La nomina di Carlo Conti a direttore artistico di Radio Rai è un segnale importante. Perché nulla è più usuale di Carlo Conti per tutti noi. Esattamente come Pippo Baudo vent’anni fa Conti è il centrino all’uncinetto ricamato dalla nonna sul televisore a tubo catodico nel salotto di ogni famiglia italiana. Così come arte fa rima con talento e innovazione Conti incarna il suo esatto contrario, interpreta alla perfezione i gusti e l’appetito culturale dell’italiano medio che guarda la TV (un/una ultracinquantenne di bassa cultura, che abita al centro sud, autoespulsosi da tempo da quasi ogni altra forma di consumo mediatico e culturale). E suonano davvero curiose (e anche un po’ patetiche) le motivazioni del direttore generale della Rai Campo Dall’Orto sui trascorsi come dj nelle radio private di Conti, a giustificare le competenze immaginarie del nuovo direttore artistico della radio di Stato. E’ proprio dentro l’aggettivo artistico la debolezza di una simile nomina. Conti direttore “artistico” è il segnale di una grande continuità, dell’indifferenza ad ogni mutazione in atto, di un atteggiamento che ha fatto ormai dell’Italia una specie di modellino conservatore di ostacolo all’innovazione. Rappresenta insomma il fallimento di ogni cambio di verso che riguardi non solo merito e competenze ma anche visione del futuro e immaginazione. Carlo Conti siamo, Carlo Conti rimarremo.

15 commenti a “Carlo Conti e l’aggettivo artistico”

  1. alessandro dice:

    https://www.discogs.com/Carlo-Conti-Its-Okay-Its-All-Right/release/5676001

  2. diamonds dice:

    Se si fa caso durante i governi Berlusconi le battaglie piu` furibonde si sono combattute intorno allq Rai. Per essere piu` puntuale mi chiedo quale sia il ruolo effettivo, dal lato pratico, dell`esponente del M5S a capo della vigilanza Rai, se tutte queste nomine passano senza un minimo di discussione come se in Italia non ci fosse un Carlo Massarini e tanti suoi epigoni altrettanto validi e non avessimo davvero nessuna alternativa a compiere delle scelte che confermano quanto da me sempre pensato, e cioe` che la tv generalista e` un media per zombie

  3. Roberto Balsamo dice:

    Hai perfettamente ragione.Hanno silurato Massarini in modo ignobile;uno che di musica e non solo la sa lunga.Basta vedere cosa hanno combinato su RAI 5 deputata alla musica.Una azzagarbugli…La gente non deve “pensare”…deve ascoltarw.”Muzak”come la Pausini..

  4. Matteo dice:

    Apprezzo il riferimento musicale di alessandro.
    Non so se mi sentirei sicuro di essere così tranchant: ovviamente concordo con il giudizio sul Carlo Conti televisivo, ma con un ruolo dietro le quinte potrebbe rivelarsi differente. Non dimentichiamo che la radio di caratura nazionale che punta di più sulle nuove tendenze (Deejay) ha come direttore artistico un quasi sessantenne che se avesse fatto la televisione sarebbe del tutto identico a Conti.

    (Tra l’altro, non riesco a trovare riferimenti: la carica di “direttore artistico” esisteva prima? Da chi era occupata?)

  5. Roberto Silvestri dice:

    Faccio la parte dell’offeso… L’ultracinquantenne di bassa cultura, autoespulsosi da tempo da quasi ogni altra forma di consumo mediatico e culturale, deve per forza abitare al centro-sud? In verità, osservando bene il fenomeno, si nota che spesso nelle fiction prodotte dalla RAI si dà un accento calabro, siculo o campano a quelli che interpretano la parte dell’ignorante.
    Entrando nel merito del post, mi viene in mente un passaggio di una famosa canzone del meridionale Battiato: mandiamoli in pensione i direttori artistici e gli addetti alla cultura!

  6. Gianni Bianciardi dice:

    Sono toscano, frequentavo una delle discoteche in cui il Conti faceva il dj negli anni 80, nei 90 ho visto quei capolavori di trasmissioni di vernice fresca, dove si capiva che il Conti sarebbe diventato quello che è adesso. Non mi piace quello che fa ora in TV, ma penso che di capacità ne abbia da vendere. Io credo faccia, al meglio, quello che gli viene chiesto di fare.

  7. EmmeBi dice:

    Ma come…? Non riconosci più il visionario Campo Dall’Orto?

  8. Franco dice:

    “che abita al centro sud”. boh

  9. Mariano Giusti dice:

    La colpa è anche nostra, che una volta anche solo per un attimo abbiamo pensato che Panariello era simpatico.

  10. Bruno Anastasi dice:

    Claudio Cecchetto, 2 Giugno 2016: «Jovanotti è il più grande artista italiano»

  11. Marcello dice:

    Mille volte meglio Carlo Conti direttore artistico di RadioRai che Daria Bignardi di Rai3.

  12. Laura dice:

    E’ così perché chi è al potere e decide direttori e dirigenti vuole mantenere lo status quo

  13. Rosa Dragonetti dice:

    Sì, l’aggettivo artistico è davvero imbarazzante considerando che sono rimasti soltanto gli Artisti a vedere quello che si muove nella realtà e ad avere un progetto, una visione del futuro. La nomina è di sistema, autoreferenziale e autocelebrativa. Conti è anche obsoleto nel linguaggio, nella capacità di comunicare, nell’immagine. Ma soprattutto non sa assolutamente niente di cultura hip hop che sta uscendo dal proprio territorio di storica appartenenza e sta fortemente influenzando l’Arte. Bella

  14. Sav. dice:

    “italiano medio che guarda la TV (un/una ultracinquantenne di bassa cultura, che abita al centro sud, autoespulsosi da tempo da quasi ogni altra forma di consumo mediatico e culturale”

    Complimenti per l’accozzaglia di luoghi comuni e razzismo culturale.
    Manca la canottiera macchiata e la panza che strasborda…

  15. Vincenzo dice:

    Tutti grandi intellettuali al nord vero?