E’ uscita la solita ricerca annuale della Società Italiana di Pediatria piena di numeri difficilissimi da credere e carica dei soliti usuali preconcetti. La migliore fra le tante battute della ricerca, per quanto mi riguarda, quella secondo la quale il 41% degli intervistati – 1300 adolescenti dai 12 ai 14 anni – avrebbe un blog. L’approfondimento sociologico più inquietante questo:

Ne è emerso tra l’altro che se aumenta il tempo passato davanti al monitor aumentano proporzionalmente anche i comportamenti a rischio legati all’utilizzo di internet. Su un campione nazionale di 67,4% adolescenti che hanno ammesso di avere avuto comportamenti rischiosi (fumare canne o sigarette, rubare, ubriacarsi, guidare senza casco etc), l’81% passa più di tre ore davanti al pc e il 72% ne passa altrettante davanti alla televisione.
(…)
il 37,2% di quei giovani che passano più di tre ore davanti a internet almeno una volta ha dato il proprio numero di telefono a uno sconosciuto, il 19,6% ha accettato proposte di sesso online, mentre il 24,1% ha accolto una richiesta di incontro.

p.s. mi era sfuggito un altro dato centrale della ricerca: agli adolescenti italiani non piace molto la frutta (e anche questo è ovviamente colpa di Internet).

35 commenti a “Su Internet senza casco”

  1. alessandro dice:

    internet fa anche diventare ciechi!

  2. marcolinux dice:

    ricordiamoci sempre che il 98% dei pirati della strada, da piccoli hanno usato la bicicletta (non ho il numero preciso di quelli che l’hanno usata senza casco, però…)

    e che almeno l’82% di quelli delle BR quando erano in bagno usavano la carta igienica (anche qui, mancano dati certi sul numero di veli ed eventuali profumazioni…)

    buone statistiche a tutti!
    marco

  3. raxi dice:

    Da notare come

    AdnKronos

    Gian Paolo ** Salvioli **, direttore del Dipartimento di Scienze ginecologiche, ostetriche e pediatriche dell’Universita’ di Bologna e presidente del convegno

    Repubblica

    Gian Paolo ** Raviolo ** , Direttore del dipartimento di Scienze Ginecologiche, Ostetriche e Pediatriche dell’Università di Bologna

    Rumenta di contenuti, di metodo, di comunicazione.

  4. piovedisabato dice:

    beh è comunque solo da stolti non capire che un collegamento tra alcune cose c’è. Poi se voi volete educare i vostri figli a stare 8 ore al giorno al computer continuate pure a vivere nel paese dei balocchi. Però quando ne uscite parlate sottovoce e non disturbate. Grazie.

  5. Verrocchio dice:

    Certo che pur essendo eminenti scienziati (vabbè, diciamo che almeno la tesi di laurea l’avranno fatta, no?), sembra sfuggir loro che una delle fallacie logiche più pericolose è il buon vecchio “post hoc, ergo propter hoc”…

  6. Pietro dice:

    Inoltre il 50% di coloro che assumono comportamenti pericolosi hanno i capelli neri, gli altri di colore diverso; il 100% ha due occhi un naso e una bocca; il 100% sa leggere e scrivere, quindi colpa anche della scuola.

    No, vabbè, a parte le fregnacce, il solo collegamento reale è quello tra ore internet/tv e sedentarietà, ergo obesità o tendenza alla.

  7. L1 dice:

    mi ricorda la battuta di raoul cremona: “la prima causa di divorzio e’ il matrimonio”.

  8. Gianluigi dice:

    Usando la stessa scorrettezza si potrebbe ricordare che la quasi totalità dei pedofili tende a far lavori che favorisca il contatto con i minori. Sempre usando la stessa scorrettezza si potrebbe chiedere a quei 1300 se hanno subito molestie durante la ricerca o gli altri bambini/adolescenti che siano venuti in contatto con il gruppo di ricerca. Il ragionamento fila allo stesso modo, no?

  9. Marco dice:

    @piovedisabato
    Puo’ essere anche vero che ci sia un collegamento, ma di sicuro non e’ dimostrato da “ricerche” come questa. Mi ricorda tanto quella battuta che “dimostra” che consumare pane causa criminalita’ perche’ oltre il 90% dei delitti avviene entro 24h dal consumo di pane…

  10. P.G. dice:

    Trovo veramente deprimente che degli scienziati – come dovrebbero essere i medici – si prestino a queste manipolazioni. Escludendo che siano in malafede, credo che abbiano studiato poco o nulla riguardo le analisi statistiche, la somministrazione dei questionari, insomma la metodica da adottare in analisi di questo tipo. Ed è un male, perchè credo che la scienza medica dovrebbe essere completata anche da conoscenze di questo tipo.

    Ovviamente, non c’è alcun nesso logico fra il passare il tempo al pc e l’ubriacarsi o il guidare senza casco(al massimo verrebbe da pensare a un nesso inverso: se sto al pc non mi ubriaco e non guido senza casco).

  11. Gianmarco dice:

    Correlation is not causation

    http://en.wikipedia.org/wiki/Correlation_does_not_imply_causation

  12. Gio dice:

    Rìcordiamo anche che il global warming è aumentato contestualmente alla diminuizione del numero di pirati nel mondo

  13. Carlo M dice:

    ragazzi questo è uno studio, che mette in evidenza dei dati, poi ognuno li interpreta come vuole. giudicare inquietante e piena di preconcetti un’indagine solo perché non dice le cose che uno vorrebbe sentirsi dire…beh questo sì che è inquietante.

    a meno che un blogger di adolescenti ne sappia di più della società italiana di pediatria (il che potrebbe anche essere, ma ne dubito fortemente).

    quel che invece è chiarissimo, è che ogni volta che qualcuno osa mettere in evidenza alcuni problemi legati all’uso di internet, chi usa internet risponde con la difesa d’ufficio “sindacale” e le solite stantie barricate (ancor più stantie delle critiche stesse). esattamente come fanno i giornalisti quando si mettono sotto accusa i media tradizionali.

    non cambia mai nulla sotto il sole, purtroppo qualsiasi gruppo sociale tende solo a preservare e difendere se stesso, senza alcuna capacità d’autocritica.

  14. piovedisabato dice:

    marco
    si ma quella è una cosa assurda mentre non è così assurdo legare la chiusura sociale, la non socializzazione e quindi il ricordo a cose che possano alleviare questo proprio non contatto vero con altre persone, all’utilizzo massiccio di strumenti come internet o la televisione. Il che non significa demonizzare internet ma cercare di spingere ad un uso corretto della stessa, perchè internet pur essendo tutto un altro mondo rispetto ai vecchi media, è pur sempre uno strumento, fantastico strumento, ma dipende che uso se ne fa, come tutte le cose.

  15. CoB dice:

    @ Gianmarco

    Della pagina di wikipedia che hai linkato guarda caso manca proprio la versione in italiano…

  16. Sascha dice:

    E ricordate: se un autorevole studio dice che passare molto tempo davanti a un Pc rende più intelligenti, più belli, più sexy, più ricchi, più saggi, più efficienti, più capaci di decidere, più raffinati esteticamente, più pieni di amici etc etc etc allora è un serio studio che sfata i miti e gli stereotipi e fotografa fedelmente una realtà in evoluzione, ovviamente verso l’alto e il meglio e il bene.
    Se no, se si accenna a qualche possibile problema, via con l’ironia e il dileggio e il serio rammarico che degli scienziati – come dovrebbero essere dei medici – si prestino a queste manipolazioni…

  17. valentina dice:

    Secondo me, se non e’ manipolazione per i contenuti (che trovo cmq discutibilissimi) allora lo e’ almeno per la struttura data agli stessi.
    frase 1: “+ tempo su internet = + comportamenti a rischio legati a internet” frase 2 (sulla stessa riga, come un pensiero che continua logicamente): “ragazzi con comportamenti a rischio (fumare canne o sigarette, rubare, ubriacarsi, guidare senza casco) = 4 su 5 passano tanto tempo online”.
    da qualche parte, inconsciamente, il lettore passa dal comportamento-a-rischio-legato-a-internet ad un semplice comportamento a rischio generico.

    questo e’ un manipolativo uso della lingua.

  18. Marin Faliero dice:

    però ci sono in giro un sacco di gnocce in più

  19. Sascha dice:

    ‘gnocce’, eh?

  20. Marin Faliero dice:

    gnocche, per l’emozione mi è rimasta l’H in tastiera
    LoL

  21. Sascha dice:

    Uno dei lati più affascinanti del Web è la possibilità che da a tutti non tanto di avere vite sessuali immaginarie (si faceva anche prima) ma di dirlo a tutti e trovare pure qualcuno che fa finta di crederci…

  22. Bloglavoro dice:

    LOL, bellissima.. la tristezza è davvero che qualcuno viene pagato per scrivere idiozie del genere…

  23. mfp dice:

    mmm… da qualche parte er Trilussa aveva dedicato una poesia alla statistica resa per percentuali… era una trattazione sintetica della tragedy dei commons… una roba antica ma mooolto attuale.

  24. CoB dice:

    Sai ched’è la statistica? È na’ cosa
    che serve pe fà un conto in generale
    de la gente che nasce, che sta male,
    che more, che va in carcere e che spósa.

    Ma pè me la statistica curiosa
    è dove c’entra la percentuale,
    pè via che, lì,la media è sempre eguale
    puro co’ la persona bisognosa.

    Me spiego: da li conti che se fanno
    seconno le statistiche d’adesso
    risurta che te tocca un pollo all’anno:

    e, se nun entra nelle spese tue,
    t’entra ne la statistica lo stesso
    perch’è c’è un antro che ne magna due.

  25. mfp dice:

    Vedi perche’ uno ama Internet? Tu esprimi un desiderio e… puff… un anonimo simpatico te lo concretizza sotto il naso… il peccato lo compiono quelli che abusano di questo amore (“I Love Internet”!? Tze’) per reclamizzare prodotti informativi (ie: tradire la fiducia pubblica).

    Mante, mio padre e’ un pediatra… e per tutta la vita non ha fatto altro che dire “Stai sempre davanti al computer… senza fare niente”; e ogni singola volta che gli proponevo qualcosa (e sono state tante, nel tempo gli ho proposto: computer, computer multimediale, computer multimediale interconnesso, …, mediacenter {vdr,mythtv,linuxmce}, …, voip, praticamente-tutto-fino-al-duepuntozero-escluso) mi ha sempre detto: “tanto a me non ne servira’ mai uno”. Poi due anni fa – tra cedolini del pubblico stipendio che sono visibili fisicamente solo alla ASL o virtualmente tramite un costoso e scamuffo client di Posta Elettronica Certificata, e gli incentivi a stampare ricette col computer – s’e’ dovuto ricredere. Adesso sia lui che mia madre piagnucolano per la tv-dtt, per “risparmiare col telefono”, “per leggere il giornale”, ultimamente perfino “per cercare informazioni piu’ attendibili”, per tante e tante cose. Per “piagnucolano” intendo: “vengono a cacare le palle a me che oggi sono in pensione anticipata – perche’ loro hanno continuato a comprare elettronica consumer invece di passare all’elettronica di derivazione informatica libera – perche’ mi si ritrovano ancora dentro casa, nonostante abbia gia’ speso ore, giorni, mesi, fiumi di energie e paghette, per cambiargli la vita; e chiedergli soldi per la consulenza mi pare brutto”.

    Se perfino i pediatri negli anni addietro hanno rinunciato a spendersi per capire (addirittura i propri) figli… sono scaduti nell’immenso calderone di chi oggi non e’ in grado di spiegarsi i comportamenti giovanili di una parte consistente dei loro giovani pazienti… dovrebbero limitarsi ai dati piu’ strettamente biologici, clinici, sanitari; e in valore assoluto, unita’ di misura, normalizzazioni su base territoriale, etc. Se no diventano fantascienziati.

  26. Marco dice:

    @ piovedisabato
    Infatti io non contesto la possibilita’ che le cose affermate possano essere vere, in parte sono perfino d’accordo. Contesto l’uso strumentale ed errato delle statistiche per provare l’affermazione. E usare artifici logicamente incosistenti (uguali identici a quelli del mio esempio, solo che li’ sono piu’ evidenti) non e’ una cosa che da autorevolezza ad uno studio, solo pubblicita’.

    @Carlo M e Sasha
    Non e’ questione di piacere o non piacere. Certo che ci sono persone favorevoli o contrarie a priori a qualunque cosa, internet compresa. Ma il dileggio uno se lo cerca se prova a dimostrare le sue tesi con un uso totalmente sbagliato della statistica o con artifici linguistici di basso livello.
    P.S. Adolescenti? Magari!

  27. Atos dice:

    @mfp
    Grazie.

  28. Atos dice:

    Ma, a parte tutte le considerazioni pro e contro, il dato che il 41% di 1300 adolescenti “italiani” dai 12 a i 14 anni avrebbe un blog ; vi pare credibile che possa essere un dato statistico attendibile ??

    Non ci credo neppure se nella conta considerano “avere” un blog, il fatto di aver aperto un account su splinder, per mettere un post sulla prima pagina di default , con scritto “ciao, comincia l’avventura”. (morta subito)

  29. Sir Vester dice:

    Magari la ricerca è senza capo né coda, però, se vogliamo ben vedere, la relazione c’è. Eccome se c’è:

    3 sul PC e 3 ore sul TV = genitori assenti

  30. CoB dice:

    @ mfp

    Grazie per la segnalazione, quella non la conoscevo! Ce n’è un’altra di poesia, sempre di Trilussa, molto adatta a descrivere la situazione pre-statuetta:

    Un lupo disse a Giove: – Quarche pecora
    dice ch’io rubbo troppo… Ce vo’ un freno
    per impedì che inventino ‘ste chiacchiere…
    E Giove je rispose: – Rubba meno.

  31. kiuz dice:

    sono sempre più disperato, ormai ogni 2-3 settimane anche io scrivo un post come questo sul mio blog…
    Stringiamo i denti e non facciamo sopraffare dall’ignoranza, ricordiamoci che anche Galileo era a rischio galera!! Eppure oggi lo si studia ovunque…

  32. Fabrizio dice:

    …venghino,venghino,sciori. TRE PALLE UN SOLDO.

  33. frere dice:

    “soliti” e “usuali” (preconcetti) non sono sinonimi?

  34. mfp dice:

    Kiuz, fatti pure togliere tutto (stipendio, casa, macchinina per andare la domenica allo stadio) ma, TI PREGO, non ti disperare. Il fatto che il mondo ai tempi di Trilussa funzionasse come ai nostri tempi… ed e’ come funzionava anche centinaia di anni fa… e’ di per se prova sufficiente al sostenere che non c’e’, mai, nessun motivo di disperarsi.

    Purtroppo oggi il Problema Culturale impazza… e a nulla son serviti i migliaia di tecnici che hanno cercato (PER 20 ANNI) di avvertire del treno ad alta velocita’ che stava arrivando… digital divide questo sconosciuto. Qui siamo, e fino a prova contraria non esistono alieni, dio, puffi e supereroi vari, a tirarcene fuori. Disperarsi e’ l’uuuuultima cosa da fare. Mo’, visto che in questo thread parliamo di chi in teoria dovrebbe curare attivamente i bambini – o mio dio: salviamo i bambini! – possiamo pure mettere da parte per un attimo le questioni politiche (su cui c’e’ la vera priorita’; perche’ se sei dentro ad un sistema che prima concentra e poi redistribuisce… e CHI concentra ti fa saltare sistematicamente qualunque cosa tu faccia per semplice ottusita’… non vai da nessuna parte senza affrontare questo: la minestra dei pediatri, come per chiunque altro faccia un lavoro immateriale, arriva da terzi… possono essere le banche, lo stato, i pazienti… ma arriva sempre da terzi, il medico non produce lana, pane, latte, etc). Ma OCCORRE cambiare tutta la politica, affinche’ nulla cambi.

    E per i pediatri c’e’ poco da fare… sono medici… se sono fedeli al proprio giuramento fanno gia’ bene; finche’ non si lanciano in voli pindarici su come gli adolescenti usano Internet. Loro non sanno neanche cos’e’… non l’hanno mai usata… costruita… niente di niente… e magari pure derisa… e oggi si aspettano di poter dire qualcosa in tal senso? Ancora non hanno metabolizzato quello che Pasolini cercava di dire a Biagi sulla TV… non e’ possibile spiegargli cos’e’ un sistema di comunicazione inter processo a messaggi senza condivisione di memoria… ne’ lo vogliono usare perche’ li fa sentire piccoli e stupidi (segretaria scolastica locale: “aoh, quando c’erano le circolari, le leggi, i faldoni, sapevo sempre dove andare a mettere le mani ed ero un punto di riferimento per i colleghi che avevano bisogno di sapere dove andare a cercare l’informazione di cui necessitavano… da quando sono arrivati ‘sti computer mi sento deficiente”). Quindi non c’e’ verso ne’ di spiegargli che gli schermi non sono tutti uguali (l’IPC in assenza di condivisione di memoria… esempio piu’ importante il TCP… implica la bidirezionalita’ e la reciproca comprensione costante, cosa che in TV e’ impossibile perche’ e’ monodirezionale e broadcast; questo e’ cio’ che Pasolini – incalzato da Biagi che da bravo padrone di casa si faceva rodere il culo quando PP diceva “anche qui a casa tua non sono libero di dire quello che vorrei dire” – non riusci’ a dire); ne’ di lasciargli il tempo necessario ad imparare da se, empiricamente, la differenza tra TV e Internet. Cosa per altro banale… si tratta “solo” di cambiare qualche abitudine per costringersi a rimanere davanti allo schermo, e tenere accesi i neuroni, anche e soprattutto quando qualcosa non funziona come si desidera… e’ come imparare ad andare in bicicletta; devi continuare anche se cadi e ti sbucci il ginocchio… poi il resto viene da se. Capire senza imparare. Come fa qualunque uomo che non si sia dimenticato di aver avuto un nome molto prima di essersi guadagnato un titolo. Questi tizi invece, dopo essersi fatti seghe e seghe… pretendono di continuare ad andare con le rotelle fino a 73 anni… mentre io gli pago la pensione. Ahahahahah, illusi…

    Stai sereno. Che non sei solo.

  35. Enrico dice:

    Quanta inutile arroganza in queste parole.