La lettera che 900 scrittori hanno pubblicato a pagamento oggi sul NYT è molto semplice e ben fatta (qui una traduzione italiana su Minima&Moralia). Per chi non avesse seguito la vicenda stigmatizza alcuni comportamenti di Amazon nei confronti di Hachette, un grande editore con il quale da mesi ha in corso una disputa per complicate faccende che riguardano la distribuzione di ebook. Nella lettera si esplicitano accuse molto gravi rivolte alla piattaforma di Jeff Bezos; contestazioni che giravano da mesi e che non avevano però ancora raggiunto il grande pubblico. Sono fondamentalmente 4:
Negli ultimi mesi Amazon ha:
-Boicottato gli autori Hachette, rifiutando di accettare pre-ordini sui loro libri, sostenendo che sono “non disponibili”.
-Rifiutato di scontare i prezzi di molti libri di autori Hachette.
-Rallentato la consegna di migliaia di libri di autori Hachette, avvisando i propri clienti che la consegna di quei libri avrebbe richiesto diverse settimane.
– Suggerito, nelle pagine di alcuni autori Hachette, che i lettori potrebbero preferire un libro di un autore non Hachette.
Bello no?
Cosa dicono in pratica 900 scrittori americani nel NYT di oggi? Che Amazon, per ragioni sue, ostacola sulla piattaforma la vendita di alcuni prodotti rispetto ad altri. È vero? Non é vero? Amazon da mesi non risponde a queste accuse (che sono per la verità piuttosto circostanziate), non si giustifica, non le smentisce. Così oggi, nel giorno in cui la polemica si è fatta mainstream ed è giunta sulle bocche di tutti, il NYT pubblica anche la risposta dell’Amazon book Team (anche questa tradotta da Minima&Moralia) alle contestazioni dei 900 scrittori autofinanziati e sapete che c’è? C’è che Amazon parla d’altro. In una lettera molto sciatta e pretestuosa (e questo per una azienda del genere è molto strano) ammette di fatto le proprie pratiche anticompetitive verso Hachette e spiega che la sua battaglia è nell’interesse dei clienti, che il prezzo degli ebook è tenuto artificiosamente alto dai vecchi editori cattivi e giù di citazioni del passato (lo facciamo tutti ogni volta che ci interessa sostenere come quando il mondo cambia gli errori siano in fondo sempre egli stessi) e via di strizzate d’occhio ai lettori che non si faranno certo ingannare dal cartello malevolo dei giganti di carta .
Nel trionfo del ridicolo bipartisan i 900 scrittori chiedono ai lettori di scrivere una mail a Jeff Bezos, Amazon propone ai lettori di scrivere al CEO di Hachette: sembra di essere tornato a quanto Beppe Grillo proponeva mailbombing verso questo o quel politico italiano colpevole di non so quali nefandezze.
Personalmente in quanto lettore sono abbastanza sicuro di alcune cose:
Non ho mai chiesto a Amazon di combattere a mio nome il cartello dei vecchi editori cattivi.
Se Hachette pensa di poter vendere a peso d’oro i suoi libri elettronici faccia pure (mentre se come talvolta accade per farlo
cercherà di accordarsi con altri ci penserà un tribunale come è accaduto ad Apple recentemente).
Se un editore pensa che la percentuale che Amazon chiede sui suoi libri sia troppo alta non li venda lì.
Se Amazon pensa che le condizioni richieste da un editore siano irricevibili semplicemente smetta di vendere quei prodotti.
Se fosse possibile smettetela di chiedere a me di scrivere mail a illustri sconosciuti: telefonatevi fra voi, santodio.
Agosto 10th, 2014 at 23:15
Per completezza, queste sono le ragioni di Amazon (ok la percentuale, meno ok il prezzo di libri non di carta) su Hachette (che è editore francese, però) http://read.bi/1AvLPVy
Agosto 11th, 2014 at 08:14
Ma non è che siamo già in un regime di monopolio e non ce ne siamo accorti? Perchè altrimenti siamo nella m****
Agosto 11th, 2014 at 11:09
in veritrà, caro mantellini, non è affatto strano che amazon abbia risposto con una lettera sciatta e pretestuosa.
amazon è un’azienda di stronzi, che pratica la concorrenza sleale in maniera diffusa (anche con l’intimidazione) e schiavizza i suoi dipendenti, come illustrava bene un’inchiesta dell’observer ripresa nel dicembre scorso da internazionale:
http://informagiovaniankona.files.wordpress.com/2014/01/internazionale1031-schiavi.pdf
chi vorrebbe vivere in un mondo più giusto, non dovrebbe mai comprare nulla da amazon.
Agosto 11th, 2014 at 13:35
Si, qualsiasi cosa stia succedendo, voler far pagare i libri elettronici solo il 20% in meno di quelli tradizionali avendo quasi azzerato i costi di materia prima e trasporto e` una furbata che merita qualche bastone tra le ruote. A me personalmente amazon sta sulle palle perche` sembra che ai propri dipendenti richieda standard alienanti. Sign of the times
Agosto 11th, 2014 at 14:44
Nessuno è obbligato a comprare nè libri nè ebook da Amazon: io personalmente mi servo solo da Ibs.it, inmondadori, LaFeltrinelli.it, TimReading, mi trovo molto bene come scelta e come sconti e non me ne frega niente di Amazon….gli ebook li leggo sull’Ipad …
Anche i librai indipendenti a volte boicottano più autori ed editori…anzi lo facevano spesso e nessuno se ne accorgeva….
Agosto 11th, 2014 at 21:20
Leggo, nella lettera dei Novecento, questo passaggio:
E mi vien da dire: “Avete contribuito gratuitamente a far fare soldi a un altro? E bravi fessi!”.
Più seriamente: non è sensato aspettarsi un comportamento eticamente responsabile da un’azienda. E’ ancora meno sensato aspettarselo, quando l’azienda regola ogni propria decisione sui dati di vendita e di profitto che affluiscono secondo per secondo. Amazon è questo tipo di azienda. O non lo sapevano, questi qua?
Non ho nessuna intenzione di pensare, e quindi nemmeno di sostenere, che Amazon si sia comportata decentemente. Ma trovo che l’argomentazione – “Ti abbiamo fatto fare i soldi! Tràttaci dunque bene! – sia idiota.
Agosto 12th, 2014 at 11:41
[…] di logoramento è in corso nel mondo dell'editoria: da una parte c'è Amazon, dall'altra Hachette, nel mezzo i lettori e gli scrittori che sono probabilmente le vere vittime della battaglia. La questione è iniziata settimane […]
Agosto 12th, 2014 at 15:40
[…] Il tema è molto complesso, troppo per cercare di unire i puntini in un solo post. Se un minimo ti interessi di editoria (o di industria culturale), avrai sicuramente letto della telenovela che sta appassionando (in senso lato) editori, scrittori e qualche lettore. Il titolo potrebbe essere Amazon versus Hachette. Detto che Hachette è uno degli editori più importanti degli Stati Uniti, se non ti piace il mio, di titolo, sicuramente quello di Massimo è irriverente, prvocatorio e un po’ giocoso. ma si candida al premio per The Best Headline of the Week: Asilo Nido Statale Amazon-Hachette […]
Agosto 12th, 2014 at 20:20
Amazon, come qualsiasi libraio, sceglie quali libri promuovere e quali no. Non capisco perché gli scrittori Hachette non scrivano indignati ai librai che non mettono i loro libri in vetrina o che non li consigliano ai loro clienti…
Follia allo stato puro, e tutto perché si pretende che Amazon debba avere non si capisce quale comportamento “etico”, proprio quando Hachette (e qualsiasi altro soggetto del mercato editoriale) se ne sbatte alla grande di questi comportamenti. Boh…
Agosto 15th, 2014 at 09:31
[…] in corso nel mondo dell’editoria: da una parte c’è Amazon, dall’altra Hachette, nel mezzo i lettori e gli scrittori che sono probabilmente le vere vittime della battaglia. La questione è iniziata settimane […]
Agosto 17th, 2014 at 09:19
[…] Nido Statale Amazon-Hachette ::: manteblog ::: the Guardian ::: The […]
Agosto 18th, 2014 at 06:14
[…] ci si mettono anche Amazon, l’editore Hachette, e gli Autori Uniti con una querelle che qualcuno (Mantellini sul suo blog) ha visto come un triste e squallido asilo nido. Chi ha ragione? L’editore, che impone per i […]
Agosto 20th, 2014 at 15:33
La mia prima preoccupazione è quella di gregor. Differente è la conclusione: il pericolo di monopolio è costante e ovunque, non esiste un momento in cui si può stare tranquilli.
Quindi diversifica i canali o meglio costruiamone.
Settembre 26th, 2014 at 13:06
[…] anticompetitiva adottata da Amazon sulla questione. Il tiro incrociato a colpi di messaggi è ben sintetizzato da Mantellini nel suo blog che inoltre osserva come l’atteggiamento assunto dai due contendenti, […]