Wu Ming 1 ha pubblicato un pezzo molto lungo dal titolo abbastanza esplicativo:
“Feticismo della merce digitale e sfruttamento nascosto: i casi Apple ed Amazon”.
Pur avendo io nozioni modestissime su marxismo e fordismo mi sento di consigliarvene la lettura. Su di me per esempio ha scatenato alcuni piccoli utili sensi di colpa.
Ci sono multinazionali che tutti i giorni (in rete) espropriano ricchezza sociale e (dietro le quinte) vessano maestranze ai quattro angoli del mondo, eppure sono considerate… “meno multinazionali” delle altre.
Finché non ci si renderà conto che Apple è come la Monsanto, che Google è come la Novartis, che fare l’apologia di una corporation è la pratica narrativa più tossica che esista, si tratti di Google, FIAT, Facebook, Disney o Nestlé… Finché non ci si renderà conto di questo, nella rete ci staremo come pesci.
Notevole anche il video di ItaliaMac girato all’inaugurazione dell’Apple Store di Bologna. Una cosa a metà fra un evento Tucker e il Millionaire Network.
Settembre 26th, 2011 at 21:23
Stessero tutti in fila davanti a montecitorio avremmo già risolto. Sad but true
Settembre 26th, 2011 at 21:24
ma come? Io pensavo che gli i-qualcosa li costruissero dei biondi californiani alla sera sulla spiaggia, davanti al falò, dopo una bella giornata di surf. Felici e empatici con tutti i fan boys sparsi nel mondo. Per questo ero disposto a pagarli il doppio. Una happy-company.
Settembre 26th, 2011 at 21:30
Dai Massimo, un rigo sotto e il tuo senso di copla è subito cancellato :)
[N.B. A scanso di equivoci: io possiedo un Mac e ci lavoro bene. Ho anche un iPod, uno smartphone con Android e un Kindle. Chi fa il mio lavoro deve conoscere le modalità di fruizione della cultura e di utilizzo della rete. Ma cerco di non essere feticista, di non rimuovere lo sfruttamento che sta a monte di questi prodotti. E’ uno sforzo improbo, ma bisogna compierlo.]
Settembre 26th, 2011 at 21:31
grazie, Mantellini.
http://www.phonestory.org/
Settembre 26th, 2011 at 21:35
Okay, morte ai padroni e anche ai padroncini già che ci siamo. Ci facciamo bastare delle beige box tutte a 800Mhz che fa molto unione sovietica, e tutti zitti. E’ bello piallare le contraddizioni in questo modo, ma sinceramente non mi serviva questo pezzo di uno degli anonimi per sapere in che condizioni vengono realizzati tutti i prodotti su cui ogni giorno basiamo le nostre velleità di liberazione del mondo tramite la rete. Non dobbiamo avere solo un po’ di senso di colpa dobbiamo averne tanto. Fatelo capire però a “quelli che Google è open e non evil” però, che al momento credo ne abbiano francamente molto più bisogno. Quella è una vera narrativa di marketing tossica.
Settembre 26th, 2011 at 21:37
Anche a quelli qui sopra, ad esempio. Ché nell’Android Store iphone story ci può stare, quindi viva Google. Che poi Samsung, HTC e tutti gli altri Android partner siano clienti della stessa medesima Foxconn, chissenefrega.
Settembre 26th, 2011 at 21:40
Mah… Praticamente ogni azione della nostra vita (di occidentali) comporta un compromesso con un sistema di sfruttamento. Alcune aziende però innovano, altre no. Google e Monsanto non sono la stessa cosa.
Settembre 26th, 2011 at 21:51
Concordo con Emanuele.
Questo tipo di analisi sono ahimé molto spesso strumentali e forzosamente rivoluzioniste, senza accorgersi che sono avvinte in quelle contraddizioni che denunciano (e in altre che omettono) molto di più di quanto non sia un normale consumatore in una società consumistica e capitalistica come quella in cui viviamo.
Lungi da me suggerire una soluzione purista come alternativa. Io sono di quelli che ritiene che a sinistra si può avere una banca come una barca (se magari ci fosse anche la social democrazia sarebbe meglio) perché sennò si finisce come stallman, che a breve probabilmente pretenderà di costruirsi da solo anche il silicio del suo computer.
Settembre 26th, 2011 at 22:11
Philp Roth che scrive sotto DOS, sempre per gli equivoci.
Video:
http://www.cbsnews.com/stories/2010/10/03/sunday/main6923076.shtml
Settembre 26th, 2011 at 23:07
Pezzo davvero, molto interessante. Prima o poi devo studiare il marxismo seriamente.
Settembre 26th, 2011 at 23:35
Usando il loro stesso stile di ragionamento dico che Wu Ming 1 2 3 4 ecc… pubblicano con Einaudi, che è della Mondadori, cioè di Berlusconi…
Settembre 27th, 2011 at 01:23
@ stefano bonilli
Vabbé, ma che c’entra, lo fanno senza essere feticisti, e senza rimuovere lo sfruttamento correlato…
certo, tutto ciò gli costa un sforzo improbo
Settembre 27th, 2011 at 06:18
Consiglio il film corporation.. Il problema non è apple, ma tutte le società come apple. Non esiste una SPA al mondo che non pensi ai propri interessi, sfrutti e derubi..
Settembre 27th, 2011 at 06:47
http://www.youtube.com/watch?v=cdq8ddliVGo&list=UUgD5-j8wHUHGGXPN2tzhq7g&feature=plcp
Settembre 27th, 2011 at 09:02
@Gregor: allora la soluzione è semplice, basta abolire le s.p.a. (anche le s.r.l. e le s.a.p.a., già che ci siamo).
Settembre 27th, 2011 at 12:03
e se per un anno nessuno o molti smettessero di comprare qualsiasi cosa prodotta da aziende di merda? certo significherebbe non comprare nulla per un anno che non sia cibo debitamente selezionato e poco altro. e il punto e’ proprio questo, che non ce la faremmo. l’individualismo, ze amerikan drim, la stupidita’ di zombie moderni che fagocitano se’ stessi nella trappola mortale dell’io-sono ci condannano a vivere in un mondo dove un quarto della popolazione muore allegramente di cancro e inutilita’ ciucciandosi risorse a gogo, mentre il resto cerca disperatamente di stare a galla, il tutto per permetterci di usare cose che guardando bene fanno solo parte dell’infinita masturbazione dell’uomo moderno, cioe’ il peggior essere vivente dell’universo. le alternative ci sarebbero ma come ha detto un segaiolo piu’ sopra, fanno troppo unione sovietica. end ze sciu mas go on…
Settembre 27th, 2011 at 15:55
che sfigati..stare fuori ad un negozio ad applaudire per farsi vendere della roba..sfiga no limits.
la colpa è in ogni caso vostra, che alimentate quest’aurea di sacralità
Settembre 27th, 2011 at 17:02
google e apple innovano? e perché, monsanto non innova?
Settembre 27th, 2011 at 17:46
va be’ insomma bonilli questa cosa de “er piu’ pulito cia’ la rogna” e’ roba da berluscones, per favore…
Settembre 27th, 2011 at 18:49
I mercanti dello spazio di Pohl & Kornbluth ci aveva già mostrato il mondo gestito dalle corporation e influenzato troppo dalla pubblicità, con molto preavviso. Chissà cosa penserebbero oggi della loro fantascienza…
Settembre 28th, 2011 at 08:55
Se qualcuno qui realmente pensa che aziende come google non abbiano prodotto nessuna reale innovazione dovrebbe avere l’onesta intellettuale di spegnere il computer e andare a zappare l’orto.
Settembre 28th, 2011 at 11:36
@stefano bonilli: Wu Ming 93 94 95 96… e Mondadori:
http://www.wumingfoundation.com/italiano/outtakes/mondadori.html
Settembre 28th, 2011 at 14:33
Per quanto riguarda Wu Ming e la questione Mondadori, il post da leggere è questo:
http://www.wumingfoundation.com/giap/?p=1176
Settembre 28th, 2011 at 18:47
Le innovazioni della monsanto probabilmente le mangiamo tutti i giorni, anche a pc spento. Questa distinzione tra grandi aziende buone e cattive è stucchevole e infantile. Come il pensare di non esserne coinvolti. Consumiamo, in modo sobrio, ma risparmiamoci la morale. E’ solo, sempre, unicamente business
Settembre 29th, 2011 at 06:04
trovo certe distinzioni tra multinazionali ridicole e infantili. Ci siamo forse dimenticati che un annetto fa una pure una grossa catena di distribuzione che si riempie la bocca con il sociale e il solidarismo fu beccata controllare i dipendenti con telcamere cc pure quando andavano al cesso ?
Settembre 29th, 2011 at 20:43
Chissà cosa penserebbero oggi della loro fantascienz.
Settembre 30th, 2011 at 11:54
Notavo che i dipendenti sono in stragrande magiornaza uomini. Poliica aziendale o alle donne non interessano i mac o i computer in genere?