Come è accaduto sovente in tempi di larghe-intese, ieri il Ministro della Cultura Bray ha precipitosamente modificato il bando del famigerato corso di formazione per 500 addetti alla digitalizzazione dei Beni culturali di cui in questo blog ho parlato anche troppo spesso. Bray si dice felice delle considerazioni in merito al bando che ha ricevuto (in realtà il Ministro cercando di sostenere la bontà del bando aveva fatto proprio un hashtag (#500destini) creato su Twitter da Martina Ronchi che si opponeva a quello (#500schiavi) da molti utilizzato per stigmatizzare il bando ma questo è un altro discorso). Dice il Ministro che alcune delle sollecitazioni ricevute erano giuste e quindi gli (assurdi) criteri contenuti nel bando sono stati ridimensionati. Non servirà più il massimo dei voti di laurea nè l’abilitazione B2 per la lingua inglese. Ma soprattutto e su questo il Ministro ha glissato assai, il monteore richiesto è passato da 1800/anno circa a 600. Per gli stessi (pochi) denari l’impegno richiesto si è insomma ridotto di 2/3. Questo a casa mia significa ammettere che quel bando era un truffa. Par di capire che delle responsabilità politiche di tutto questo Bray non intenda farsi carico. E questo è un punto.

Il secondo punto è che questa marcia indietro si deve a Massimo Gramellini che per primo ha parlato di questo bando al vasto pubblico dei lettori del suo giornale e (soprattutto) a quello di un seguitissimo programma televisivo al quale il Ministro stesso è stato invitato nella sera successiva. Sono abbastanza sicuro del fatto che se Gramellini non ne avesse parlato in TV il bando per i 500 digitalizzatori sarebbe rimasto uguale a come era stato pensato. Perché non di un errore si trattava: con 416 euro lordi al mese per un lavoro di 35 ore settimanali travestito da corso di formazione, si intendeva non certo formare (per un periodo così lungo?) giovani esperti dei Beni Culturali ma semplicemente ottenere manodopera sottopagata e qualificata. Se così non fosse del resto invece che ridurre le ore teoriche di impegno richiesto il Ministro avrebbe potuto dimezzare i posti offrendo retribuzioni certo insufficienti ma più dignitose. Così non è stato.

Il terzo punto è che, in questa vicenda, è andata completamente inevasa la domanda iniziale da cui origina tutta la storia. E la domanda sarebbe: è possibile che il Primo Ministro vada in TV a raccontare bugie come ha fatto Letta dalla Gruber nella sera in cui sciaguratamente (per lui) ha per la prima volta citato il caso senza che nessuno o quasi gliene chieda poi conto? Perché da quando la questione è diventata di pubblico dominio non ho visto nessuno andare da Enrico Letta a chiedere come mai avesse detto a Lilli Gruber che assumeva 500 giovani cosa che evidentemente non è da nessun punto di vista. Mi pare che in questo giochi un ruolo una certa diffusa tendenza giornalistica a lasciar correre affermazioni e punti di vista improbabili, un po’ per propria personale pigrizia, un po’ perché questa pigrizia poi domani potrà fare comodo anche ad altri.

12 commenti a “Ragazzi era una scherzo, ci avevate creduto?”

  1. Martina Ronchi dice:

    Caro Mantellini, l’hashtag #500destini (benché forse per lei deprimente) non è stato lanciato da Massimo Bray ma da me, con questo tweet (https://twitter.com/martinaronchi/status/411528360310083584), quando l’altro hashtag (#500schiavi) che lei – dimostrando di non aver seguito la cronologia di questa vicenda forse piccola, ma interessante – riferisce come una reazione all’altro, era già partito da un bel pezzo.

    Può rettificare? Sarebbe un piccolo onore per me essere linkata, sebbene sottoforma di tweet, nel suo blog, che seguo praticamente dalla sua nascita.

  2. massimo mantellini dice:

    certo Martina, grazie della segnalazioni

  3. malb dice:

    La vicenda di questo corso è emersa in piena evidenza, trascinata da una gaffe del primo ministro.
    Non so se è finanziato dal FSE, ma probabilmente si.
    Sarebbe il caso di fare un’indagine sui corsi FSE,soprattutto sulla loro qualità, che nessuno controlla, e sul loro impatto occupazionale che viene quasi sempre verificato senza porsi il problema della corrispondenza tra formazione e, quando c’è, il lavoro successivo.
    Si potrebbe allora chiedersi se queste attività servono solo ai, spesso improvvisati, formatori.

  4. Martina Ronchi dice:

    Grazieee! Ora minimo un tweet celebrativo.

  5. paolo gull dice:

    mi risulta che gli esperti in beni culturali escano già all’uopo formati dalle università. perché una ulteriore formazione?

  6. gregor dice:

    Ora possiamo occuparci delle migliaia di persone che in Lombardia lavorano gratis facendo gli stagisti?

    http://www.repubblicadeglistagisti.it/article/regione-lombardia-ritardo-normativa-tirocini

  7. frank dice:

    il Sobrio, il Comico e il Cattivo

    quando il sobrio è comico, il comico è tragico, e il cattivo è cattivo

  8. frank dice:

    ..rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

    Come siamo arrivati a distorcere fino a ribaltare completamente il senso? Non chieder conto e lascia correre perché questa pigrizia poi domani potrà fare comodo anche ad altri..

    e purtroppo credo che la situazione sia ancora più tragica: perchè ‘lacrime e sangue’, l’altra faccia del ‘lasciar correre’ è una demagogia che non riguarda tutti, non c’è un criterio di giustizia

  9. Gianmarco dice:

    La mia domanda è: ma il nostro paese, che tuttiaffermano si debba rilanciare proprio dai beni culturali, non ha i soldi per assumere veramente 500 giovani ottimi laureati? Se è così, lasciamo perdere, siamo decotti.

  10. Michele dice:

    Ci sarebbe anche un quarto punto. Dopo un Primo Ministro andato in TV a raccontare bugie come ha fatto Letta dalla Gruber, abbiamo visto anche un Ministro andare in TV a denunciare il disastro dei Beni culturali italiani, come ha fatto Bray da Fazio. Bravo Bray, bene informato. Peccato che ha parlato come se fosse un’opinionista anziché un ministro. I problemi lui non li deve denunciare, ma risolvere. Il tragico declino della Reggia di Caserta, Pompei e tanti siti archeologici oggi sono una sua responsabilità. E comunque è Bray che deve porvi rimedio. Andare in TV a raccontare di questo disastro, quasi che la cosa non riguardasse lui, è meschino. E lasciar parlare questi ministri senza contestare loro menzogne e furbizie è da codardi.

  11. Come finisce il libro : minima&moralia dice:

    […] [9]. Claudio Giunta, «Mai più avrai quarant’anni», Il Sole 24 ore, 11 agosto 2013, e Massimo Mantellini, « Ragazzi era una [sic] scherzo, ci avevate creduto?». […]

  12. Contro la falsa democrazia dell’editoria digitale | La Mandragola Blog dice:

    […] [9]. Claudio Giunta, «Mai più avrai quarant’anni», Il Sole 24 ore, 11 agosto 2013, e Massimo Mantellini, « Ragazzi era una [sic] scherzo, ci avevate creduto?». […]