Ok, non abbiamo retwittato la foto di Erika, 19 anni, senza opinioni politiche (per sua stessa dichiarazione) che mostra il dito medio ad un Salvini dormiente, ed abbiamo fatto male. Anche se il gioco social di Erika era fuori dal radar della nostra interpretazione politica e probabilmente limitato alla sua piccola schiera di amici online. Non era, molto probabilmente, quello che a noi è parso: nulla di troppo connotato politicamente, solo uno dei molti segni in mezzo al guado in un mondo in cui il personaggio politico e la celebrità televisiva spesso coincidono e come tali vengono maneggiate.

Sulla motivazione di sostanza comunicativa che sta dietro a questo piccolo episodio e sull’utilizzo violento e miserabile che Salvini ne ha fatto (nulla di nuovo un comportamento social amorale da lui ripetuto molte volte) ho già scritto molte volte in passato. Per riassumere in poche parole: vale per Salvini, così come per Mentana o qualsiasi altro fenomeno da tastiera con grande notorietà, molti follower adoranti, sufficiente cipiglio e zero cultura di rete, l’implosione delle relazioni digitali quando si confrontano emettitori di differente potenza. I 600 follower su Instagram di una ragazza e la macchina da guerra comunicativa di un politico con milioni di seguaci. Il quale politico a quel punto deciderà di giocare col fuoco – sapendolo o facendo finta di no – scatenando le reazioni di migliaia di violenti amici suoi verso una ragazza. Questo indipendentemente dalla gravità del gesto iniziale dal quale si prende spunto. Che poi Salvini grande produttore originale di diti-medi stigmatizzi il gesto di Erika farebbe sorridere se non fosse l’ennesimo esempio di un doppio standard nel quale l’intelligenza in genere è destinata a soccombere rapidamente. L’orgoglio milanese per il dito medio di Cattelan di fronte al palazzo della Borsa – in termini di immaginario collettivo – mi pare completi il quadro.

Ma una volta lasciate ai sociologi le discussioni di sostanza per le quali nessun persona di buon senso dovrebbe in rete prendersela direttamente con qualcuno che è infinitamente più debole di lui sul piano comunicativo (vale per Salvini per Mentana, per Boldrini e per molti altri casi del genere in passato e anche, su scale diverse, per tutti noi) restano le ragioni politiche sulle quali, ugualmente, non si dovrebbe transigere. Il cittadino deve poter canzonare il potente, ridicolizzarlo, prenderlo in giro, sbeffeggiarlo. E il politico non deve poter fare il contrario. Conta in questo non più la potenza di emissione comunicativa ma il bilanciamento dei poteri dentro gli ambiti democratici. Anche questo aspetto, alla fine dei conti, è un aspetto che Salvini ignora o finge di ignorare. Non è una grande novità. Tutti i peggiori reazionari sono fatti così.


2 commenti a “Perché non retwittiamo il dito a Salvini #2”

  1. Fabio dice:

    E da oggi tutti i giornali hanno pixelato la faccia di questa ragazza (che ieri l’hanno mostrata senza problemi), mentre appariva questo “dossier” su di lei http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ecco-chi-ragazza-dito-medio-contro-salvini-1800991.html

  2. unAlberto dice:

    Beh, adesso che abbiamo dato retta ancora una volta all’inutile copri pesce cartaceo, (forse, tutto sommato neanche tanto inutile, visto la quantità sempre più ampia di sardine), di quanto si è elevata la nostra coscienza civica? Di quanto è aumentata la nostra cultura, cosa ne guadagna la presentabilità del capitone
    Credo di nulla