La sotterranea crociata di Michele Serra contro Internet non è cosa recente. Per quello che ricordo si tratta in genere di una critica di pelle, da sempre poco o nulla argomentata. Del resto nessuno lo pretende da un bravo opinionista del piccolo spazio. Le Amache di Serra (a me piacciono!) sono esercizi di stile in poche centinaia di caratteri: dentro una gabbia del genere conta il colpo secco e non ci si può perdere in eccessivi distinguo. Io non mi scandalizzo che qualcuno possa pensare di Internet tutto il male possibile, preferirei ovviamente una critica in qualche modo argomentata (e mi rendo conto, non è semplice) ma in certi casi mi sta bene anche il motto di spirito o la battuta secca. Però oggi Serra accennando una rapida implacabile critica a Twitter ha fatto peggio del solito. Ricopio:
“L’altra sera guardavo un programma tivù in compagnia di un amico molto più giovane di me, e molto interconnesso. Quasi ogni minuto, dunque quasi in diretta, lui leggeva (e mi leggeva) la gragnola di commenti su Twitter. Più ancora della violenza verbale e della sommarietà dei giudizi (si sa, lo spazio è quello che è), mi ha colpito la loro assoluta drasticità: il conduttore era per alcuniun genio, per altri un coglione totale, e tra i due “insiemi”, quello pro e quello contro, non esisteva un territorio intermedio. Era come se il mezzo (che mai come in questo caso è davvero il messaggio) generasse un linguaggio totalmente binario, o X o Y, o tesi o antitesi. Nessuna sintesi possibile, nessuna sfumatura, zero possibilità che dal cozzo dei “mi piace” e “non mi piace” scaturisse una variante dialettica, qualcosa che sposta il discorso in avanti, schiodandolo dal puerile scontro tra slogan eccitati e frasette monche. Poiché non è data cultura senza dialettica, né ragione senza fatica di capire, la speranza e che quel medium sia, specie per i ragazzi, solo un passatempo ludico come era per le generazioni precedenti il telefono senza fili. E che sia altrove, lontano da quel cicaleccio impotente che si impara a leggere e a scrivere. Dovessi twittare il concetto, direi: Twitter mi fa schifo. Fortuna che non twitto…
Serra è drastico esattamente come i followers su Twitter del suo giovane amico ma lo è in una maniera più fastidiosa: perché scrivere di cose che non si conoscono in maniera tanto assertiva è un piccolo peccato di superbia buono per chi tiene un blog, meno per chi aggiorna una rubrica molto letta e molto bella di uno dei più venduti quotidiani italiani. Oltre le opinioni, che sono lecite, barbose, spericolate, geniali o come pare a Serra, continua ad esistere, anche per l’opinionista estremo delle dieci righe giornaliere, un patto di solidarietà che dovrebbe unirlo ai suoi lettori che è quello dei criteri minimi di comprensione delle cose di cui si discute. Se questo viene a mancare e si pontifica su tutto senza prendersi la briga di informarsi, anche solo superficialmente, quello non è più un esercizio di opinione ma diventa, irrimediabilmente, pigro e cattivo giornalismo.
update: poi oggi chiamato al telefono da Repubblica Serra ha provato a metterci una pezza facendone una questione generazionale.
riupdate su Repubblica di oggi Serra torna ad occuparsi del caso in un editoriale in prima pagina. La sostanza dell’intervento, una volta sollevata la cortina fumogena della discussione virata verso la solita inutile diatriba fra il mezzo e il messaggio, mi parrebbe essere “le parole sono importanti”. Sono d’accordo: Serra ovviamente si riferisce a Twitter (con una impressionante analogia con i giudizi che sulla stampa venivano attribuiti ai blog dieci anni fa), io le riferirei invece alle Amache tecnologiche di Serra stesso.
Marzo 16th, 2012 at 21:06
Scritto proprio da uno che i peccati di superbia se li autocondona molto spesso…
Ah, cercare la pagliuzza negli occhi degli altri!
Marzo 16th, 2012 at 21:48
Mah son capaci tutti a dire, a giustificazione a posteriori, son anzyano capitemi…
Marzo 17th, 2012 at 07:43
a me invece fa schifo serra ma trovo che abbia ragione su twitter
Marzo 17th, 2012 at 11:35
Comunque è impressionante la reazione che ha scatenato, neanche avesse bestemmiato in chiesa.
Marzo 17th, 2012 at 11:57
@Giancarlo
dire che i twitteri sono fessi e senza dialettica mi pare abbastanza offensivo..
Marzo 17th, 2012 at 12:02
Dai, che aspettiamo, tutti sull’Aventino!
Marzo 17th, 2012 at 12:19
Imprecisione per imprecisione l’amaca di Serra è in media di 900 caratteri circa 6,42 volte i 140 caratteri di T. e quindi il discordo è diverso. Mi sembra che per qualcuno Internet sia come la mamma (sua) non se ne può parlare male….
Marzo 17th, 2012 at 12:58
conosco molta gente, soprattutto giovani, che nel mondo fisico usano un linguaggio totalmente binario, o X o Y, o tesi o antitesi. Nessuna sintesi possibile, nessuna sfumatura.
Marzo 17th, 2012 at 13:31
Forse perchè Twitter lo usano principalmente gli anziani del web che vogliono fare i giovani: sfogano un manicheismo da teenager ma hanno la coda di paglia e l’istinto corporativo della loro età.
Marzo 17th, 2012 at 13:36
[…] la scorsa settimana si è lamentato di twitter, definendolo la versione stupida di facebook. Michele Serra giusto ieri ha detto che non gli piace, motivando la sua spiegazione. Ha poi aggiunto: “se usassi […]
Marzo 17th, 2012 at 13:50
Non ha detto che sono dei fessi, ha detto che su twitter c’è poca dialettica e lo ha fatto con un esempio piuttosto significativo.
Quindi o entrate nel merito di queste critiche (troppo comodo replicare con Serra è vecchio / non sa usarlo…) oppure gli date implicitamente ragione..
Marzo 17th, 2012 at 14:00
Mamma mia, che tristezza, vedere l’ammassamento di menti che dovrebbero essere giovani e sveglie, e invece si incastrarano da sole nel giochetto “sei vecchio, nun poi capi’”.
Almeno Mantellini riporta, a differenza di Scanzi (ci ha costruito un articolo di 10x parole riportando 0.1x del contenuto) , la rubrica integrale, senza pero’ cogliere il punto. Twitter non e’ degli opinionisti,o dei giornalisti; twitter e’ di chiunque ne voglia far uso, e Serra riporta a cosa conduce questo uso: l’appiattimento totale verso posizioni estreme, e anche qui fate finta che una persona sola e una statistica molto piu’ ampia siano equivalenti e quindi uno stupore per la mancanza di sfumature sia una richiesta ipocrita di terzismo cerchiobottista.
Marzo 17th, 2012 at 14:12
@gregor io uso twitter (pochino) , ma non mi sono sentito offeso, manco per niente. Un consiglio: di solito se qualcuno tocca un nervo scoperto, cerca di non offenderti, ma prova a ragionare e cerca di capire se ha qualche ragione o solo torto, se no finisce che sei l’esempio perfetto che dimostra che in fondo Serra non aveva tutti i torti.
Marzo 17th, 2012 at 21:20
[…] la scorsa settimana si è lamentato di twitter, definendolo la versione stupida di facebook. Michele Serra giusto ieri ha detto che non gli piace, motivando la sua spiegazione. Ha poi aggiunto: “se […]
Marzo 18th, 2012 at 09:29
[…] E guardo Twitter da un oblò (sporco) Michele Serra, come tutti, può anche dire cazzate megagalattiche. E poi tenta di dare la colpa alla nipote di McLuhan ::: manteblog […]
Marzo 18th, 2012 at 18:16
mi sembra evidente che serra ha stra-ragione. io non capisco perché uno non possa dire che passare il tempo a twittare davanti a un programma tv è una cosa un po’ da idioti senza che partano la solite ridicole accuse di essere un crociato anti-internet. continuate pure a twittare a manetta durante ballarò, ma non vi meravigliate se vi si considera dei bischeri.
Marzo 18th, 2012 at 20:37
“Serra è drastico esattamente come i followers su Twitter ”
Assolutamente no: il fastidio di Serra verso Twitter è argomentato per tutte le righe dell’amaca, tranne le ultime due.
Si può essere d’accordo o meno, ma di certo le sue ragioni le spiega, e come al solito efficacemente.
Poi, alla fine dice: se il concetto che ho espresso fin qui l’avessi dovuto scrivere su Twitter, mi sarebbe bastato dire che “Twitter fa schifo”, proprio per le ragioni spiegate in precedenza.
E’ anche una battuta, e molto ben fatta.
Marzo 18th, 2012 at 20:38
Questo sembra uno di quegli articoli fatti apposta per Mantellini:
http://27esimaora.corriere.it/?s=commenti&submit.x=0&submit.y=0
Marzo 19th, 2012 at 10:38
secondo me è il solito gigantesco equivoco in cui si è perso il senso delle proporzioni.Ricordo con precisione una lode smisurata di michele serra alla magnificenza di certi sms rapidi,molteplici,leggeri,esatti,visibili(calviniani,forse)
http://www.youtube.com/watch?v=G6C4tFs1LZQ
Marzo 19th, 2012 at 11:49
penso che Serra abbia tutto il tempo (e il diritto) per cambiare idea. Se vuole.
Leggetevi cosa scriveva il Direttore qualche anno fa su twitter (che negli Usa era già un fenomeno di rilevanza sociale). Se persino Lui nel 2009 scriveva sull’Huffington Post “Twitter is so 2007”. La conclusione del pezzo è illuminante sulla sua preveggenza socio-tecnologica.
http://www.huffingtonpost.com/luca-sofri/twitter-is-so-2007_b_175727.html