«Il rapporto di lavoro è prima di tutto un rapporto di fiducia. È per questo che lo si trova di più giocando a calcetto che mandando in giro dei curriculum»

«Voglio chiarire che non ho mai sminuito il valore del curriculum e della sua utilità. Ho sottolineato l’importanza di un rapporto di fiducia che può nascere e svilupparsi anche al di fuori del contesto scolastico. E quindi dell’utilità delle esperienze che si fanno anche fuori dalla scuola»


Queste due frasi del Ministro del Lavoro Poletti (la frase originale e la sua successiva giustificazione) hanno creato molte polemiche e discussioni nei giorni scorsi. Non è la prima volta che Poletti, complice una sua nota difficoltà ad esprimersi in un italiano non equivocabile, attira su di sé l’attenzione di molti.

Trovo il discorso di Poletti molto interessante e rivelatore. Premesso che il Ministro del Lavoro di un Paese nel quale la disoccupazione giovanile è al 40% dovrebbe affrontare simili temi con la leggerezza e il tono di voce che si utilizza ai funerali (e invece lui, non solo ne parla, a più riprese, con la leggiadria dell’ippopotamo ma aggiunge che un certo numero di italiani che per quelle ragioni poi vanno all’estero sono dei “pistola” – allego diagramma sul numero di giovani e meno giovani pistola italiani che hanno lasciato il Paese negli ultimi anni)


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ai molti che sottolineano la natura tautologia e sacrosanta dell’afffermazione di Poletti su curriculum e calcetto propongo un’altra breve serie di frasi tautologiche e sacrosante che il Ministro potrà eventualmente esibire in prossimi consessi pubblici:

Il sud del Paese, ma anche molte zone del nord, sono infiltrate dalla criminalità organizzata. Pagare il pizzo molto spesso è inevitabile.

Studiare all’Università non sempre serve a trovare lavoro. Quelli che vanno a fare gli apprendisti in officina spesso si sposano prima.

Conosco un tizio che ora lavora alla Nasa che da giovane non era particolarmente dotato. Non credo che ora sia molto diverso.



Io conosco un tizio (per la verità molti più di uno) che anni fa dopo la laurea e la specializzazione a Roma cercò di trovare lavoro attraverso la sua rete di relazioni fiduciarie. Poi, non riuscendoci (come quasi tutti, per le ragioni più varie), mandò il suo CV (un CV normalissimo di un bravo studente italiano) in giro per l’Europa e ora dirige ad Oxford un importante laboratorio di ricerche sulle neuroscienze. Del resto se gli amici del calcetto sono quelli che puoi trovare in Italia spedire CV in giro non sarà comunque una cattiva idea. Senza considerare – caro Ministro – che in molti casi, esaurito il calcetto, il tennis tavolo, le bocce e lo zio massone, spedire CV resta l’unica alternativa possibile.

Il lavoro del Ministro Poletti non dovrebbe essere quello di spiegarci come vanno le cose in Italia. Come funziona da noi (e qui stendo un velo sulle ragioni per cui Poletti è il nostro attuale Ministro) lo sappiamo anche troppo bene. Il lavoro di Poletti dovrebbe essere invece quello di creare le condizioni per cui un giovane bravo laureato italiano trovi un buon lavoro in Italia. E se anch’io, cinicamente e senza saperne molto, sarei portato a dubitare che una persona come il nostro attuale Ministro sia la persona giusta per un compito tanto complesso, credo lo stesso di poter chiedere al Ministro di smettere di rendersi ridicolo ogni volta, rimanendo almeno in silenzio.
Non si ride al funerale di tanti giovani “pistola” scornati da decenni di indifferenza politica. Specie se, in cima della piramide gerarchica, quelli che ci spiegano come va il mondo in Italia sono persone che non riescono a mettere in fila quattro parole in italiano.

9 commenti a “Il Ministro pistola”

  1. Mauro dice:

    Ma nemmeno, suvvia, chi sa metter le parole in fila può esprimersi agilmente con poche parole, ma chi continua a ripetere lo stesso concetto, come evidenziato, non ha affatto difficoltà d’espressione! Non è equivocabile, è un pensiero politico chiaro e ribadito più volte. Questo fatto di zittire una persona per limitare la sua libertà d’espressione e opinione politica è un fattaccio brutto, allucinante.

    Paradossalmente (?) chi consiglia il calcetto col sorriso sotto i baffi, pur essendo al centro di un sistema relazionale: ha gravi problemi relazionali e psicologici. Perchè la relazione è di tipo clientelare e malsana. Puoi dire ‘funziona’ dal tuo punto di vista, (che non è ‘l’Italia’ ma un frammento) ma sai benissimo di mentire perchè esistono ricerche che non permettono la generalizzazione e che evidenziano degli squilibri e asimmetrie evidenti, a seconda del censo, del sesso, del contesto, ecc.
    Le modalità per trovar lavoro sono tante e ovviamente Poletti non ha mai giocato a calcetto per entrare in quel giro di relazioni. Ovviamente non funziona tutto con la raccomandazione, è una stupidata.
    E poi, soprattutto: non è un aut aut, e avere in testa un aut aut non è scarsa capacità comunicativa, o un problema di simpatia (Bersani sarà anche ‘tecnicamente simpatico’ ma il governo Monti vien ricordato come governo di destra destra e lacrime e sangue e terrorismo: ‘la necessità’ è sempre una valutazione politica così come l’utilizzo di determinate ricette per la “cura”)

    E’ un pensiero politico, diamine, ma a che serve difendere l’indifendibile? La critica ricorrente è infatti: ha ragione ma è stato incauto.. (il post di Gilioli è vergognoso!)

    Ma poi si resta allibiti per un altro motivo: Uno che parla di calcetto è un dinosauro: si dovrebbe parlare della tecnologia che serve per fare rete, tra offerta e diritti e ricomporre la frammentazione delle agenzie che speculano sull’immigrazione

    Altro che Uber e cazzatine, parlare della tecnologia utile a milioni e milioni di persone e non solo quella spicciola e utile a chi vuol solo sfruttare il lavoro e non vuol pagar tasse. O per illudere decine di disoccupati e trasformarli in tassisti e intasare i centri urbani.

    Massimo, questo è in realtà uno snodo nevralgico da portare all’attenzione con più post e diversi punti di vista: le maggiori problematiche passano da qui, lavoro e rete, rete come mezzo

  2. albertog dice:

    La prima frase tautologica è già stata utilizzata da un altro ministro, probabilmente per par condicio:
    http://www.repubblica.it/online/politica/lunardi/mafia/mafia.html

  3. rico dice:

    Un perito agrario che fa prima il presidente della Coop e poi il ministro del lavoro. Ma con chi diavolo ha giocato a calcetto quest’uomo?

  4. Andrea dice:

    Caro Mante,

    Io non mi scandalizzo per certe uscite di Poletti. Non voglio fare l’avvocato del diavolo. L’uomo in questione non sa fare un discorso senza incappare in uno scivolone ma evidentemente qualcosa ha fatto. La Legacoop con lui è arrivata a fatturare anche 79 miliardi in un anno (complici le agevolazioni fiscali mostruose). Quanto ai “pistola” che lasciano l’Italia… basta analizzare il suo discorso, ma senza generalizzare. “Conosco gente che è bene che stia dov’è”, ha detto. Allora ecco che o Poletti conosce i “100mila giovani che hanno lasciato l’Italia” o il suo riferimento era forse a uno-due personaggi che non gli andavano a genio. Ci avrà lavorato assieme? Li conosceva in privato? Chissà…

    Se generalizziamo e prendiamo tutto alla lettera allora dovremmo denunciare Dijsselbloem. Ma su questo blog, nonostante la poca simpatia dell’autore verso lo sprovveduto olandese, non mi pare ci siano stati attacchi simili a quelli contro Poletti. Ripeto, Poletti a quanto pare stava meglio dove stava, per usare parole sue… Restare il presidente di una delle più grandi aziende italiane.

    Sugli emigrati… dall’Inghilterra ne escono tre volte di più che dall’Italia. Ma gli italiani perchè emigrano? Mica tutti scappano a gambe levate dal proprio Paese. C’è anche chi, in quel grafico che hai riportato, Mante, che sceglie di lasciare l’Italia non per mancanza di opportunità ma perchè vuole fare esperienza, imparare una lingua, girare il mondo e lavorare nelle capitali europee. No perchè allora toccherebbe a me fare il solito discorso “Conosco gente…”. Ebbene, conosco gente che non si sarebbe mai “piegata” a fare il cameriere nel fine settimana per pagarsi gli studi ma ha scelto di rompersi la schiena in un pub di Londra per una paga sufficiente appena a pagare una stanza ammuffita a 20 km dal luogo di lavoro. Altri che guadagnano bene ma non vedono l’ora di tornare in Italia perchè, ad esempio, i londinesi sono stronzi e l’Inghilterra è deprimente. Ma certi paragoni hanno senso? Tanto di cappello al neuroscienziato di Oxford.

    Poletti in un certo senso ha ragione: è bene investire sulle relazioni sociali perchè valgono quanto un Cv, se non di più. I rapporti di lavoro si basano anche e soprattutto sulla fiducia. Chi mi garantisce, a me datore di lavoro, che con un 110 e lode e un master+PhD tu sia in grado di comportarti adeguatamente e di far crescere l’azienda come voglio? Magari i tizi del calcetto servono anche solo a “indirizzarti” verso un’azienda. “Conosco gente” ma non conosco nessun manager che assumerebbe un perfetto idiota solo perchè ci gioca a calcetto o gli è stato segnalato da qualcun altro. Ovviamente parlo del settore privato, dove la gente rischia i propri soldi, non quelli della comunità…

    E ci risiamo: un amico ed ex collega (bravo nel proprio lavoro) è stato assunto in una delle più celebrate aziende italiane grazie alla segnalazione di un suo ex capo. Mica col Cv. Immagino che il ragionamento di chi lo ha assunto, previo colloquio per escludere che non fosse uno psicopatico, sia stato: “Non sei un cretino e ti do fiducia”… Per questo non mi scandalizzo per le dichiarazioni di Poletti. Magari io sarò pistino ma… per quanto possano apparire frasi sgradevoli agli occhi di molti non ravviso nemmeno il fatto che lo stesso pingue emiliano abbia “riso” al “funerale” di molti giovani “scornati”…

    No perchè (con lo stesso metro di paragone) allora sui “bamboccioni” il fu Padoa Schioppa doveva espatriare anche solo per evitare i forconi…

  5. Mauro dice:

    Come l’elettore di Berlusconi non si scandalizzava per certe uscite di Lunardi e senza fare l’avvocato del diavolo diceva che erano solo degli scivoloni ma in fondo aveva ragione, era la pura verità. E così i media e i lobbisti che gravitavano intorno al PD criticavano duramente quel pensiero politico. Ma oggi il PD è al governo e quindi sapete che vi dico? Lunardi aveva proprio ragione… Perchè nel frattempo Tremonti avrà cambiato faccia in Monti e Lunardi in Poletti. Sono solo dei nomi, non fissatevi, siate flessibili e volatili.

    Poletti non ha detto che le relazioni valgono quanto il curriculum: ha detto che le relazioni sono meglio del curriculum. Però in un certo senso l’elettore è pronto a negare e capire quel che vuol capire, riformulando a piacere.

    E poi c’è il muro dell’Europa: le affermazioni di Poletti sono fieramente antieuropeiste, alla faccia dell’ Erasmus karma! La gara spietata all’europeismo vale solo per gli altri, la scusa per agitare il manganello, perchè l’Europa multerà nuovamente l’Italia per il basso numero di lauree, e chissà cos’altro, perchè nel frattempo il curriculum non varrà più nulla, per decreto ministeriale

    Ma verranno risconosciuti ai fini pensionistici i pellegrinaggi presso la villa di Mastella a mendicare un lavoro: è la relazione che conta. Una fila lunghissima per giocare a calcetto, come fosse il Bingo promosso dai DS (poi diventati PD d’azzardo). Mica col CV. Ti do fiducia. Per questo non mi scandalizzo. Io penso positivo perchè son vivo, perchè son vivo, niente e nessuno al mondo potrà fermare il mio ragionare, senza gara d’appalto all’Expo.

    E in fondo queste continue lamentazioni di gente cornuta e mazziata fan venire l’orticaria, era anche abbastanza prevedibile: come può un boss delle coop, una delle più grandi aziende e in palese conflitto d’interessi, fare il ministro della Repubblica? Valeva per Berlusconi, valeva per Marcegaglia, valeva per tantissimi compreso Padoan funzionario del Fondo Monetario Internazionale.

    Possiamo anche esercitarci nello sport che viene meglio, cioè quello dell’omertà, per poi raccogliere le macerie e lamentarci e autodenigrarci.

    Così Dijsselbloem è solo uno sprovveduto olandese: il razzismo degli sprovveduti. Lo potremmo dire anche di Borghezio e Calderoli. Scivoloni.

    E guarda caso il core business di mafia-capitale è lo sfruttamento degli immigrati, gli altri immigrati, e proprio tramite cooperative vicine al PD e in un luogo remotissimo: a Roma, dove è impossibile far finta di non sapere e di non vedere.

  6. Andrea dice:

    Tutto nel calderone: Berlusconi, Lunardi, Poletti, Dijsselbloem, Erasmus, Mafia Capitale e gli immigrati… Va bene così. Evviva.

  7. Mauro dice:

    No no: evviva il Compromesso storico. Così un cartello commerciale ha occupato ogni spazio.

    Forse il miglior aforisma di Luttazzi: “Questo telegiornale andrà in onda in forma ridotta per venire incontro alle vostre capacità mentali.”

  8. Andrea dice:

    Ecco. Appunto. “Non c’è peggior sordo di chi è sordo veramente”

  9. Mauro dice:

    Sarà, ma non così sordo da non apprezzare il tuo calderone.