Oggi è stata una giornata a suo modo perfetta per chi volesse spiegare cosa è e come è percepita Internet in Italia. Tutto è cominciato con un’intervista di Concita de Gregorio a Laura Boldrini nella quale il Presidente della Camera, checchè se ne dica in giro, ha detto cose sciatte e disinformate sulla rete Internet e sui meccanismi che la regolano. Non entro nel merito, in molti ne hanno scritto meglio di quello che potrei fare io (il mio pezzo preferito fra i pochi che ho letto è questo di Vittorio Zambardino).
A darle man forte, in una sorta di simmetria istituzionale, è sceso subito Pietro Grasso che ne ha dette perfino di peggio e poi, a cascata le dichiarazioni sciatte ideologiche e disinformate si sono moltiplicate, giù, giù fino a Maurizio Gasparri che ascoltavo poco fa alla radio dire che lui – che modestamente se ne intende – sa che gran parte dei messaggi offensivi in rete sono anonimi.
Non si raddrizzano le zampe ai cani e se qualcuno faceva giustamente notare che in certe stanze altolocate di questo Paese si parla di Internet sempre e solo in toni enfatici e censori, molti altri, in un automatismo noto che abbiamo spesso imparato a conoscere (per esempio ai tempi della Legge antipedoporno) mescolavano le mele del controllo della rete con le pere dei contenuti sessisti contro una delle principali cariche dello Stato. Regola numero uno: separare mele e pere.
In ogni caso non se ne esce e probabilmente si tratta di una battaglia comunque persa in partenza, alla quale per stasera non mi va di partecipare. Dico solo due cose che mi sono venute in mente poco da mentre ascoltavo l’esperto Gasparri.
1- Le spinte censorie verso Internet in questo Paese non sono sottoposte a grandi perturbazioni ideologiche. Sono sovente uguali a destra e a sinistra, specie quando diventano personali. Chi si stupisce che una donna di sinistra ragioni come un Almirante qualsiasi non ha compreso che in questa omogeneità risiede una delle ragioni profonde dei nostri mille fallimenti tecnologici. Siamo allergici a Internet perché siamo (tutti) poco allenati alla libertà.
2- Mi è tornata in mente una frase che mi disse una sera molti anni fa a cena, un mia conoscente che si occupava delle cose di Internet presso il Ministero delle Comunicazioni. Alle mie rimostranze sull’immobilismo del Ministro dell’epoca sui temi a me cari, lui mi disse: “Hai ragione ovviamente, ma, sai, il nostro tempo passa in gran parte a disinnescare le enormi idiozie che i parlamentari partoriscono ogni giorno a riguardo di Internet. Se non puoi apprezzarci per quello che abbiamo creato, apprezzaci per tutto quello che siamo riusciti a non far distruggere.
Maggio 3rd, 2013 at 21:41
Per quanto riguarda le offese alla Boldrini, con tutto il rispetto per la donna e la carica istituzionale (in quest’ordine), sarebbe come se io per perseguire chi ha scritto una frase offensiva su di me su un muro della mia città proponessi di abbattere tutti i muri.
Maggio 3rd, 2013 at 21:53
Oppure chiuderei il circolino con la TV visto che tutti, chi più chi meno, offendono i politici in video.
Maggio 3rd, 2013 at 21:58
Non so, a me la censura non piace. Però non è la libertà d’insulto e di diffamazione il mio ideale. Nel pezzo che linki si rifiuta in apertura la battaglia culturale della Boldrini e in chiusura si dice che la rivoluzione (internet) è sangue e merda e bisogna prenderla così com’è. A me certe volte pare che all’istinto censorio del potere risponda un riflesso condizionato dei difensori di internet a prescindere. Mele e pere come dici tu: ma soprattutto mele marce da mele sane e pere marce da pere sane.
Maggio 3rd, 2013 at 22:12
Io non credo che questi esempi reggano (il muro da abbattere, il circolino con la TV), e soprattutto non mi pare che la Boldrini abbia minimamente avanzato l’idea di “abbattere il muro” o “chiudere il circolino”.
E la vedo un po’ come Gigio qui sopra. Zambardino non è molto convincente. La reazione alle parole della Boldrini in cui viene subito visto un istinto censorio, genera subito una reazione a molla che ne prevede la crocefissione di massa da parte di chi di difendere la Rete ha fatto un mestiere. Mestiere nobilissimo, per carità, ma a volte a furia di ripetere un’attività, quella ti prende la mano e la eserciti anche quando non sarebbe necessario.
Non mi pare che quella della Boldrini fosse un’intervista su Internet, credo che fosse qualcosa di molto più ampio e mi pare che lei stessa sia perfettamente consapevole della delicatezza di un dibattito sulle tematiche dell’espressione in Rete. E non trovo così disdicevole che avanzi il tema sperando in una serena discussione. Che potrebbe benissimo concludersi con il riconoscimento che la Rete è meglio così come è. Non tenterei di spacciare le “due parole due” della Boldrini come un attentato alla libertà in Rete. Non fosse altro che perché negli ultimi 10 anni in Italia ne ho visti di quelli veri, e non erano affatto così.
Maggio 3rd, 2013 at 22:21
Andrea, come ci dicevamo poco fa su Twitter, delle due l’una: o i virgolettati nell’intervista su Repubblica sono sbagliati, oppure no. Se sono sbagliati, certamente stiamo parlando del nulla. Ma se non lo sono, allora il tema esiste. Soprattutto perché lo stesso giorno, caso vuole, anche il presidente del Senato se ne viene fuori con frasi ancora più dure.
E nel frattempo, fanno il nuovo governo con 63 tra ministri e sottosegretari e non ce ne è uno che capisca qualcosa della rete.
Ora, non è pensare male dire che la “politica” di rete e innovazione digitale:
a) Ne sa poco o nulla.
b) Ne parla in modo superficiale e spesso distorto.
c) Non ne parla mai in positivo, ma solo per i rischi quasi sempre banalizzati e rappresentati a volte persino in modo caricaturale.
Maggio 3rd, 2013 at 22:40
Alfonso, sui vigolettati sono ragionevolmente sicuro che quello del titolo sia una sintesi del titolista (un paio di fonti così parrebbero confermare, ho provato a chiedere direttamente a Concita, vediamo se mi fuma), e mi pare che anche Luca (Sofri) questo intendesse.
All’interno del pezzo l’unica cosa che potrebbe far temere qualcosa è l’espressione “controllo del Web”, ma non mi pare che la Boldrini lo intenda nel senso di “esercitare una normalizzazione del Web”, quanto piuttosto nel senso che sul Web venga espletato il medesimo genere di controllo che si attua per le via di una città (fa anche lei un paragone con il muro imbrattato). Mi pare che la Boldrini sia in realtà più preoccupata della effettiva possibilità di enforcing delle leggi (ovvero l’effettiva capacità dell’Autorità giudiziaria di mettere il sale sulla coda del delinquente telematico) che sul fatto che leggi ci siano o che ne vadano fatte altre. Peraltro, io non sono Mante o Guido Scorza, ma a me pare che l’applicazione tout court della normativa sulla diffamazione al Web, negli ultimi anni, abbia dato vita a non poche mostruosità giuridiche. Ma qui, appunto ci vorrebbe Guido.
Poi hai sicuramente ragione per quanto riguarda i punti a, b e c. Ma diciamo che l’ingenuità (la “sciattezza” di cui dice Mante) della Boldrini non mi pare così eclatante, come talune manovre evidentemente dolose di cui siamo stati tutti testimoni nell’ultimo decennio. Credo che l’intervista in questione vada letta per quel che è: una persona che racconta di come è stata minacciata attraverso il Web e del bullismo di cui è stata testimone. E Grasso ha voluto farle da “spalla”, probabilmente più per “simpatia” che altro, dando sicuramente un spettacolo alquanto rozzo. Dato anche la formazione giuridica di Grasso, lì sì mi sarei aspettato un po’ più di cautela.
Maggio 3rd, 2013 at 22:55
@Andrea capisco il punto di vista, per quanto mi riguarda la sciatteria e la disinformazione di Boldrini si spiegano in due parole. Non esistono due pesi e due misure per la diffamazione fuori e dentro la rete, nessuno lo dice e nessuno lo sostiene, quindi la grande battaglia culturale invocata in termini di legge è finita prima di cominciare. Vogliamo dire qualcosa al riguardo? Chi diffama in rete è in certi casi molto visibile (normalmente lo è pochissimo) ma mediamente molto piu’ facilmente perseguibile (basti pensare alle celebri querele fotocopia di Moncalvo con i destinatari scelti su Google, ne arrivò una perfino a me per un commento sul mio blog). Queste cose forse la Boldrini non le sa, forse pensa non siano sufficienti. Il resto è una faccenda di memoria e percezione e qui invece ci sarebbe molto da dire ma andremmo a finire lontano. Ultima cosa, anche questa una costante del borbottio italico su Internet: ma è mai possibile che non si possano seguire i migliori comportamenti degli altri paesi meglio attrezzati di noi? Siamo campioni mondiali di battaglie culturali nel cortile di casa nostra
Maggio 3rd, 2013 at 23:13
@Mante, anche io capisco il punto di vista.
E di sicuro non sostengo che possano esserci “più” diffamazioni. Però possono essere necessari, che so, dei distinguo. Io sono ancora qui a non sapere se chi ha un blog possa essere condannato per il commento diffamatorio di un altro: sarebbe bello che un giorno qualcuno lo decidesse e lo scrivesse su un pezzo di carta. E di sottigliezze ne potremmo trovare parecchie altre a voler cercare.
Poi, come dici tu, *in certi casi* chi diffama in Rete è molto visibile (soprattutto se è molto famoso), ma *in molti più casi* può essere assolutamente invisibile. Se devo minacciare di morte la Boldrini non mi renderei facilmente querelabile. Poi è chiaro che se uno decidere di querelare a “mentula canis” può farlo. Può farlo “in massa”, può estrarre nomi a caso, può farlo anche senza averne alcun motivo, salvo poi perdere in giudizio. Che mi pare sia il caso di Moncalvo (salvo qualcuno)…
Ribadisco, non sto affatto dicendo che ci siano da invocare leggi o controllori speciali o censure. Per l’amor di Dio. Dico solo che l’argomento per discutere senza darsi dell’assassino o del dittatore in fondo c’è. Cosa che, magari (ma ahimé non necessariamente) potrebbe portare proprio a seguire l’esempio dei ” migliori” cui fai giustamente riferimento.
Rimango dell’idea però che questo assalto all’arma bianca – portato all’unisono sul Web – sia stato un tantino troppo automatico e fuori misura. Non abbastanza critico e poco interpretato sul contesto. E non riesco a togliermi la convinzione che si sia sviluppato più sullo slogan “basta all’anarchia” (che temo un fake) che sui contenuti dell’intervista.
Ma, va da sé, posso sbagliarmi. :-)
Maggio 4th, 2013 at 01:36
Concordo pienamente con Gigio e Andrea Maselli. I virgolettati nel titolo sono opera del titolista e non della Boldrini, andate sul profilo twitter di Concita De Gregorio e controllate tra gli ultimi tweet, lo conferma lei stessa. Ma mi chiedo: ce n’era bisogno? Non si notava lontano un miglio la dissonanza tra il titolo e la sostanza dell’articolo?
La cosa che mi sconforta è che, IMHO, tantissimi “big” del web (Mante, Luna, Zambardino, Arianna Ciccone, Wired per citarne alcuni) con la sola eccezione di Luca Sofri, hanno legittimato questa «informazione di sostanza un tanto al chilo» (sempre per citare il buon Luca).
Maggio 4th, 2013 at 08:14
Boh, ioni persino il dubbio che qualcuno dei censori della Boldrini non l’abbia letta l’intervista. Lei chiede di aprire una discussione. Non ci vedo intenti di censura in una discussione. Poi se quelli che “noi siamo internet e voi non sapete un cazzo” invece di rinchiudersi nella loro superiorità sentenziosavaccettassero la discussione (non è il caso di Mante che ho sempre visto discutere, ma di molti che leggo in giro) forse anche le Boldrini e i sottosegretari (li conoscete tutti personalmente per dire che non ne capiscono nulla o è solo che nessuno fa parte del circolo del “internet siamo noi”?) magari pure loro, dicevo, potrebbero capire qualcosa in più.
Maggio 4th, 2013 at 08:56
[…] Il giorno perfetto – manteblog: “Concordo pienamente con Gigio e Andrea Maselli. I virgolettati nel titolo sono opera del titolista e non della Boldrini, andate sul profilo twitter di Concita De Gregorio e controllate tra gli ultimi tweet, lo conferma lei stessa. Ma mi chiedo: ce n’era bisogno? Non si notava lontano un miglio la dissonanza tra il titolo e la sostanza dell’articolo? […]
Maggio 4th, 2013 at 09:25
[…] Zambardino (che ha scritto per me la migliore risposta), Mario Tedeschini-Lalli, Massimo Russo, Massimo Mantellini abbiamo letto tutti un’altra […]
Maggio 4th, 2013 at 11:17
Perchè la Boldrini non ha pensato di fare una legge per impedire la libertà di circolazione dell’uomo bianco italiano dopo gli omicidi di questi giorni?
Maggio 4th, 2013 at 11:39
Almirante si starà rivoltando nella tomba, accostato a Gasparri…
Maggio 4th, 2013 at 12:40
l’unica soluzione al problema sono i precog.E non tarderanno a scovarli
http://www.youtube.com/watch?v=-Eo2Tvw2ZKc
Maggio 4th, 2013 at 14:05
La De Gregorio cerca di rimediare alla confusioni dalla stessa con-causata
http://video.repubblica.it/politica/de-gregorio-boldrini-nessuna-crociata-ma-riflessione-seria/127276/125778?ref=NRCT-57946683-6
facendo finta di nulla su molte cose (virgolettati, parole dette e non dette, parole di Grasso, ecc.).
Mi sa che si e’ accorta che hanno parlato un po’ su cose che sconoscono.
Maggio 4th, 2013 at 18:10
Riporto l’estratto di un post che pubblicato sul blog del buon Alfonso Fuggetta ( http://www.alfonsofuggetta.org/?p=20096 ). Magari può interessare qualcuno.
Alfonso, va tutto bene, però, alla prova dei fatti i nostri dubbi, i nostri atteggiamenti possibilisti e riflessivi (mi metto con Sofri sperando non se ne abbia a male) si sono rivelati almeno in parte fondati. Ma non è questione “di chi sia la colpa”. Credo piuttosto che sia un problema di nervi scoperti, abitudine a scattare, e la solita fretta indemoniata di chiudere il caso a ritmo di tweet.
Siamo talmente abituati, come dici tu, ad attenderci un assalto alla diligenza che quando scoppia un palloncino non possiamo fare a meno di buttarci a terra e rispondere al fuoco.
Se poi si vuole proprio parlare di colpe, una porzione ce l’abbiamo tutti. Al punto che, secondo me, è difficile dire da che parte vada guardato il mondo per stabilire se sia “alla rovescia” o meno. La Boldrini doveva chiarire, Concita doveva spiegare e riportare meglio, il titolista non doveva inventare, ma anche tutti noi dovevamo prenderci quelle 2 ore di riflessione prima di scatenare l’inferno e tagliare tutto col machete.
Facendolo ci saremmo accorti che nel discorso della Boldrini c’erano tante cose importanti e che, in fondo, il Web non era nemmeno quella centrale. Poi certo, la Boldrini non sarà la più profonda conoscitrice delle cose del Web, non avrà pesato le parole come si sarebbe potuto fare (pur riconoscendo lei stessa la delicatezza del tema), ma da qui a voler vedere nelle sue parole l’attacco alle libertà democratiche, il tentativo di bavaglio alla Rete, la minaccia totalitaristica alla libera espressione – perdonami Alfonso – ma ce ne passa!
Peraltro, piaccia o meno, ma il problema indicato dalla Boldrini c’è. Esiste. E’ tangibile. Ed è molto facile (fin banale) sostenere che le leggi ci sono e basta applicarle. Perché il problema – quello che la Boldrini solleva – sta proprio nell’efficacia della loro applicazione a un contesto che è STRUTTURALMENTE diverso. Quando mi minacciano in mille, posso fare 1.000 denunce e sperare che vadano non dico a buon fine, ma che qualcuno sia anche solo vagamente in grado di gestirle? Non nuove leggi dunque, ma è così peccaminoso e indecente chiedere una riflessione (di questo parla la Presidente della Camera)sul tema?
E a tutti i guru del Web devono rizzarsi i capelli per questo?
A mio avviso i suddetti guru (e uso il termine in senso assolutamente non ironico) anziché attivare ogni volta il consueto corto-circuito autoreferenziale (Pino che blogga a Gino, che si complimenta con Tina, che scrive la lettera aperta Dino, che twitta a Lino il contenuto del blog di Pino… e chiude il cerchio prendendo a male parole chi cerca di intromettersi) dovrebbero capire che non sono le parole (anche ingenue) della Boldrini a comportare il rischio che un giorno a qualcuno venga in mente di sigillare il Web, ma piuttosto proprio quei comportamenti che la Boldrini denuncia.
Perché c’è un sacco di gente la fuori – meno illuminata di te, di me e dei guru – che ne ha le tasche piene di convivere con certe schifezze (tali converrai siano) e che un giorno potrebbe scendere a compromessi. E preferire la creazione di un grande Facebook controllato e “sicuro”, piuttosto che poter sguazzare in un grande Web libero e “pericoloso”.
Perché i raffinati e attenti cultori delle libertà democratiche costituiscono un circolo molto più ristretto di quello che immagini tu. Purtroppo.
Maggio 4th, 2013 at 18:28
Ti ho risposto sul mio blog. Qui il link: http://www.alfonsofuggetta.org/?p=20096&cpage=1#comment-824181
Maggio 4th, 2013 at 18:33
Alfonso, guarda che poi Mante ci cazzia perché ci citofoniamo sul suo blog :)
Maggio 4th, 2013 at 18:42
[…] i più sensibili frequentatori della rete subito hanno scritto post infuocati o lettere aperte stigmatizzando le […]
Maggio 5th, 2013 at 09:26
[…] Il giorno perfetto ::: manteblog […]
Maggio 6th, 2013 at 09:45
Maggio 6th, 2013 at 10:24
Quindi polemichetta inutile della serie: tanto rumore per nulla.
Perlomeno si poteva evitare di attibuire subito alla Boldrini sciatteria e disifnormazione che di certo non le appartengono.
Maggio 20th, 2013 at 08:38
[…] Fabio Chiusi , Alessandro Gilioli , Guido Scorza , Massimo Mantellini , Vittorio Zambardino , Arianna Ciccone ) Tutti hanno espresso critiche convincenti e […]
Maggio 20th, 2013 at 11:50
[…] Fabio Chiusi , Alessandro Gilioli , Guido Scorza , Massimo Mantellini , Vittorio Zambardino , Arianna Ciccone ) Tutti hanno espresso critiche convincenti e […]
Maggio 20th, 2013 at 15:42
[…] per qualche forma di legge nuova che al momento non risulta esistere in nessuna democrazia. Massimo Mantellini: Laura Boldrini … ha detto cose sciatte e disinformate sulla rete Internet e sui meccanismi […]