È domenica pomeriggio. Sto guardando senz’audio l’ultima tappa del Tour de France. Ma non guardo i ciclisti o le ammiraglie che passano, nemmeno il pubblico al bordo della strada. Osservo con molta attenzione la segnaletica orizzontale delle strade ed i giardini delle case inquadrati di tanto in tanto dalle telecamere dell’elicottero.

Avessi avuto vent’anni avrei detto che la Francia è bellissima e molto ben tenuta. Curata con l’amore che si riserva ai propri figli fin nelle linee bianche orizzontali che separano in due una strada di campagna. Ma non ho più quell’età e quella cura, quell’attenzione ai particolari ripresa dall’alto e trasportata di qua dalle Alpi ora mi fa male. Perché vedo il mio Paese, giro un po’ il mondo e faccio il confronto.

Un amministratore di questa cittadina non particolarmente sveglio qualche settimana fa rispondeva pubblicamente ai cittadini inferociti, perché ormai nei giardini pubblici di Forlì alte erbacce invadevano tutto, compresi gli spazi del parco giochi per i bimbi, che certo –stessero tranquilli – il Comune avrebbe provveduto. Ma che c’erano delle priorità e si sarebbe cominciato a tagliare l’erba alta prima lungo il percorso della tappa del Giro d’Italia, per fare bella figura in TV.

La statale che percorro ogni giorno ogni volta che piove si riempie di buche. Ogni volta un vecchio camion arrugginito sporco di catrame porta in giro per quella strada pericolosa due poveri cristi con un badile a riempire i buchi con una specie di pece nera e ghiaia. Rischiano la vita dentro le loro improbabili tute arancione fra le macchine che sfrecciano, spesso sono ragazzi di colore. Se non fosse per questo particolare potrebbe sembrare un film di Comenicini degli anni 60, invece è l’Emilia Romagna del 2015.

Di tanto in tanto le amministrazioni di queste parti ridipingono le strisce pedonali, qualche volta rifanno il manto stradale. Quasi sempre sono lavori casuali, fatti male, con schizzi di bianco ovunque, le impronte della suola del passante, il cemento impazzito che sfugge ovunque. Nessuno se ne cura. Anche qui gli operai maneggiano strani attrezzi antichissimi e fra il puzzo ed il fumo sembra di essere precipitati dentro un documentario sulla Rivoluzione Industriale.



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Nel peggior papocchio urbanistico forlivese degli ultimi anni (la ristrutturazione di viale Bolognesi, uno scempio ambientale ormai noto) qualche genio del Comune ha riprogettato un incrocio con una nuova pista ciclabile (le piste ciclabili stanno all’urbanistica come le stampanti 3D all’innovazione tecnologia). Solo che il flusso delle auto che proseguono verso il centro dopo il semaforo si infila dritto nella ciclabile, in spregio a minimi principi ortogonali. Tuttavia nessuno se ne cura, nessun ingegnere comunale è stato preso a calci in culo. Si naviga a vista.

Non tutto il Paese è così. In piccole zone dell’estremo nord la cura del bene pubblico assomiglia a quella che osservo al Tour de France. Nelle stragrande maggioranza della penisola è molto peggio che qui in Romagna. Se fossimo cretini del tutto potremmo trarne una qualche consolazione.

Tutto questo non è privo di conseguenze. Il brutto è una specie di droga. Crea una assuefazione che è difficile da riconoscere. L’osservazione quotidiana e casuale della mancata cura costruisce una cultura solida e sotterranea che si insinua dentro di noi. E che rende le persone peggiori.

In un Paese con le pezze al culo come il nostro qualcuno dirà che la bellezza e la precisione sono un di più, una cosa da ricchi, un elegante argomento da sollevare una volta risolte le questioni fondamentali.

È una cazzata. Siamo delle brutte persone anche perché il brutto ci circonda e ci governa.

Qualche anno fa il Comune di questa cittadiola rifece i marciapiede qui sotto casa mia. È una via chiusa, con molti cancelli e passi carrabili. Una bella, innocua e silenziosa stradina di poche decine di metri. Vennero una mattina e invece che ricostruire i marciapiede e gli ingressi ai condomini con le loro spallette com’erano prima, gli operai sparsero una lunga colata di cemento grigio in obliqua. Con un colpo solo risolsero tutti i problemi. A parte quelli di chi ha un passeggino e porta i figli a spasso come se fosse di bolina. Telefonammo per protestare per un lavoro tanto malfatto. Ci risposero che non avevano i soldi per farlo meglio.

La bruttezza nei piccoli segni e la sciatteria manifesta di quel marciapiede non sono senza conseguenze. Portano con sé responsabilità che tutte assieme (e sono migliaia ogni giorno) stiamo scaricando sui nostri figli. Sono messaggi silenziosi che finiscono sottopelle. Accettare di vivere in un Paese del genere che sceglie di non aver cura di sé stesso è una maniera come un’altra per dichiarare il proprio fallimento.

E se non lo capite – razza di idioti – non è nemmeno interamente colpa vostra.

30 commenti a “Il brutto sottopelle”

  1. JoJo1973 dice:

    D’accordo su tutto, soprattutto la chiosa.

  2. Emanuele dice:

    Sciatt-Italy
    A proposito di elicottero, 35-40 anni fa Folco Quilici girò una serie di splendidi documentari: “L’Italia vista dal cielo”. Quasi tutte riprese da elicottero. Sarebbe da rifarle oggi negli stessi posti per avere un quadro preciso della devastazione di questo paese.

  3. alberto dice:

    dall’altra parte però dicono la stessa cosa

    http://www.telerama.fr/monde/comment-la-france-est-devenue-moche,52457.php

  4. Signor Smith (ma anche Santi Bailor) dice:

    Oramai ci siamo dimenticati come certe cose dovrebbero (potrebbero) essere. Da troppi anni si è persa la distinzione tra “governare” ed “amministrare”. Lo Stato si “governa”, la Regione, il Comune o la Provincia.. si “amministrano”, si dovrebbe rendere conto di quanto si spende, per che cosa e quale frutto hanno portato qui soldi (che sono dei cittadini, di quelli che pagano le tasse). Da molti anni le elezioni “amministrative” sono diventate delle “politiche bis”, si vota pro o contro qualcuno: Berlusconi, Alemanno, Grillo, Chiamparino… indipendentemente da come l’Ente locale sia stato amministrato. Tanto è stato quasi sempre amministrato male. Siamo nella melma in fondo al barile. E qualcuno ha preso dei badili e sta cominciando a scavare.

  5. Atos dice:

    Concordo su tutto.
    Aggiungo che bollire lentamente nel brutto che esala da incuria e cose malfatte non solo ci degrada ma determina anche comportamenti sempre più aggressivi.
    (Es: La teoria delle finestre rotte e la rinascita di New York)

  6. gregor dice:

    Se oggi è un casino fare una pista ciclabile o costruire con simmetria un paese è solo responsabilità di quei architetti, ingegneri che hanno costruito a caxxo nel 50 e nel 60.

    P.s.

    mantellini non cada nel tranello che ogni paese è meglio del nostro. Sicuramente i Francesi hanno rifatto le strisce prima del Tour. Ogni mondo è paese. :P

  7. ArgiaSbolenfi dice:

    Il romantico muretto di pietra di un vecchio cimitero di campagna deturpato dai loculi in cemento armato che sporgono dietro.

    Il casino che accoglie chi esce dal casello autostradale: selve di cartelli inutili, blocchi di cemento buttati lì per delimitare la sosta degli autocarri, sporcizia

    Il punto più bello per osservare un paesaggio dei nostri appennini lungo una provinciale, oscurato da due enormi segnali di attenzione a strisce bianco nere. Uno dei quali rapidamente divelto dal proprietario di un campo che non riusciva più ad accedervi con il trattore.

    Naturalmente il brutto non è esclusiva degli amministratori pubblici:

    Recinzioni elettrificate attorno i campi ornate da bottiglie di plastica (ovviamente sporche e sgangherate)

    Villette con giardini che includono almeno: finto pozzo, finta fontana con putto, vialetto con finte pietre, finti uccelli sul prato (di erba finta?), finti uccelli sul muro ecc ecc

    Per vedere il brutto bisogna essere stati educati al bello, ma ormai penso che la cecità sia dilagante ed educare al bello in certe aree del paese diventa un’impresa. È una spirale insana di peggioramento continuo.

  8. alessandro dice:

    se poi ti ostini a votare gli stessi che stanno compiendo indisturbati questo beh mettitici nel mezzo

    ah e ora il prob sono gli alberi in corso diaz ovviamente, la priority diciamo

  9. Simone dice:

    Lavoriamo sui figli e sui nipoti e prima dei dieci anni perché dopo è già tardi.

  10. Maurizio Camagna dice:

    @gregor evidentemente è da un po’ che non vai in Francia, oppure in Svizzera, Germania, Austria e persino Spagna, Portogallo… Potrei continuare all’infinito elencando nazioni. Lo strazio che si vede qui altrove, semplicemente, non esiste proprio. La Francia non sarà perfetta (di sicuro fanno troppi figli e se proseguono così fra trent’anni non sapranno più dove metterli e inizierà la devastazione pure da loro) ma rispetto a noi orbitano in un universo differente.

  11. massimo mantellini dice:

    Grazie Argia

  12. ArgiaSbolenfi dice:

    Dimenticavo, e non me ne vogliano i lettori siciliani. Ma da questo punto di vista la Sicilia è un esperienza straniante. Guardi da una parte e vedi cose meravigliose. Ti giri di 180° gradi e ti si presenta l’orrore. Sei nel cortile di una villa meravigliosa, subito dietro il muro si erge un vetusto impianto industriale rugginoso. Girando abbastanza a caso per la regione, una volta arrivato a vedere Gela in lontananza ho fatto inversione. Sì, i telefilm di Montalbano sono una discreta presa in giro. Comunque sarò io che sono ormai segnato, ma ho avuto escursioni macchiate dalla brutteria anche in centri minori della Toscana.

  13. alcuni aneddoti dal futuro degli altri | 27.07.15 | alcuni aneddoti dal mio futuro dice:

    […] Mantellini, “Il brutto sottopelle”: In un Paese con le pezze al culo come il nostro qualcuno dirà che la bellezza e la precisione sono un di più, una cosa da ricchi, un elegante argomento da sollevare una volta risolte le questioni fondamentali. È una cazzata. Siamo delle brutte persone anche perché il brutto ci circonda e ci governa. […]

  14. razza di idiota dice:

    Peggio del brutto c’è l’orrido. Certo ci sono cose che non vanno in questa amministrazione, ma gli altri (compresi molti dei suoi tanti attuali detrattori) mi paiono francamente peggio. (cit. da http://goo.gl/FXC6SZ).
    La colpa vera è di gente come Salvini e Grillo, razzisti e qualunquisti. E se non lo capite – razza di idioti – non è nemmeno interamente colpa vostra.

  15. nonunacosaseria dice:

    sarei anche abbastanza d’accordo, non fosse che talora dietro il Sarei anche abbastanza d’accordo, non fosse che dietro il decoro urbano spesso si cela la pochezza amministrativa.
    Mi spiego meglio con l’esempio della mia città.
    Per alcuni anni abbiamo avuto un’amministrazione parecchio attenta al decoro, all’aiuola sistemata bellina, alla pista ciclabile con il fondo stradale che fa pendant con i monumento, al nuovo sottopasso con i lampioni che guarda te come sono artistici… per tacer dei cimiteri e dell’illuminazione delle tombe (sembra una scemata, ma c’è tutta una fascia di età molto interessata alla questione). Oggi molti miei concittadini rimpiangono l’attivismo e la vivacità di quel sindaco, visto che chi è venuto dopo si muove, al confronto, come un bradipo. Peccato che quel sindaco sia il solito che ha fatto costruire un ospedale in un punto assurdo, che ha fatto un regolamento urbanistico che come esci dal centro storico – dal “salotto buono” – puoi incontrare i peggiori scempi, che in quanto ad altri servizi (scuola, case popolari, integrazioni, politiche culturali e così via) ha fatto zero o quasi.
    Quindi, occhio a non dare troppa importanza a certe opere di breve respiro, per quanto molto visibili e, di conseguenza, popolari.
    Poi c’è un altro aspetto, che è quello che spieghi in fondo: “non ci sono soldi”. È un po’ come certi nobili decaduti, il Conte Mascetti che non ha da mettere insieme il pranzo con la cena, ma non rinuncia a vestirsi in giacca e cravatta e a mantenere una sua dignità formale, esteriore. Per certi aspetti è bene che sia così, per non certificare il proprio fallimento. Però è inutile avere il vestito buono se poi non hai da mangiare. Fuor di metafora, sono il primo a pretendere che il marciapiede sia fatto come si deve, ma – considerami pure nella razza di idioti che non capiscono certe cose ovvie – non trovo giusto che per rifare il marciapiede come si deve si alzi la tariffa dello scuolabus o che a mio figlio a scuola venga servito un pranzo indecente. Perché poi alla fine i soldi a disposizione dei Comuni son quelli e va deciso dove metterli: se li metti in un capitolo, non li metti in quell’altro.

  16. Andrea dice:

    Non è vero!
    L’Italia è il Paese più bello del mondo e offre scorci meravigliosi a chi sa guardare!
    Non mi credete? Ecco la prova: http://www.padaniaclassics.com/

  17. Cisco_75 dice:

    Lavoro all’ufficio tecnico di un comune toscano. Mi occupo di strade, verde pubblico, pubblica illuminazione, segnaletica, toponomastica, ecc.. Sono qui dal 1996. Ricordo che a fine anni ’90 i piani delle opere pubbliche di quegli anni prevedevano l’impegno di circa 40 miliardi di lire/anno. Tutte opere realizzate e soldi spesi (casse di espansione, giardini, strade, chi più ne ha ne metta). Interventi finanziati spesso con contributi a fondo perduto statali.
    Nel 2015 abbiamo un piano delle opere pubbliche di circa 1.2 milioni di euro. Vado avanti? 1.2 milioni di cui circa 800 mila già spesi per far fronte a calamità naturali che abbiamo avuto all’inizio dell’anno (vento, frane ed allagamenti). Vado avanti? finanziamenti pubblici a fondo perduto non ce ne sono più. Qualcosa arriva dalla C.E. ma devi partecipare a bandi di concorso e non è detto di vincerli.
    Abbiamo circa 120 Km di strade da mantenere, a fronte dei 98 Km della fine degli anni ’90. Circa 4.000 punti luce da mantenere (un migliaio in più della fine degli anni ’90). 120 ettari di giardini e parchi in più della fine degli anni ’90, sempre da mantenere. Vado avanti? no, mi fermo qui altrimenti divento noioso se non lo sono già. Secondo voi cosa ci faccio con 400.000 euro? I Comuni sono proprio il fanalino di coda dell’apparato statale. Cosa può fare il Sindaco di un comune in queste condizioni se non cercare di tappare più “buche” possibili? si cerca di tirare a fare più interventi possibili ma la coperta non è corta… non è più una coperta, è diventata un fazzoletto. I soldi c’erano… un tempo. Forse ci sarebbero anche ora. Io guarderei meglio i governanti più che gli amministratori. Si è rubato tanto in Italia. Ma quanto è stato fatto per recuperare quanto rubato?
    Scusa Mante ma sono un tantinello stufo di cittadini che si improvvisano progettisti senza aver la minima idea di come funzioni il sistema.

  18. Carlo M dice:

    Standing ovation. Parola per parola.

  19. Mikel dice:

    “La bellezza,
    è importante la bellezza:
    da quella scende giù tutto il resto.”
    https://youtu.be/EtozJ8MKNss

  20. nonunacosaseria dice:

    ecco, cisco 75 ha scritto in modo molto più appropriato e dettagliato quello che avevo provato a dire nelle ultime righe del mio commento.
    non è più coperta, al massimo un fazzoletto. e con quel fazzoletto si vorrebbe fare la grande bellezza.

  21. Il bello costa - manteblog dice:

    […] qui il commento di di Cisco_75 al mio post di qualche giorno fa. Aggiunge un elemento […]

  22. Levin dice:

    vivo a Parigi sono vissuta in Italia durante quasi 25 anni. Posso dirvi soltanto: BRAVO BRAVO BRAVO E ANCORA BRAVO!!!

  23. Ale.dagdalgas dice:

    Ottimo articolo condivido in pieno. Mi preme comunque dire che:
    I primi colpevi siamo TUTTI noi. Non diamo sempre e solo colpa alle amministrazioni. Le amministrazioni siamo noi.
    Siamo i PRIMI colpevoli quando sporchiamo, quando non puliamo dalle semplici foglie o dalla neve il vialetto davanti a casa, quando ignoriamo un ramo caduto, un pacchetto di sigarette (o peggio una bottiglia di plastica) buttata per terra. Troppo semplice dare sempre la colpa agli altri. Qualcuno pulirà, qualcuno sistemerà…
    Pensiamoci noi per primi. Prendiamoci cura del nostro vialetto, giardino, pianerottolo, del cortile, marciapiede, fosso o di qualsiasi altra cosa che abbiam davanti (e dietro) a casa. Ci vuole tempo e denaro per sistemare le proprie cose, ma basta rinunciare ad un’apericena (neologismo horror) ogni tanto … Una buona conservazione aiuta una buona manutenzione.
    Per quanto riguarda buche e piani regolatori… Beh… Se in tanti non si accorgono della differenza tra una cartaccia ed un fiore lungo la strada… beh… non aspettiamoci che nei progetti il senso estetico sia anteposto a meri interessi privati ed a necessità di cassa dei comuni.

  24. Ana Lia Levin dice:

    Io penso che ci sono due dossier. Quello che fa l’amministrazione pubblica e una imaginé identificatoria per i cittadini. Mi fa piacere vedere le strade pulite e le rotonde fiorite con gusto. Non mi verrebbe in mente di sporcare ne di strappare i fiori. Questo è quello che fanno i cittadini che si sentono degni e rispettatii .

  25. Atos dice:

    @Ale dagdalgas, hai ragione.
    Bologna, la mia amata città, ha dei bottegai (non tutti per fortuna) che escono dal loro bel negozietto a fumarsi una paglia che poi tirano per terra proprio davanti al loro ingresso : tanto c’è chi pulisce, poi se chi pulisce non passa, fanno pure gli indignati, perché loro pagano tasse “ecchecazzo”.
    Firmato un ex bottegaio degli anni 80 che non solo spazzava davanti ma anche parti della via, insieme ad altri commercianti, ognuno in pezzo: ed era sempre tutto in ordine, anche con la neve.

  26. Damiano dice:

    https://www.youtube.com/watch?v=b5cZlvjssNI

  27. Damiano dice:

    “I 100 passi”, monologo sulla bellezza

    https://www.youtube.com/watch?v=b5cZlvjssNI

  28. nick dice:

    Questo post sembra scritto da Vittorio Sgarbi, e infatti quando Sgarbi parla di queste cose e del bello lo approvo pienamente. Il bello è aspetto fondamentale per curare e guarire un paese.

  29. Elena dice:

    Grazie. Concordo in pieno. E mi conforta sapere che non sono sola, spero altrettanto per lei. Di pochi giorni fa questo mio post su Roma https://www.facebook.com/elena.viscusi/posts/919637478074946

  30. levin dice:

    il bello è quello fato bene.