La scomparsa delle vostre musichette dalle storie su Instagram e Facebook. Più che la violazione di un diritto fondamentale un sogno che si avvera.
Tratto dal suo profilo Linkedin ecco il curriculum accademico di Claudio Anastasio, “manager” pubblico innamorato dei discorsi del Duce che il Governo aveva scelto per guidare la società statale 3i. Diploma di istituto tecnico, un anno di ingegneria, due anni di giurisprudenza.
Di tutti i travestimenti con i quali Matteo Salvini si è proposto a noi in questi anni (sportivo in felpa, dj da spiaggia con infradito, militare in mimetica ecc.) quello da persona seria, assorto, occhiali da lettura, giacca scura e cravatta sobria, il travestimento che utilizza di più ultimamente, è senza alcun dubbio quello più patetico e improbabile.
“Qualcuno ritiene che le autorità italiane non abbiano fatto qualcosa che potevano fare?
(Giorgia Meloni, a Cutro oggi)
Sì, io.
p.s. le autorità italiane sono le stesse che obbligano le navi delle ONG piene di migranti salvati in mare a viaggi supplementari di centinaia di miglia verso porti del nord Italia. È anche quella una delle molte maniere per lasciar morire le persone in mare.
Con tutta la mia personale disistima nei confronti di Giuseppe Conte, più che un politico una sciagura di narcisismo e ignoranza, con tutta la mia personale disistima per la classe politica di questo Paese che negli anni è andata precipitando verso livelli inimmaginabili di pochezza e opportunismo, ho molte perplessità sul processo in corso in queste settimane che riguarda la gestione delle prime settimane di pandemia.
Il senno di poi applicato alle questioni mediche è una tentazione forte che andrebbe utilizzata il meno possibile. Lo è nelle questioni acclarate con solidi precedenti riscontri scientifici, lo è, a maggior ragione, quando improvvisamente sbuca dal nulla un’emergenza sanitaria planetaria della quale in sostanza nessuno sa nulla.
Ricordo con chiarezza una riunione concitata via Zoom di molti sanitari della mia regione, persone di grande cultura e grande talento professionale – i più bravi su piazza, per capirci – che si confrontavano su cosa fosse il caso di fare per opporsi al coronavirus che stava entrando nelle case di tutti. Riascoltando oggi quelle parole è molto facile dare un parere: erano quasi tutte sbagliate. Sbagliate non di un po’, di moltissimo. Era un momento drammatico, di quelli che accadono una volta ogni cento anni, noi non ne sapevamo nulla: sbagliare era inevitabile. Si sbagliava allora, all’inizio di quel 2020, per sbagliare un po’ meno la volta dopo e per sbagliare ancora un altro po’ meno quella successiva. La medicina funziona così.
La gestione politica delle questioni mediche è un gomitolo ancora più inestricabile: al parere dei medici vanno aggiunte mille altre variabili di opportunità e ordine pubblico, di valutazione del male minore, di analisi delle risorse disponibili, dei tempi in cui le cose, una volta decise, potevano essere fatte. E in casi come questi nulla è più ridicolo e patetico dei narcisisti che oggi spiegano che se si fosse fatto come loro dicevano allora si sarebbero salvate migliaia di vite umane. E dei giudici che magari gli credono perché, con il senno di poi, tutto effettivamente torna. Con il senno di poi individuare qualcuno a cui dare la colpa sarà una tentazione molto naturale: di fatti a supporto se ne troveranno moltissimi e saranno tutti molto convincenti.
Il senno di poi in medicina, e non solo in medicina, andrebbe maneggiato con cura.
Chiunque abbia usato Twitter per anni con passione e partecipazione ha scritto su Twitter giudizi sommari, talvolta antipatici, altre volte inopportuni, magari in qualche caso del tutto cretini. Se l’alternativa fosse schierarsi con chi è stato eccessivo su Twitter o con chi lo ha utilizzato sempre e solo in maniera saggia e moderata io sceglierei senza alcun dubbio i primi. Gli orrori sono spesso semplicemente celati dietro una tenda.
“Le parole del Ministro Piantedosi suggeriscono le sue dimissioni” ha affermato oggi Elly Schlein. In realtà le parole di Piantedosi sul naufragio in Calabria, per umanità, tempismo e sensibilità, suggerirebbero le sue dimissioni non dal ruolo di Ministro ma dal genere umano.
Una donna, giovane, un soggetto del tutto “imprevisto” in un campo dominato da uomini di mezz’età, assume la guida di una forza politica uscita con le ossa rotte dalle elezioni del 25 settembre e, di nuovo, dalle regionali di poche settimane fa.
Leggo questa frase in un editoriale su Domani riferito alla nuova segretaria del PD. Elly Schlein ha 38 anni; gli “uomini di mezz’età”, la classe dirigente della politica italiana, viaggia mediamente fra i 60 e i 70 anni.
p.s. questo articolo non è un’eccezione. Il comune sentire è esattamente questo.