Ti sei mai rotto un polso? Oppure una caviglia o un gomito? Fa male vero? Pensa come sarebbe rompersene dieci. O quindici. Polsi, caviglie gomiti ed altre ossa a piacere. Immagina come sarebbe rompersele tutte assieme o un po’ alla volta nel giro di una decina di giorni. Chiuso in una stanza in perfetta solitudine.


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E le unghie? Ti è mai venuto un ematoma sotto un’unghia? Hai presente il male che fa? Il dito batte, non ti lascia in pace. E’ pieno di recettori del dolore da quelle parti. E’ una specie di difetto di fabbricazione pensato dal buon dio. Hai mai visto la mappa delle aree corticali della sensibilità? Le dita, dentro il nostro cervello sono oggetti giganteschi. Oggetti tecnologici per azioni raffinate. E quelli lo sanno. Per quello ti hanno strappato le unghie una ad una. Magari non tutte assieme, non subito. Saper attendere è una delle caratteristiche del boia. Un’unghia oggi, un paio domani. Poi vediamo.

Poi c’è tutto il resto, anche e soprattutto quello che non sappiamo. Le scosse elettriche ai testicoli, le cartilagine delle orecchie amputate, una lista dell’orrore e della crudeltà alla quale vorremmo non pensare. E invece dobbiamo.

Ora, se sei un genitore, pensa a tutte queste cose assieme fatte a tuo figlio. Da un’altra parte, a telefoni spenti, mentre gli amici scrivono su twitter #where_is_giulio, mentre l’ambasciatore già nei giorni successivi al sequestro chiede ufficialmente informazioni e poi chiede di essere ricevuto dal Ministro. Che in fondo lo sanno bene cosa è successo e infatti nessuno gli risponde.

Quando quelli là rispondono, quando ormai è troppo tardi e le ossa e le unghie sono già state spezzate, quelli ti dicono che è stato un incidente stradale, cancellano le tracce, bruciano i tabulati telefonici e le immagini delle telecamere.

Ecco, così.

Esiste la politica ed esistono i simboli. In Egitto la politica magari consiglia di trattare al-Sisi, un generale a capo di un regime militare, come un interlocutore accettabile. Si possono fare affari, incassare bei soldi, non esagerare con i moralismi, come fanno tutti ovunque e da sempre.

Poi esistono i simboli e Giulio Regeni è diventato, suo malgrado, il simbolo di un Paese. Ne rappresenta la parte migliore, lo specchio di come vorremmo essere. Per sua e nostra sfortuna Giulio è un simbolo perfetto: solo per questa ragione l’eco della sua morte non si è ancora spenta dopo molte settimane. Uno studioso italiano, giovane, un bel ragazzo che lavora in una prestigiosa università (no, non italiana), che si occupa dei diritti dei senza voce con quel trasporto ingenuo e meraviglioso che solo a quell’età è possibile avere. Un simbolo precisissimo di ciò che questo Paese potrebbe essere e spesso non è. Un alieno del quale è così facile innamorarsi.

Dice – facile parlare così, ma come si risponde ad un simile crimine? Dentro una contabilità di centinaia di attivisti scomparsi dentro gli uffici della polizia segreta egiziana che valore potrà avere da quelle parti la morte di un Giulio Regeni qualsiasi?

Dice – e gli affari? Gli accordi bilaterali. le commesse ad Enel, Eni, Caio e Sempronio? Possono valere le torture a morte di un ragazzo italiano? Le sue ossa e le sue unghie spezzate? Dici di sì? Ehi che succede? Non hai figli? Sei un pezzo di merda dentro un gessato grigio da real politik?

Giulio insomma è diventato un simbolo. Forse per i suoi genitori questa continua riproposizione della sua foto sorridente alla laurea della sorella è perfino un dolore supplementare. Ma diventando un simbolo la sua triste vicenda è uscita da ogni possibile ricomposizione. Ignorarla è fuori discussione, pensare che bastino le frasi vagamente accusatorie di Paolo Gentiloni a rappresentare il sentimento dell’Italia è davvero una cosa da marziani.

I simboli si difendono con altri simboli. In casi come questo poi si tratta dell’unica cosa che abbiamo. I simboli sono il bignami di una Nazione, la raccontano per sommi capi. I simboli sono quella cosa stupida ed inesatta che parla di noi agli altri.

Lasciare Giulio Regeni al solito ping pong della burocrazia dell’orrore (autopsie, magistrati, procure, piccole dichiarazioni, processi contro ignoti, ferme dichiarazioni del Ministro) sarà un po’ come ammettere con gli altri – con tutti gli altri fuori da qui – che questo Paese è esattamente come sembra: un Paese senza onore. Un luogo di ordinaria contabilità, una pedina ininfluente in quasiasi prossima battaglia.

Pensi magari anche a questo Matteo Renzi mentre non dice nulla di Giulio Regeni, provi a cambiare idea, anche se già adesso è tardi. Anche se ora, dopo tanti giorni da quella morte atroce, è ormai davvero tardissimo.


18 commenti a “La morte di Giulio in un Paese senza onore”

  1. Paolo Cicoria dice:

    Ho un figlio di 19 anni, e al solo pensiero che possa subire un millesimo di quello che ha subito quel povero ragazzo mi esce il cuore dal petto.
    Condivido ogni singola parola. Bravo

  2. Giuliano dice:

    Condivido tutto quello che dici, Max, e vorrei aggiungere: al terribile dolore di questa scomparsa si accompagna l’angoscia per la mancanza di giustizia. E’ sconcertante come il governo non si faccia rappresentante di Giulio e della sua famiglia e si muova per chiedere che i colpevoli siano individuati e puniti in tempi brevi. Richiedere e ottenere guistizia non diminuira’ il dolore dei famigliari, ma dimostrera’ che il governo protegge i propri cittadini. L’esempio di Giulio Regeni – e in diversa misura quello dei maro’ – dimostra che i cittadini sono soli.

  3. roberto dice:

    Io invece mi deprimo/vergogno della bella gioventù che convive vicino a me, penso agli studenti, agli universitari, ai coetanei di quel povero ragazzo. Mi vergogno di me, pure, perchè di fronte a tanta ingiustizia non ho ha mosso un passo, nessuno ha manifestato, nessuno si è mobilitato, nessuno ha sentiro la necessità di dire/fare qualcosa di sufficientemente grande/forte almeno quanto ciò che è accaduto.

  4. andrea dolci dice:

    Vedo che non ci sono dubbi su cosa sia successo. Io non sono un esperto di faccende egiziane, ma persone molto più esperte di me, ad esempio Parsi, hanno dato spiegzioni un po’ più articolate rispetto al presidente cattivo con cui abbassiamo la testa in nome degli affari.

  5. alessandra dice:

    Io mi vergogno di questo paese sempre di più.

    Alessandra

  6. stefano dice:

    @Mante
    e quale paese ha onore? Quale non ha mai sacrificato un simbolo sull’altare della politica? La vicenda umanamente fa schifo anche a me, se però mi trovassi con il boccino in mano sarebbe non difficile, ma proprio controproducente prendere un certo tipo di posizioni.

  7. Umberto dice:

    Insomma tutti si vergognano e ci tengono a farlo sapere. Se questo fa sentir meglio qualcuno, bene così.

  8. unAlberto dice:

    E dobbiamo sorbirci telegiornali su quegli infami che hanno ammazzato un altro ragazzo perché volevano sapere cosa si prova ad ammazzare, oppure su quelle merde che hanno ammazzato una donna ed un sommozzatore ha perso la sua vita eroicamente ed inutilmente perché non vogliono dire dove sia il corpo.
    Ecco gli estremi, Giulio un martire, giovane, ingenuo, bello, nel fiore degli anni che ci ricorda che gli ideali esistono e dobbiamo ricordarlo.
    Gli altri, schifo ed abominio, ributtanti figli di una mancanza di ideali, per i quali anche la nostra umanità più cristiana lascerebbe spazio al desiderio di applicare quelle infami torture.
    Giulio, povero ragazzo, spero che rimanga vivo il tuo ricordo, anche se non ti dedicheranno piazze o saloni, magari un giorno sul calendario.

  9. Daniela dice:

    Buongiorno a tutti. Come mai, secondo lei signor Mantellini, siamo arrivati alla “indifferenza istituzionale”? E’ un percorso che parte dal dopoguerra, fatto di esaltazioni consumistiche, seguito da sgraziate modalità di ladrocinio dei beni pubblici, da un popolo che spesso subisce e solo si arrabbia e si vergogna, ma non sa come reagire? La crisi è di tutto il Pianeta, una crisi economica che nasce da una crisi di risorse naturali, una crisi che sta rendendo i poveri sempre più poveri e sempre più ignoranti e lontani dai centri di potere. Che li usano e li manipolano. Siamo una democrazia solo perchè pare ci siano elezioni? Come mai ci sono Paesi dove ci sono elezioni ma ci sembrano dittature? Grazie per le eventuali risposte.

  10. Emanuele dice:

    Magari sarà stato anche troppo ingenuo, visto chi lo ha mandato in quel modo in quel posto, istituzioni e persone non ricordate dall’articolo.
    Ma a parte questo mi piacerebbe sapere se lo sdegno è perché è stato ammazzato in quel modo un ragazzo o se perché è italiano. Diversamente ogni giorno dovrebbero sollevarsi sdegni simili per tutti i non italiani che finiscono torturati in Egitto.
    E nel caso particolare di Regeni mi chiedo che interesse avrebbe avuto il governo egiziano nel fare di tutto per farsi incolpare, sequestrando e torturando un italiano facendone trovare il corpo martoriato nel momento in cui il ministro dell’economia Guidi era in visita ufficiale.
    In sostanza che dovrebbe dire Renzi?

  11. gregor dice:

    Quindi cosa dovrebbe fare Matteo Renzi?

    Scrivetelo nero su bianco, la retorica dopo un po’ stanca…

    Basta leggere il libro: italiani brava gente, per capire che noi, Italiani, non siamo innocenti.

    Le torture le abbiamo esportate noi in america latina.

    Cucchi, Aldrovandi e co. Per restare nel nostro orto.

    Quindi cosa dovrebbe fare matteo renzi?

  12. Manuela dice:

    Evidentemente a Renzi interessava di più commentare l’Oscar a Morricone. Però è di questi giorni la notizia della Legion d’Onore conferita in sordina da Hollande al principe ereditario dell’Arabia Saudita, Paese dalla decapitazione facile. Segno evidente che anche in Francia, dove sono nati i diritti dell’uomo, contano di più le commesse militari e non. C’è un senso di vergogna abbastanza palese, nelle dichiarazioni di Gentiloni e nel low profile dell’Eliseo, ma non abbastanza coraggio. O abbastanza dignità.

  13. paolo d.a. dice:

    Se solo quella sofferenza e abuso che hai così ben descritto ci smuovesse. Se solo. Nemmeno questo. Siamo azzerati, tutti uguali nella paura.

  14. Claudia dice:

    Gregor chiede cosa dovrebbe fare Renzi ???!!! :

    1)Convocare l’ambasciatore egiziano a Roma
    2)Esporgli la nostra stanchezza di essere presi in giro. Ribadire che quello che è capitato a Giulio è responsabilità diretta dello Stato di polizia
    3)Chiedere i nomi dei responsabili
    4)Se non ci sono risposte , richiamare l’ambasciatore italiano
    E se l’Eni se ne avrà a male e l’Egitto caccerà i nostri affaristi, pazienza. Non si può fare altro.O non siamo un Paese libero

  15. Emanuele dice:

    Claudia fammi capire: sai già che il colpevole è il governo egiziano o cosa?
    A proposito, lo sai chi saranno i primi a farsi avanti se Eni sarà costretta a rinunciare al megagiacimento? Te lo dico subito: gli inglesi, gli stessi che oggi dopo aver mandato Regeni allo sbaraglio sono tanto scandalizzati dal mancato rispetto dei diritti umani di Al Sisi.

  16. Repubblica, Calabresi ed Al Sisi - manteblog dice:

    […] in (minima) tensione. Il prolungato silenzio di Matteo Renzi al riguardo, di cui ho già scritto estesamente, ne è il corollario triste e […]

  17. rosa dice:

    dovevamo subito sospendere i nostri rapporti diplomatici con l ‘ Egitto- richiamere il nostro ambasciatore – fino a quando non si sapeva la verità -chiedere indagini congiute con gli inglesi – costringerli a seguirci -non mai troppo tardi per chiedere con forza VERITA’

  18. gianni dice:

    Ho letto attentamente la sua riflessione cercando di trovare un solo punto da criticare ma invano. Lo cercavo semplicemente per poter immaginare che qualcosa di quanto scritto non fosse accaduto. Questo mi avrebbe permesso di alleviare in parte il mio dolore su questa drammatica vicenda. Di tutto quello che ha scritto la cosa che più mi ha colpito è stato il senso di solitudine con il quale Giulio ha convissuto per tutti quei giorni, per di più con la certezza che non ne sarebbe uscito vvo, capendo che la sua vita era arrivata alla fine. Sulla nostra classe politica evito ogni commento solo per non trovarmi i carabinieri sotto casa. Questa classe politica mi fa semplicemente schifo.