La questione del finanziamento pubblico ai partiti è in realtà molto semplice. Riguarda il valore della stretta di mano e la reputazione di ciascuno di noi. Perché mai io dovrei fidarmi oggi delle parole e dei progetti di legge di gente come Enrico Letta e di gran parte dei dirigenti del PD e del PDL? Costoro per anni hanno sostenuto che l’enorme esborso di denaro pubblico (somme che ammontavano a 10 volte quelle che avrebbero dovuto ricevere a titolo di semplice risarcimento elettoriale) verso le casse dei loro partiti, fosse un provvedimento legittimo e perfino democratico. Non lo era, come è evidente. Ci stavano prendendo in giro. Così perché mai io oggi dovrei dimenticarmi la faccia e la stretta di mano del truffatore? Dovrei far finta di nulla e fidarmi del loro nuovo ingegnoso meccanismo anche questa volta pensato a mia ampia tutela? Personalmente trovo la cosa impossibile. In poche semplici parole qualsiasi cosa questi signori vengano oggi a raccontarmi al riguardo vale semplicemente zero.

20 commenti a “Il valore di zero”

  1. Luigi Castaldi dice:

    Io mi pongo un altro problema: http://malvinodue.blogspot.it/2013/05/ci-staranno-mica-per-lennesima-volta.html

  2. diamonds dice:

    parafrasando quella vecchia battuta di Romano Bertola si potrebbe anche dire che in altre condizioni avremo anche potuto crederci.Se fossimo nati scemi esempio

    http://www.youtube.com/watch?v=_76ASE6XTBQ

  3. Mario G. dice:

    ecco un altro ottimo motivo di nopn votare mai più piddì, non bastasse quello che hanno già combinato

  4. Giancarlo dice:

    Hai perfettamente ragione. A me sembra che stiano assumendo un comportamento alla “ha da passá la nuttata” sperando che nei prossimi anni la crisi morda un poco meno e la gente si distragga e dimentichi. In modo di poter tornare ai fasti passati e presenti.

  5. pietro dice:

    Odcar Giannino dice:
    C’è da restare increduli, alla lettura del ddl approvato dal Consiglio dei ministri in un vigoroso sbandieramento di “abrogato finanziamento pubblico ai partiti. Altro che abbattimento in tre anni e poi spazio solo a contributi privati detassati. Il sistema a regime dal 2015 attraverso il 2 per mille del gettito IRE ex Irpef consentirà infatti ogni anno alla politica di diecidere di volta in volta entro UN MULTIPLO dell’attuale finanziamento pubblico, dopo il taglio effettuato a luglio scorso per impulso del governo Monti. Il gettito IRE 2012 ha superato i 160 miliardi di euro, il che significa che il tetto totale nel 2012 sarebbe stato di 320 milioni annui. Ricordo a tutti che ogni anno il governo propone al parlamento un ammontare massimo da girare ai soggetti interessati entro il tetto (come per 5 per mille), a seconda di andamenti saldi pubblici. ma resta il fatto che partiti in parlamento avrebbero lo’ultima parola OGNI ANNO su quale somma agttingere da tasca cotnribuente, MOLTO PIU’ DI QUANTO AVVIENE ORA! E il bello è che i partiti protestano pure, di fronte a un ddl-sola di questo tenore! Non riesco proprio a comprendere, come il governo Letta non abbia messo in conto la giusta doccia di esplosive polemiche che una simile proposta merita!

  6. frap1964 dice:

    @pietro
    Il tetto per il 5 per mille è fissato da tre anni a questa parte in 400 milioni. L’attesa è che per il 2 per mille ai partiti si abbia un tetto calcolato in proporzione conseguente, altrimenti è ovvio che la cosa non sta in piedi.
    Il punto è a quanto sarà effettivamente fissato il tetto.
    E non si capisce poi perché per l’ 8 per mille non ci sia invece tetto.
    In 20 anni si è saliti da 398 milioni a 1067 milioni di euro (dati Wikipedia).

  7. pietro dice:

    Non è poi così ovvio, attendersi che i partiti usino per il proprio tornaconto lo stesso metro che usano per le opere di beneficenza mi sembra ingenuo.

  8. DrBrunvand dice:

    “A decent world, that will give men a chance to work, that will give youth a future and old age a security.
    By the promise of these things, brutes have risen to power. They lied.”

  9. frap1964 dice:

    Sempre da Wikipedia:

    la legge n. 157 del 3 giugno 1999, Nuove norme in materia di rimborso delle spese elettorali e abrogazione delle disposizioni concernenti la contribuzione volontaria ai movimenti e partiti politici, reintroduce un finanziamento pubblico completo per i partiti.
    Il rimborso elettorale previsto non ha infatti attinenza diretta con le spese effettivamente sostenute per le campagne elettorali. La legge 157 prevede cinque fondi: per elezioni alla Camera, al Senato, al Parlamento Europeo, Regionali, e per i referendum, erogati in rate annuali, per 193.713.000 euro in caso di legislatura politica completa (l’erogazione viene interrotta in caso di fine anticipata della legislatura). La legge entra in vigore con le elezioni politiche italiane del 2001.
    La normativa viene modificata dalla legge n. 156 del 26 luglio 2002, “Disposizioni in materia di rimborsi elettorali”, che trasforma in annuale il fondo e abbassa dal 4 all’1% il quorum per ottenere il rimborso elettorale. L’ammontare da erogare, per Camera e Senato, nel caso di legislatura completa più che raddoppia, passando da 193.713.000 euro a 468.853.675 euro.
    Infine, con la legge n. 51 del 23 febbraio 2006: l’erogazione è dovuta per tutti e cinque gli anni di legislatura, indipendentemente dalla sua durata effettiva. Con quest’ultima modifica l’aumento è esponenziale. Con la crisi politica italiana del 2008, i partiti iniziano a percepire il doppio dei fondi, giacché ricevono contemporaneamente le quote annuali relative alla XV Legislatura della Repubblica Italiana e alla XVI Legislatura della Repubblica Italiana.

    Il fatto che ora venga fissato un tetto max su base annua è quindi un fatto positivo rispetto alla situazione attuale: si tratta di vedere ovviamente quale sarà il tetto.

  10. Pier Luigi Tolardo dice:

    Su questo ha ragione Grillo: il Movimento 5 Stelle non ha ritirato i 42 milioni di euro di finanziamento pubblico già previsto e per il quale il Pd , il Pdl, Scelta Civica ha già fatto domanda per un totale di 150 milioni di euro. Non solo il ddl(perchè non un decreto?) enrerà in vigore solo fra 3 anni, mentre nel 1993 grazie al referendum che abolì il finanziamento pubblico il finanziamento pubblico cessò immediatamente, certo allora Berlusconi tirò fuori i suoi soldi e vinse le elezioni mentre ora perfino Berlusconi vuole fare politica con i soldi dei cittadini e risparmiare i suoi…Per la transizone sarebbe stata meglio la Cigs o i contratti di solidarietà subito per i dipendenti dei partiti. Direi che effettivamente è una presa in giro…

  11. Pier Luigi Tolardo dice:

    C’è una cosa che però non capisco: il Partito Radicale ha lanciato una raccolta di firme per promuovere un referendum(insieme ad altri) per abolire la legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Non mi piacciono i Radicali ma lo avrei sottoscritto per il merito della questione, ma poi vedo che il primo firmatario è Emma Bonino che è Ministro degli esteri e quindi sostiene insieme al governo il ddl sul finanziamento pubblico, mi sembra l’ennesima presa in giro, per cui dico già che non lo sottoscriverò e se ci sarà il referendum non andrò a votare: sarà il mio V-Day.

  12. xarface dice:

    Io continuo a pensare che questa polemica sui soldi ai partiti sia una sciocchezza marginale

    sospetto inoltre che la piega che stanno prendendo le cose sia piuttosto pericolosa e che *nel complesso* il sistema democratico si stia incartando.
    Magari quello che ne nascerà sarà più bello e più brillante che pria. Ma magari anche no

  13. Massimo dice:

    Concordo in pieno, Massimo. Sono dei truffatori.

  14. frank dice:

    è un principio da tenere sempre a mente, e spesso questo legame non è codificato, o i codici sono comunque di troppo quando le persone non sono comunque degne e all’altezza.

    Infatti quando si è votato il referendum, si è votato un vincolo: puoi finanziarti in altri modi, proponi un’alternativa, comprendendo profondamente lo spirito del referendum e puntando su partecipazione e trasparenza contabile. Sei TU il legislatore

    PS. un appunto
    Report ha aperto un varco interessante: c’è da chiedersi se è veramente “servizio pubblico” quello che si regge sul profitto, anche in parte, sulla pubblicità televisiva, come Report stesso e soprattutto i programmi di Santoro. Non sono nè volontariato nè no profit

  15. arbaman dice:

    Continuo a pensare che se il gravame della politica sullo stato fosse limitato al finanziamento pubblico saremmo a cavallo.
    I soldi veri, le decine o centinaia di Miliardi, non milioni, escono ogni anno attraverso appalti, consulenze e stipendi d’oro di tutta la pubblica amministrazione, dallo stato al piccolo comune con tutte le migliaia di società parastatali e/o partecipate che fanno parte dell’immensa mangiatoia.
    E parliamo di cifre che si avvicinano almeno al 10 percento del Pil, che zavorrano l’intero paese che ha entrate vicino a quelle dei paesi scandinavi e servizi ormai di qualità africana.
    Il finanziamento per le spese elettorali rappresenta la biblica pagliuzza, su cui perdere tempo a discutere, mentre la trave resta ben ferma al suo posto.

  16. diamonds dice:

    a furia di differire il da farsi va a finire che in sala parto col forpice ci saranno gli ufficiali giudiziari ad attendere i nascituri

    http://jjserver.pp.fi/blog/tahtipuikko/posts/24_10/The%20Thieving%20Magpie.mp3

  17. UlisseNano dice:

    Questo è uno strano Paese. Passiamo gran parte del tempo a discutere di aspetti marginali, ovviamente facendoli apparire con una luce e in un contesto, differente da quello che realmente gli apparterebbe. E così, i temi secondari vengono consacranti a prioritari in quanto “etici”, “morali” o che so io.

    Le folle iniziano a commentare solo questi argomenti, i mass media trasformano questi oggetti in trasmissioni, dibattiti, libri, e ne sfruttano il consenso attraverso l’audience e così, nemmeno troppo lentamente, cala un velo su qualcosa altro.

    Quel qualcosa d’altro, di solito, sono argomenti di incredibile valore economico, ma difficili da trattare. Difficili perché necessitano di riforme strutturali che toccano i consensi, di voto o di interesse. Difficili perché richiedono professionalità altissime e capacità politiche che possano avvalersi di solidi appoggi di maggioranza. Quindi, perché prendersi in carico un tale onere? A che pro rischiare così tanto? E se si è coinvolti, perchè giocare contro se stessi?

    Ed ecco come, nel sistema Italia, inviluppato in una spirale negativa di lavoro, consumi, e capacità di competere, ecco è proprio in questo contesto che il finanziamento pubblico dei partiti diventa una priorità! Addirittura si erge a bandiera di moralità. Tutti i partiti lo integrano e le folle lo reclamano. Il vessillo si innalza come segno di una nuova era.

    Accantonati in angolo buio, trattati da pochissimi dissidenti, uomini non allineati, ci sono gli altri temi. Questi sono gli argomenti difficili, quelli che “devono” apparire marginali.

    Ad esempio, l’evasione fiscale. 176 miliardi (non milioni) di euro evasi al fisco ogni anno (non decenni) in Italia (non in europa). Una cifra da capogiro. Un valore capace da solo di far ripartire tutto il sistema Paese. Ma qualcuno dovrebbe pagarla. E allora no. Troppi interessi da toccare. Meglio parlare del finanziamento pubblico ai partiti.

    Un velo si stende su un tema come questo. Confindustria lancia allarmi ogni giorno ma non un accenno all’evasione. Confidustria è capace di espellere imprese che pagano il pizzo, ma non espelle imprese che evadono le tasse. Lo stesso ovviamente per gli ordini professionali. Poi c’è il Governo, concentrato a trovare nuove leve finanziare, ma non certo quella dell’evasione. Non se ne parla. Nemmeno l’opposizione. Nessuno. Come se quei 176 miliardi di evasione non esistessero.

    Come in un disegno perfetto, in cui tutto si muove per tornare dov’era, si realizza il danno la beffa. Il percorso che porterà ad abolire qualcosa che gli italiani avevano già abrogato attraverso un referendum avrà una sua conclusione inverosimile. Conclusione che avverrà con calma, in tre anni. E poi? Poi arriva la nuova soluzione: finanziare i partiti grazie ad una tassa del 2×1000. Altro non è che un finanziamento pubblico.

    Spettacolare. Ora iniziano i brindisi. La questione morale è risolta. L’etica del paese è ristabilita. Bisogna salire sul carro dei vincitori, ed a cantar vittoria ci saranno le donne e gli uomini che non hanno capito. I militanti senza razio. Gli interessanti. I coinvolti.

    Chi non festeggerà questa vittoria sono coloro che non vanno alle urne. I consapevoli dell’ennesima fregatura. La maggior parte che ha capito che questa politica non da possibilità di scampo. Il 2×1000 lo pagheranno ancora gli onesti, i dipendenti, i pochi italiani veri rimasti. I 176 miliardi continueranno ad evaderli impunemente i soliti professionisti, imprenditori. Ben riparati, protetti, da una impenetrabile cortina fumogena politica.

  18. Enrico Giammarco dice:

    La situazione partiti-elettori mi sembra un po’ quella che si crea tra direttori di banca e clienti in bolletta diventati rapinatori: quello che fino a cinque minuti prima era “impossibile” da avere, diventa ovvio e a portata di mano…

  19. Luigi dice:

    Solo io noto che sui quotidiani non trovo traccia della questione del 2×1000 per il finanziamento ai partiti, mentre i titoli riportano, o si limitano, alla notizia del taglio?

  20. Soldi ai partiti. Il trucco c’è e si vede | Valigia Blu dice:

    […] A questo punto almeno – considerando che a quanto si è capito anche il Porcellum non si tocca – risparmiateci le prese in giro. Il finanziamento ai partiti non è stato abolito, con buona pace della faccia del Presidente Letta. Per quanto mi riguarda la penso come Massimo Mantellini: […]