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Nella algida perfezione novecentesca dello studio di Silvio Berlusconi (giù visto altre volte ma mai così estesamente, in una foto messa su Twitter oggi) ci sono moltissime cose affascinanti. La scrivania, intanto, immensa, fuori misura, bianca come una balena, capace di creare un senso di distanza nei confronti di chiunque abbia la sventura di sedersi dall’altra parte. Poi la lunga lista di oggetti del secolo scorso, un’iconografia per me del tutto familiare ma respingente nei confronti di ogni giovane generazione. Oggetti ovunque, inevitabilmente ammuffiti. Segni di una ricchezza che nemmeno lei si è salvata dal tempo: il portapenne d’argento (un oggetto antitemporale condannato dall’ossidazione del metallo che presto o tardi arriverà), il telefono da commendatore col filo a spirale, il poggiacarte in pelle. Le lampade monumentali di Vico Magistretti, il capitello antico in travertino (o una copia di, visto che Berlusconi spesso ha affermato di tenere tele preziose in cassaforte sostituendole con copie). Ma anche la Coppa Intercontinentale, un vistoso pannello portafoto figlio di un senso estetico alla continua ricerca di rassicurazioni. Poi un tripudio di cornici d’argento (le cornici d’argento hanno un ruolo epocale nell’Italia del dopoguerra, erano merce di scambio fra cresime e matrimoni, le loro dimensioni ed il loro spessore erano il segno di agiatezza e complicità tribale). Infine i libri, che nel caso di Berlusconi non sono nemmeno libri. Ma più facilmente dispense, enciclopedie, da intonare al colore della libreria, in un total white al quale ci hanno abituato certe composizioni da mensile patinato. Non ci sono tracce di vita vissuta in questa foto gigantesca: se si eccettua una scatola di fazzolettini entrata per errore nell’inquadratura e forse il tablet dell’intervistatore. C’è invece rappresentato con grande potenza il mondo televisivo e finto che associamo da sempre a Silvio Berlusconi.


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La scenografia, se osservata attentamente, mostra i segni delle impalcature che la sorreggono: come le preziose vecchie edizioni bianche e rosse della Nuova Universale di Einaudi che qualcuno ha seminato per per la scrivania. Volumi casuali, incompatibili col proprietario ma messi lì come fossero ancora caldi di consultazione. Tutto è finto in questa foto e in questo risiede il suo fascino formidabile da gondola a Las Vegas. Eppure in milioni gli hanno creduto, si sono fidati del senso estetico di quest’uomo. Affascinati dal portacenere dorato, dal kitsch imperante scambiato per eleganza, dai piccoli bellissimi volumi rilegati distrattamente appoggiati qua e là. Una perturbazione intenzionale ed improbabile in un mondo di sola plastica che non era poi troppo difficile da riconoscere.

14 commenti a “Dentro una foto di B.”

  1. Fabrizio dice:

    sulla destra del braccio ti sei perso l’apparecchio per la filodiffusione.. :)

  2. Dino Sani dice:

    Continuo a pensare che B. resti una magnifica ossessione degli intellettuali di sinistra, come un incubo ad occhi aperti. La lucida descrizione di questa foto di Mantellini sembra restituirci, più che la rappresentazione iconografica di un uomo del 900, il fantasma di un’ombra, qualcosa da esorcizzare più che da osservare o comprendere. Forse per quest’uomo ci vorrebbe una sorta di elaborazione collettiva, del tutto simbolica, che aiuti a superare la storia. Tipo Piazzale Loreto, o Hammamet. Insomma la chiusura geografica di un’epoca

  3. italiano dice:

    E’ una dialettica tra ‘moderno’ e ‘contemporaneo’, e non è affatto detto che il contemporaneo non sia però più vecchio del moderno, ed è quel che vediamo: il contemporaneo, che in TV veniva dato per alternativo, è solo una continuazione. Un riciclaggio di modalità già viste.

    Non c’è alcuna malvagità tra gli oggetti di Berlusconi, bisogna proprio spingerla a forza. Perchè in fondo qual’è l’immagine di Berlusconi? Vecchi oggetti o invece la nuova generazione che segue Maria De Filippi? Il Milan? Idee sue o della ex moglie o dei numerosi curatori d’immagine? Oppure un set televisivo che cambia continuamente? Cambia continuamente: questa è solo l’istantanea che vuol esser comunicata e consumata ora in questo momento
    Come abbiamo più volte osservato l’analisi di un’istantanea non ha alcun senso: oggi è scialbo, domani ancora sul predellino: Berlusconi è al governo ma anche all’opposizione, Tremonti o Padoan, Padoa Schioppa, Amato o Ciampi, o Prodi.

    E’ vecchio e ammuffito uno che ha ancora tutto quel potere? Ma dov’è scritto che l’impero è in pezzi e che i pezzi dell’impero non si ricomporranno?

    Non credo siano propriamente ‘intellettuali di sinistra’, ma, per dirla all’americana, dei competitors … Italiani che fanno i uazzanagana, dei miserabili. Copiano tutto: dal gabibbo, una mascotte, fino a Fazio-Letterman. Una copia della copia, della brutta copia. Negli anni passati, anni ottanta, le tette erano su Panorama ma anche su Espresso che ha più volte cambiato immagine. Qual’è l’immagine di questi set? Qual’è in ultima analisi l’unicità di Berlusconi? E’ proprio quell’associazione d’idee ad esser sballata e non oggettiva: non esiste una televisione che non sia ‘finta’. E’ finta anche la TV svizzera, ma quel che viene veicolato nella comunicazione è completamente diverso. Qualcosa che riguarda l’etica, ma soprattutto il possesso stesso del mezzo di comunicazione oltre al suo contenuto.

    Una cosa è certa: quelli che analizzano Berlusconi fino all’ossessione, gli stessi che hanno già condannato Grillo, non amano essere analizzati. E sono sempre armi a doppio taglio, un ambiente che comincia a farmi profondamente schifo. Grazie al cielo c’è la registrazione video

  4. italiano dice:

    C’è la registrazione video, come se avesse catturato una parte dell’anima. L’altro giorno ho visto Pertini in TV e sembrava un altro mondo, eppure solo 12 anni prima di tangentopoli, con quel tono vigoroso e schietto, leale. La stessa italia, la stessa corruzione, ma un’altra concezione politica. Grazie al cielo c’è ancora un frammento di memoria storica e grazie al cielo c’è ancora l’Italia

    In un ambiente monopolizzato e sfaccettato non si può ‘riconoscere’ la plastica, perchè non c’è sola plastica, Berlusconi è una piattaforma poliedrica. Quando è la dittatura a dettare i contenuti, come vediamo nel odierno monopolio governativo della RAI (che privatizzeranno esattamente come fece Craxi con Berlusconi)

    ad aver abbruttito l’Italia purtroppo non è solo Berlusconi. Magari fosse così semplice

  5. ArgiaSbolenfi dice:

    Sembra un allestimento del museo delle cere.

  6. enzo aggazio dice:

    Praticamente un Hipster! ;)

  7. Me dice:

    Italiano? QUAL E’ non vuole elisione.
    E comunque, qual è lo scopo di questo post?
    L’unica cosa che osservo è che l’arredo è complessivamente squallido, dozzinale. Sembrano quei mobili ufficio da grande distribuzione, impersonali. Da un uomo così mi sarei aspettato meravigliose librerie in mogano, come quelle delle biblioteche d’altri tempi, scrivanie sontuose con piani in cristallo o marmo…e non quella sciatta, piatta, anonima falegnameria impiallicciata e rivestita di materiale plastificato…

  8. italiano dice:

    @Me
    grazie, correggo subito

    lo scopo è mostrare l’arredo di una stanza di una delle venti ville di un uomo così

    update
    sulla scrivania dello studio della villa in Sardegna credo di aver visto un tanga appartenuto allo stilista Monti, personalizzato, ma un tanga piuttosto sobrio, per spezzare.

  9. Golia dice:

    Quanta invidia e quante sciocchezze in questo post e nei commenti!
    L’unico commento serio è quello di Italiano, il commentatore ME ha superato tutti nello scrivere idiozie!!!” Arredo complessivamente squallido e dozzinale. Mi piacerebbe vedere il Suo ufficio signor Me, ovviamente sarà da copertina per riviste specializzate !

  10. ArgiaSbolenfi dice:

    Scusate, ma ho le allucinazioni oppure alla sua sinistra, inserito nel piano della scrivania, vedo un giradischi sotto un coperchio di plexiglass? E nel ripiano inferiore pare scorgersi un apparecchio hi-fi. Se è così, +1000 punti a mr. B, anche se non credo che troverei molti LP dei Sonic Youth nella sua collezione :-)

  11. italiano dice:

    .. spetta che ingrandisco con la lente .. è vero .. poteva mancare un buon giradischi? Che storia .. non è appoggiato ma inserito nella scrivania .. bello .. quello sotto dev’essere un lettore di musicassette … o un campionatore Akai? Il tipo dev’essere un Disc jockey .. un rapper, un campionatore di gemiti, aaah aah sii siiii, tanta scena come piace all’uomo che non deve chiedere mai.. come recitava la pubblicità del profumo. Chissà perchè Craxi lanciò il kitsch, secondo me aveva una precisa ragione politica e “futurista” se confrontata coi democristiani, socialisti e i comunisti dell’epoca

    mah quei libri alle spalle non sono poi tutti di rappresentanza, come l’enciclopedismo galoppante del tu non sai chi sono io, potrebbero esserci vecchi codici (visto che ha una laurea in legge), o sembra letteratura, bisognerebbe chiedere ad un bibliofilo come Marcello Dell’Utri, cofondatore della ditta e condannato per associazione mafiosa. (La condanna è forse l’unica cosa vera del set televisivo)

    PALERMO – Aveva minacciato lo sciopero della fame, l’ex senatore Marcello Dell’Utri, se non avesse ottenuto dalla direzione del penitenziario di Parma la possibilità di avere in cella un numero di libri sufficiente alla sua passione e al suo bisogno di studiare e scrivere. Ma poi è stato accontentato. «A Dell’Utri non sono stati dati solo due libri ma 15 volumi, più un vocabolario. Se non fossero sufficienti può fare istanza di ricambio», ha assicurato all’Adnkronos Anna Albano, direttrice degli Istituti penitenziari di Parma».

    E quando ci sono i libri c’è cultura. La cultura, ragazzi, mi raccomando

    Chi non farebbe un compromesso storico con Dell’Utri? Napolitano e Renzi, vecchie e nuove generazioni, hanno come una specie di sesto senso per gli affari, ma d’altra parte che volete di più in un mondo di sola plastica non troppo difficile da riconoscere? L’han riconosciuto benissimo, sapevano che eran mafiosi e non è un caso che abbiano scelto uno troppo vecchio come Napolitano e uno troppo giovane come Renzi, al limite della consapevolezza.
    In fondo non è male convivere con la mafia, a patto che non ti uccida ben inteso. Patti chiari …

  12. Watkin dice:

    Se con il “capitello classico” si intende la colonnina nell’angolo, è un’opera dello scultore Cascella, autore anche del mausoleo funebre di Berlusconi. Con un misto di disagio e rassegnazione, devo dire che come artista mi piace anche.

  13. mfp dice:

    Hai dimenticato la scrivania ENORME da Manager, CEO, Megadirettore Fig. Put. Barmbaldi… ma vuota.

  14. Flavio dice:

    “il suo fascino formidabile da gondola a Las Vegas” è da incorniciare.