Alessandro Gilioli ha scritto un bel post su Facebook e la sintesi di Luca de Biase è che Facebook serva a mandare tutto “in vacca”. Il “grande banalizzatore” lo definisce Alessandro. Io sono per la verità pochissimo d’accordo. Mi pare la solita questione della distanza dalla quale si osservano i fenomeni. Internet è sempre stata (anche) un gigantesco serbatoio di cazzate. Prima di lei il pianeta intero è (anche) un gigantesco serbatoio di cazzate, cattiverie, stupidità e tutto il resto, il luogo nel quale tutto si mescola. Osservandolo da abbastanza vicino potremo scoprirne i peggiori abissi. Ovviamente si tratta di applicare un filtro a tutto questo, separando il grano dal loglio, avendo al contempo ben presente che grano e loglio sono entità assai variabili a varie latitudini e longitudini. Quindi non è Facebook che manda tutto in vacca, nemmeno Internet manda tutto in vacca: il fatto è che la vacca è fra di noi, e ci insegue, e noi magari cerchiamo di evitarla, ed Internet (Facebook onestamente non so) è un ottimo luogo per farlo. Quello di separare il grano dal loglio è un lavoro difficile, un lavoro primariamente informativo e divulgativo di cui ci si dovrebbe far carico (dalla rappresentazione di ciò che accade su Facebook sui giornali parte infatti il post di Gilioli) per esempio evitando di raccontare la vacca come se fosse l’intero che non è. E di questo malgoverno della notizia ovviamente è piuttosto semplice trovare il responsabile.

20 commenti a “Leggere la vacca”

  1. vincos dice:

    Perfettamente d’accordo con te, ne ho scritto ieri sul blog http://www.vincos.it/2008/12/31/facebook-riflessioni-di-fine-anno/

    Buon inizio !

  2. Fabrizio dice:

    Chapeau.

  3. Simone dice:

    La vacca è tra di noi, quale pensiero migliore per iniziare l’anno nuovo? :-).

  4. nick the old dice:

    ora si tratta solo di mungerla.

  5. ArgiaSbolenfi dice:

    Io invece trovo gli spunti originali assai appropriati, mante è vero che la vacca è tra di noi ma il punto era l’inadeguatezza di facebook per gestire dei rapporti costruttivi e seri e mi pare che tu abbia sostanzialmente cambiato argomento

  6. nicola dice:

    Sottoscrivo ogni bit di questo post.
    ciao
    nicola.

  7. Alessandro Longo » Su Facebook e la vacca dice:

    […] di Gilioli, la cui tesi è che Facebook manda tutto in vacca. Se ne parla su Granieri, De Biase, Mantellini. Ma il tema è stato toccato prima anche da Vittorio […]

  8. Leonaltro dice:

    “la vacca è tra noi e ci insegue”
    applausi!

    A me capita sempre più spesso di sentirmi chiedere a che serve facebook. Ne ho tratto un post, che ora giro a tutti quelli che me lo chiedono.
    http://ildiperdente.blogspot.com/2008/12/che-serve-facebook.html
    (non che qui me l’abbia chiesto nessuno ;-)-

    “Che poi forse è la domanda ad essere sbagliata in partenza. Facebook è un mezzo di comunicazione. Okay chiedere come si usa. Ma chiedere a che serve suona strano. A che serve telefonare? Mandarsi le mail? A che servono gli sms? A che serve parlare?”

  9. uovofritto dice:

    Scusate, ma lavorandoci quotidianamente io so benissimo a cosa serve una e-mail e a cosa serve internet.
    Allo stesso modo, penso che dovremmo tornare alla domanda: cosa serve Facebook? A far incontrare gli ex-compagni di scuola. A scoprire che cosa fa quel tizio che non vediamo più da 20 anni. Bene, dico io. Infatti spesso mi sono chiesto che fine abbia fatto quella tipa carina…salvo che poi su Facebook non c’è, ha di meglio da fare (ma questo è un altro problema). Orbene, una volta che gli ex-compagni di scuola si sono ricompattati, non potrebbero togliersi dalle palle e andare a farsi una bella cena assieme? Invece su Facebook si trovano amenità del tipo: “Pippo è andato a pranzo”, “Mimma ha finito di studiare e va in piazzetta”. Insomma, chi se ne frega, no? Per questo ci sono gli sms.
    Intanto chi cerca “rapporti costruttivi e seri” (ancorché virtuali) passa ad altro. A un vero blog, a una franca conversazione davanti a una birra (un prosecco, un chianti) ecc.

  10. Alessandro dice:

    Ciao e buon tutto. Penso che Massimo abbia ovviamente ragione quando dice (se ho ben inteso) che le banalità e le cazzate antecedono Facebook, e se queste in Facebook tracimano il problema non è circoscrivibile al social network in questione.

    E però, però… mi pare che Facebook – oltre che luogo in cui ritrovare gli ex compagni di liceo – sia anche terra di socializzazioni assai distratte, diluite, inflazionate e light, che si incarnano in “cause”, “petizioni” e “battaglie” altrettanto light e facete, se non goliardiche, in questo riproducendo (almeno per ora) non la Rete nel suo complesso ma solo una sua particolare sfaccettatura (talvolta divertente, peraltro).

    Così come a una simpatica e disimpegnata rimpatriata di ex amici e conoscenti, vedo che a Facebook si tende ad avvicinarsi con un approccio abbastanza allegrotto e superficiale, e con medesimo stato d’animo si racconta il proprio “status”, si commenta quello altrui, si coltivano blandamente relazioni, ci si spende in “cause” o “appelli” di cui ci si scorderà un secondo dopo aver chiuso la pagina. (Qualcosa di simile penso dei vari siti di petizioni on line, dove 32 persone chiedono che i tram siano ridipinti di giallo e altre 7 si battono per l’Oscar a Heath Ledger. Questi siti non sono uno specchio di tutta la Rete – dove accadono e si sviluppano processi ben più densi ed efficaci, Obama docet – ma una delle sue tante sfaccettature, forse perfino un po’ parodistica in termini di “democrazia on line” e di politica on line).

    Ciò detto, spero sia chiaro che non sono “contro” Facebook (che uso e con cui mi diverto) ma semplicemente non lo considero (ora, almeno: poi si vedrà) un mezzo di valorizzazione di battaglie politiche o civili. Di qui anche la speranza a cui ho accennato che media (mainstream o meno che siano) non enfatizzino la rilevanza di “gruppi” e “cause” che il più delle volte sono sbattuti lì per divertirsi, stupire, scandalizzare, fare i bastian contrari, far casino e così via (il mio post partiva dalla vicenda dei fan di Riina).

    Baci.

  11. Feisbuc « La Casa Dei Giochi dice:

    […] Facebook e il suo “mandare tutto in vacca” obietta però Mantellini che sostanzialmente è il mondo a girare così, e il discernere le cose importanti delle cazzate è […]

  12. davide dice:

    Boh la mia posizione sarà forse criticabile: se la gente (me compreso) vuole usare FB, chissenefrega! Ma perché si deve cercare sempre l’utilità, la ragione, il perché, anlisi su analisi…? FB esiste e milioni di persone lo usano, punto. A me pare che ci sia un po’ la smania di fare le pulci a tutto. Lo so che si fa solo per parlare, ma ce n’è così tanto bisogno? Le cose diventano importanti solo quando se ne parla a dismisura. Adesso è un “fenomeno”, tra un po’ sarà un ricordo, perché magari sarà arrivato un FriendsBible (me lo sono inventato io, eh :-) ) che farà le scarpe a Facebook. E poi un altro ancora, e così via. Oh Mante, amici come prima, eh!

  13. Marco dice:

    Direi che il tormentone “analisi sociologica del fenomeno facebook” abbia abbondantemente rotto le palle.

  14. Alessandro Lanni dice:

    Caro Massimo, devo confessare che le cose che ha scritto Gilioli qualche giorno fa le avevo (e continuo a pensarle) anche io. Ancora non riesco a vedere Facebook come un qualcosa che può cambiare in meglio le mie relazioni con le persone. Soprattutto, se tutti “gli amici” sono sullo stesso piano, se tutte le comunicazioni sono sullo stesso piano, si perde proprio il senso di relazioni e comunicazioni, ossia dire qualcosa a qualcuno.
    Al fondo, mi sembra ci sia il modo in cui “il medium è il messaggio” è inteso. Tra quelli che dicono “eh, dipende dal programma che danno” e quelli che dicono “eh, comunque rincretinisce i bambini”. In effetti, Facebook è un medium nuovo ancora, in parte, da scoprire, che sicuramente avrà dei pregi indiscutibili come il farti ritrovare i compagni delle medie. E sicuramente ci la vacca è tra di noi e non in Rete. Dire che quel mezzo ha dei limiti, non mi pare sia criminalizzarlo, non mi pare giusto dire di tutto che dipende da come lo si usa. Perché non è così.
    Buon anno!

    PS doh, vedo che l’Alessandro qua sopra ribadisce il concetto. Io sono d’accordo ma siccome avevo scritto scollegato, posto lo stesso.

  15. gibilix dice:

    Premesso che parto dalla piena condivisione del post di Massimo, ammetto che leggere il chiarimento nel commento di Alessandro Gilioli mi ha punzecchiato un po’. Mi ha richiamato alla mente piccoli episodi di delusione provata nel vedere persone che stimavo aderire a cause improponibili (ho sempre sperato in un click partito per sbaglio) e imbarazzi nel ricevere certi inviti da altre.

    Forse si, un elemento particolare Facebook ce l’ha: con un semplice click posso informare molte persone su come la penso su qualcosa. E’ diverso da scrivere un post ragionato su un argomento, è più immediato, istantaneo, puoi sempre dire che è stato un click per sbaglio o che non avevi capito fino in fondo il messaggio. O forse il tuo subconsio può giocarti dei brutti scherzi, rivelando ai tuoi amici qualcosa che consciamente non faresti con tanta leggerezza. E’ un click. E’ comandabile dal solo lato destro del cervello, senza coinvolgere il sinistro.

    Resto convinto che Facebook non abbia la grande colpa di mandare tutto in vacca, ma che in vacca ci siamo come società e Facebook ne è lo specchio. Ma forse è uno specchio particolare che amplifica certi vizi.

  16. ciwati dice:

    http://civat

    Facebook, l’amore, le vacche Facebook come grande banalizzatore? Un’opinione di Massimo Mantellini che mi sento di condividere (scrive anche correttamente loglio, sono soddisfazioni). Certo, la notte è profonda, e le vacche tendono ad assomigliarsi,…

  17. spider dice:

    Secondo me il punto dell’articolo di Giglioli è che in questo periodo è difficile riempire le pagine dei giornali.
    A giudicare dalla quantità di reazione al suo post, direi che è difficile pure riempire i blog. Non che sia obbligatorio, eh ;-)

  18. alessandro dice:

    orbene quindi siamo all’analisi sociologica dell’analisi sociologica di facebook?

  19. enzodifrenna dice:

    Ottima analisi. Sono d’accordo… Aggiungerei che il “troppo” ha fatto sempre male, centinaia di anni fa come oggi. Quindi troppo acebook (ma che vorrà mai dire “1.857 amici”?), troppo web, ecc, può mandare in vacca in un altro modo.

  20. massimo micucci dice:

    Sono d’accordo con Mantellini …Io penso che facebook stia producendo e abilitando nuovi comportamenti sociali.Non è certo, l’unico social media, ma il più diffusivo “di” social media. Con tempi e modalità che sappiamo oggi e non immaginavamo prima. E’ un atteggiamento sociale basato sulle interazioni, su relazioni conversative, sulla cross medialità (tutti rinviano a ad altri media on line e non, mainstream e non)
    In questo senso mi sembra un palestra sociale e anche cross generazionale in cui la rete aiuta non solo a “cercare, Cercarsi” ma a “domandarsi” insieme agli altri e a interrogarsi sul sè.
    Ci son tante cazzate , nè più nè meno quanto nel resto del mondo. Sottolinearlo troppo finisce per far sembrare gli esegeti della mia età 50 circa dei professori impancati dell’uso corretto di internet. Gli unico interpreti autorizzati sono gli users