Stavolta mi sa che ha toppato. Lei, non Eco. E’ innegabile che nell’era pre-internet le informazioni fossero più difficili da ottenere, ma le fonti fossero più certificate. Oggi è l’esatto contrario, ottenere un’informazione è alla portata di un bimbo di cinque anni con uno smartphone, peccato che se manca il filtro sull’attendibilità delle fonti (dato in genere da cultura personale e logica) uno può credere a quello che _vuole_ credere.
Puttanate galattiche come le scie chimiche, i complotti da 11/9, i vaccini, il gluten free eccetera stanno avendo la diffusione massima perchè gli imbecilli oggi hanno praticamente la stessa opportunità di parlare dei dottori.
Non che prima non esistessero i coglioni, però difficilmente Science ti avrebbe pubblicato un articolo su come curare il cancro col bicarbonato e la dieta vegana crudista. Oggi apri un blog, dai qualche soldino a Big G e se la tua puttanata è abbastanza fatta bene sei diventato un idolo.
Non sto dicendo che fosse meglio prima, non ho un’opinione in merito, personalmente l’esistenza di Internet ha portato solo benefici alla mia cultura e alla mia conoscenza. Però mi rendo conto che intorno a me adesso sono tutti dottori. In cazzi canditi, chiaramente.
«E’ innegabile che nell’era pre-internet le informazioni fossero più difficili da ottenere, ma le fonti fossero più certificate.»
Fossimo su Wikipedia, aggiungerei immediatamente come minimo {{citazione necessaria}}.
Certo, le informazioni erano più difficili da ottenere, ma qual era la certificazione? Vediamo qualche esempio. Per duemila anni si è seguita la fisica di Aristotele. Abbiamo poi avuto teorie scientifiche certificate come quella del flogisto e della generazione spontanea. Non parliamo della storia, dove un qualunque autore ben pagato dal suo mecenate poteva “certificare” i buoni e i cattivi a suo piacimento.
Le puttanate galattiche ci sono sempre state, tutti erano dottori in cazzi canditi; la differenza è che adesso abbiamo puttanate galattiche globalizzate, tutto qua.
@.mau.
il libri di storia erano scritti da storici. E quando avvenivano episodi di revisionismo (ci sono sempre stati: un libro di storia dell’800 avrà descritto la colonizzazione delle americhe in un modo diverso da uno del 1980) erano studiosi che prendevano in mano i documenti dell’epoca, li analizzavano e reinterpretavano i fatti.
La stessa cosa per la scienza e la medicina: la freccia non cadeva per l’horror vacui, poi a qualcuno è venuto in mente il principio di inerzia.
Esisteva sempre una comunità di esperti, che poteva pure toppare di brutto, che poteva avere il tizio pagato dal mecenate, che poteva stabilire la verità basandosi su dati empirici incompleti, ma nulla di paragonabile alla possibilità del _singolo_ di avere un palcoscenico mondiale per raccontare a tutti che l’uomo era vegetariano, e che le incisioni rupestri che sembrano raffigurare scene di caccia in realtà erano partite di golf con l’amico cervo.
Badi bene: non ho affermato che le fonti erano sicure, ho usato il termine ‘più’ davanti a ‘certificate’.
“la differenza è che adesso abbiamo puttanate galattiche globalizzate, tutto qua.”
E’ appunto quello che ho detto io (e che credo intendesse Eco). E’ cambiato il mezzo, che ha una diffusione capillare e porta un sacco di imbecilli a dare retta ad altri imbecilli. Sicuramente nel villaggio di Caprarola la santona del paese curava la sifilide con gli impacchi di camomilla. Però la cosa finiva nei dintorni di Caprarola.
Si legga due numeri sul ritorno delle malattie infantili causato dai coglioni che non vaccinano i figli. La giraffa aveva il collo lungo perchè lo desiderava ardentemente. Poi è passato Darwin. Ecco, quello che sta succedendo ora è che tanti imbecilli stanno rispolverando Lamarck. Finchè lo fanno con le scie chimiche, mi fanno tenerezza. Quando mettono a repentaglio la salute pubblica, mi fanno incazzare.
Se vuoi mettere in dubbio la teoria ufficiale benissimo, la scienza non sarebbe cresciuta se ci fossimo fermati ad Aristotele. Ma Newton non faceva il panettiere di mestiere e aggiornava il blog tutte le sere.
Il problema che alcuni vecchi tromboni hanno con internet credo sia di tipo emotivo e personale. Deve fare rabbia per chi in epoca pre-internet si considerava un’intellettuale degno di attenzione non avere più una posizione di preminenza, perché chiunque può usare Google come oracolo invece che chiedere a lui.
Che prima gli imbecilli non avessero un palcoscenico mondiale e invece ora sì è una banalità, ma focalizzarsi su questo quando lo stesso strumento ti mette a disposizione una miriade di meraviglie vuol dire non centrare il punto.
La “cultura vera” viene ancora fatta da specialisti che pubblicano lavori su riviste peer reviewed, che definiscono gli sviluppi tecnologici, economici, etc. Il problema che una grande massa di persone sia totalmente all’oscuro di questa cultura non ha molto a che vedere con Internet (che invece potrebbe essere proprio un soluzione per colmare il gap), ma è causato da sistemi di istruzione vecchi, stanchi, rigidi, da tare culturali incompatibili con la modernità, dall’intrinseca difficoltà di affrontare argomenti impegnativi, etc.
Eco non ha tutti i torti quando parla della rilevanza dello Scemo del Villaggio.
Nell’era pre-internet il complottista era in netta minoranza nella sua comunita’: esponeva le sue teorie al bar, ma la gente non lo prendeva sul serio. Qualcuno piu’ ingenuo lo ascoltava per un po’, ma c’era un filtro sociale che limitava il proselitismo.
Il complottista era solo, magari nelle grandi citta’ si riusciva a mettere su un gruppetto ed avere piu’ presa.
Nell’era di internet il complottista non va al bar, si collega al PC e interagisce facilmente con altri complottisti da tutto il mondo. Non c’e’ piu’ il filtro sociale di prima: a differenza del bar, in questa ‘sezione’ di internet sono tutti d’accordo sulle teorie piu’ strane. 9/11 inside job, gli alieni sono tra noi e stanno conquistando i posti del potere.
E’ una cassa di risonanza, ognuno conferma la tesi dell’altro.
Una persona ingenua puo’ facilmente aggregarsi, non essendoci piu’ alcun elemento di dissenso.
Mi vengono i mente certi discorsi sui pastori che devono guidare le pecore perché le pecore da sole vanno verso la rovina. Dov’è che lo avevo letto una volta? Ah si, Il nome della rosa.
E’ interessante come la maggioranza dei commentatori abbia completamente decontestualizzato il discorso di Eco, avvalorando la sua tesi e candidandosi contemporaneamente al ruolo di “imbecille”. :D
@stefano: il problema non è “mettere in dubbio la teoria ufficiale”. Ricordo che siamo partiti da «nell’era pre-internet […] le fonti fossero più certificate.» Esempio stupido: la teoria newtoniana va perfettamente bene negli ambiti di tutti i giorni, anche se alle alte velocità diventa errata ed è stata quindi sostituita dalla teoria della relatività. Come fonte, insomma, i Principia Mathematica è perfettamente valida.
Già il fatto di reinterpretare i fatti significa che l’interpretazione comune fino a quel tempo non era quella corretta, anche nel caso i fatti lo fossero, no? Quindi non è che le fonti fossero più certificate.
(sul ritorno delle malattie infantili causato dai coglioni che non vaccinano i figli ne ho già scritto in altra sede dal punto di vista matematico)
Ribadisco: il problema non è internet. Il problema è che, internet o non internet, la gente non è in grado di usare il senso critico. Diciamo che un tempo la maggior parte della gente non aveva tempo di pensare ad altro che non a sopravvivere, ma questa deriva è nata almeno mezzo secolo fa.
.mau.
mah. Non ne sono così convinto. Un tempo se avevi un malanno andavi dal medico (fonte certificata, anche se ovviamente i medici sbagliano pure loro), al massimo chiedevi consiglio a tuocuggino. Adesso in tanti prima si fanno le autodiagnosi sui forum.
Cioè, io un Diprè nel 1950 proprio non riesco ad immaginarmelo, sebbene l’aria fritta esista dal tempo dei babilonesi.
@Stefano / @Procellaria – stavo per rispondere a Stefano sul parallelo tra la diffusione di Internet e “il ritorno delle malattie infantili causato dai coglioni che non vaccinano i figli”, ma ero talmente sconcertato dalla tesi da non trovare le parole (a parte “coglione”, ma di solito preferisco non usare certi termini) … poi ho letto l’editoriale capolavoro di “Procellaria”: grazie, lo sottoscrivo per intero, anche se il primo paragrafo è letteralmente stupendo; di mio aggiungo che da quel versante (Espresso/Repubblica) qualsiasi commento arriva viziato dall’odio per un fenomeno tecnologico che presto li manderà tutti a mangiare alla Caritas
Ma il signore, non potrebbe limitarsi a cercare cose più pruriginose in formato avi, cosa che non poteva altrettanto facilmente sfogliando i polverosi tomi dei suoi tempi migliori?
Giugno 11th, 2015 at 22:41
Stavolta mi sa che ha toppato. Lei, non Eco. E’ innegabile che nell’era pre-internet le informazioni fossero più difficili da ottenere, ma le fonti fossero più certificate. Oggi è l’esatto contrario, ottenere un’informazione è alla portata di un bimbo di cinque anni con uno smartphone, peccato che se manca il filtro sull’attendibilità delle fonti (dato in genere da cultura personale e logica) uno può credere a quello che _vuole_ credere.
Puttanate galattiche come le scie chimiche, i complotti da 11/9, i vaccini, il gluten free eccetera stanno avendo la diffusione massima perchè gli imbecilli oggi hanno praticamente la stessa opportunità di parlare dei dottori.
Non che prima non esistessero i coglioni, però difficilmente Science ti avrebbe pubblicato un articolo su come curare il cancro col bicarbonato e la dieta vegana crudista. Oggi apri un blog, dai qualche soldino a Big G e se la tua puttanata è abbastanza fatta bene sei diventato un idolo.
Non sto dicendo che fosse meglio prima, non ho un’opinione in merito, personalmente l’esistenza di Internet ha portato solo benefici alla mia cultura e alla mia conoscenza. Però mi rendo conto che intorno a me adesso sono tutti dottori. In cazzi canditi, chiaramente.
Giugno 11th, 2015 at 23:07
«E’ innegabile che nell’era pre-internet le informazioni fossero più difficili da ottenere, ma le fonti fossero più certificate.»
Fossimo su Wikipedia, aggiungerei immediatamente come minimo {{citazione necessaria}}.
Certo, le informazioni erano più difficili da ottenere, ma qual era la certificazione? Vediamo qualche esempio. Per duemila anni si è seguita la fisica di Aristotele. Abbiamo poi avuto teorie scientifiche certificate come quella del flogisto e della generazione spontanea. Non parliamo della storia, dove un qualunque autore ben pagato dal suo mecenate poteva “certificare” i buoni e i cattivi a suo piacimento.
Le puttanate galattiche ci sono sempre state, tutti erano dottori in cazzi canditi; la differenza è che adesso abbiamo puttanate galattiche globalizzate, tutto qua.
Giugno 11th, 2015 at 23:41
Science non so, ma Lancet ha pubblicato un articolo su come il vaccino trivalente causi l’autismo.
Solo che Eco (e non solo), senza internet, non se n’è accorto.
Giugno 11th, 2015 at 23:42
@.mau.
il libri di storia erano scritti da storici. E quando avvenivano episodi di revisionismo (ci sono sempre stati: un libro di storia dell’800 avrà descritto la colonizzazione delle americhe in un modo diverso da uno del 1980) erano studiosi che prendevano in mano i documenti dell’epoca, li analizzavano e reinterpretavano i fatti.
La stessa cosa per la scienza e la medicina: la freccia non cadeva per l’horror vacui, poi a qualcuno è venuto in mente il principio di inerzia.
Esisteva sempre una comunità di esperti, che poteva pure toppare di brutto, che poteva avere il tizio pagato dal mecenate, che poteva stabilire la verità basandosi su dati empirici incompleti, ma nulla di paragonabile alla possibilità del _singolo_ di avere un palcoscenico mondiale per raccontare a tutti che l’uomo era vegetariano, e che le incisioni rupestri che sembrano raffigurare scene di caccia in realtà erano partite di golf con l’amico cervo.
Badi bene: non ho affermato che le fonti erano sicure, ho usato il termine ‘più’ davanti a ‘certificate’.
“la differenza è che adesso abbiamo puttanate galattiche globalizzate, tutto qua.”
E’ appunto quello che ho detto io (e che credo intendesse Eco). E’ cambiato il mezzo, che ha una diffusione capillare e porta un sacco di imbecilli a dare retta ad altri imbecilli. Sicuramente nel villaggio di Caprarola la santona del paese curava la sifilide con gli impacchi di camomilla. Però la cosa finiva nei dintorni di Caprarola.
Si legga due numeri sul ritorno delle malattie infantili causato dai coglioni che non vaccinano i figli. La giraffa aveva il collo lungo perchè lo desiderava ardentemente. Poi è passato Darwin. Ecco, quello che sta succedendo ora è che tanti imbecilli stanno rispolverando Lamarck. Finchè lo fanno con le scie chimiche, mi fanno tenerezza. Quando mettono a repentaglio la salute pubblica, mi fanno incazzare.
Se vuoi mettere in dubbio la teoria ufficiale benissimo, la scienza non sarebbe cresciuta se ci fossimo fermati ad Aristotele. Ma Newton non faceva il panettiere di mestiere e aggiornava il blog tutte le sere.
Giugno 12th, 2015 at 08:08
Il problema che alcuni vecchi tromboni hanno con internet credo sia di tipo emotivo e personale. Deve fare rabbia per chi in epoca pre-internet si considerava un’intellettuale degno di attenzione non avere più una posizione di preminenza, perché chiunque può usare Google come oracolo invece che chiedere a lui.
Che prima gli imbecilli non avessero un palcoscenico mondiale e invece ora sì è una banalità, ma focalizzarsi su questo quando lo stesso strumento ti mette a disposizione una miriade di meraviglie vuol dire non centrare il punto.
La “cultura vera” viene ancora fatta da specialisti che pubblicano lavori su riviste peer reviewed, che definiscono gli sviluppi tecnologici, economici, etc. Il problema che una grande massa di persone sia totalmente all’oscuro di questa cultura non ha molto a che vedere con Internet (che invece potrebbe essere proprio un soluzione per colmare il gap), ma è causato da sistemi di istruzione vecchi, stanchi, rigidi, da tare culturali incompatibili con la modernità, dall’intrinseca difficoltà di affrontare argomenti impegnativi, etc.
Giugno 12th, 2015 at 10:04
Eco non ha tutti i torti quando parla della rilevanza dello Scemo del Villaggio.
Nell’era pre-internet il complottista era in netta minoranza nella sua comunita’: esponeva le sue teorie al bar, ma la gente non lo prendeva sul serio. Qualcuno piu’ ingenuo lo ascoltava per un po’, ma c’era un filtro sociale che limitava il proselitismo.
Il complottista era solo, magari nelle grandi citta’ si riusciva a mettere su un gruppetto ed avere piu’ presa.
Nell’era di internet il complottista non va al bar, si collega al PC e interagisce facilmente con altri complottisti da tutto il mondo. Non c’e’ piu’ il filtro sociale di prima: a differenza del bar, in questa ‘sezione’ di internet sono tutti d’accordo sulle teorie piu’ strane. 9/11 inside job, gli alieni sono tra noi e stanno conquistando i posti del potere.
E’ una cassa di risonanza, ognuno conferma la tesi dell’altro.
Una persona ingenua puo’ facilmente aggregarsi, non essendoci piu’ alcun elemento di dissenso.
Giugno 12th, 2015 at 10:09
Mi vengono i mente certi discorsi sui pastori che devono guidare le pecore perché le pecore da sole vanno verso la rovina. Dov’è che lo avevo letto una volta? Ah si, Il nome della rosa.
Giugno 12th, 2015 at 11:28
E’ interessante come la maggioranza dei commentatori abbia completamente decontestualizzato il discorso di Eco, avvalorando la sua tesi e candidandosi contemporaneamente al ruolo di “imbecille”. :D
Giugno 12th, 2015 at 11:45
@stefano: il problema non è “mettere in dubbio la teoria ufficiale”. Ricordo che siamo partiti da «nell’era pre-internet […] le fonti fossero più certificate.» Esempio stupido: la teoria newtoniana va perfettamente bene negli ambiti di tutti i giorni, anche se alle alte velocità diventa errata ed è stata quindi sostituita dalla teoria della relatività. Come fonte, insomma, i Principia Mathematica è perfettamente valida.
Già il fatto di reinterpretare i fatti significa che l’interpretazione comune fino a quel tempo non era quella corretta, anche nel caso i fatti lo fossero, no? Quindi non è che le fonti fossero più certificate.
(sul ritorno delle malattie infantili causato dai coglioni che non vaccinano i figli ne ho già scritto in altra sede dal punto di vista matematico)
Ribadisco: il problema non è internet. Il problema è che, internet o non internet, la gente non è in grado di usare il senso critico. Diciamo che un tempo la maggior parte della gente non aveva tempo di pensare ad altro che non a sopravvivere, ma questa deriva è nata almeno mezzo secolo fa.
Giugno 12th, 2015 at 12:22
.mau.
mah. Non ne sono così convinto. Un tempo se avevi un malanno andavi dal medico (fonte certificata, anche se ovviamente i medici sbagliano pure loro), al massimo chiedevi consiglio a tuocuggino. Adesso in tanti prima si fanno le autodiagnosi sui forum.
Cioè, io un Diprè nel 1950 proprio non riesco ad immaginarmelo, sebbene l’aria fritta esista dal tempo dei babilonesi.
Giugno 12th, 2015 at 13:35
Hai statistiche su quanti un tempo (?) si rivolgevano al lorocuggino o alle vicine di casa rispetto a quanti oggi si fanno autodiagnosi sui forum?
Giugno 12th, 2015 at 16:10
@stefano: secondo me i miocuggino (o meglio il sapientone del paese) erano molto più quotati del medico
Giugno 13th, 2015 at 20:02
@Stefano / @Procellaria – stavo per rispondere a Stefano sul parallelo tra la diffusione di Internet e “il ritorno delle malattie infantili causato dai coglioni che non vaccinano i figli”, ma ero talmente sconcertato dalla tesi da non trovare le parole (a parte “coglione”, ma di solito preferisco non usare certi termini) … poi ho letto l’editoriale capolavoro di “Procellaria”: grazie, lo sottoscrivo per intero, anche se il primo paragrafo è letteralmente stupendo; di mio aggiungo che da quel versante (Espresso/Repubblica) qualsiasi commento arriva viziato dall’odio per un fenomeno tecnologico che presto li manderà tutti a mangiare alla Caritas
Giugno 16th, 2015 at 12:52
Ma il signore, non potrebbe limitarsi a cercare cose più pruriginose in formato avi, cosa che non poteva altrettanto facilmente sfogliando i polverosi tomi dei suoi tempi migliori?