Diranno i giudici se la operazione della GDF che ha chiuso due siti web dedicati allo streaming AV denunciando i gestori per violazione della legge sul copyright sia, come pare, una iniziativa senza alcun fondamento. Nel frattempo pare utile sottolineare, nel prevedibile contrapporsi di favorevoli e contrari, questa perla del sito web dirittodautore.it, secondo il quale la truffa architettata dai due giovani italiani avveniva attraverso due server impiantati in Cina.

Attraverso due server piazzati in Cina veniva ritrasmesso in Internet il segnale di emittenti cinesi che avevano regolarmente comprato i diritti televisivi del campionato italiano

In realta’ come tutti sanno e’ la medesima emittente che rende disponibile online il flusso video incriminato.

Al di la’ di simili curiose interpretazioni e’ assai piu’ preoccupante l’ipotesi secondo la quale le autorita’ italiane, a loro insindacabile discrezione, possano decidere di bloccare gli IP di siti web scomodi. Una volta si tratta di siti pedofili, quella dopo di siti web dedicati alle scommesse (scommesse legali ma che interferiscono con i medesimi business nostrani), poi di streaming cinesi delle partite del Milan. E domani? Domani ci si ritrova con una Internet chiusa e senza fiato che e’ il sogno di mille squallidi maneggioni di questo paese.

In corso, confermano a Punto Informatico i responsabili dell’operazione, è invece il blocco dell’IP dei server dai quali veniva “attinto” il materiale. I maggiori provider già  nei prossimi giorni implementeranno un filtro che impedirà  de facto l’accesso dall’Italia ai contenuti mantenuti sui server cinesi. Una procedura di filtraggio a monte di cui si parla da tempo e che è tra l’altro oggetto anche di recenti norme in materia di contrasto alla diffusione del pedoporno.

Update: sulla questione Alessandro Longo intervista Andrea Monti su repubblica.it.

10 commenti a “IL FIREWALL ITALIANO”

  1. Thomas dice:

    Sfido chiunque a dire che l'Italia è ancora uno stato di diritto.

  2. Joe Tempesta dice:

    Io non riesco a essere indulgente, mi dispiace.

    Anche su questo sito ci si riempie spesso la bocca di parole come "legalità " e poi si levano gli scudi quando un'azienda privata cerca di tutelare i propri interessi, tra l'altro tutelando anche quelli dei suoi clienti che per vedere il calcio pagano un tot di euro al mese. O vogliamo farne gli ennesimi fessi che pagano quando i furbi possono averlo gratis?

    Se non ti puoi permettere il calcio, non lo guardi, punto e fine. Si chiama mercato e non si può pretendere che Sky faccia buon viso a cattivo gioco quando qualcuno si prende gratis quello che loro pagano milioni di euro.

    Detto questo, la misura del blocco dell'IP è e resta inquietante.

  3. stargazer dice:

    Sono tutte scuse per limitare progressivamente la libertà  su internet.

    Non c'è alcuna certezza di vedere le partite in streaming: ne vengono trasmesse poche, e i palinsesti cambiano con disinvoltura. Inoltre ci vuole una non indifferente capacità  tecnica, non alla portata dei più.

    Il modo più comodo e sicuro per vedere le partite è sempre quello tradizionale. Chi sfrutta lo streaming non si abbonerebbe comunque ai servizi pay-tv.

    Quando i blog saranno scomodi si partirà  al filtraggio dei medesimi, con la scusa che fanno "disinformazione" e possono causare confusione nelle menti dei cittadini. I primi passi sono già  stati mossi, come ha osservato Mantellini sul suo blog.

  4. Joe Tempesta dice:

    Stargazer, a mio modo di vedere la libertà  non comprende e non può comprendere la libertà  di farsi i cazzi propri a spese di qualcun altro, in questo caso di Sky.

    Libertà  è per "Quelli che il calcio…" di dare i risultati delle partite in tempo reale, non quella di fottersene delle esclusive pagate a caro prezzo dagli altri.

    In questo modo non rendi più nobile la tua battaglia, semplicemente sporchi il concetto stesso di "libertà ", trasformandolo in qualcosa di molto simile affine al facciamoci i cazzi nostri e freghiamocene degli altri e dei loro diritti.

  5. Michele dice:

    Sembra di essere tornati indietro di 5 anni , quando la GDF chiudeva i vari digitalsin o digitalfreesat ,siti dedicati al sathacking.

    Poi si passo' alla chiusura dei forum dedicati ad emule e via dicendo.. ora coolstreaming e soci!

    Che benefici hanno portato questi provvedimenti a parte mettere nelle grane qualche povero capro espiatorio?IL NULLA!

    Ogni tanto si leva qualche polverone, qualche titolo sui giornali,due stronzate alla tv, Sky che alza la voce e poi tutto torna come sempre..

    con la gente che cerca di ripagarsi delle "vantaggiosissime" tariffe internet italiane, prendendosi tutto cio' che la rete gli puo' offrire.

    Il ban degli IP fa paura ma non mi pare potrà  servire a molto!Si parla di P2p e quindi di tracker e utenti sparsi in giro per il mondo e NON di connessioni punto punto verso server dedicati. Quindi a che serve filtrare qualche IP cinese??

    Con Rossoalice (4 euro al mese) ci si vede il campionato e si evitano i vari coolstreaming & c. che ,attualmente, stanno in piedi con lo scotch.

    Lasciando perdere la censura dei due siti italiani

    Il blocco degli IP mette i brivi ma a che serve?

    La connessione non avviene mica punto punto verso la cina o sbaglio?!?!

    Il colloquio dati avviene con i gli utenti che si scam

  6. Sgembo dice:

    "E domani? Domani ci si ritrova con una Internet chiusa e senza fiato"

    Qui le cose vanno sempre inesorabilmente peggio e il domani mi sembra già  arrivato.

    Faccio notare a chi non lo sapesse che il sistema coolstreaming era un p2p a tutti gli effetti. In pratica il segnale venita messo in rete dai server cinesi e si creava una specie di torrent per cui contemporaneamente si riceveva e ritrasmetteva il segnale ad altri utenti.

    Teoricamente si pensava fosse un sistema legale infatti se ne era parlato anche sul quotidiano"La stampa" con tanto di istruzioni sull'uso…

    Non si tratta di essere o meno indulgenti, ma le tv cinesi i diritti gli hanno PAGATI. Avevano e hanno il diritto di ritrasmettere il segnale in rete.

    Se poi qualcuno non capisce che internet significa rete internazionale sono io a non essere più indulgente.

    Detto questo non vedo una partita di calcio da anni e ne vado fiero.

  7. Stargazer dice:

    @Joe Tempesta

    Non si tratta di partite di calcio o diritti (reali o presunti) da tutelare. "Una volta si tratta di siti pedofili, quella dopo di siti web dedicati alle scommesse (scommesse legali ma che interferiscono con i medesimi business nostrani), poi di streaming cinesi delle partite del Milan. E domani?" Come si fa passare un principio odioso come la censura in un paese, almeno di facciata, democratico? La si attua prima in maniera che sempre "giusto", quindi la tutela delle majors dell'audio/video, poi di Sky, poi delle scommesse… Il principio così passa: se c'è qualcosa di realmente "spiacevole" va censurato e non è peccato. Ma chi deciderà  in futuro cosa sia da considerarsi "spiacevole" e cosa no?

    I diritti vengono tutetali solo quando sono diritti dei forti. Guarda il caso di armani.it: il tizio aveva acquistato il dominio secoli prima che l'Armani famoso nemmeno sapesse cos'è internet. La consuetudine era sempre stata "chi prima arriva prima alloggia", tanto più che il tizio si chiamava davvero Armani e con la moda non c'entrava un bel niente. Eppure gli hanno espropriato il dominio, perché l'altro Armani, quello ricco e famoso, s'era d'un tratto destato dal suo torpore digitale e reclamava i suoi "diritti"…

  8. Joe Tempesta dice:

    Non mi è chiaro quale differenza c'è, secondo voi, tra la Rai che non può trasmettere sul satellite le partite di coppa (champions, mondo, uefa) di cui ha acquistato i diritti e quelli che dalla Cina dovrebbero poter vedere le partite a gratis.

    La Rai *non può* trasmetterle sul satellite perché, al pari di internet che è "internazionale", l'aria è di tutti: se Rai1 trasmette la finale Milan-Liverpool chiunque abbia un ricevitore FTA in europa potrebbe vederla. Solo che magari Milan-Liverpool è stata acquistata da qualcun altro in Inghilterra, e qualcun altro in Germania, in Francia e così via. E tutti hanno pagato (cari) i diritti di esclusiva per il loro paese. E' censura? A me non pare sia altro che mercato.

    Perché su Internet dovrebbe funzionare diversamente?

    Stessa cosa per i siti pedofili e per il gioco d'azzardo. Se è illegale giocare a black jack nel bar sotto casa, perché dovrebbe esserlo via Internet? Chi l'ha detto che è perfettamente legale? In Italia non lo è. Così come non è legale vendere immagini pedopornografiche: se te le trovano a casa te le sequestrano (e ti processano pure). Perché su Internet dovrebbe funzionare in modo diverso? E' una rete internazionale, ok, ma non è una zona franca.

    Davvero non capisco.

    Tra l'altro noto che la cosa è molto molto differente (almeno finora e a meno che non mi sia perso qualcosa) da quello che accade nei confronti di chi si scarica mp3 e film. Sky si è rivolta contro chi favoriva un comportamento illegale (favoreggiamento mi pare sia un reato nel nostro Paese) e non contro chi le partite le scroccava. In questo senso mi è parso molto più saggia Sky di Urbani.

  9. Giorgio dice:

    Stargazer hai detto bene: i diritti vengono tutelati (dalla legge) quando sono i diritti dei più forti (che si possono permettere pulmann di avvocati prezzolati). Il povero "coglione" che si chiama Luca Armani e che ha deciso di aprire un sito nel 1997 per pubblicizzare il suo timbrificio, NON HA DIRITTO a tenerlo in piedi perchè il suo "cognonimo" lo randella a suon di querele, e vince e stravince perché la giustizia italiana non ha cultura informatica e tantomeno il necessario senso del Diritto.

    Fatto sta che il 3 marzo 2003 il Tribunale di Bergamo condanna il titolare del timbrificio a restituire il dominio "armani.it" al legittimo (?) proprietario (e a pagare 13.526 euro di spese più 5.000 euro per ogni giorno di ritardo nell'eseguire il diktat).

    Questo è il metro di giudizio italiano. Quindi c'è poco da stupirsi se stiamo boccheggiando in una cisterna di cacca liquida.

  10. Sgembo dice:

    Il paragoni tra le partite di calcio e la pedopornografia, tra i satelliti e internet, mi sembrano così strampalati da assomigliare a dei sofismi.

    Concentriamoci sui fatti: I cinesi non hanno violato la legge perche' hanno pagato i diritti, prova ne è che nessuno li ha denunciati.

    Il cosiddetto "favoreggiamento" mi sembra un'accusa grave e infondata.

    I siti in questione fornivano informazioni su programmi freeware per vedere tv straniere su internet. Se questo è favoreggiamento allora cosa dire di tutti i siti che parlano di p2p? Sono tecnologie che hanno anche un uso legale.

    La verità  nuda e cruda e' che coolstreming si e' inserita in un "buco" tecnico-legislativo. E che nel dubbio tanto per cambiare si e' ricorso a metodi polizieschi per tutelare i soliti noti…Prima di arrestare delle persone di solito si facevano votare leggi su misura, ora noto che non ne hanno più bisogno.