La faccenda del canone Rai è uno dei molti esempi possibili del fatto che questo Paese non solo non ce la fa (come credo sia evidente ai più) ma che, se escludiamo l’ipotesi di ripopolarlo con specie nordiche dopo l’esplosione di un ordigno al neutrino, non ce la potrà fare nemmeno in futuro. Ecco alcuni punti:

Il canone Rai è evaso da un numero ampio di cittadini. Stime del Sole24ore del 2013 dicono 44% della popolazione (in largo aumento rispetto agli anni precedenti).

Il canone Rai – come molti altri oneri a carico dei cittadini – spacca il Paese. Al sud ci sono tassi di evasione del 95%.

Il canone Rai, come è evidente da tentativi grossolani effettuati negli ultimi anni, non può più essere associato all’oggetto TV. Perchè come è nell’ordine delle cose moltissime persone oggi guardano la TV altrove (PC, tablet, smartphone, console). Trattare i terminali elettronici come fossero TV è una idiozia del secolo scorso che crea un doppio danno. Aumenta lo spettro di inapplicabilità, va a gravare su pezzi di tecnologia che dovrebbero garantire la nostra crescita culturale.

Il canone Rai è stato negli anni oggetto di contrapposizione politica con ripetuti inviti a non pagarlo da parte di partiti di governo. Il che ha due aspetti rivelatori sul populismo nostrano: il controllore non si cura di invitare alla diserzione di una norma dello Stato. Il controllore spara sui suoi stessi zebedei visto che la Rai è il suo più rilevante microfono politico.

La Rai è una azienda inefficiente, ipertrofica, con troppi dirigenti pagati troppo (leggetevi questo report di lavoce.info se volete farvi il sangue amaro). Che non esita a farsi oggetto autonomo (come quasi tutti, in un Paese perduto) e a far ricorso verso una scelta di economia aziendale decisa dall’editore. Commovente una intervista a Repubblica di qualche giorno fa di Benedetta Tobagi (membro del CDA) che avvisava la sua indisponibilità a piegarsi alle richieste del padrone. “Il padrun” diceva la povera Benedetta.

La Rai è una TV pubblica che dovrebbe funzionare con i soldi dei ciitadini e che invece scarica sui cittadini gli oneri della TV commerciale generalista. E nonostante questo offre un servizio di qualità modestissima. Continua poi ad essere dominata dalla politica. Che nomina il CDA, il Presidente, il Direttore Generale e soprattutto gli organi di controllo (Vigilanza, Agcom). Sarebbe normale per un soggetto pubblico, non lo è per un soggetto misto pubblico privato.

La Rai è una azienda che per i piccoli calcoli di bottega elimina i suoi archivi da Youtube per segnare la propria distanza ideologica da Google fregandosene degli interessi dei cittadini che la finanziano. In pratica diventa soggetto pubblico o privato a seconda delle convenienze del momento. Chissà se a Benedetta Tobagi questo piace.

Ora il governo ha intenzione di cambiare. Sono vent’anni che i governi dicono che cambieranno la Rai e faranno un passo indietro. Non è mai successo. Si inizierà dal canone, il rischio concreto è che si finisca lì. Trovare un’altra maniera per finanziare la TV di Stato è sacrosanto ed inevitabile per le ragioni di cui dicevo poco fa. I furbetti, anche in questo caso la maggioranza silenziosa di questo Paese che avvelena le falde da decenni, saranno contrari ed eccepiranno con convincenti argomentazioni. Ed il rischio che non se ne faccia nulla anche in questo caso è molto forte.

Solo che il canone Rai è già oggi fra i più bassi d’Europa e ora i rumors dicono che sarà dimezzato. E questo forse ridurrà l’iniquità ma difficilmente porterà soldi freschi.

Contemporaneamente la TV di Stato non può rimanere il giardinetto per pensionati che è ora. Cristallizzata come un eterno Festival di Sanremo che va in onda sempre uguale a tutte le ore. E questo è indipendente dal modello di business che la sostiene ma è in relazione a questioni di ben maggiore sostanza. Come ad esempio che il fatto di essere un Paese perduto. Già lo sappiamo è vero, ma non è bello che ci sia qualcuno che ogni volta che accendo la TV sia lì a ricordarmelo.



42 commenti a “La Rai: uno di noi”

  1. Dino Sani dice:

    Beh la soluzione democratica sarebbe semplice: tassare il segnale e non l’apparecchio. Se vedo la tv pubblica pago. Punto.
    Tutte le altre sono coercizioni che impongono il pagamento di un servizio pubblico anche a chi non ne usufruisce. Inserirlo nella bolletta elettrica porterà numerose contestazioni, perché utilizzare una linea elettrica non corrisponde ad avere e utilizzare un televisore e tantomeno vedere la rai.
    Se devono farci finanziare il loro megafono e i dirigenti congli stipendi che il report de la voce ci racconta bene, lo dovranno fare con una tassa generica, da riversare sulla rai.
    Ma come dovrebbe essere lo sappiamo tutti, dimezzare il personale via i dirigenti, un solo canale, senza pubblicità , che sia vero servizio pubblico. Ma per fare tutto questo prima dovremmo eliminare i partiti che hanno trasformato la rai in quell’oggetto inutile e costoso che è adesso. Ah quello si è il regno dell’incompetenza, per riprendere il post su Landini….

  2. biagio dice:

    Far pagare il canone a tutti?
    Sì, ma solo a due condizioni (almeno): 1) che la Rai perda la pubblicità (perché sarebbe anche ora di finirla con la botte piena e la moglie ubriaca); 2) che la qualità dei programmi aumenti significativamente, perché, francamente, pagare il canone per Uno mattina, la Vita in diretta, San Remo o Chi l’ha visto è un’oscenità pura e semplice.
    Ciò detto, a me il canone com’è adesso – tassa di possesso sul televisore – pare una bestemmia giuridica. Se è una tassa sul possesso, non capisco perché una parte del gettito debba andare solo alla Rai, dato che io col medesimo apparecchio vedo anche anche tutti gli altri canali. Qualcuno mi illumini.

  3. lumaca dice:

    Ordigno al neutrone.. i neutrini non farebbero molti danni.

  4. massimo mantellini dice:

    @lumaca, accipicchia grazie (volevo fare meno danni forse)

  5. sandrino dice:

    ho cercato di scrivere tutto in un commento ma lo stai bellamente censurando, obbligando a scrivere tweet ambigui come primavere arabe. la censura c’è eccome. Ti informo comunque che lo pubblicherò comunque anche su altro sito collegando il tuo post

  6. sandrino dice:

    sai di avere la coscienza sporca, monopolio del mezzo e controllo sui contenuti informativi, un solo governo a capo di tre reti, il resto (dai furbetti, all’aziendalismo che funziona male..) è un pretesto

  7. massimo mantellini dice:

    @sandrino dici quella sequenza di commenti in cui cambi ogni volta nome, usi email finte e IP differenti e nei quali mi dai del fascista e del tracotante amico di Pinochet? Mi spiace ma è l’antispam che li blocca (e certo io non vedo ragione per pubblicarli). In ogni caso questo blog ha una policy che se vuoi puoi leggere. Detto questo ti autorizzo a pubblicarli altrove e linkarli a questo blog.

  8. Andrea61 dice:

    Eppure basterebbe privatizzare due reti e lasciarne solo una di vero servizio pubblico; sai che risparmi ?

  9. Andrea Rosellini dice:

    E quindi, il prossimo anno, mi toccherà pure pagare il canone per una TV che né possiedo né uso, dopo che già quest’anno m’è toccato perdere e nervi e ore preziose per scrivere una mezza dozzina di volte alle AdE per conto della RAI per spiegarle come e perché quest’anno non ho più un televisore e conseguentemente mi rifiuto di pagare qualsivoglia canone?(ho semplicemente disdetto un contratto di locazione per appartamento ammobiliato, e la tv è restata nell’appartamento sfittato. giusto per farsi due “risate”: in ultima istanza – da me lasciata inevasa – la RAI ha promesso di lasciarmi in pace a patto le procurassi una dichiarazione scritta del mio ex padrone di casa in cui lui garantiva di pagare di lì in poi il canone per l’apparecchio televisivo).
    Niente ordigni, ma il sano augurio di un po’ di peste che li colga in ordine di responsabilità.

  10. Emanuele dice:

    A quanto ne sapevo il canone non è affatto associato al televisore ma a qualsiasi apparecchio atto a ricevere il segnale televisivo.

  11. Cagnolina Bagnata dice:

    In teoria è semplice, bisognerebbe abolire il canone e privatizzare la RAI. Così che se il servizio non mi soddisfa e non se fruisco, che almeno non gravi sulle mie tasche.
    Ma la RAI è necessaria allo Stato perché è il mezzo principale, insieme alla scuola pubblica, per imprimere nelle menti l’idea dell’Italia, cioè che l’Italia esista, che sia inevitabile, un buon posto dove vivere, che esista una comunità di italiani, con una cultura in comune, etc. Insomma serve per creare una realtà intersoggettiva in grado di reggere lo Stato. Senza il conformismo costruito da scuola e televisione, ci sarebbe il pericolo che ogni individuo inizi a crearsi una realtà immaginata propria, incompatibile con l’esistenza di uno Stato.
    In questo senso, internet è fumo neglio occhi per lo Stato.

  12. massimo mantellini dice:

    @Emanuele esatto, ma è un aggiustamento post evoluzione tecnologica e come è evidente non ha funzionato

  13. momin dice:

    “tassi d’evasione del 95% al Sud” è solo un vecchio pregiudizio

  14. Pinellus dice:

    Segnalo inoltre la sentenza della Corte di Cassazione del 20 novembre 2007 (quella che ha in pratica sciolto ogni dubbio sul fatto di vedere o meno la TV) che recita così: ” il canone di abbonamento radiotelevisivo non trova la sua ragione nell’esistenza di uno specifico rapporto contrattuale che leghi il contribuente, da un lato, e l’ente Rai, che gestisce il servizio pubblico radiotelevisivo, dall’altro, ma costituisce una prestazione tributaria, fondata sulla legge, non commisurata alla possibilità effettiva di usufruire del servizio de quo”.

  15. Pier Luigi Tolardo dice:

    Il canone Rai un po’ piu’ basso ma fatto pagare finalmente a tutti ‘ sarebbe anche qui finalmente una cosa giusta da parte del governo Renzi che sulla giustizia sociale tende a pendere spesso dalla parte dei piu’ furbi, poi si vedra’ come verra’ articolata la legge, il diavolo e’ pesso nei dettagli, non vorrei che facessero pagare il canone Rai anche sulla bolletta del mio condominio che serve a pagare la luce delle scale e dell’ ingresso.

  16. Signor Smith dice:

    Forse ricordo male io, e me ne scuso, ma la RAI effettua il cosiddetto “servizio pubblico” sulla base di una convenzione. Questa convenzione è nei fatti “eterna” ed indiscutibile… ma – in linea teorica – nulla impedirebbe di far svolgere il “servizio pubblico” a SKY o Mediaset, no?
    La RAI è un elefante gigantesco…: 21 canali televisivi, 10 canali radio, 10 testate giornalistiche, 2 canali web : il portale rai.it e rainews, circa 20 canali web tematici e 7 canali a richiesta.

  17. Paolo d.a. dice:

    Non so, avendo avuto a che fare per anni con gente Rai, avendone visti i meandri e la cultura paraministeriale e parassitaria, ho la sensazione che sia utopico pensare che possa un giorno essere la fonte di un “servizio pubblico”.
    Io venderei tutto, aprirei il mercato pubblicitario, cancellerei ogni associazione tra concetto di Servizio pubblico e televisione e poi, poi poi, vedrei se possiamo dar vita ad un canale radiofonico senza spot che dia esclusivamente notizie di interesse pubblico.
    A me tutto il resto sembra una sorta di grande raggiro, un incremento indebito delle imposte a carico degli italiani con zero benefici sullo sviluppo e la partecipazione sociale.

  18. Giò dice:

    Come riprendersi un pò degli 80 euro “regalati” a tutti i lavoratori…..

  19. cla van dice:

    “Il canone Rai un po’ piu’ basso ma fatto pagare finalmente a tutti ‘ sarebbe anche qui finalmente una cosa giusta da parte del governo Renzi ”

    Scusa l’ignoranza, ma allora facciamo anche pagare l’autostrada a tutti anche se non la prendi facendo pagare di meno a quelli che la prendono… eh si giustizia sociale… per quei poveretti che ancora si farciscono la testa con vespa uno mattina e in famiglia… ma porco mondo io la tv non la guardo e neanche in streaming la rai poi men che meno che non c’è una trasmissione dico una che mi possa piacere (forse report ma tant’è) e dunque dovrei pagarla per far pagare meno voi? questa è giustizia sociale? perfetto ormai la conversione è avvenuta…. benevenuti in dittatura…

  20. .mau. dice:

    @Pier Luigi: se il tuo condominio ha un videocitofono, è giusto che paghi il canone. (Se è solo un citofono, no: l’abbonamento alla radio è stato eliminato da decenni)

  21. Emanuele dice:

    Signor Smith la convenzione con la Rai dovrebbe avere come data di scadenza il 2016.

    Io sono convinto che ogni stato che non voglia abdicare agli interessi privati anche in campo televisivo dovrebbe mantenere un servizio pubblico che non può limitarsi all’informazione ma deve tenere conto delle categorie più deboli, a partire dai bambini, offrendo quindi programmi adatti a loro nella maniera migliore possibile, senza pubblicità e senza limitarsi a liste infinite di cartoni animati e telefilm idioti, ma con programmi come (per esempio) Art Attack o la Melevisione.
    Che deve inoltre svolgere una funzione educativa per bambini e ragazzi almeno (ma sarebbe meglio anche per gli adulti), come fa, non so quanto bene a dire il vero, con Rai Scuola.
    Che deve partecipare a pieno titolo, cosa che purtroppo non fa se non in minima parte con gli Angela, al mercato mondiale dei documentari che è in grandissima espansione. Ma è possibile che nel 2014 debba sorbirmi documentari per lo più americani e quasi sempre superficialissimi che mi raccontano la storia italiana del rinascimento o la Roma antica?
    Ma è possibile aver dovuto dovuto aspettare Dmax e Focus per vedere, senza dover pagare abbonamenti a Sky, documentari astronomici o sulla tecnologia?
    Questo è un grandissimo buco nero del servizio pubblico italiano.
    Tra l’altro parlando di Sky, un canale a cui dovrebbe ispirarsi a piene mani un servizio pubblico degno di questo nome è Sky Arte.
    Un servizio pubblico inoltre dovrebbe proporre in chiaro gli avvenimenti come i mondiali (non solo di calcio) e le olimpiadi vista l’importanza sociale che hanno (e il ritorno economico che permettono).
    Queste sono le prime cose che mi vengono in mente quando si parla di servizio pubblico ma me ne sfuggirà sicuramente qualcuna. Come si vede è una concezione un po’ più complessa di chi si limita semplicisticamente all’informazione.
    Si potrebbe fare lo “spezzatino”? Un po’ qua e un po’ là? Non lo so, dovrebbe spiegarmelo qualcuno esperto di tv e di gestione aziendale. Credo fosse Piero Angela che una volta, quando la Rai aveva 3 canali, disse che venderne anche uno solo avrebbe privato l’azienda delle capacità di competere nel mercato per i minori mezzi economici. Magari è un discorso di economia di scala.
    Detto questo e avendo vissuto la tv dagli anni settanta ritengo che il secondo peccato originario della Rai (il primo è la nota interferenza politica) è stato all’inizio degli anni ottanta, quando per la fregola dello share ha ingaggiato una lotta a viso aperto con la nascente Fininvest (oggi Mediaset). Purtroppo lo ha fatto nel modo peggiore, scopiazzando: se sei un signore maturo di mezza età non puoi metterti a fare il ragazzino, diventi ridicolo. Questo ha fatto la Rai. E pure mantenendo alcune punte di eccellenza, ha abbassato drammaticamente la qualità in settori come l’intrattenimento. A oggi non si è ancora ripresa.

  22. mic dice:

    vorrà dire che questa volta m’ingegnerò a fare del nero, quel tanto che basta per fare patta col canone in bolletta.

  23. Pier Luigi Tolardo dice:

    @cla van: le tasse giuste od ingiuste prima si pagano e poi si contestano, tu non devi pagare il canone per far piacere a me o per farmi pagare di meno ma so,o perchè è un tuo dovere, se non lo fai sei solo uno sporco evasore fiscale anche se vuoi ammantare la cosa di idealismo…Poi se vuoi che ti ringraziamo e ti facciamo un monumento perchè non hai mai pagato il canone dammi il tuo nome e cognome vero perchè sarò lieto di passarlo alla Finanza. L’obiezione di coscienza fiscale è una cosa nobile: in genere si riserva alle spese militari, tu non paghi in percentuale sul tuo reddito la cifra corrispondente a quanto viene speso per l’esercito e fai un assegno collettivo cno gli altri al Capo dello Stato e accetti le multe che ti verranno comminate, qualcuno lo fa anche per le spese per l’aborto…Quindi paga il canone e brontola un po’, questo te lo consento volentieri, come vedi non siamo ancora proprio in dittatura…

  24. Mike dice:

    La situazione nasce poerchè l’italiano medio non vuole pagare le tasse e si inventa tutte le scuse per giustificare il fatto che sia un ladro, anzi ne va fiero, anche nei commenti precedenti. Anche i 12 euro l’anno per i PMR446.

    Anzichè risolvere i problemi della Rai, ci si inventa scuse. Io pagherei volentieri 145 sterline l’anno per avere quattro canali TV senza pubblicità ed altri cinque con pubblicità. E sare ben felice che anzichè avere solo TV private locali che trasmettono solo televendite, preferirei averne solo una o due per regione, ma con una programmazione decente.

  25. Dino Sani dice:

    @Mike il problema sta nella facoltà di scelta, e non nell’imposizione di un dazio. Io pago volentieri 57€ al mese per avere Sky, perchè offre un servizio di qualità e quantità che utilizzo giornalmente. Non pago volentieri un canone per una tv pubblica in mano a dei dilettanti (oltre 4 volte i dipendenti di Sky) che offrono un servizio scadente (a tutti i livelli, non solo contenutistici ma anche tecnico, chiunque ha mysky o sky go sa di cosa parlo) messi li dai politici dei vari partiti.
    Se l’italiano medio, come dici tu, non vuole pagare le tasse, il vero motivo è che sa benissimo che queste tasse non vanno in servizi utili al cittadino ma finiscono in carrozzoni governati dai partiti che non servono ad altro che riprodurre se stessi.
    Personalmente condivido chi ha scritto di cancellare il contratto tra lo stato e la rai, e lancerei un nuovo bando per un servizio pubblico di un solo canale. Bando dove possono partecipare tutti, anche i privati. Azzerare tutto. O dobbiamo aspettare che si rechi alle urne il 10% degli elettori?

  26. CoB dice:

    Mi accodo a cla van, anche perché a leggere qui pare che le persone si ritrovino in casa dei televisori per caso: perché non deve essere esentato dal pagamento un cittadino cui la tv non piace e che quindi non ha un televisore?

  27. Pier Luigi Tolardo dice:

    Le tasse purtroppo non si possono scegliere e finchè ci sono vanno pagate, il mio Comune ha triplicato le tasse sui servizi funerari, è una vergogna, posso anche decidere di non morire per un po’, intanto farò qualcosa per cambiare il provvedimento ma se succede le pagherò, se non devo accettare la cartella esattoriale, il pignoramento, etc…l’obiezione di coscienza fiscale è sacrosanta ma si basa sull’autodenuncia e sul versamento della cifra corrispondente in altro modo allo Stato, come molti fanno per le spese militari, se non è so,o evasione fiscale e va combattuta…è un dovere per lo Stato combatterla ed è un dovere per noi pagare…

  28. Diff dice:

    Da persona che non possiede “apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni” (secondlo la definizione della RAI) e che riceve periodicamente lettere minatorie (non saprei come altro definirle), non firmate, dalla RAI, non capisco perché dovrei pagarne la relativa tassa di possesso.
    Se il problema è l’evasione, la soluzione tecnica è semplice: criptare il segnale come per i canali a pagamento.
    Ma sospetto che il vero problema sia mantenere in vita il carrozzone facendo pagare al popolo bue.

  29. Michele dice:

    Pagare tutti una tassa sulla tv pubblica obbligatoria mi pare un’ottima idea. La tv è cultura e per questo va finanziata, esattamente come la scuola. Poi se preferisci puoi non usufruirne.
    Dovremmo piuttosto pretendere una maggiore qualità e trasparenza.

  30. Antonio dice:

    @Michele
    In che senso “tv pubblica obbligatoria”? Obbligatorio guardarla?

    “La tv è cultura”: fine umorismo.

  31. Paolo d.a. dice:

    Mi scuso per questo secondo intervento, ma penso sia utile capire la natura controversa del cosiddetto “canone RAI”.
    Non è una imposta, non c’è alcuna progressività sul reddito, non è una tassa – perché non si paga a fronte di un servizio effettivamente fruito – non è un canone, perché lo paga anche chi non fruisce di alcunché.
    A rendere scivolosa la natura del “prelievo” è anche la definizione di apparecchi “atti o adattabili”. Ad aumentare l’effetto saponetta il fatto che il suo ammontare non è deciso a monte su quanto si ritiene debba essere pagato un servizio pubblico televisivo, ma su quanto costa effettivamente la RAI.
    Come se non bastasse, la RAI divora il mercato pubblicitario e ha costituito il peccato originale per la costituzione del duopolio che ha causato un vero e proprio dramma sul mercato, ormai completamente cristallizzato.
    Il “canone RAI” è quindi del tutto incomprensibile, assolutamente slegato dall’effettiva fornitura di un servizio pubblico, è un dragaspot che danneggia l’intero mercato pubblicitario ed è un balzello che ai tempi di Internet fa piangere almeno quanto le centinaia di migliaia di euro che ogni anno finiscono alle agenzie di stampa per la diffusione della gazzetta ufficiale su piattaforme utilizzabili dai soli giornalisti.

    L’unica è chiudere tutto e iniziare, dopo, una nuova stagione. A vendere la RAI a pezzi, peraltro, non solo si farebbero bei soldini ma si produrrebbero enormi risparmi a cascata.

  32. Emanuele dice:

    Bravo, vendi la Rai a pezzetti e poi?
    I media oggi sono più importanti degli eserciti e dei governi, smantelliamo definitivamente il servizio pubblico così tutto quello che sentiremo in tv ce lo diranno i grandi gruppi privati esteri (che sono in mano ai poteri forti di altri paesi) o Berlusconi.

  33. cla van dice:

    @Pierluigi Tolardo: scusa ma stai sparando delle boiate allucinanti. Cioè fammi capire se domani mi mettono la tassa sull’aria che respiro non mi posso lamentare perchè devo pagare che è una tassa altrimenti sono uno sporco evasore? e poi forse non mi sono spiegato, ma tendo un po per la tua malafede, io non voglio nessun monumento… dico solo che la rai è un (pessimo) servizio di cui io non usufruisco e come tale gradirei non pagarlo.. mi sembrava di aver fatto un esempio bello chiaro: io ho la macchina ma non vado in autostrada quindi se mi impongono il pagamento dell’autostrada anche se non uso devo stare zitto e orecchie basse perchè dall’alto me l’hanno imposta come tassa obbligatoria? ma stai a fare davero?

  34. cla van dice:

    fra parentesi ringrazio sempre @Pierluigi tolardo che mi consente di lamentarmi (che forse voleva essere una boutade ma dal tono del suo post non so quanto….)

  35. Lorena dice:

    Le tasso dovrebbero essere pagate in modo equo, in base alle scale di reddito. Berlusconi, quindi, dovrebbe pagarne molte, moltissime più di me. Sto cercando un lavoro, se qualcuno ha qualche suggerimento… Ho visto quest’opportunità, qualcuno ne sa qualcosa?
    http://www.comune.bustoarsizio.va.it/index.php/news-comune/2408-qmobilita-gratuitaq

  36. Pier Luigi Tolardo dice:

    @cla van Il tono del mio post , forse non mi sono espresso bene, è assolutamente tollerante di quanti volessero abolire completamente il canone anche se condivido questa opinione, assolutamente intollerante, arrogante, superbo, violento, intriso di senso di superiorità morale, politica e culturale e fortemente minaccioso di chi, pur avendo un reddito anche minimo, non paga il canone Rai e per il quale sono pronto a fare letteralmente e fisicamente il boia.

  37. Pier Luigi Tolardo dice:

    non condivido, mi è saltato il non…

  38. Michele dice:

    @antonio.
    La tv è cultura. Fattene una ragione.

  39. cla van dice:

    @Pierluigi Tolardo
    non sto difendendo le persone che guardano la Rai senza pagare il canone, dico che semplicemente e normalmente, essendo la Rai un servizio, se io non ti pago mi togli il servizio della Rai ma solo quello lasciandomi tutti gli altri… Se io non pago Sky, questi semplicemente mi tagliano il segnale e lo stesso potrebbe fare la Rai… non mi sembra tanto difficile da capire e da fare…
    In alternativo visto che io ho sky è giusto che lo paghi anche tu così lo pago di meno io… e se non lo vuoi fare sei un disgraziato che non vuole pagare le tasse…

  40. Emanuele dice:

    @cla van
    Il canone non è una tassa dovuta alla Rai. Si paga infatti se possiedi apparecchi che possono ricevere il segnale televisivo indipendentemente da quello che guardi.

  41. cla van dice:

    @Emanuele fino a prova contraria è un importo che va totalmente alla Rai, è sempre stato il canone Rai e il fatto che l’abbiamo trasformato in una tassa è una gran presa per il culo in quanto io che non usufruisco del servizio devo pagare per finanziare Giletti e la vita in diretta… quando poi metteranno come tassa il pedaggio autostradale te lo ricorderò… (ovviamente questa è un’esagerazione ma spero si capisca il senso…)

  42. Emanuele dice:

    Per la precisione dal totale del canone allo stato va l’iva, che non so quant’è in questo caso, e la tassa di concessione governativa che se non è aumentata era 4 euro e spicci. Il resto alla Rai.
    Per quanto riguarda le autostrade, in Germania da sempre si pagano con le tasse e non ci sono pedaggi. Ma ammetterai che è un tantino più semplice controllare che chi usa l’autostrada paghi il pedaggio rispetto a quelli che guardano la tv pubblica senza pagare.
    Se il canone esiste in quasi tutta Europa con le stesse caratteristiche di quello italiano (e quello italiano è forse il più economico tra l’altro) ci sarà un motivo. Poi possiamo benissimo contestare gli sprechi e la pochezza della Rai ma mi sembra che in questo paese ogni volta che si vuole risolvere un problema si butti via il bambino con l’acqua sporca invece di cambiare l’acqua.