utenti (anche quei pochi interessati si trovano le opzioni del pannello privacy resettate ogni 3X2 secondo lo schema disegnato qui sopra) e chiusi e speculativi nei confronti dell’esterno, fondamentalmente i motori, (tranne poi decidere di vendere piccole o grandi parti dei propri dati protetti ai motori stessi se ce ne fosse la necessita’). Non si tratta di proteggere o rinunciare alla privacy si tratta di riaffermare che le scelte della privacy sono degli utenti. Lasciassero decidere a loro.

  10. paolo de andreis dice:

    Epperò nella disgregazione progressiva del controllo su *alcuni* dei propri dati (che è questa la privacy oggi) ci vedo una necessità commerciale e di posizionamento. La direzione è segnata da anni, FB tiene l ‘acceleratore premuto per mantenere la pole. E ci sta riuscendo benissimo. In questo senso Mafe secondo me ha perfettamente ragione.
    Siamo solo all’inizio immagino.

  11. Mafe dice:

    Il tradeoff esiste eccome, è stato calcolato e visualizzato. Vi ricordo che qui parliamo di impostazioni di default, non definitive, impostazioni che sono storicamente aperte di default in tutti gli altri social network. Parliamo di hobby e scuole e titoli di lavoro che puoi anche non mettere, non di segreti nascosti e divulgati contro il tuo parere. Io detesto dover difendere facebook, ma vorrei restare aderente ai fatti, a prescindere da chi li compie.

  12. mafe dice:

    Per chi fosse interessato ecco la visualizzazione del trade off tra privacy e apertura di una rete
    http://www.technologyreview.com/blog/arxiv/25146/

  13. soloparolesparse dice:

    La questione è la solita.
    Bisogna conoscere le regole degli strumenti che si utilizzano e non muoversi mai con leggerezza (funziona così per strada non capisco perchè in rete dovrebbe essere diverso!).
    Poi possiamo discutere sul default ma sappiamo che l’obiettivo di FB è la diffusione e la condivisione (scopo, ovviamente, guadagno)…

  14. pier dice:

    Secondo me la questione è quello che sta facendo facebook è nell’interesse degli utenti o solo dell’azienda?

    È evidente che erodere la privacy rendendo il più possibile tutto pubblico vada solo nell’interesse di facebook: il loro successo viene da gente che ci si connette per vedere cosa fanno gli amici (una 15 di “core friends” secondo gli studi fatti da microsoft per i Kin) vedere le loro foto e poco altro, ovviamente a queste persone interessa molto relativamente la questione privacy. Se siamo d’accordo sul core business siamo d’accordo anche sulle conclusioni che ho tirato perché per fare quello non è necessario rendere pubblico tutto quello che facebook rende pubblico quindi l’erosione della privacy è nel solo e unico interesse commerciale di facebook…

  15. roberto dadda dice:

    Io francamente non capisco. Cosa diavolo c’entra la privacy? Una cosa sono i valori di default, un’altra quelli che io decido di usare, se sono tanto fesso da non andare a vedere cosa è visibile e cosa non quello è un problema solo mio.

    In ogni caso è un servizio gratuito, se non mi piace la gestione dei dati non mi iscrivo ed il gioco è fatto, non è un bisogno primario essere su FB!

    E’ normale che il fornitore cerchi di convincere la gente a fare vedere più dati per arricchire il valore del contenuto della piattaforma, altra storia sarebbe se facesse vedere i miei dati senza darmi la possibilità di cambiare le cose.

    Le piattaforme social sono quasi sempre molto aperte per default, non capisco perché tutto questo casino solo per FB.

    bob

  16. deva dice:

    …in effetti anche a me lascia stupefatta quanto si parla di facebook e, ultimamente, di privacy negata.

    Io in tutto ciò vedo un messaggio fortissimo: milioni di pesone che dichiarano che della privacy non gli interessa…
    …e sinceramente, quando vado a chiedere il mio traffico telefonico, e lo ricevo con le ultime 3 cifre asteriscate, per la privacy, giungo alla stessa conclusione: la privacy, la scelgo io…

  17. Gabriele Favrin dice:

    Milioni di persone inconsapevoli delle implicazioni di cio’ che fanno.

    Se ne rendono conto quando il capoufficio non accetta la richiesta di malattia per tal giorno perche’ ha letto su FB della sbronza; quando i ladri sanno i giorni in cui la casa e’ libera; quando la fidanzata li lascia perche’ taggati a loro insaputa in foto che fuori dal contesto son compromettenti; quando non vengono assunti per i contenuti del loro profilo.

    FB di default dovrebbe essere il piu’ protetto possibile e dovrebbe essere l’utente a scegliere cosa condividere.

  18. Gabriele Favrin dice:

    PS: conosco personalmente casi di famiglie in crisi “per merito” di un uso leggero di FB.
    E questo senza considerare gli immani rischi per i minori…

  19. .mau. dice:

    premesso che io ho sempre aperto di default tutto tranne le (poche) foto, il giorno del mio compleanno e la possibilità di chiedere di diventare mio amicicio – e sono molto incazzato perché una volta potevo bloccarla del tutto mentre adesso gli amici-di-amici possono sempre farlo – mi pare ovvio che se FB ha un modello di crescita logistico sia costretto a rendere i default sempre più ampi.
    E naturalmente il 95% minimo della gente non tocca i default.

  20. paolo de andreis dice:

    @mau
    essì, questa è l’alba della noprivacy, che arrivi nel contesto di una sostanziale inconsapevolezza non mi sorprende, succede con tutti i fenomeni rilevanti di rete. Quello che è sicuro è che sta nascendo una sensibilità, chiamiamola così, e non solo nei giovanissimi, che si nutre della disgregazione di tutele dell’era precedente.