Ieri Andrea Buoso, che è un giornalista dell’Ansa, scriveva questo a proposito del fatto che le prime notizie comparse in rete sulla morte di Bin Laden provenissero da Twitter:





Andrea esagera, ma della sua piccola provocazione sarà bene ricordarci nelle prossime settimane, quando il racconto di questa supremazia di Twitter come strumento informativo nel giorno della morte del superterrorista verrà mille volte riaffermato ovunque. È accaduto spesso negli ultimi anni, dalle rivolte a Teheran al terremoto in Giappone, passando per i tumulti liberatori del nord Africa. La semplificazione sul predominio dei nuovi strumenti di comunicazione nel panorama informativo è per qualche ragione un tema che affascina ed al quale ci si iscrive volentieri. Spesso non corrisponde a verità, ma affascina. Specie – per una forma di strano autolesionismo – dentro le redazioni dei giornali.

Pierluca Santoro scrive – secondo me correttamente – che Twitter prima di essere un indispensabile presidio informativo è oggi – osservato da un punto di vista strettamente giornalistico – un formidabile amplificatore di rumore di fondo. La stragrande maggioranza delle informazioni via twitter della rivolta iraniana provenivano non dalle strade di Teheran ma da luoghi lontanissimi dagli avvenimenti, spesso dagli Stati Uniti. Il “si dice” ed il “sentito dire” sono la cifra informativa predominante di Twitter: la rapida riproposizione di frasi che si è appena letto e che nessuno ha potuto controllare è la regola aurea dei retwitt di tutti noi. Rapidità ed autentica partecipazione emozionale sono ben riconoscibili e creano grande sintonia, ma non sono sufficienti a costruire buona informazione. Nella realtà dei fatti sono quasi sempre un reale ostacolo al racconto delle emergenze.

Quanto alla componente emozionale è utile osservare cosa è accaduto ieri a margine della foto falsa del cadavere di Bin Laden, frutto di un banale lavoro grafico a partire da una delle sue immagini più note. Per molte ore (ed anche oggi in effetti) dopo che era stato chiaro che si trattava di un fake, quella foto è rimasta ben in evidenza sui siti web informativi. Invece che rappresentare il segno di un fallimento professionale, (Ho suggerito informazioni false ai miei lettori!) da rimediare al più presto con mille scuse, quella immagine spettacolare ha continuato a produrre pagine viste e falsa informazione, a testimonianza del fatto che il rumore di fondo è sempre più spesso un paradigma informativo rilevante anche sui media professionali. Su Twitter ciò dipende da un limite intrinseco della comunicazione di rete ed è spesso correlabile a sentimenti di partecipazione autentica, altrove è un semplice progetto economico di basso livello.


update: vedo solo ora un altro interessante post in tema di Mario Tedeschini Lalli.

7 commenti a “Ho visto Osama su Twitter”

  1. Accurimbono dice:

    Chissà quanto ci avrà guadagnato quello che ha fotoscioppato la foto di OBL e l’ha venduta ai giornalisti? :D

  2. niente dice:

    Hehehehe.
    Peraltro, la foto falsa era stata diffusa da media “ufficiali” pakistani, no?

    Una bella confusione…

  3. rogerdodger dice:

    Pierluca Santoro scrive – secondo me correttamente – che Twitter prima di essere un indispensabile presidio informativo è oggi – osservato da un punto di vista strettamente giornalistico – un formidabile amplificatore di rumore di fondo.

    In realtà lo scrive techcrunch, a cui Santoro correttamente linka.

  4. Pier Luca Santoro dice:

    @rogerdodger: Felice che venga apprezzata la corretteza da parte mia nella citazione delle fonti. In realtà il discorso viene da più lontano. Allo stato attuale, in ambito informativo/giornalistico, i social media sono mezzi di distribuzione sociale dei media di massa. Ne ho parlato qui: http://giornalaio.wordpress.com/2011/04/11/social-media-o-distribuzione-sociale-dei-mass-media/. Oggi qualche minima ulteriore supporting evidence.
    Ciao
    Pier Luca

  5. Supporting Evidence | Il Giornalaio dice:

    […] alla diffusione della notizia dell’uccisione di Bin Laden, i cui concetti sono stati ripresi ed articolati ulteriormente da Massimo Mantellini, ho trovato alcuni elementi, dei dati, che credo siano […]

  6. Franxz dice:

    Se fosse capitato ad Andrea Buoso invece avrebbe capito tutto al volo. Lui è dotato di poteri divinatori in quanto giornalista dell’Ansa.

  7. Andrea dice:

    @Franxz. Forse sì, o forse no, dipende dalla pigrizia e dalla bravura e dalla curiosità, ingredienti del buon giornalista. Anche se non solo di lui. Ma credo che siamo allenati (e pagati) soprattutto per questo. Non a fare considerazioni sul rumore fastidioso di un elicottero. Detto questo, massimo rispetto e interesse per ogni fonte.