Dopo oltre due mesi di conferenze stampa, dirette Facebook, comunicazioni alla nazione, il Governo italiano non è ancora in grado di organizzare tecnicamente una semplice sessione di domande-risposte fra il Presidente del Consiglio e una manciata di giornalisti. Servisse un presagio di futura sventura eccovelo pronto. Nei rari casi in cui la connessione regge il cittadino attonito assiste a domande assurde di strani giornalisti pixelati in lontananza. Ieri sera alla fine di una tesissima conferenza stampa sulla prossima Fase 2 la prima domanda a Conte, da parte di un cronista di Radio KissKiss (?) chiedeva lumi sulla fase 3. Poi è arrivato il turno del giornalista della Gazzetta dello Sport.

Ma al di là della usuale caporetto tecnologica (non la sento, lei mi sente? Va meglio ora?) l’evento di ieri sera, inutile nascondersi dietro un dito, è stato un momento preoccupante. Conte ha mostrato con chiarezza tutta la sua sprovvedutezza e confusione. La sua tendenza a divagare e ad occuparsi di temi irrilevanti.

Come al solito ha lasciato intendere senza dire, ha utilizzato metà del tempo in patetiche autocelebrazioni, si è occupato estesamente degli allenamenti dei calciatori e ha avuto una buona parola per i centri massaggi. Ha chiuso le chiese per poi riaprirle in un picosecondo appena la CEI ha protestato, Ha convocato i cittadini per la solita paternale concentrata sui loro doveri di “bravi figli” sorvolando sui temi centrali di governo del Paese legati alla pandemia. Ha confuso la scaletta collegando allenamenti di sportivi ad onoranze funebri. In pratica ha ascoltato Macron e Merkel e poi ha fatto l’esatto contrario.

L’epidemia di coronavirus è un tema di enorme complessità. Sarà semplice per chiunque, mentre si cerca di capire cosa sia meglio fare, contestare le scelte del decisore. Premesso questo – che è importante – la complessità della risposta al coronavirus si basa sostanzialmente su tre punti di importanza calante.

1) Le decisioni di politica sanitaria
2) Le decisioni di politica economica
3) Le decisioni di ordine pubblico

Per quanto riguarda il punto 1) Conte ieri sera ha parlato esclusivamente del costo delle mascherine. Un argomento marginale, pur se significativo. Serviva capire quando saremo in grado di testare con il tampone tutti i malati, quando saremo in grado di eseguire test epidemiologici diffusi, quando avremo un quadro chiaro e aggiornato dell’evoluzione della malattia attraverso strumenti complessi come le app di contact tracing. È ormai chiaro a tutti che il controllo del coronavirus si gioca primariamente attraverso simili iniziative di politica sanitarie. Conte, ancora una volta, non ci ha detto come siamo messi. Purtroppo sono le cronache a dircelo. Come se non bastasse la situazione sanitaria è diversissima in zone diverse del Paese, il governo ha anche in questo caso ipotizzato un unico comportamento per tutti.

La questione economica è semplice: riapriranno le aziende (che spesso non hanno mai chiuso utilizzando le usuali deroghe di cui questo Paese è espertissimo) alle quali verranno imposti nuovi criteri di sicurezza. Non è chiaro come sarà possibile controllarle visto che i droni non sono utilizzabili. I mezzi pubblici viaggeranno a 1/5 della propria capienza oraria: prendere la metro per andare a lavorare nelle grandi città sarà molto complicato.

A un certo punto a Conte gli è perfino squillato il cellulare in tasca. Come in un film di Dino Risi.

Gli oneri maggiori – e qui passiamo al punto 3) – restano in gran parte a carico dei cittadini. Se necessario i cittadini cattivi saranno i colpevoli, esattamente come nella Fase 1. Conte si è dimenticato di dirci se servirà ancora il borbonico foglio di carta per giustificare i propri spostamenti (pare di sì); mentre ci anticipava che il nostro piano anticoronavirus è bellissimo e ce lo invidiano all’estero (?) si è dimenticato di dirci che altrove nessuno circola con un ridicolo foglio in tasca. Ha dato via libera ai runner cattivi e ha riaperto i parchi facendo ciò che le nazioni nelle quali la responsabilità dei cittadini è tenuta in maggior conto non hanno mai troppo messo in dubbio.

Non ha detto quasi nulla della scuola perché in questo Paese i cittadini non votanti, da sempre sono tenuti in nessun conto. Ha solo detto che non riaprirà.

In pratica ha lasciato tutto come prima come se il tema principale fosse l’adesione dei cittadini alle indicazioni del controllore. Il che, per carità, è fondamentale, ma cosa succede se piano piano viene fuori che il controllore è un incapace?

13 commenti a “Siamo nei guai grossi”

  1. Emanuele dice:

    Mai come in questo momento ministri, sottosegretari, dirigenti di partiti di governo, politici di partiti di governo, tutte quelle categorie che in altri momenti sono onnipresenti e rivendicano meriti o vantano crediti saranno felici di tacere, con la scusa di far parlare con voce unica l’esecutivo di cui fanno parte o che sostengono.
    Intanto le ennemila commissioni di esperti danno l’impressione di discutere di montagne e partoriscono topolini.

  2. Gaspare dice:

    Ci si è attaccati a Conte nel momento dell’emergenza, quando tutti eravamo spaesati e non sapevamo davvero come venire fuori da una situazione inedita e all’apparenza ingestibile.

    Ora invece, con il Covid presente solo in maniera marginale in tutto il sud e ormai sotto controllo in parte del nord, ci si comporta ancora come se la situazione piemontese e lombarda fosse presente anche nel resto dello stivale.

    Non voto e non voterò mai la Lega, ma non posso che apprezzare quanto fatto da Zaia in Veneto.

    Mi chiedo perché sia così complicato trasportare la loro metodologia nel resto delle regioni, permettendo così una ripartenza più rapida ed efficace.

  3. andy61 dice:

    Alla fine sta emergendo quello che molti avevano subodorato fin dall’inizio. Ci troviamo di fronte ad un Don Abbondio pure poco preparato, uno che cita Churchill nascondendosi dietro a 740 esperti. La tragedia è che in giro non c’è molto di meglio.

  4. Shylock dice:

    “altrove nessuno circola con un ridicolo foglio in tasca”.
    Sbagliato: in Francia ad esempio ci sono l’attestation de déplacement dérogatoire (autocertificazione) e il justificatif de déplacement professionnel (da parte del datore di lavoro).
    Qualcosa di simile anche in Belgio.

    http://www.fgtbwapi.be/blogactu/38-news/501-attestation-de-d%C3%A9placement-d%C3%A9rogatoire

    Salvo rilassamento prossimo venturo delle misure adottate.

  5. massimo mantellini dice:

    @Shylock che però in Francia si può evitare compilando una form sul web,
    https://media.interieur.gouv.fr/deplacement-covid-19/
    in Belgio non so.

  6. Shylock dice:

    È una questione di forma o sostanza: che tu lo faccia in forma analogica o digitale, devi comunque giustificare il fatto di uscire di casa.

  7. Giuseppe dice:

    Guardi che però anche da noi, se si ha un valido motivo, si può andare in giro senza nulla e compilare l’autocertificazione solo in caso di controllo. Il modulo viene eventualmente fornito dall’ufficiale di PS. L’autocertficazione d’altronde non è un documento ma, appunto, una dichiarazione in fede che puoi rendere su richiesta. Sarà poi compito delle autorità verificarne la veridicità.

  8. Manou dice:

    Sicuramente siamo in mano ad un personaggio che si è montato la testa perché circondato da politici (parlamentari) incapaci che subiscono il fascino di una laurea presa chissà come!! Nessuno sapeva l’esistenza di un personaggetto che non era nessuno , che festeggiava con i cinque stelle la vittoria salvo poi dire che non li conosceva!! Pietro fa tradito tre volte . Per lui c’è già stata la seconda ! Speriamo presto per la terza

  9. Maurizio dice:

    La situazione è davvero preoccupante. Siamo su una nave in mezzo al mare, e il Comandante non è più lucido. L espisidio del cellulare è significativo. Dobbiamo muoverci, agire , far arrivare una scossa forte alle istituzioni. I positivi non calano e il PIL 2020 e’ dato a -10%. L Iceberg potrebbe essere vicino.

  10. Sphix dice:

    …..l’iceberg oramai ha già impattato ….

  11. Se d’improvviso il 5G è il male supremo ma in realtà una connessione decente aiuterebbe | Il taccuino degli appunti dice:

    […] spunto da un post di Massimo Mantellini sul suo blog, sul quale scrive che domenica sera «dopo oltre due mesi di conferenze stampa, dirette Facebook, […]

  12. Bruno Anastasi dice:

    tra i tanti gravi accadimenti di questi giorni, oggi ne viene preannunciato uno che forse li batte tutti … occupa un’intera pagina (31) del noto quotidiano che ha appena cambiato direttore … la questione più delicata in assoluto in mano a L. Zanda, A. Martella … quel che più mi addolora è scoprire che c’è di mezzo il partito che quasi sempre, turandomi il naso e andando per esclusione, scelgo di votare … un supplizio atroce

  13. Francesco dice:

    Non era il cellulare di conte che ha squillato. Era di uno dei giornalisti che dovevano fare le Q&A. Vi auguro che conte rimanga… perchè giuseppi, come lo chiamano dove vivo io, è la vostra unica speranza. chi lo critica, si merita un boris col covid, un trump che si vuole spruzzare in vena il disinfettante, o simon harris che crede che covid-19 stia a significare la presenza di altri 18 covid. Ma forse, siete cosi… ne avete trovato uno bravo, meglio che lo fate fuori, prendete subito renzi e salvini, cosi finalmente, a ottobre fallite, torno in italia e mi compra la case in brera