Sempre per la serie “umoristi di sinistra” Emmebi segnala che il sindaco di Follonica Eleonora Balbi, seccata per il testo del brano “Follonica”, ha chiesto ai Baustelle “una canzone di rettifica”.

p.s. io se fossi nei Baustelle una canzoncina di rettifica la farei davvero e la metterei sul web.

update: leggo su FF che Bianconi avrebbe dichiarato che faranno la canzone di rettifica e la chiameranno “Follonica Ale’ Ale'”. Bellissimo.

19 commenti a “Umoristi di sinistra”

  1. Daniele Minotti dice:

    Taci che lo fanno…

  2. Luca dice:

    spero francamente di no
    la canzone è bellissima, chiaramente suggerita da uno di quei pomeriggi di totale inedia che solo il mare sa regalare…

  3. Carlo M dice:

    massimo,

    bello il racconto per i merli.
    torno a qualche giorno di distanza su raiperunanotte perché francamente la tua risposta mi è parsa evasiva.

    hai detto che quello di santoro non è stato un evento web, ma un programma tv normalissimo trasmesso anche sul web. però allora dovresti spiegaci meglio quali caratteristiche deve avere un evento per essere considerato web.
    in realtà quello di santoro è stato “un evento”. punto. gli eventi, le rappresentazioni, sin dai tempi della tragedia greca, hanno sempre previsto un attore o degli attori che si esibiscono, o orchestrano un’esibizione, e un pubblico che assiste, e che può in vari gradi e forme intervenire. questo accade al teatro, al cinema, in una sala da concerto, in un dibattito politico, allo stadio, in una piazza, in televisione, alla radio e pure sul web. tutti gli eventi utilizzano gli stessi schemi comunicativi, sviluppandoli in maniera diversa a seconda dei casi. neppure sul web si sfugge a questi schemi, che sono quelli usati dagli esseri umani per comunicare fra loro, sin dalla notte dei tempi. l’evento web implica il coinvolgimento degli “spettatori”? beh ci sono miriadi di avanguardie teatrali che hanno già sperimentato la cosa nell’arco di tutto il novecento. internet non è quindi un fine, ma uno strumento, come tanti altri, attraverso il quale le persone si esprimono e interagiscono. che si parli, si scriva, si reciti, si canti, si digiti, si chatti, si twitti, non cambia nulla. sempre di comunicazione si tratta.

    l’iniziativa di santoro è stata un successo non tanto per i dati d’ascolto, opinabili per definizione, ma perché ha convogliato su vari e diversi canali ciò che fino al giorno prima andava solo in tv. ovvero ha creato, per la prima volta in maniera evidente all’opinione pubblica, quella trasversalità fra mezzi d’informazione che può scardinare il monopolio televisivo. un’eversione di massa, come giustamente l’ha definita michele serra; di una massa che pretende giornalismo, circolazione delle notizie, divulgazione dei fatti.

    scusami, ma rimane la sensazione che a molti internettiani, te compreso, il successo di raiperunanotte abbia provocato qualche prurito. sensazione confermata dalla tua risposta. santoro ha capito poco il mezzo? in realtà l’ha capito benissimo, tant’è vero che in una sera è riuscito a offrire a un vasto pubblico quella commistione fra canali che numerosi protagonisti abituali della rete hanno spesso inseguito e sognato, e mai sono riusciti a realizzare su larga scala. lui, della rete neofita e ignorante.

    proprio per questa ragione parecchi commentatori il giorno dopo hanno tentato di sminuire la performance di un santoro “intruso”, che farebbe meglio a tornarsene al più presto in tv; dimenticandosi che la potenza della rete è proprio il suo essere uno “strumento aperto”, utilizzabile da tutti, nei modi e nelle forme che ognuno preferisce (anche con un commento fuori tema).

    ciao

  4. Pirrone dice:

    Sì però il post parlava di tutt’altro e poi francamente di Santoro non se ne può più, ne hanno parlato anche i sassi. Passiamo oltre.

  5. Salvio Di Maio dice:

    già un sito “che parla” mi sta sul ….

  6. Carlo M dice:

    sì scusate, era una risposta a massimo (fuori tema, l’ho ammesso).
    d’accordo sul passare oltre.

  7. Daniele Minotti dice:

    Eh… lo dicevo che facevano qualcosa…

    P.S.: Non me ne vogliano i fan dei Baustelle, peraltro qualcosa di loro mi piace, pero’ son pesantini, eh…

  8. maria dice:

    Buongiorno a tutti,
    mi chiamo Maria, ho 30 anni e sto cercando di trovare la mia strada nella vita. Vi scrivo per raccontarvi un po’ di me e delle cose che mi passano per la testa (anche se forse non ve ne può fregare un’emerita).
    Dicevo, ho 33 anni, sono una studentessa di un corso di dottorato in una famosa università italiana e attualmente mi trovo all’estero per cercare di seguire dei corsi per imparare qualcosa, visto che il mio corso di dottorato non te ne dà la possibilità (sei praticamente lasciato a te stesso, se ti va di studiare bene, altrimenti puoi anche startene tutta la giornata in panciolle aspettando di fare qualche ora di ricevimento agli studenti o di andare a tenere un’esercitazione o due.
    Sì, lo so, vi starete chiedendo come mai a 30 anni suonati sto ancora “studiando”… le vicissitudini della vita mi hanno portato a conseguire la laurea tardi (ma questo è un altro discorso lungo), e arrivata alla fine del percorso universitario con un 110 e lode in tasca mi sono chiesta: “Voglio provare ad inseguire il mio sogno (diventare ricercatrice)? Oppure voglio rassegnarmi a cercare un lavoro in azienda e rimpiangere per sempre il passato?”. Beh, da quello che sto facendo avrete già capito quale è stata la risposta che mi sono data…
    Non vi scrivo certo per ammorbarvi sui problemi della ricerca italiana o della situazione del precariato universitario (se n’è parlato troppo … fintanto da svilire tutta la faccenda), vi scrivo per raccontarvi una cosa più personale che mi ha fatto riflettere tanto ultimamente.
    Attualmente, come vi dicevo, vivo all’estero e condivido un appartamento con un altro studente italiano, molto più giovane di me, appena laureato che qui all’estero si trova a seguire un master. Il punto: lui è di destra e io di sinistra. Vi chiederete: Tutti i giorni a darvele di santa ragione? No, ovviamente, cerchiamo una pacifica convivenza (o almeno io la cerco, altrimenti tra lo studio, gli orari assurdi per seguire tutti i corsi con profitto e superare gli esami a pieni voti, se dovessi pure mettermi a litigare sulla politica ogni cinque minuti finirei per suicidarmi dopo un paio di giorni).
    Questa convivenza mi ha spinto ad alcune considerazioni di cui vorrei rendervi partecipi.
    Prima considerazione: Lui è convinto che la cosa più giusta nella vita sia lavorare duro per guadagnare più soldi possibili, in modo da rendere il mondo un posto migliore. Non che io non voglia lavorare duro, e non si dica mai che voglio lavorare solo per “la gloria” (anche io ho uno stomaco), ma vista la mia scelta di far parte del succitato precariato universitario, si capisce subito che il mio obiettivo primario non è fare “più soldi possibile”. Il mio obiettivo primario è acquisire più conoscenze possibili (e ovviamente trovare il modo di impiegarle proficuamente) e avere la possibilità di divulgarle queste conoscenze.
    Seconda considerazione: Lui è convinto che essere “onesti” è un particolare a volte trascurabile. Attenzione non sto parlando di un ragazzo pro-criminalità o cose simili. Sto parlando semplicemente di una persona che ritiene non tanto sbagliato che nella vita si facciano “favori” e che questi favori siano poi ripagati nel tempo. Beh, all’estero sono venuta a conoscenza di un’usanza strana: la raccomandazione!! Mi spiego: per qualsiasi cosa tu voglia fare, per esempio un colloquio di lavoro o un iscrizione ad un corso, ti servono almeno un paio di lettere di (udite udite) raccomandazione!!! Ovviamente questa parola ha tutta un’altra connotazione: chiedono semplicemente che qualcuno, che è o è stato “importante” nella tua vita, per esempio professori, precedenti datori di lavoro, eccetera, gli racconti tu chi sei, come lavori, come ti relazioni con le cose da fare e con i colleghi. Per esempio per entrare a far parte di un corso di dottorato qua non serve un concorso universitario con tanto di prova scritta ed orale e regole su regole a pena di annullamento (se starnutisci tre volte forse stai copiando e se ti scappa è meglio armarsi di bottiglietta – che poi è anche difficile da utilizzare per una donna – perché in bagno non ci vai, o se proprio sono buoni, ci vai dopo 4 ore e scortato/a da uno o più professori, che sembri tanto un sorvegliato speciale del FBI). Qui basta (oltre alle succitate lettere di raccomandazione) un colloquio in cui spieghi cosa hai intenzione di fare, poi dopo ogni 6 mesi devi riferire sul lavoro svolto, e se non hai lavorato bene ( ossia se non hai dimostrato che sai lavorare) ciao, te ne vai a casa perché non è la strada per te, semplice. Se i “favori” fossero da intendere in questa ottica allora sono pienamente d’accordo.
    Terza considerazione: Lui è convinto che le tasse per i liberi professionisti, le imprese, eccetera siano troppo alte. Devono essere gli operai, gli impiegati, insomma i “sottoposti” a pagare (cito: “tanto loro di che si lamentano? Vengono pagati, lavorano poco – solo 35 (!!) ore a settimana – e male, e non possono neanche essere licenziati facilmente, mentre un imprenditore ad esempio lavora 24 ore su 24, si gioca i soldi e la salute per la sua impresa!!”).
    Quarta considerazione: Lui è convinto che lo stato attuale delle cose non si cambia con i piccoli gesti, facendo volontariato o cercando di parlare con le persone in difficoltà e aiutarle a comprendere che, a volte, c’è una strada diversa (sicuramente più difficile) per affrontare le situazioni a cui la vita li sottopone e per reagire. (Scusate se non l’avevo detto prima, la sottoscritta proviene dal Sud Italia e di situazioni di vita al margine della legalità e della “vivibilità” ne ha viste parecchie). Questo perché, cito, “di Madre Teresa di Calcutta del piffero ce ne possono essere quante ne vuoi, ma alla fine non risolvete nulla, tanto è solo per farvi vedere, per sentirvi bene con voi stesse la sera nel vostro letto”. (Personalmente devo ammettere che la sera, il sentirmi in pace con la mia coscienza mi ha più volte aiutato a dormire serena … scusate).
    Lui, dicevo, è convinto che le cose si possono cambiare solo facendo “politica al vertice”, ossia arrivando ad acquistare una visibilità (comunale, regionale o nazionale che sia) e, cito,” decidere per il popolo che, tanto della situazione attuale delle cose non se ne frega, perché gli sta bene, perché è abituato o perché la situazione attuale gli dà da mangiare” ( A che serve risvegliare le coscienze, se fai prima a tenerle assopite e a decidere tu e basta? Beh, questo ragionamento non fa una piega … poi se quello che decidi tu è solo ad esclusivo tornaconto tuo chi può biasimarti?).
    Quinta considerazione: Lui ritiene che i giudici, cito, “sarebbe meglio mandarli tutti a c… zappare la terra! Perché se sei importante e non hai fatto niente minimo minimo ti inquisiscono e passi un guaio!” E non importa che poi sei onesto o no, anche se io credo che se sei onesto e ti batti per dimostrarlo prima o poi forse qualcuno lo convinci. Mi spiego meglio: se io fossi “a torto” inquisita e avessi una posizione politica o sociale di spicco, prima cosa mi dimetterei e direi ai miei elettori/sostenitori che lo faccio per loro, per dimostrare che non sono supporters di una persona corrotta, ma di una persona per bene. Poi il discorso su come tirerei avanti è sicuramente discutibile per molti : io vengo da una famiglia del basso ceto medio, ogni cosa che ho voluto me la sono dovuta pagare lavorando o studiando. Sono abituata a “tirare avanti”, a stringere la cinghia e a rinunciare al superfluo, ad accettare anche lavori umili, che tanto il lavoro, umile o no che sia, nobilita l’uomo (o la donna nel mio caso).
    Tutto questo mi spinge a chiedermi “Sono io che non funziono? Sono io che non vedo le cose per quelle che sono? Sono io che credendo negli ideali di giustizia, parità sociale e pari opportunità (e non mi importa di che colore politico li vogliate far sembrare) non ho capito nulla? Sono io quella destinata al fallimento perché non ho deciso di adeguarmi?”
    Grazie a tutti coloro che leggeranno queste mie considerazioni. Sono sinceramente gradite risposte alle ultime domande poste. E se qualcuno può darmi anche qualche messaggio di speranza per tirare avanti, lo ringrazio in anticipo di cuore.
    Sinceramente vostra, Maria

  9. L1 dice:

    maria, coraggio, dai. comunque: a te piacciono, i baustelle?

  10. gianni dice:

    @ maria. Ti sei innamorata di Lui!

    No dai. Credo che dovresti lasciare immediatamente quell’appartamento e andare a vivere con persone del luogo. Questa è un’occasione unica per conoscere la cultura del luogo e la lingua. Non perdere tempo con gli italiani.
    A meno che Lui…

  11. gianni dice:

    @ massimo

    Metti che sei tenutario di albergo con spiaggia.
    Che ne penseresti se Lucio Dalla cantasse una canzone tipo:
    “Quella merda di spiaggia del Mantellini con gli aghi di siringa che spuntano dalla sabbia…”?

  12. EmmeBi dice:

    Gianni: su, ragiona. Intanto il pezzo non è un singolo (e verosimilmente non lo sarà in futuro) e quindi non viene passato in radio, ergo lo ascolta solo chi ha comprato /scaricato il disco. E chi ha comprato/scaricato il disco dei Baustelle ( e sottolineo dei Baustelle) sa benissimo che quelle descrizioni non sono per denunciare un stato di degrado della spiaggia della località toscana, ma sono solo un “contesto funzionale” al testo della canzone che parla di una decadente storia d’amore.

  13. Daniele Minotti dice:

    @L1
    Ma ROTFL! ;-)

  14. gianni dice:

    @ EmmeBi

    > non viene passato in radio ergo lo
    > ascolta solo…

    Una canzone è come un messaggio in una bottiglia, non sai in quale spiaggia vada poi a finire :)
    Poi come tu mi insegni nel tuo bel post “Come si crea una notizia da colonnino” (che tra parentesi quei redattori non possono essere così inetti e dovrebbero essere stati ricompensati per pubblicare quelle notizie ma non divaghiamo…)
    una frase, affermazione, elemento che sembrano lì per completare una notizia sono invece la notizia.
    Io della canzone per esempio tra un mese ricorderò soltanto le siringhe nella sabbia. Motivo sufficiente per non andare a Follonica.
    Poi in un periodo di crisi come questo capisco anche l’ipersensibilità del sindaco che reagisce in modo assurdo e irragionevole.

  15. EmmeBi dice:

    @gianni : Sì e no. Quel che è certo è che il sindaco ha amplificato la cosa. Non so che gusti musicali hai, ma magari se non ci fosse stato tutto il tam-tam, forse tu non ne saresti nemmeno accorto.
    Per quanto riguarda il post sulla notizia del colonnino (grazie dei complimenti), sì, anch’io non penso che i redattori non siano così inetti, ma per la fame di accessi e di “farenotizia” hanno perso anche quel minimo di etica e buonsenso.

  16. jetblack dice:

    ma chi se li caga i Baustelle?

  17. EmmeBi dice:

    Jetblack: Boh, i medici? Il titolare qui dopo averli ascoltati si è preso un brutto raffreddore.

  18. alberto dice:

    Un tempo si chiamava Strapaese, un tempo lontanto lontano quando l’Italia amava essere provinciale. E’ bello come certi movimenti riemergano come fenomeni carsici senza avere mutato la propria composizione chimica, semplicemente rivestendosi alla moda dei Nuovi Tempi.

  19. dido dice:

    Capisco il/la sindaco di Follonica che povera se la prende, che poi arrivi a chiedere una canzone di riparazione o adire a vie legali… mah!

    Però suvvia, tutto si può dire o scrivere sui giornali, ma arrivare a sostenere che Follonica “è la più bella città del mondo” !!!