Ci sono molte maniere per generare impression a caso, sfruttando i limiti di aggregatori come Google News e avvelenando il mercato dei contenuti. Oggi ho notato una di queste “tecniche” (ma immagino ne esistano anche altre perfino peggiori) nella interpretazione di Blitzquotidiano, seguendo un alert legato al mio nome.


Su Google News vedo un link ad un articolo di Blitz Quotidiano intitolato “Ebook all’italiana”.





In realtà il link conduce ad una semplice preview sul sito di Blitz, condita con un bel banner pubblicitario, che sembra rimandare all’articolo completo.





Il pezzo completo, datato 1 gennaio, è anch’esso composto dal titolo e dalle medesime poche righe (ma circondato da tutto l’ambaradan di banner della pagina web standard di Blitz). Anche qui, sostanzialmente, non c’è nulla da leggere se non il link (finalmente) verso l’articolo vero e proprio che è, nel caso in questione, un vecchio post dell’ottobre scorso su Contaminazioni, il blog sul sito dell’Espresso di Wlodek Goldkorn.





E questi sarebbero i modelli di business per la nuova editoria in Italia.

11 commenti a “Aggregatori di banner”

  1. Dario Salvelli dice:

    Eh si, sono questi oltre all’advertising in background. Però non è che il NYT faccia meglio e sia meno invasivo e fuorviante per dire eh. In ogni caso la regola dei 3 click torna in questo caso in auge ma solo per mostrare la pubblicità.

  2. valentina dice:

    Blitz fa praticamente solo quello, mi è successo abbastanza volte per imparare a non cliccarci sopra. Mai.

  3. Pier Luca Santoro dice:

    APPLAUSI!
    Pier Luca

  4. DPR 223-2010: Regolamento per l’erogazione dei contributi all’editoria « Il Giornalaio dice:

    […] Dalla lettura del testo del decreto non pare siano contemplati contributi a favore dell’editoria digitale. […]

  5. L1 dice:

    non hanno niente a che vedere col giornaletto degli anni ’80, vero? nel caso, quella sarebbe l’unica cosa buona…

  6. valentina dice:

    No L1, questo è il giornale on line di Marco Benedetto, mica pizza e fichi.

  7. Massimo Moruzzi dice:

    chi è Marco Benedetto?

  8. Massimo Moruzzi dice:

    comunque, questo è il web per il quale ci si scalda tanto. Merda su cui vendere banner. Spiace, ma è così.

  9. Gregorio dice:

    La cosa che io trovo più fastidiosa è che il banner testuale è privo di contorno o sfondo, e faccio davvero molta fatica ad evitarli visivamente. Per capire che è un banner devo leggerlo, e a quel punto la frittata è fatta. Poi spesso la frase del banner è pertinente, quelli di google sono bravi, e quindi l’impegno richiesto per evitarli aumenta. Alcuni siti-blog poi usano pure stesso font e dimensione del banner, e quindi….

  10. Albert Antonini Mangia dice:

    tristezza

  11. Massimo dice:

    @Gregorio: mai sentito parlare di AdBlock? Pensavo che gli unici a non usarlo fossero quelli che lavorano per IAB…