Molto divertente. Gli editori pagano una ricerca i cui risultati dicono che su 21 milioni (?) di navigatori della internet italiana la meta’ sarebbe disposta a pagare per accedere a contenuti online.

13 commenti a “TRIPLO SALTO MORTALE CARPIATO ROVESCIATO”

  1. sergio maistrello dice:

    Che poi, a veder bene, quella è l'interpretazione sparata nel comunicato stampa di Aie, poi ripreso da Repubblica.it. Perché stando al rapporto, il 46% del campione (percentuale composta soprattutto da navigatori più esperti, studenti, 30-39enni e 14-17enni) sostiene che "le informazioni e i servizi dovrebbero essere gratuiti perché l'accesso libero è il principio alla base di Internet". La "quasi metà  disposta a pagare" dice, in realtà , "non so" (28%), "solo se non riesco a trovare la stessa cosa gratuitamente" (15%), "solo se il servizio è ben fatto" (11%). Ed è una frazione composta soprattutto da quelli che "hanno il Pc ma non navigano in Internet". Che è un po' diverso…

  2. Massimo Moruzzi dice:

    sembra che il 30% sia disposto a pagare pur di vedere più banner….

  3. Pier Luigi Tolardo dice:

    Grazie a Sergio ma perché queste cose i giornali non le dicono? Si autoraccontano balle, ma cosa gli serve?

  4. antonio dice:

    mi pare che, se così stanno le cose, la differenza tra comunicato e ricerca sia imbarazzante. Sia per chi ha scritto il primo, che per chi lo ha ripreso in quel modo. Un triplo salto mortale con annessa supercazzola, direi. poi dice i vantaggi della blog-way-of-newsmaking: un bel link ai risultati precisi della ricerca e si risolveva tutto. Ma non conviene a molti, evidentemente. Saluti. :)

  5. Paolo Graziani dice:

    Appunto. Più che dati falsi, è fasulla e tendenziosa la loro interpretazione.

    E' fin troppo chiaro che, ad oggi, la connessione ad internet non è certo un bene a buon mercato. Al di là  del costo del pc, e del costo umano della formazione all'uso dello stesso(la cui alternativa è: frequente intervento di tecnico a pagamento per ripristinare pc devastati dai virus), ci sono i costi della connessione. E' praticamente quasi impossibile, facendo un uso normale di internet, non spendere meno di 20 euro al mese per la connessione. Senza considerare la tanto pubblicizzata banda larga. Francamente io non sono disposto a spendere più di questa cifra, al mese, e così la maggior parte degli utenti internet che conosco. Che gli editori si freghino con le loro mani, se credono, barando al solitario…

  6. Effe dice:

    Io sarei disposto a pagare per porre taluni blog offline (si parla di comode rate, spero)

  7. Ubik dice:

    Che l'articolo di Repubblica non sia molto affidabile lo si può arguire dai due dati della prima frase.

    21 Ml. di navigatori = 43% della popolazione vuole dire:

    a) che in italia siamo 48 milioni

    b) che quelli di Repubblica si fanno le statistiche sugli utenti internet in casa perchè il loro dato stride con tutte le altre statistiche (vedi per es. http://www.iab.it/img_usr/IabForum2003_Presentazione_Pavone_1mb.ppt).

  8. b.georg dice:

    il link alla ricerca e' qui: http://www.ilsole24ore.com/SoleOnLine3/Tecnologia%20e%20Innovazione/ISPO_Presentazione_Finale%202004.pdf?cmd=art&codid=22.0.1708504050" Direi molto godibile il modo in cui è condotta. Sembra fatta da Gianni Pilo :))

  9. b.georg dice:

    ops, scusate il casino, s'è perso un pezzo di html. Mante puoi correggerlo?

  10. antonio dice:

    grazie giorgio. cvd, direi, l'ho sfogliato un attimo e ci sono molti spunti per criticarne le basi teoriche, nonchè metodologiche. Poi per carità : giusto per ragionare. L'ho letto al volo, ma, esempio. "In base ai canali scelti dagli intervisti per accedere a ciascun tipo di

    informazioni, il campione è stato suddiviso in 4 categorie che

    delineano un differente approccio ai contenuti editoriali". Bene. 4 Categorie. Fantastico. Che sono? 1) tecnologico (internet, telefonino) 17% 2) tradizionale (cartaceo) 47%; 3) misto (in egual misura i due, dice – il chè significa che se dai dati è uscito un "tradizionale 60%" – o addirittura 51%, la risposta è stata computata in tradizionale tout court – voglio dire: ha senso la categoria mista? Oppure lo vogliamo dire il "grado" dell'uno o dell'altro? i 100% tecnologico, o i 100% tradizionale e i gradi intermedi?): 13%. Ma il capolavoro è, a mio parere, la quarta "categoria": che si chiama "non so/non risponde". E' proprio una categoria. Spiegazione: Altro/Non sa

    "Categoria formata da individui che hanno indicato in modo poco

    preciso o parziale i canali preferiti o che non hanno espresso in

    modo chiaro una preferenza." E' una categoria? una categoria "che

    delinea un differente approccio ai contenuti editoriali". Approccio confuso? di omertà ? de che? Io non l'avrei fatto, ma insomma alzo le mani davanti a cotanta professionalità . Senza ironia. Su altro sorvolo.

  11. Alessandro dice:

    E' chiaro che a Repubblica conviene portare avanti l'idea che gli utenti sono d'accordo a pagare i contenuti. E' quello che cercano di fare, dopotutto…

  12. massimo mantellini dice:

    corretto il link giorgio……

    arrivo tardi ma arrivo. ;)

  13. Maurizio Benzi dice:

    A me sembra un po' paradossale tutto questo.

    1. L'Associazione editori (che ha una serie di interessi ed obiettivi specifici) diffonde un comunicato in cui, come sempre succede, spinge sui concetti che maggiormente interessano all'organizzazione, attraverso un interpretazione dei dati soggettiva.

    2. Una serie di testate (magari facenti parte della stessa organizzazione), diffondono il comunicato e per chi non conosce da dentro il fenomeno si ha l'impressione che la notizia possa essere vera.

    A me preoccupa questa cosa:

    Quante volte succede?

    In quanti campi succede?

    Ciao

    Maurizio