Oggi La Stampa ha pubblicato a pagina 3 della sua versione cartacea questo retroscena di Carlo Bertini





Come spesso accade il virgolettato del titolo è casuale, non esprime testualmente le parole – vere o false che siano – di Matteo Renzi, ma sintetizza un concetto con la sensibilità del titolista. Le virgolette usate così sono già loro brutto giornalismo, ma andiamo avanti.


Gia in mattinata, con una nota ufficiale, Palazzo Chigi smentisce La Stampa: frase volgare ed assurda, dice. Povero titolista, penso io.





A questo punto eccoci: siamo al bivio fra digitale e analogico. Non so cosa farà La Stampa cartacea domani, se dovessi fare delle ipotesi direi che potrà fare tre cose: dimenticare la notizia, pubblicare una breve rettifica, argomentare sul tema, spiegare l’accaduto magari difendendo le proprie fonti.

Nel frattempo però la versione digitale de La Stampa quelle scelte le ha già dovute fare.

In questi casi normalmente i siti dei giornali seri fanno un edit alla pagina web, in questo caso sarebbe stato necessario un edit molto grosso, e chiedono scusa (oppure non chiedono scusa ma difendono le proprie posizioni). A La Stampa hanno deciso diversamente e la pagina con il pezzo incriminato è stata semplicemente cancellata. Era qui, ora la potete trovare nella cache di Google.


Non si tratta di una buona idea, molti link su Facebook e su Twitter puntano a quella pagina e continueranno a sottolineare quel 404, ma il desiderio di rimozione (in entrambi i sensi) evidentemente a Torino era molto forte. Talmente forte che in un altro articolo minestrone sulla giornata politica odierna La Stampa dà conto dell’episodio con queste parole:

La Stampa insomma dà spazio alla smentita di Renzi ma sceglie di non spiegare ai propri lettori che quella smentita è indirizzata ad un loro articolo. Un articolo che loro nel frattempo hanno silenziosamente rimosso dalle loro pagine web.