Una collaboratice di un programma radio della Rai scrive su Facebook che nel suo contratto ci sono condizioni che le impediscono di citare o fare satira su Renzi.

Una parte dei commentatori – come è noto il rigore morale si applica agli altri con maggior facilità che non a se stessi – le risponde che allora non avrebbe dovuto accettare la collaborazione.

Un certo numero di commentatori furiosamente antirenziani (a partire dal mio amico Alessandro Gilioli) vedono in una simile argomentazione la pistola fumante di quanto vanno affermando da tempo sulle volgari prevaricazioni che Renzi applicherebbe a tutti i livelli (dalle telefonate minatorie, alla moral suasion più o meno spinta del suo spin doctor, dalle nomine in Rai, ad ogni altra bruttura possibile e immaginabile).

Altri ancora suggeriscono l’ennesimo parallelo con l’era Berlusconi.

Io penso due cose.

La prima è che il carico ideologico in simili discussioni sia fortissimo e sufficiente per depotenziarle moltissimo. Banalmente, quando Alessandro o altre persone che stimo molto parlano di Renzi io tendo a non credergli troppo. La seconda è che la prevaricazione della politica sull’informazione è tanto più forte quanto più il giornalismo è debole o fortemente polarizzato.

Ed il giornalismo italiano è da sempre, per sua essenza costituzionale, estremamente debole e chiaramente schierato. Dentro la logica del “amici-nemici” abbiamo tutti da perdere moltissimo.

Renzi non ha creato questa situazione, se l’è trovata davanti: e invece di rifiutarla, come aveva promesso, l’ha cavalcata. Dal mio punto di vista – una grandissima delusione.

Deprimente vedere che triste foglio sia diventato L’Unità. Deprimenti le scelte di comunicazione digitale del PD ad imitare i format comunicativi di Beppe Grillo. Pessima l’idea di non segnare alcuna distanza con la politica precedente, magari alla luce di una oggettiva grande capacità da parte di Renzi di gestione del mezzo (in altro parole “usare“ Bruno Vespa invece che “rifiutare“ – come meriterebbe – Bruno Vespa).

Ma dentro una simile polarizzazione, con una stampa debolissima e senza identità, non si può non osservare anche il fenomeno opposto. Lo squallore giornalistico dei fogli antirenziani, le offese da asilo nido dei grillini, le bugie di una lunga serie di “giornalisti” televisivi che da 20 mesi organizzano talk show solo per attaccare Renzi (magari per astio personale prima ancora che per convinzione politica) con sempre gli stessi ospiti che dicono le stesse cose con lo stesso tono. Un po’ come quando Michele Santoro chiamava “giornalismo” venti puntate di seguito su Berlusconi e Ruby Rubacuori. Giornalisti che si immaginano come grandi indomiti salvatori della democrazia e isole di resistenza al regime renziano e poi accettano pedissequamente le imposizioni del M5S sulle interviste senza contradditorio ai propri leader.

Da un simile abisso comunicativo si esce – per noi poveri cittadini – solo con una mediazione giornalistica forte e autonoma. Il punto è che non ce l’abbiamo. Abbiamo lunghe file di servi sciocchi, ed altre, altrettando lunghe, di altri servi, ora decaduti e mobbizzati. Teste che pensano e agiscono in autonomia, magari con enormi fatiche, pochissime ed isolate.

Così è banale affermare che nessuno in Italia è in grado di fornire oggi un’informazione complessivamente libera. La politica ha (da tempo) scalato la Rai, ma da qualche tempo ha scalato (o ha costretto a schierarsi che in fondo per noi è lo stesso) anche i grandi quotidiani: la polarizzazione amici-nemici è assoluta e ubiquitaria.

La notizia di oggi è che purtroppo Renzi da questo punto di vista non è migliore degli altri. La notizia, oggi, è anche che gli altri non sono (mai stati prima e non sono nemmeno ora) migliori di Renzi.

20 commenti a “Se Renzi occupa la Rai”

  1. dmitri dice:

    Ci sono dei buoni giornalisti, non hanno però grande successo e qui la palla passa ai lettori.
    La scelta, poi, di sorpassare a destra Grillo è un suicidio e, se si tornerà a votare, il PD la pagherà cara.

  2. Pinco Pallino dice:

    Era un sacco di tempo che non guardavo più l’aggeggio elettronico chiamato “televisione”, ma stasera casualmente mi sono sorbito il TG2 delle 20,30.
    Hanno parlato per un tempo interminabile del referendum costituzionale; anzi mi pare addirittura che per qualche motivo che ora mi sfugge questa fosse anche la prima notizia in assoluto.
    Sono riusciti a fare propaganda per il SI’ anche quando parlavano della posizione di chi vota NO.
    Quel telegiornale mi è sembrato paragonabile a quei depliant pubblicitari che ogni giorno contro la mia volontà infilano nella mia buca delle lettere.
    Questa è televisione spazzatura. E mi sa che la spazzatura, in fondo, è proprio Matteo Renzi, con rispetto parlando.

  3. Luigi Castaldi dice:

    Mi domandavo che senso si possa attribuire al definire “amico” Alessandro Gilioli subito prima di affermare che “nella logica del ‘amici-nemici’ abbiamo tutti da perdere”.

  4. malb dice:

    Accettare o meno il contratto di cui parla la collaboratrice del programma radio è un problema cui solo lei può rispondere a se stessa, non deve certamente rispondere a me. Solo un osservazione: perché non pubblicare le parti di contratto da cui si evince l’impedimento a parlare di Renzi o a fare satira su di lui?
    La satira in Rai era cambiata, con ogni probabilità su ordini di scuderia. prima dell’avvento di Renzi. Basta mettere a confronto trasmissioni come Lol di Rai 2 o Made in Sud con quelle di Paolo Rossi o di Lella Costa. Il problema è, appunto, che Renzi se ne ben guardato di cambiare registro. D’altra parte era difficile che un’azione politica basata sul motto del “panem (i vari bonus) et circcenses (per ultimo la ossessiva pubblicità all’evento olimpico)” accettasse che i narratori del circo mettessero alla berlina il capo. tanto per confermare la qualità del giornalismo che si vuole vincente in Rai.

  5. paolo d.a. dice:

    C’è una saggezza formidabile in quanto scrivi, pari solo alla delusione che capisco e che non si accompagna nel mio caso ad alcuna sorpresa.
    Come con la scuola e gli attuali insegnanti ex alunni di quella scuola, decenni di giornalismo malato (nelle sue istituzioni, leggi accessorie, servizio “pubblico” e solo dopo finanziamento) hanno dato i risultati sperati: il vuoto pneumatico.
    Noto semmai una accelerazione sia della polarizzazione aprioristica su pressoché l’intero scibile che ci trasforma tutti in cani che segnano il territorio senza badare a dove fanno cosa o a chi passerà dopo a lasciare le proprie tracce, sia dell’urgenza che tutti avvertiamo di un cambiamento senza sapere bene da dove iniziare.
    E’ un peccato che l’esperimento Renzi si stia frantumando così giovane, soprattutto perché come scrivi bene non c’è una soluzione migliore, siamo nel buio e siamo qui per rimanerci.
    A chi ci crede suggerirei di ripartire dai valori repubblicani, dall’identità nazionale non nazionalistica, strumento formidabile e del tutto dimenticato con cui si potrebbe risolvere economia, europa e migranti.
    A chi ci crede.

  6. diamonds dice:

    E` evidente che tra i tuoi rari limiti c`e` l`analisi politica. Hai investito risorse per approfondire altri argomenti. Diversamente avresti un quadro diverso della situazione e non ti sfuggirebbero alcuni dettagli che fanno la differenza con esperienze politiche del passato e non azzarderesti paralleli tra partiti di governo e altri che devono ancora passare alla prova dei fatti a certi livelli, sempre che riescano ad arrivarci e non si brucino prima per cecita` o infantilismo manifesto Ma di sicuro sei in buona fede. Ne riparleremo

  7. Alf dice:

    @Luigi Castaldi
    Visto che ne critica la parzialita’, mi pare voglia sottrarsi proprio alla logica denunciata dell’amico-nemico.

  8. Alex dice:

    Se Renzi occupa la rai non puoi venirmi a dire: si vabè ha deluso, ma gli altri però non sono e non sono mai stati migliori, e poi questi antirenziani quanto sono squallidi.
    Non facendo differenza tra chi detiene il potere e chi no, tra chi ha le leve in mano per cambiare e non cambia niente, e chi no, tra chi fa carriera scodinzolando al potente di turno e chi no.

    Mantellini neanche tu riesci come l’amico Gilioli, a liberati dal carico ideologico, e così quando parli di Renzi tendo a non crederti troppo.

  9. Giuseppe dice:

    La fase tre: l’orgasmo da sottomissione, o per dirla con le parole di Saccà: — “Presidente! Lei è amato proprio, nel Paese, guardi glielo dico senza nessuna piangeria, c’è un vuoto… c’è un vuoto che lei riempie anche emotivamente”.

    — “È una cosa imbarazzante!”

    — “Ma è bellissima, però!”

  10. Damiano dice:

    Da un simile abisso comunicativo si esce – per noi poveri cittadini – solo con una mediazione giornalistica forte e autonoma. Il punto è che non ce l’abbiamo.

    Tutto risaputo, a parte il fatto che non si capisce se vuoi dare della serva anche a questa autrice.
    È il millesimo articolo che leggo che scrive queste cose. Il punto è come si fa. Un’idea?

    E poi davvero sei deluso, oltretutto col superlativo? Cioè davvero ci speravi?

  11. DinoSani dice:

    Damiano se ne esce, se uscirà, di fatto, con la gente che scavalcherà la mediazione dei giornalisti. Parlavo con un tassista giorni fa, e mi diceva che ormai loro non credono più a nessun giornale o telegiornale. Ha preso in mano il cellulare e ha esclamato: “ora ci informiamo da qui”.
    Non so quanto fosse consapevole di quanto la rete sia strumentalizzabile e pilotabile politicamente, ma una sensazione era piuttosto chiara: i Mass media tradizionali non sono più credibili. Per i tassisti come per molti altri.
    Forse hai ragione usando invochi una autorevolezza super partes degli organi di informazione,come un giornalismo etico ormai dimenticato. Ma le trasformazioni vanno più rapidamente dei nostri ragionamenti “etici”. Ed è in questo che Renzi appare incredibilmente vecchio: vuole correre alla velocità della rete e invece finisce per trasformarsi in uno stalker delle medaglie olimpiche…
    Forse da Giulioli dovresti prendere qualche lezione privata di analisi politica ….

  12. Umberto dice:

    Va bene che lo sport dell’estate è sparare a casaccio su Renzi (con un misto di frustrazione e rancore) però aspetterei in questo caso a trarre conclusioni così affrettate sulla base di dichiarazioni non verificate. La Cifola ad esempio dice cose completamente diverse, e lei fa BlackOut con Vaime da anni dove mi pare faccia imitazioni in libertà senza alcuna censura.
    Io credo che questo dimostri che il metodo Grillo abbia colonizzato ormai molte coscienze, a infamare e accusare di ogni nefandezza anche in assenza di qualsiasi riscontro si fa parlare di sé e si guadagna consenso tanto agli italiani ormai le falsità di comodo piacciono di più della verità.
    E allora via con le “epurazioni degli squadristi del doppio mento” (parola di Di Battista), un argomento di altissimo livello, altro che Renzi.

  13. Agostino dice:

    Qua l’unica delusione è lei, come dice Malvino, ammalato di quartismo
    http://malvinodue.blogspot.it/2016/08/ce-quartismo-e-quartismo-2.html

  14. alessandro dice:

    oooh finalmente abbiam rispolverato il “…turiamoci il naso e teniamoci ______”

  15. Mariano Giusti dice:

    Avrei preferito, da un buon analista dei media quale è Mante, due parole su quanto possa spostare mezz’ora di trasmissione su radio 2.

    Secondo me, troppo poco perchè ci sia stato davvero un ordine “dall’alto”.

    Neanche i sopravvalutatissimi spin doctor di Renzi prenderebbero cantonate simili.

  16. Paolo dice:

    Ed è sempre la solita brutta storia, come quando c’era Berlusconi: negare sempre, negare tutto. La situazione è ormai sbracata: dallo strapotere alla spudoratezza più meschina. Il solito delirio (ovviamente il ferro è ancora caldo e bisogna aspettare ancora un po’ sulla riva del fiume)

    se Mantellini fa fatica ad ammettere che la rete pubblica RaiTre del 2006 è molto molto, molto, diversa dalla RaiTre del 2016, e che la prima era divertente e devastante come la satira antigovernativa (e antiberlusconiana) mentre quella attuale è la brutta copia di RaiUno e di regime,

    allora non c’è proprio più niente da dire. E’ anche lui un bananas

    (E comunque avevo ampiamente ragione fin dall’inizio: massimo mantellini è una camicia scurissima, come il suo livore non sempre ben mascherato dietro l’ormai asfittica pseudo saggezza)

    PS
    certamente scaltra l’operazione che vede protagonista la dirigente dell’ormai supergovernativa RaiTre: far finta di farsi cacciare, dopo anni di strapotere PD, per preservare la verginità.
    Piccole furbizie per un grande squallore culturale

  17. Paolo dice:

    Ed è strano, perchè saltano fuori proprio adesso con questa storia della satira? E’ ormai più di due anni che lo scrivo a manca e a manca: i bravi del PD (bravi à la Manzoni) hanno usato per anni, fino a pochi anni fa, i protagonisti della satira ma per una strategia di partito (ma questo lo sappiamo oggi che il PD è allo strapotere assieme alle solite destre palazzinare)

    ha cavalcato abilmente, è chiaro, per poi far piazza pulita e sbaraccare tutto in gran velocità. Se non è squadrismo questo: l’annientamento sistematico della satira, sostituita prontamente con uno sfottò di uno con una telecamerina a braccio..

    bravi, si, l’avete proprio sfangata.

    applausi. risate registrate

  18. Giuseppe Tripodi dice:

    Premetto che seguo moltissimo Mantellini e trovo che le sue analisi politiche siano tra le più lucide e interessanti.
    Tuttavia, credo questo pezzo sia vittima di una naturale incongruenza, e provo a spiegare perché.

    È giustissimo criticare la debolezza del giornalismo italiano, che troppo spesso si palesa in una ciclica e ossessiva “caccia alle streghe”, piuttosto che in analisi politiche quanto più possibili accurate e, per l’appunto, analitiche.
    Ma, d’altra parte, è impossibile pensare un giornalismo non polarizzato, ed è normale e giusto che sia così. Perché il giornalismo è un atto umano e l’uomo, per sua natura, è un essere politico, che tende ad avere un’opinione e manifestarla, seppur inconsciamente. D’altra parte, mi sembra impossibile e inumano immaginare diversamente.

    Per questo motivo, questo stesso articolo, che accosta il debole e polarizzato giornalismo italiano alla situazione in Rai, è di per sé un atto politico.

    Ma non fraintendetemi: non penso ci sia niente di male nel lasciar trapelare la propria posizione politica e mostrare anche la propria faccia filo-renziana (come ho scritto su, la caccia alle streghe non serve a nessuno), semplicemente non ci può essere alcuna attenuante nel condannare la censura del servizio pubblico, specialmente quando colpisce persino la satira (e non solo solo i canali di informazione).
    Probabilmente non mi aspettavo una critica così moderata da parte di Mantellini, specialmente dopo l’ottimo articolo su come la legge del cyber bullismo rischia di diventare la morte del web italiano.

    L’occupazione della Rai è da condannare senza se e senza ma, e non c’è pessimo giornalismo che tenga come altra faccia della medaglia.

  19. massimo mantellini dice:

    @Giuseppe grazie, in realtà se segui un po’ la stampa straniera vedi con chiarezza che, per lo meno ai piani alti dell’informazione, un altro giornalismo fra molte difficoltà e condizionamenti è possibile. E che quell’oggetto diventa la garanzia per i cittadini che da noi per forza di cose non è

  20. rico dice:

    “Non puoi citare o fare satira su Renzi”.
    (Si,Si,Vabbè, firmo per la rai e poi lo prendo per il qulo per sempre).
    Non solo fino alla mia cacciata dalla rai, per sempre.
    Howard Stern insegna, il politicamente corretto non esiste.
    Così ha fatto strada Beppe Grillo. Poi si è fatto prendere dai complottisti e si è rincoglionito, ma lo scopo lo ha raggiunto (qualunque esso sia: milioni, clic, potere, giullare supremo).