Alessandro Gilioli intervista il senatore D’Alia.

20 commenti a “Comprendere lo scenario”

  1. Daniele Minotti dice:

    Un’ooservazione specifica.
    D’Alia prima parla di provider, poi di gestori di siti cui viene notificata una diffida a cancellare – peccato che l’emendamento non abbia come destinatari questi gestori, ma, appunto, i provider di connettivita’ (bene Gilioli).
    Dice anche che il Ministero diffida il gestore – completamente falso, almeno per chi sa leggere (Gilioli si fa scappare la cosa).
    Poi, c’e’ molto pressapochismo, da parte di D’Alia e anche di Gilioli.

  2. Francesco C. dice:

    @Minotti:

    per favore, potresti essere più esplicito riguardo al “pressapochismo” di Gilioli? (Non ho letto l’emendamento.)

  3. antonello dice:

    ma io non capisco una cosa… come mai non parlano mai di tutti quei gruppi su facebook che inneggiano al fascismo? ma non c’era gia’ un bel reato?

  4. Ed dice:

    Sta arrivando l’ambulanza. D’Alia non è al corrente dei gruppi fascisti su FB. Se si iscrive me lo faccio amico!

  5. Daniele Minotti dice:

    @Francesco :.
    Per esempio, come accenna Antonello certi reati c’erano già e aggiungo che erano perfettamente applicabili alla Rete.
    Questo lo dicono proprio in pochi perché fa più scalpore parlare di nuove censure. MA il problema è alla base, in reato come quelli di apologia.

  6. .mau. dice:

    @Daniele: dal mio punto di vista, il problema con il senatore D’Alia è nel modo in cui vuole che il reato non si compia. Che il reato fosse già previsto o no nel nostro ordinamento è abbastanza irrilevante.

  7. stark dice:

    Daniele: ho l’impressione che il pressappochismo di Gilioli sia dovuto al fatto di trovarsi di fronte una persona che non sa assolutamente di cosa sta parlando. Certo avrebbe potuto incalzarlo più pesantemente, ma immagino che al telefono sia difficile e poco produttivo.

    Comunque siamo al delirio.

  8. Alessandro dice:

    @ Daniele Minotti
    Ignoro se D’Alia abbia presente la differenza tra “fornitori di connettività alla rete” e gestori dei siti, ma mi sembra che – almeno nella sua interpretazione al suo medesimo emendamento – egli intenda inviare la diffida a togliere i materiali “censurabili” (ad .es. i gruppi di Fb filomafiosi) ai gestori, per poi ordinare al provider – in caso di non ottemperanza del gestore – di chiudere il sito. E’ vero che di questa diffida al gestore a togliere i materiali incriminati nel decreto non si parla, ma D’Alia sì, quindi sarebbe probabilmente prevista nelle cosiddette norme attuative che il governo può fare dopo la legge interpretando la volontà del legislatore. Non so se è chiaro.

    Ad ogni modo, Daniele, non mi sembra fondamentale questa tecnicalità: mi sembra fondamentale lo spirito e l’intento della legge: basta che un magistrato apra un fascicolo (cosa che è OBBLIGATO a fare in Italia in presenza di una qualsiasi denuncia di un qualsiasi cittadino, di un qualsiasi Moige etc) che – senza alcuna decisione della magistratura in merito – il ministero può chiudere per decreto un sito a suo piacimento, se questo non obbedisce agli ordini del ministero stesso in materia di policy di pubblicazione. Fino al paradosso assoluto: se un tizio mi scrive “ti ammazzerei” nei commenti al mio blog, e io non censuro questo commentatore (perchè ad esempio la policy in materia di commenti è tollerante), il ministero può chiudere il mio stesso blog…
    Ciao a tutti.
    ag

  9. Pier Luigi Tolardo dice:

    Il Sen. Villari è molto più preparato.

  10. Pier Luigi Tolardo dice:

    E anche i Sen.Andreotti, Scalfaro e Ciampi sono più preaparati di D’Alia, non c’è scampo, più rinnoviamo e più peggioriamo, è una maledizione!

  11. Angeljoke » Blog Archive » Il Parlamento vuole chiudere Facebook. dice:

    […] Mantellini, dove si può seguire il dibattito anche tecnico […]

  12. Daniele Minotti dice:

    @.mau. 9.13
    Certo, lo scopo e’ *preventivo*. Io mi riferivo a chi grida alla censura. Secondo me non e cosi’ o, meglio, la censura sta nella norma di legge che prevede un certo reato, non nei mezzi inibitori successivi.
    @stark
    Si’, forse il motivo e’ quello.
    @Alessandro
    Ti diro’ che la diffida si manda da sempre, non c’e’ bisogno che ce lo dica D’Alia ;-) E ti confesso anche che, il piu’ delle volte, basta e avanza. Non c’e’ bisogno di fare tanto baccano, processi, processini, ecc. Al limite, basta fissare la prova dell’illecito, ma spesso tutto si risolve bonariamente.
    Io, pero’, la diffida non la vedo in quello che ha scritto D’Alia. Se se l’e’ pensata senza dircelo, e’ un altro paio di maniche. Ma la legge non contempla la lettura nel pensiero ;-)
    Aggiungo anche che, sempre a leggere l’emendamento, il Ministro non ha il potere di disporre i filtri senza la comunicazione della magistratura. Che e’ anche giusto cosi’, secondo me.

  13. Alessandro dice:

    Daniele, non è che l’ha pensata senza dircelo, l’ha detta chiraramente nell’intervista. L’idea che il senatore ha esplicitato è semplice: un cittadino denuncia un sito, la magistratura apre un fascicolo, a quel punto il ministero (attraverso la polizia postale) diffida il gestore e se il gestore “non ottempera” (cioè non toglie le pari incriminate) il ministero ordina al provider di oscurare il sito nella sua interezza (non solo le parti incriminate). Come vedi, si tratterebbe di una procedura del tutto inusitata – e non ci sarebbe nessun processo o processino, solo un decreto del ministero in presenza dell’apertura di un fascicolo da parte di un magistrato. Amen.

  14. Daniele Minotti dice:

    @Alessandro
    Intendo, l’ha pensata senza dircelo nell’emendamento (non e’ che le parole della sua intervista diventano legge, eh…).
    Questo lo schema ipotetico:
    – qualcuno denuncia il fatto;
    – (opzionale) la stessa persona, invia una diffida per la rimozione (ma qui non parliamo di contenuti, ad esempio, diffamatori o in violazione del diritto d’autore, dunque sarebbe poco ipotizzabile);
    – (opzionale) la magistratura ravvisa un reato di istigazione o apologia;
    – comunica la cosa al Ministero;
    – il Ministero, eventualmente (“può”) ordina i filtri.
    La diffida (al limite della Postale) non è prevista da nessuna parte, anzi ti dirò che ad essa non sempre si procede, spesso nel caso di siti all’estero. Comunque, la diffida (fase A) non è certo obbligatoria per passare alla fase B (filtro).

  15. Talde dice:

    Ricordatevi che in Italia anche la bestemmia è reato.
    Quanti siti dovrebbero oscurare?
    Art. 724 codice penale.

  16. Daniele Minotti dice:

    Senza voler sembrare un pedante leguleio, la bestemmia e’ stata depenalizzata per effetto del d.lgs. 507/99
    http://www.parlamento.it/leggi/deleghe/99507dl.htm

  17. Near a tree » Blog Archive » Non perdonarli, perché sanno quello che fanno dice:

    […] tutti, partendo dallo stesso Gilioli e dai commentatori di Mantellini, hanno reagito dicendo che “poveri noi, in che mani siamo”, e “D’Alia non […]

  18. vb dice:

    Non ho capito cosa ne pensa Massimo.
    Secondo me D’Alia sa perfettamente quello che fa ed è esattamente ciò che vuole fare.
    La rete è l’unica minaccia al loro potere e questa legge (ultima di una progressiva e non casuale espansione della censura governativa su Internet), anche se non dovesse mai essere applicata, sarà l’arma di ricatto per costringere Youtube e Facebook a togliere ciò che loro non vogliono far vedere.
    Mentre noi ridacchiamo e ci sentiamo superiori, loro ne approfittano per mettercela nel posteriore.
    Occhio…

  19. Daniele Minotti dice:

    Opterei per un mix prepotenza e ignoranza.

  20. Piero dice:

    Ho scritto al senatore una email sottolineando i rischi connessi al lavoro dei cittadini per i quali Internet è uno strumento indispensabile. Per cui, poter accedere a risorse online lecite è una questione di vitale importanza. Se invece l’accesso alle risorse online viene impedito attraverso vari filtri, si compromette l’attività lavorativa di molti cittadini.