Sono due le ragione per cui, anche a Pasqua, continuiamo a parlare delle sciocchezze cristologiche di Roberto De Mattei.

La prima, quella più evidente: De Mattei ogni volta alza l’asticella e le spara più grosse. Prima c’è stato lo tsounami, poi il terremoto di Messina infine la distruzione di Varsavia, rasa al suolo per volontà divina a causa del numero eccessivo di aborti che si praticavano da quelle parti. Magari in futuro De Mattei scenderà dall’infinitamente grande, dalle enormi tragedie dell’umanità che tutti conosciamo, all’infinitamente piccolo, per esempio occupandosi, dalle frequenze di Radio Maria, del piccolo infortunio domestico della signora Cesira, casalinga in Codigoro, che nel 1975 si distorse la caviglia sinistra scendendo le scale dopo aver esclamato “porcozio” per via di un goal negato alla Spal. (Il goal c’era ma Dio come l’arbitro era distratto e la punì lo stesso n.d.a.)

La seconda ragione, che riguarda invece l’etica della comunicazione in questo Paese, è quello della prevalenza del cretino nella camera di eco mediatica. Da molti anni a questa parte esiste una evidente selezione verso il basso dei contributi che i media scelgono di rendere pubblici. Il cretino è notiziabile. Un numero molto alto di personaggi che sono diventati pubblici e a noi familiari, che vengono usualmente interpellati dai media per esprimere giudizi e punti di vista sulle vicende più varie, possono annoverare fra i propri talenti quasi esclusivamente la capacità di emergere dalla palude mediatica con lo scatto del giullare o la tragicità del pazzo. La ripetizione sui media di quel talento comunicativo ha confezionato per loro una carriera, in alcuni casi anche discretamente luminosa e non si intravede alcun ravvedimento da parte dell’ambiente mediatico, nei confronti della grande responsabilità di dare continua e ripetuta voce al nulla. Il cretino non solo è notiziabile ma piace alla gente e questo evidentemente basta.

In un paese normale un personaggio come De Mattei sarebbe subito scivolato fuori dalla scena, rapidamente allontanato con imbarazzo dalle cariche pubbliche che ricopre, o al più ospitato come predicatore infervorato sulle pagine di Cronaca Vera. Da noi partecipa a pieno titolo ad una ampia discussione teologica sui grandi giornali, viaggia con il microfono sotto il mento nell’attesa della sua prossima esternazione da sottoporre poi a storici della Chiesa e teologi per un sano contraddittorio. Perfino il Papa nella sua piccola e inedita recita pasquale andata in onda ieri sera in TV, ha risposto ad una domanda di una bimba giapponese di sette anni sulle ragioni divine dello tsounami. Con grande delusione di tutti noi il Santo Padre è stato al riguardo vago ed evasivo. Non c’è insomma partita: nell’arena mediatica paesana De Mattei batte Ratzinger 3 a 0. E quando qualcuno timidamente chiede “ma le responsabiltà dei media?” si vede intorno un sacco di gente che fischietta e guarda altrove.

10 commenti a “Il polemista nella camera di eco”

  1. juhan dice:

    Lo so che non sta bene fare nomi ma a me è venuto in mente Paolo Brosio.
    Ma De Mattei è lì perché l’hanno messo e lo vogliono tenere, anzi se non stiamo attenti ce ne mettono altri: la Moratti ha tolto “il darwinismo” dalla scuola, che resta peraltro troppo comunista.

  2. Neuromancer dice:

    Quando si dice: “parole sante”!

  3. Luca Massaro dice:

    Una riflessione a margine
    http://www.alterlucas.com/2011/04/concime-mediatico.html

  4. Gigi Tagliapietra dice:

    Applaudo all’arguzia di questo post!

  5. emanuele dice:

    Dai, se uno come De Mattei (che poi io continuo a non sapere chi sia in realtà) ricopre un incarico di rilievo e spara minchiate è ovvio che i media lo riprendono. la responsabilità non sta nel tacere ma nell’evidenziare ed essere conseguenti. Cioè dirgli: togliti di mezzo. Ciò è stato fatto da molti. Poi se chi lo ha messo lì non esegue e i cittadini sono distratti dal weekend pasquale non è certo responsabilità dei giornalisti (che le responsabilità le hanno eccome quando riportano minchiate di signori nessuno solo perché suonano bene!)

  6. Al dice:

    Scusa ma quando Ratzinger dice:

    “… un giorno, io capirò che questa sofferenza non era vuota, non era invano, ma che dietro di essa c’è un progetto buono, un progetto di amore”

    direi che fa un bel 3 a 3!

    Ps: il progetto sarà stato anche buono, ma la realizzazione è stata quantomeno fallimentare!

  7. Alessandro Ronchi dice:

    Il web però non è da meno, rispetto ai media tradizionali. Un sacco di stronzate rimbalzano molto più di ragionamenti seri, per il semplice motivo che generando disgusto o scalpore muovono più della normale indifferenza, del rumore di fondo col quale trattiamo ormai qualunque argomento.

    E linkando tutti la stronzata del giorno, gli diamo pure del pagerank e visibilità sui motori di ricerca…

    Forse il comportamento più giusto sarebbe ignorare quello che sta palesemente sotto la media, aiutare un po’ di più le belle idee, e fare le pulci alle vecchie dichiarazioni al momento di candidature per incarichi importanti, per cercare di evitare che si concretizzino.

    Altrimenti facciamo solo da megafono per le più becere campagne elettorali/promozioni personali.

  8. Zagabart dice:

    Sono sostanzialmente d’accordo con Alessandro Ronchi, e peraltro annovererei come stronzate del giorno anche la realizzazione dell’ “opera d’arte” Immersion Piss Christ di qualche post fa, e la relativa distruzione da parte degli integralisti cattolici.
    Buona Pasqua a tutti.

  9. La selezione della settimana | YATTARAN dice:

    […] Il polemista nella camera di eco, di Massimo […]

  10. giuliomozzi dice:

    Ciò che dice De Mattei è insostenibile dal punto di vista teologico. Di più: è contrario alla dottrina della chiesa. Il catechismo (quello approntato da Ratzinger sotto il pontificato di Giovanni Paolo II) parla del peccato esclusivamente in termini personali. Il concetto dematteiano di “castigo delle nazioni” non sta né in cielo né in terra.

    Curiosamente, però, a nessun vescovo – neanche a Gianfranco Ravasi, presidente della pontificia commissione per la cultura, attaccato personalmente da De Mattei – è venuto in mente di alzarsi in piedi e spiegare come e qualmente il concetto dematteiano di “giustizia divina” non coincida con quello della chiesa cristiana cattolica che sta in terra.