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Nitto Palma ha querelato Andrea. Qui i fatti. Non c’è molto da commentare. I colleghi di Andrea stanno raccogliendo i soldi. A me Nitto Palma e i suoi modi non piacciono. Io ho appena dato una mano a Andrea anche se non lo conosco.

11 commenti a “#tuttipossonosbagliare”

  1. Wilson dice:

    La cosa orribile è che chi ha un editore alle spalle (ad esempio Sallusti), può permettersi di scrivere il falso e rifiutare ogni rettifica per anni senza nessuna conseguenza di rilievo, mentre un giornalista agli inizi si ritrova a pagare una cifra per lui proibitiva nonostante la pronta rettifica.

    Questa per me si chiama censura. Proprio di quella brutta, che permette ogni nefandezza a chi sta nel sistema e scaccia con violenza e intimidazioni gli indipendenti.

  2. Giulio Mozzi dice:

    Anch’io ho dato una mano ad Andrea.

  3. #tuttipossonosbagliare - Crowdfunding, terza rendicontazione, rassegna stampa e FAQ | Alberto Puliafito dice:

    […] Hanno parlato dell’iniziativa: – Debora Aru su Articolo 21 – Andrea Coccia sul suo blog per L’Inkiesta – Kento sul suo blog per Il Fatto Quotidiano – Carmine Saviano sul suo blog per Repubblica (che è finito anche in homepage del quotidiano online) – Massimo Mantellini sul suo blog […]

  4. Daniele Minotti dice:

    8.000 euro sono pochini per una diffamazione di quel genere (e non intendo minimamente entrare nel merito), probabilmente si tratta di spese legali che Palma non ci vuole rimettere.

  5. Unit dice:

    Mi unisco a Minotti. Con quella cifra ci paghi le sole spese legali.

    Inoltre hai a che fare con la reputazione delle persone, devi fare attenzione e se vuoi essere un professionista ti devi comportare come tale.

    Non credo che #tuttipossonosbagliare avrebbe lo stesso seguito se a sbagliare fosse stato un chirurgo alle prime armi o un giovane ingegnere costruttore di ponti.

  6. EDC dice:

    Tutti possono sbagliare, poi se ne pagano le conseguenze. O viviamo davvero nel paese dove nessuno mai è responsabile delle sue azioni?

  7. diamonds dice:

    Chissa` se esiste un`assicurazione come quella che copre i chirurghi quando segano l`osso sbagliato o i giudici che condannano un innocente

  8. Pier Luigi Tolardo dice:

    Daro’ anch’io qualcosa, tutti possiamo sbagliare.

  9. Giulio Mozzi dice:

    Ma: una richiesta di rettifica non costava nulla.

    Mi ricordo vagamente una cosa, e allora vado a controllare in Wikipedia. C’è una voce su Nitto Palma. Leggo:

    “Nel 2002 è stato promotore di un emendamento per reintrodurre l’immunità parlamentare: con la norma si proponeva che i processi a carico dei parlamentari venissero sospesi fino al termine del loro mandato”.

    L’emendamento poi venne ritirato, ma già il tentativo mostra quale sia il concetto di “giustizia uguale per tutti” proprio di quest’uomo, che è stato pure ministro della Giustizia.

  10. Wilson dice:

    Il paragone col costruttore di ponti o il chirurgo non regge: il giornalista può pubblicare la rettifica, mentre gli errori di questi due sono definitivi.
    Chi sbaglia, prima di pagare, deve avere la possibilità di ridurre il danno.
    Se Palma ha avuto le spese legali è perché ha scelto la rissa invece della riparazione, questo comportamento è dannoso per la comunità e la legge dovrebbe punirlo.
    Solo in presenza di un rifiuto, da parte di chi “ha sbagliato”, alla richiesta di correggere l’errore (quando è possibile, come in questo caso) dovrebbe essere lecito chiedere un risarcimento (e se il rifiuto diventasse reiterato, dovrebbe essere previsto anche il carcere).

  11. Daniele Minotti dice:

    Io, per esperienza professionale, posso dire che le rettifiche non le chiede quasi nessuno, preferiscono sparare querele. Ed avrei una bella lista di personaggi di destra e di sinistra, ma mi vincola la deontologia.