Su Repubblica di oggi c’è un articolo leggermente intimidatorio (leggi “molto intimidatorio”) sui grandi pericoli legati al modello economico Freemium ed ai cosiddetti acquisti “In app”. Inizia così:
“Luca ha 10 anni e da un mese non è più lo stesso. È pallido nervoso, dorme male, fino a che la maestra non gli sequestra il cellulare in classe e convoca la madre.:”Lo usava sotto il banco, erano giorni che lo tenevo d’occhio…”Interrogato il bambino scoppia in lacrime:” mamma stavano distruggendo il mio villaggio…dovevo fare qualcosa” E la mamma si ritrova con 400 euro di addebito sul suo account iTunes.
Uno legge queste righe e si chiede: perché Luca ha il cellulare? Perché la maestra lo tiene d’occhio da giorni? Perché Luca ha la password della mamma? Come fa la mamma a non accorgersi dei 400 euro di spesa?
Intendiamoci la discussione sui modelli Freemium sarebbe lecita e auspicabile ma è una discussione che nasce sbagliata nella solita umidissima maniera italiana di affrontare i problemi con vaste iniziali presunzioni di colpevolezza. L’Autorità Antitrust ha iniziato ad occuparsene con un carico di preoccupazioni antistoriche e paternalistiche molto rapidamente smontate da questo bellissimo studio di Massimiliano Trovato uscito qualche giorno fa sul sito dell’Istituto Bruno Leoni.
Mia figlia, per dire, ha un anno di più di Luca che non dorme, utilizza la mia password iTunes per scaricare App gratuite e per acquistarne a pagamento, solo dopo avermi chiesto il permesso (questo è l’accordo). Anche volesse farlo di nascosto sa perfettamente che per ogni acquisto da 0.89 centesimi di euro sul mio telefono arriverà un sms che segnala la transazione e quindi il problema della sicurezza proprio non si pone.
La questione sul Freemium in Italia è molto più prosaica e leggermente deprimente. Trattasi di una delle molte armi improprie nei confronti dei gigante del web e dei loro accoliti. Ci si attrezza come si può, attaccandosi a quello che è possibile e ci si muove tutti assieme. Tutto può essere discusso e migliorato, ovviamente, (e anche in USA come è noto sugli acquisti In-App ci sono questioni aperte) di sicuro non con gli argomenti del pezzo di Repubblica di oggi. A meno che la mamma di Luca non gli passi la password di Amazon così che il povero Luca che non dorme possa acquistarsi all’insaputa della mamma un TV 4K da 65 pollici per navigare in rete di notte. In quel caso dubito che i giornali troveranno la maniera di farci un articolone.
Luglio 15th, 2014 at 10:11
Basterebbe un po’ di buon senso, per dire…
Luglio 15th, 2014 at 10:21
I servizi dei giornali in decadenza (quasi tutti, esclusi quelli che non conosco) sono così: https://www.youtube.com/watch?v=BWG8RqsjI88
Luglio 15th, 2014 at 11:02
Parti da un presupposto errato: che l’adulto sappia cosa sta facendo e come funziona il suo furbofono e quello che gli gira attorno. Nella maggioranza dei casi i bambini non sono i bambini, sono gli adulti.
(Sul mio furbofono non si fanno transazioni monetarie di nessun tipo. Fine del problema.)
Luglio 15th, 2014 at 12:23
Sono completamente d’accordo con le conclusioni di Mante e colgo l’occasione per dire a Nicola che “gli adulti” devono smetterla di farsi scudo della loro condizione di nativi analogici, perché le quattro stupidaggini che serve sapere per non lasciare ad un bambino di 10 anni (sempre ammesso che esista) la possibilità di fare acquisti irresponsabili non sono impossibili da capire.
Luglio 15th, 2014 at 12:23
Mantellini sottovaluta molto la preparazione dei genitori. Conosco tanti genitori che danno la pass. al proprio figlio per scaricare app e non hanno le notifiche sms sul telefono :P
Quindi, so caz :P
Luglio 15th, 2014 at 13:01
Qui c’è la descrizione dello stesso fenomeno in termini un po’ più realistici: http://leganerd.com/2014/06/06/paura-perdere/
Luglio 15th, 2014 at 14:10
@Diller
Mi sono spiegato male, evidentemente. Io leggo le istruzioni di quello che uso. Fosse anche il tostapane nuovo. (Penso di essere uno dei pochi in Italia ad aver “letto” – se fosse leggibile – tutta la licenza software dello smartphone e relative condizioni sulla privacy.)
Sottoscrivo il tuo appello e lo modificherei in: ““gli adulti” devono smetterla di farsi scudo della loro paranoie”. Come dicono gli inglesi: RTFM. :-)
Luglio 15th, 2014 at 14:11
Genitori nativi analogici talmente coglioni da dare a un bambino le password per scaricare da iTunes, PlayStore o peggio ancora Amazon app gratuite e no; e per fare gli acquisti online con un clic. Accorgendosene solo dopo centinaia di euri succhiati. Mi verrebbe da dire: tiè, ben gli sta! Dai a tuo figlio in mano una cosa che nemmeno tu sai come funziona…
Luglio 15th, 2014 at 15:13
Comunque basterebbe una risposta sensata alla prima domanda da parte dei genitori: perché un bambino di 10 anni ha il cellulare?
Luglio 15th, 2014 at 21:26
Massimo, noi siamo un paese profondamente paternalistico, basti pensare al TFR, ovvero alla riconosciuta ( dallo Stato) incapacitá di noi italiani nel pensare al nostro futuro.
Quello che mi fa arrabbiare è il pensiero che il genitore imbecille incapace di accorgersi che il figlio gli svuota il conto corrente a colpi di acquisti sul cellulare ha il mio stesso diritto di voto.
Luglio 16th, 2014 at 10:14
Comunque vorrei sapere che carta di credito ha il BM che gli arrivano gli sms per addebiti di 0.89… la mia (MasterCard) adesso me li mando solo per addebiti superiori ai 50 euro… non è che potrebbe essere anche questo? Poi ritornando al problema, è ovvio che è una questione di insegnare ai figli cosa è corretto e cosa no ma sono convinto che il bm ci vada un po’ giù con l’accetta (io con mia figlia ho fatto così quindi io buono e tutti gli altri genitori cativi, purtroppo si devono tenere conto di una serie di variabili tipo la possibilità del genitore di essere presente, la volontà di esserlo, l’importanza del gruppo esterno alla famiglia, etc etc)… per parlare poi della insufficienza dei cosiddetti giornalisti italiani ecco su questo sposo completamente la teoria del bm…
Luglio 16th, 2014 at 10:54
La vita era pericolosa anche prima dell`arrivo del denaro elettronico. E i genitori per quanto possano sbattersi difficilmente arrivano a guadagnarsi la sufficenza ricoprendo quel ruolo
Luglio 16th, 2014 at 11:30
[…] La Repubblica (luglio 2014) […]
Luglio 16th, 2014 at 13:32
Articolo e commenti uguali ai discorsi che leggevo anni fa sui programmi televisivi non adatti ai bambini trasmessi durante il giorno. Allora contro la regolamentazione dei programmi erano quelli che “i bambini non vanno lasciati soli davanti alla tv”.
Luglio 16th, 2014 at 13:46
[…] io ad Adele, che usa senza nessun problema iPod e iPad, non ho mai dato password ed ho fatto come Mantellini: vuoi qualcosa? me lo chiedi. Non credo di essere un genitore speciale, anzi, e questo modo di […]
Luglio 16th, 2014 at 14:15
Alla prima domanda risponderei perchè quei genitori sono incapaci di svolgere il loro compito di educatori, che si tratti di cellulari, tv, moto e auto, strafarsi di alcol e droghe o comportarsi da selvaggi primitivi, la risposta è sempre la stessa.
Luglio 17th, 2014 at 02:26
“Mantellini sottovaluta molto la preparazione dei genitori. Conosco tanti genitori che danno la pass. al proprio figlio per scaricare app e non hanno le notifiche sms sul telefono :P ”
E quindi lo sviluppatore dovrebbe essere responsabile delle deficienze degli utenti?
Luglio 17th, 2014 at 10:40
@clan van: io ho due normalissime CC e tutte e due mi mandano gli sms anche per 1 cent. Sul mio home banking posso settare la soglia oltre la quale mi arriva l’avviso.
Luglio 17th, 2014 at 15:00
@ Giacomo
Assolutamente no, ma Apple dovrebbe prevedere una sorta di parental control. Se la figlia di Mantellini, per sbaglio, acquistasse un app da 500 euro, che si fa? Non è così semplice chiedere risarcimenti ad Apple :P
Luglio 20th, 2014 at 09:17
Tutti (eccetto Elena) a dare risposte tecniche sulla segnalazione, sulla sbadataggine della maestra e mamma e non a porre il problema che forse a 10/11 anni si è ancora incapaci di gestire uno smartphone. Poveri bambini!!
Luglio 20th, 2014 at 09:24
[…] Luca ha dieci anni e non dorme ::: manteblog […]
Luglio 21st, 2014 at 11:59
Claudio (e Elena), ponetevi voi il problema se sia o meno una strategia difensiva praticabile nel lungo corso. La tecnologia va affrontata, e se non è oggi sarà domani ma prima o poi arriva. E sarà meglio farsi trovare preparati, perché nel frattempo ci si dovrà preparare verso un altro moloch.
Pensi mi piaccia? Pensi abbia alternative?
Luglio 22nd, 2014 at 11:18
@Diller
Non è questione di strategia difensiva o di nascondere l’evidente ma di maturità emotiva, trascurata e sottovalutata. A 10/11 francamente non vedo le potenzialità sensibili per gestire uno strumento così espandibile come il cellulare/smartphone.
Claudio