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Agcom ha deciso di bloccare anche Sentimeter, iniziativa del Corriere di analisi delle opinioni in rete dei cittadini sulle prossime elezioni. A questo punto la situazione diventa seria e preoccupante.

12 commenti a “Per il nostro bene”

  1. nicola dice:

    Io continuo a non capire perché i giornalisti non coinvolgano i loro colleghi stranieri. Una pagina web su un sito estero da consultare dall’italia per 20 giorni non costerà una cifra, no?

    Così, per far vedere quanto è inutile il divieto.

  2. AgCom blocca Sentimeter | @Aghenor dice:

    […] so se, come di Massimo, dobbiamo cominciare a preoccuparci ipotizzando provvedimenti censori da parte […]

  3. Claudio dice:

    Eh vedi Massimo che allora quelli dell Agcom se la prendono pure con la rete in senso trasversale? Boh io sono sempre più convinto di abitare in un paese dove vige la dittatura a suon di burocrazia facile.

  4. stefano hesse dice:

    una pagina facebook?

  5. Pier Luigi Tolardo dice:

    Sono contro le censure di siti on line anche di sondaggi,ma credo che sarebbe necessaria una legge che proibisca in Italia ai partiti di commissionare sondaggi e di pagarli con soldi pubblici op privati e a siti web o giornali che ricevano finanziamenti pubblici e di partiti. Un regolamento della Rai che proibisca l’uso di sondaggi da parte della Tv di Stato in occasione delle elezioni. Il sondaggio commissionato da organi di informazioni anche fortemente politicizzati ma non partiti c’è in tutto il mondo, l’uso esasperato ed esasperante dei sondaggi da parte di Berlusconi, imitato dagli altri, che sostituiscono argomenti e programmi, deve essere punito e scoraggiato in tutti i modi, ovviamente non è una legge ad personam perchè se non ci sono leggi che lo proibiscano in questo senso altri ne seguiranno il cattivo esempio in futuro, ha tutto il modo di dire palle liberamente senza ammantarle di vaore statistico, in questo senso si ai sondaggi ma senza farne il centro della campagna elettorale, no alla sondaggiocrazia, in questo senso sono un pefetto nostalgico della Prima Repubblica in cui i sondaggi erano pochi e non sbandierati continuamente…Crepi la lobby dei sondaggi…

  6. Adriano dice:

    @Pier Luigi Tolardo
    Oppure, più semplicemente, in calce a ogni sondaggio inserisci un bell’avviso, del tipo “commissionano tal partito tal dei tali”, così un lettore sa già cosa aspettarsi come risultato e può evitarsi la fatica di leggerlo. In fondo, la validità dei sondaggi è pressoché nulla in un paese come l’Italia: essendo basati sull’onestà degli intervistati e sulla veridicità delle loro risposte (e non sul “dico questo perché fa figo, ma poi farò quell’altro che mi vergogno a dire), è chiaro che valgono come il due di coppe quando la briscola è spade…

  7. andrea61 dice:

    Ma non è che quelli dell’AGCOM hanno uno dei vecchi scatolotti di De Giovanni e credono che internet e la tv siano la stessa cosa ?

  8. Daniele Minotti dice:

    AGCom (Ahahahahah!) applica una legge votata da tutti, specie dal PD. Ergo…

  9. Enrico dice:

    Infatti, la legge che sancisce il divieto è del 2000 e al tempo erano tutti d’accordo sulle sue norme. L’Agcom non fa altro che applicare la legge e il successivo regolamento, non si capisce quindi dove sia il problema ora. Ma in Italia funziona così, si scopre che esistono le regole e le leggi quando possono dare fastidio e allora giù polemiche. Per nulla e sul nulla.

  10. se-po dice:

    This, AGCOM, is the internet
    http://www.youtube.com/watch?v=sDA1HUmuuJo

  11. andrea dice:

    La situazione è seria e meriterebbe azioni serie. Mi sarei aspettato da parte del Corriere un’azione dimostrativa volta a smascherare le assurditá di norme scritte nel medio evo mediatico. Potevano trasferire tutto su un server straniero e far capire come funziona la Rete. Ci sarebbero state polemiche e la politica avrebbe reagito in malo modo ma, per una volta, l’informazione avrebbe potuto portare un contributo utile al paese.
    Certo che se però campi di contributi pubblici non hai mica tanta voglia di spaventare chi sta o stará a Roma.

  12. Andrea dice:

    la burocrazia È DITTATURA