Oggi Luca ha scritto un bellissimo pezzo sul suo blog su annose questioni che riguardano il giornalismo, il suo ruolo e le sue distorsioni.
Ho una sola cosa da aggiungere (e un po’ da imputare a Luca e a quasi tutti quelli che si occupano di teoria dell’informazione in Italia): sottolineerei la quasi impossibilità di parlarne.
Vale per i giornalisti e vale, in maniere differenti e simili, per molte altre categorie professionali che svolgono lavori intellettuali. E cioè che di questi argomenti è molto difficile scrivere, forse, quasi sempre, sarebbe meglio non farlo, per la semplice ragione che appena si sposta anche solo uno strato leggero della polvere depositata su simili questioni morali in questo Paese emerge imperiosa la solita questione:

“nessuno è innocente”.

Fatti salvi i singoli casi, la solita mamma e la solita sorella (oltre che naturalmente noi stessi, per sottintesa premessa che ci piacerà dare per scontata) le professioni in Italia, ma non allontaniamoci troppo dal fulcro, parliamo del giornalismo, il giornalismo in Italia allora, è – moralmente parlando – un enorme serbatoio maleodorante. Accade lo stesso anche altrove? Non so, potrei sbagliare, per quel poco che conosco mi pare – magari ingenuamente – meno.

Il punto è che non esiste alcun cordone sanitario che separi o che provi a farlo il buon giornalismo dal cattivo giornalismo, la marea di professionisti pronti a scodinzolare al potente di turno, da quelli che cercano di mantenere una decenza di minima. Luca lo dice piano, ma andrebbe espresso con maggior chiarezza: i professionisti sono tutti una famiglia, che si odia, si guarda in cagnesco e si detesta ma pur sempre una famiglia. Una famiglia strana, nella quale ognuno ha la pretesa di immaginarsi battitore libero, eroico e senza macchia, circondato da un mare di guano dal quale però lui non sarà toccato.

Non esiste un confine che tenga gente come Sallusti o Vittorio Feltri dentro il recinto discutibile dei loro giornali, che ricordi loro la violenza e la disinformazione che ogni giorno producono (scelte di campo spesso banalmente commerciali) e che avvelena i pozzi di tutta l’informazione italiana. Non basteranno – per fare un altro esempio fra i più ovvii – cento condanne per diffamazione per Travaglio perché qualche collega consideri l’ipotesi di smettere di invitarlo nelle proprie trasmissioni TV, non fosse altro per una questione di mero rischio statistico. Avviene invece l’esatto contrario: l’avvelenatore, il ringhioso, il maleducato sono i giornalisti più ambiti dalla TV, bucano lo schermo con il loro cinismo sempre uguale.

Forse andrebbe detto che se si facesse da noi quello che Margaret Sullivan propone di fare a Fox News, il 70% del giornalismo italiano scomparirebbe in una nuvola di fumo. E quindi non si farà, per forza di cose. E gente brava e preparata, autentica e piena di buone intenzioni continuerà a convivere senza troppi imbarazzi accanto ai tantissimi avvelenatori dei pozzi, fieri della loro pozione da aggiungere alla dieta di tutti. E facendolo, semplicemente, accetteranno di diventare come loro, illudendosi nel frattempo di essere l’esatto contrario. E come spesso accade da noi questa è una faccenda senza soluzione.

9 commenti a “Nessuno è innocente”

  1. Emanuele (l'altro) dice:

    Leggendo il titolo ho pensato: vuoi vedere che finalmente c’è una vera analisi del giornalismo e di come tende a condizionare le idee e persino la mentalità delle persone?
    Poi nell’articolo trovo la solita crociata di sinistra contro il giornalismo di destra.
    Peccato, un’alta occasione di seria autocritica persa.

  2. Alessandro dice:

    Mi scusi Emanuele (l’altro), ma quando vede le prime pagine di Libero, il Giornale, La verità, le sembrano giornali che stimolino a pensare, approfondire? Potrebbe dire qual’è il loro contributo alla nostra società? E, più genericamente, da destra quale cultura viene proposta?

  3. Emanuele (l'altro) dice:

    Alessandro il suo commento non si discosta dalla retorica che vede il bene da una parte (ieri sinistra marxista, oggi sinistra progressista) e il male nel resto del mondo.
    Troppo spesso tra un giornale che fa propaganda grezza e un altro che fa propaganda più raffinata si condanna il primo e si esalta il secondo. Una seria analisi critica dell’informazione deve fare la tara alla sostanza, non alla forma.

  4. Emanuele (l'altro) dice:

    Corrego:
    “deve fare la tara alla sostanza, non alla forma”
    diventa
    “deve fare la tara anche alla sostanza, non solo alla forma”

  5. Erasmo dice:

    Ho letto attentamente l’articolo di Margaret Sullivan. Non propone di fare nulla a Fox News.
    Esiste negli Stati Uniti il primo emendamento, che la stessa Margaret richiama con rammarico: non si può fare niente a Fox News, nonostante sia da lei classificata come “plague” (traduzione più vicina: “peste”).
    Perciò, se se si facesse da noi quello che Margaret Sullivan propone di fare a Fox News, lo 0% del giornalismo italiano scomparirebbe in una nuvola di fumo.

  6. Alessandro dice:

    Mi scusi Emanuele,a parte il fatto che il solo giornale di sinistr, no comunista in Italia è il Manifesto, trova che tra il Corriere e Libero ci sia solo una diversa “raffinatezza”? (e il Corriere non è sicuramente tra i miei riferimenti – dal 13.12.1969 Direttore Spadolini): Trova sul Corriere, per quanto mascherato livore e risentimento? Perché un intellettuale di destra (ma con solide fondamenta) come Cardini non ha nulla a che fare con costoro?

  7. massimo mantellini dice:

    @Erasmo hai ragione, dovrei cambiare il verbo “propone” in “vorrebbe”

  8. deid00 dice:

    “il 70% del giornalismo italiano scomparirebbe in una nuvola di fumo”

    Smettere di sparare numeri a caso potrebbe essere un inizio.

  9. Annamaria dice:

    Poi spunta il caso Giulia Sarti.
    E qui c’è poco da distinguere tra fasciotrash (cit.Gilioli) e fascioeleganti.
    Sono assolutamente identici:identica immonda ipocrisia; identica infinita disonestà; identica criminale (criminale) violenza.
    Identici. Identici sempre.
    Fasciotrash e fascioeleganti sono un unico, indistinguibile fascio.