Oggi Pierluigi Battista ha firmato sul Corriere della Sera un breve articolo abbastanza incredibile che si intitola “Google spia i nostri agenti segreti, se la trasparenza non ha confini”. La tesi del pezzo è che Street View e in generale le mappe di Google mettano a rischio la sicurezza dei nostri 007.

Per iniziare Battista scarica sul Secolo XIX la responsabilità di una notizia la cui assoluta inesattezza lui stesso avrebbe potuto controllare in pochi minuti:


“Si legge infatti nel Secolo XIX che il programma Street View di Google può agiatamente riprendere con le sue telecamere luoghi targhe di macchine e spostamenti all’interno di Forte Braschi sede di alcuni uffici dell'”Agenzia per le informazioni e la sicurezza esterna”.



Ovviamente non è vero quasi nulla:

Street View come si puo’ facilmente controllare non ha accesso a Forte Braschi, come a nessuna altra residenza privata, gli spostamenti di chiunque non possono essere seguiti (visto che le immagini sono fisse e vengono aggiornate ogni due o tre anni) le targhe delle auto parcheggiate e i volti dei passanti nelle strade limitrofe sono automaticamente oscurati da un software. Lo sanno tutti, tranne PG Battista.


Prosegue l’articolo:


Fuori di quella struttura che dovrebbe essere protetta da sguardi indiscreti sono evidenti cartelli con su scritto “zona militare” divieto di eseguire fotografie, cinematografie e rilievi anche a vista”.


In ossequio a questa indicazione per tutto il perimetro anteriore di Forte Braschi Street View risulta disabilitato.



Si prosegue:


“Nei dintorni della sede della Cia in Virginia le telecamere di Google sono oscurate, e lo stesso accade a parigi dove le riprese satellitari del palazzo che ospita la Direction generale de la securite exterieure sono addirittura impensabili.”


Quasi nulla vero nemmeno qui: le immagini satellitari della sede della CIA a Langley sono liberamente disponibili (con la stessa risoluzione di quelle di Forte Braschi) mentre Street View è disabilitato (ma probabilmente anche perché i vialetti limitrofi sono privati). Le immagini satellitari della Direzione della Sicurezza parigina sono invece effettivamente pixelate ma Street View nell’isolato interessato funziona regolarmente.

Il resto dell’articolo è una piccola indicazione morale sulla necessità di tutelare i nostri agenti segreti che


“non appaiono limpidi quando dovrebbero e invece risultano troppo trasparenti quando le esigenze di riservatezza sono reali e fondate.”



Attaccare Google è lo sport del momento e per carità ce ne sarebbe forse bisogno. Con editoriali del genere, assertivi, disinformati e pigri, si ottiene l’effetto opposto.


update 28/10. L’articolo originale de Il Secolo XIX al quale PG Battista si è “liberamente” ispirato e che contiene informazioni molto più precise è qui.

9 commenti a “Google e gli 007”

  1. juhan dice:

    Sì ma dai, prendere per buono PG! Dai siamo seri.
    Piuttosto è da un po’ che non si sentono più rants su Wikipedia. O mi sfugge qualcosa? E Michele Serra ha imparato a twittare?

  2. atos dice:

    Serra sa twittare benissimo, ne ha scritto uno che ha avuto piu’ eco di mille twet dei professionisti.
    Condivido la chiusa , attaccare i leader va bene, ma c’e’ un limite alle castronerie.

  3. valentinaa dice:

    “Assertivo, disinformato e pigro” sono solo eufemismi: in realtà è in assoluta cattiva fede. Un vero ******, che sa benissimo di cosa parla e perché lo fa (se può esserci un’attenuante, è il suo essere intrappolato nei suoi schemi sessantotteschi che ancora -!!!- dovrebbero spiegare tutto). Il mio è quasi un omaggio.

  4. massimo mantellini dice:

    @valentinaa da queste parti non solo io ho obblighi stringenti riguardo agli eufemismi. Anche i commentatori ne hanno, quindi ho asteriscato un non-eufemismo del tuo commento. Ti chiedo perdono ;)

  5. valentinaa dice:

    @mante va benissimo. è che col pigi ci ho dei precedenti e su certi argomenti come si dice a bologna facilmente “mi scende la catena” :) sorry

  6. enrico dice:

    @valentinaa: adesso però ci dici tutto di te e pigi! Troppo facile buttarla lì e far finta di niente. Siamo curiosissimi (e già con il popcorn)… :)

  7. valentinaa dice:

    @enrico nessun problema, è tutto pubblico. Solo non volevo tediarvi…
    http://valentinavon.tumblr.com/post/21714965094/quelli-che-genova-quella-volta

  8. - ST - dice:

    Ho letto solo ora il suo blog. Mi permetto di suggerirle di leggere prima l’articolo originale, citato dal Corriere della Sera, prima di affermare o lasciar intendere che il Secolo XIX e nello specifico il sottoscritto abbia scritto inesattezze.
    Distinti saluti,

  9. massimo mantellini dice:

    @-ST- il quoting letterale di PG Battista è citato nel post, immagino che possa anche essere accaduto che l’autore abbia equivocato le sue parole, se mi fa la gentilezza di inviarmi il pezzo originale (che a suo tempo non ho trovato) controllo volentieri. saluti.

    update: Come non detto Simone, l’ho trovato