Oggi gay.it ha pubblicato un elenco con i nomi della trentina di parlamentari del PD che, secondo indiscrezioni pubblicate da tutti i giornali da un paio di giorni a questa parte stanno cercando di ostacolare l’approvazione del DDL sulle Unioni Civili che il PD stesso ha presentato e faticosamente portato avanti. Questi alcuni commenti ed alcune rettifiche di parlamentari del PD minuziosamente raccolti da gay.it


“E’ il caso di Gay.it che arriva a proporre vere e proprie liste di proscrizione di quei senatori”

“Inqualificabile metodo squadrista quello di esporre liste di proscrizione con tanto di foto segnaletiche.”

“Iniziativa miserabile”

“Metodi squadristici della lista di proscrizione”



Il caso più divertente per conto mio è quello della lunga rettifica della senatrice Di Giorgi che vince il premio Tognazzi per oscurità del linguaggio e verbosa indignazione:


Caro direttore, sono sconcertata da cio’ che leggo su gay.it, dove mi si attribuisce in un articolo di apertura dell’home page la volontà di “votare contro il ddl sulle unioni civili qualora l’articolo 5 sulla stepchild adoption passasse”. E’ un’affermazione grave e non verificata, che mi attribuisce una decisione politica lontanissima da tutto ciò che faccio sulla questione delle Unioni Civili: ottenere finalmente una legge per la quale mi batto da anni, che riconosca diritti, civili e non solo, ai gay. Sul vostro portale devo invece leggere che l’impegno di una vita, che coincide con una profonda convinzione, verrebbe abiurato ora che la legge è in dirittura d’arrivo? Niente di più falso. Non voglio pensare ad una vostra malafede giornalistica, preferisco pensare ad una errata informazione che avete ricevuto, senza verificarla con la sottoscritta. Ciò che è vero, è che la legge divide profondamente le coscienze degli italiani, e di chi deve votarla, specialmente sul punto della stepchild adoption. Io mi sto battendo da mesi in Senato per una mediazione che considero vincente: quella dell’affido rafforzato, che riconosce funzioni genitoriali di fatto ma accompagnate da una tutela maggiore verso i bambini. E’ una posizione molto responsabile, che è fondamentale anche per convincere molti indecisi a votare il ddl. Infatti chi può affossare questa legge preziosa e necessaria sono proprio gli intransigenti che vogliono a tutti i costi, e subito, l’adozione. Intransigenza che ora rischia di allontanare anche i senatori che faticosamente si sono convinti a votare la legge. Altro che minacciare noi di non votarla. E’ invece chi fa muro contro muro sulla stepchild a far aumentare le schiere di chi ha paura di una legge che noi per primi vogliamo. Mi auguro che questa mia lettera faccia finalmente chiarezza, specialmente su un organo di informazione importante come gay.it, che ha sempre ricevuto la mia attenzione. Vorrei che la cosa fosse reciproca, una volta per tutte.


La risposta per quanto mi riguarda ovviamente è no, la lettera non fa chiarezza. Banalmente non si capisce. O almeno io non sono riuscito a districarmi nell’italiano borbonico della missiva.

In ogni caso: la lista di gay.it era ampiamente inaccurata ed il numero di onorevoli contenuti è rapidamente sceso dai 31 (o 33) a 26. Moltissimi in queste ore si scagliano contro questa inaccettabile superficilità ma il punto non mi pare essere questo. A me il punto sembra essere che i parlamentari del PD coinvolti (e anche alcuni che non c’entrano nulla) pensano sia lecito che la loro azione politica possa svolgersi silenziosamente in contrattazioni private e senza personale esposizione.

Tutti i giornali scrivono che una trentina di parlamentari del PD ha scelto i soliti metodi per contestare una legge o alcune sue parti. Finche questo avviene nel confortevole alveo dell’anonimato va benissimo (anzi il potere ricattatorio di simili vaghe prese di posizioni aumenta) ma quando qualcuno chiama costoro alla responsabilità politica personale e chiede agli elettori di contattare i propri eletti per manifestare loro il proprio dissenso, quelli diventano “metodi squadristici”

Ecco beh, al netto delle molte rettifiche, metodi squadristici un cazzo.

23 commenti a “Metodi squadristici?”

  1. Marcello dice:

    Negli USA la chiamano “accountability”. Un concetto troppo sofisticato per la politica italiana, evidentemente.

  2. Mariano Giusti dice:

    E se Libero avesse pubblicato un elenco dei parlamentari di centro destra favorevoli al matrimonio gay?
    Apriti cielo. (giustamente)

    Dunque ne deduciamo che non è legittimo essere contrari.
    È stato deciso così.
    Non ho ancora capito da chi e perché.

  3. Mariano Giusti dice:

    È un po’ come il caso di capodanno a Colonia.

    Se 1000 persone di Casalpusterlengo o 1000 adepti di scientology avessero molestato (o lasciato molestare) 100 donne tutti si chiedrtebbero che cazzo hanno in testa quelli di Casalpusterlengo o di Scientology.

    Ma nordafricani e musulmani no, non si può dire. Neanche pensare. È razzista.
    Mah.

  4. andrea dice:

    “metodi squadristici un cazzo”

    non avrei saputo dirlo meglio! (anche se avrei aggiunto un paio di punti esclamativi)

    @Mariano Giusti: ma che cosa stai dicendo?? un parlamentare svolge una funzione pubblica, e pubbliche sono le sue posizioni! ti sei bevuto il cervello?

  5. Roby dice:

    Quindi Mante approva la politica in diretta streaming di Grillo, piu’ pubblici di cosi’ i dibattiti non possono essere.
    Dove e’ finita la critica al “confronto politico tutto basato sulla sua virilità mediatica, il sovrastare l’avversario con la propria superiorità comunicativa di fronte all’arena dei telespettatori assetati di sangue” del post del 15 giugno scorso?
    Oppure la contrattazione politica e la realpolitik hanno bisogno anche di una minima privacy?
    Mah.

  6. Luca dice:

    Perchè gli elettori non dovrebbero avere il diritto di sapere come votano le persone che mandano in Parlamento?

  7. massimo mantellini dice:

    @Roby, non vedo relazioni fra le due cose. In una riunione di partito a porte chiuse 30 deputati prendono una posizione ufficiale di contrapposizione alla linea giù approvata a grande maggioranza dal partito su un ddl discusso ed emendato in commissione per mesi. Ma non vogliono assumersene la responsabilità. Quelle dei grillini sono invece semplici buffonate simil televisive

  8. stiffy dice:

    Completamente d’accordo sul finale, ti devo dire che però io la risposta della tipa l’ho capita lettera per lettera.
    Forse perché scrivo a cazzo anche io, ma mentalmente l’ho letta e ho pensato se, per caso, fosse difficile “respirarla” (a volte chi scrive complesso non si rende conto che per leggere quello che scrivono e respirare si fa parecchia fatica) … non era nemmeno questo.

    Traduco?
    La tipa ha detto: no che non mi tiro indietro, ma chi troppo vuole nulla stringe e i duri e puri rischiano di non portare a casa nulla. Lei si batte perché il decreto passi e per non ritrovarsi senza niente spinge per una sua versione meno intransigente della soluzione.

    Terapia tapioco col prefisso, comunque.
    Ossequi :)

  9. Paolo d.a. dice:

    Certo ci vuole poco per pungerli, basta far sapere cosa fanno. Mi chiedo a questo punto quella buffa trentina cosa altro stia architettando che noi non sappiamo.

  10. Narno dice:

    @Mariano Giusti
    Nell’Alabama del 1965 c’era, fra politici e attivisti, chi voleva che i neri potessero votare, andare a scuola, sposarsi con dei bianchi e svolgere qualsiasi lavoro; e chi voleva il contrario. La lista dei primi, chiunque la pubblichi, rimane una lista di politici favorevoli all’uguaglianza concreta delle persone, alla parità dei diritti e alla libertà. Quella dei secondi non è la lista di chi non è d’accordo: dovunque sia pubblicata, rimane una lista di schiavisti e razzisti. Tutte le idee sono libere e libero è il modo di manifestarle: ma ci sono idee stupide, disgustose, illiberali e soprattutto prive di ogni fondamento logico, che rimangono tali anche se non le pubblica Libero. Che poi Libero abbia una predilezione per esse, è politica redazionale.

  11. Umberto dice:

    Ma scusami tanto tu vorresti fare un paragone tra gli schiavisti confederati e i parlamentari che semplicemente sono contrari alle unioni civili? Ma che razza di paragone è? E soprattutto chi ti credi di essere per avere il diritto di giudicare come stupide e disgustose le idee di chi è contrario a certi aspetti della legge in discussione? E se costoro scrivessero che sono stupide e disgustose le tue idee ti farebbe piacere?

  12. Narno dice:

    @Umberto
    Sì, ho fatto il paragone, che come tutti zoppica, ma funziona. Chi è «contrario a certi aspetti della legge in questione» in verità è contrario all’uguaglianza concreta fra cittadini e alla parità dei diritti, e cerca escamotages, come fa da anni, per impedire che si faccia un passo avanti sul tema. Tutte le idee senza uno straccio di fondamento logico o argomentativo diconsi stupide; se per difenderle si tirano in ballo i bambini sono anche disgustose, perché tutti i peggiori hanno usato i bambini come pretesto e schermo.

  13. Sergio dice:

    è un po’ l’essenza della democrazia rappresentativa eleggere dei rappresentanti che poi possano rappresentarci quando si discute un tema a cui teniamo.

    Il problema è che questi rappresentanti – per via della legge elettorale – non son legati direttamente al territorio e non sono eletti direttamente dal territorio, quindi non ho un unico eletto di riferimento da contattare (come potrebbe avvenire nel regno unito) ma un gruppo eterogeneo proporzionale a quanti voti hanno preso i partiti nella ampia circoscrizione elettorale.

    E oltre a questo non essendoci state neppure le preferenze di fatto i parlamentari rispondono si sentono di dover rispondere di più al partito o alla corrente che all’elettore che non ha votato per loro ma per il partito o leader

  14. Marta Maria dice:

    In UK c’è un comodo database per controllare tutte le votazioni del tuo rappresentante ai Comuni.
    http://www.theyworkforyou.com/

    Mi sembra solo onesto.

    Il gioco di Renzi “io sono buono e propongo, LORO sono cattivi e io non posso dire nulla” è semplicemente vigliacco, soprattutto considerando gli strali che colpiscono i non “fedeli alla linea” in altri campi e il livello minimo (insultante, per me) delle proposte.

  15. david dice:

    Ma vogliamo anche un po’ parlare delle responsabilità del Segretario del Partito, che, contrariamente a quanto avvenuto per questa legge, non ha concesso libertà di coscienza per altre leggi molto sofferte e discutibili per un partito di sinistra ?
    Un sorriso.

  16. Paolo d.a. dice:

    @David
    Checché raccontino i media tutti i parlamentari su qualsiasi tema hanno libertà di coscienza. Quello che più spesso viene chiamata così e a cui penso tu ti riferisca si chiama “pecoraggine” o “convenienza” a seconda di come la vuoi vedere.

  17. david dice:

    @Paolo d.a. no, io parlo della – pessima, pilatesca e fortemente democristiana e baciapile – scelta politica del Segretario di non blindare il voto come ha fatto in altri casi; poi è chiaro che ogni parlamentare vota come vuole, su qualunque legge.
    Un sorriso.

  18. alessandro dice:

    oddio mantellini contro il PD… un nuovo mondo e’ possibile, anno 2016

  19. Luigi dice:

    È chiaro eccome!
    Solo la signora è una sorta di “scrutatore non votante”, come la maggior parte di loro….
    Vorrei proprio ascoltare cosa avrebbe da dire dopo un paio di Mojito davanti al bancone di un pub…..
    ” in vino veritas….”

  20. Pierluigi Tolardo dice:

    Personalmente se fossi stato un senatore avrei votato esattamente come i senatori denunciati da Gay.it ma poiche’avrei preso questa decisione in piena coscienza,libero e pronto a discutere della mia scelta con chiunque non avrei trovato assolutamente nulla da dire sulla scelta di Gay.it.Sono per l’assenza di vincolo di mandato e per la liberta’di stampa,per le adozioni sono tradizionalista tradizionale e se qualcuno se ne scandalizza non ci posso fare niente.

  21. Roby dice:

    @Mante OK effettivamente non ho visto abbastanza streaming grillini per sapere a cosa assomigliano quindi su questo punto devo fidarmi.

  22. Paolo dice:

    Il PD nasce dall’unione di una certa lista con un’altra lista per essere “questo e contemporaneamente quello”. I motivi sono pubblici e noti: prendere più voti e potere. Opportunismo. Lo ammisero gli stessi dirigenti. E il nome “democratico” è un’americanata poichè per Costituzione un partito può solo essere democratico, come notò un costituzionalista, in una Repubblica democratica. Per Costituzione.

    Ma proprio questo il paradosso: gli autoproclamati democratici del paesello hanno la rogna.

    Forse ci vorrebbe una giornata della memoria, si anche per altre questioni.

  23. Paolo dice:

    “A me il punto sembra essere che i parlamentari del PD coinvolti (e anche alcuni che non c’entrano nulla) pensano sia lecito che la loro azione politica possa svolgersi silenziosamente in contrattazioni private e senza personale esposizione”

    e allora perchè alle ultime elezioni per eleggere appunto i parlamentari: le contrattazioni private con Berlusconi sono state benedette pubblicamente? così come il voto segreto in Parlamento

    Lo streaming non è una buffonata, è solo uno streaming, uno strumento tecnico.
    E anche una personale esposizione istituzionale, in un contesto televisivo sempre più controllato e registrato, in differita

    Il problema era ed è la separazione della dimensione istituzionale da quella apparecchiata in TV da certo giornalismo compiacente (si può chiamare giornalismo?). Dimensioni completamente discordanti e truffaldine