18
Set

La scelta di Apple di aprire i suoi punti vendita in Italia all’interno di tristi centri commerciali (oggi ha aperto l’Apple Store di Torino presso Le Gru) io continuo a non comprenderla. Fra gli ultimi store europei aperti in ben altre sedi ce ne è uno a Covent Garden a Londra e uno all’Opera a Parigi.

34 commenti a “Ipermelato”

  1. Matteo De Felice dice:

    Forse perché non possono farlo qui in Italia, non ci sono le location o sono troppo costose o non ti approvano il progetto. In fondo da qualche parte dovranno pur aprire…

  2. Marso dice:

    Forse dalle loro ricerche di mercato è emersa come la scelta più consona ai seguaci Apple tricolore.

  3. stefigno dice:

    Perchè da milioni cifre circolanti da anni nei confronti del commercio all’interno delle piattaforme commerciali, l’italiano medio è animale proprio da centro commerciale. Le provincie, i piccoli paesi, l’hinterland, vivono di queste cose. Basta andarci solamente nei week end per rendersene conto. La mela mozzicata lo sa e li costruisce proprio li dentro. In parte anche per quello detto da Matteo nel primo commento (vedi Roma fin’ora).

  4. Camillo Miller dice:

    Non è che è un mistero. Ron Johnson lo ha detto chiaramente che aprire in centro a Roma o a Milano un buco di Store costerebbe cifre folli. Non è neppure un mistero che a Milano volevano aprire in centro e il Comune non ha approvato il progetto. In Italia due edifici dell’800 come quelli che Apple si è comprata a Londra e Parigi ristrutturandoli completamente a) non li compri se non con cifre fuori dall’umana concezione (ma poi manco ne trovi di disponibili) b) non verrebbe mai concessa la possibilità di rifarli completamente (pur mantenendo tratti importanti del vecchio edificio). 3/4 delle operazioni architettoniche fatte sui questi due palazzi in Italia non sarebbero state approvate. Ok come motivazione?

  5. massimo mantellini dice:

    @camillo, abbastanza

  6. HGW dice:

    Aggiungo che i centri commerciali, nei quali collocare gli store, vengono scelti in base alla capacità di spesa della zona: è molto più redditizio un AS al Carosello che uno in centro a Crotone, per dire.
    Ovviamente non penso che ad Apple spiacerebbe aprire un AS alle porte del Colosseo piuttosto che in centro a Milano ma, come ben detto da Camillo, non penso dipenda dall’azienda californiana.

  7. Camillo Miller dice:

    @Massimo, questo ovviamente non esclude valutazioni prettamente economiche eh, semplicemente aiuta molto a scegliere una location dove si concentra la spesa, come dice HGW, ed anche il benessere.

    Covent Garden è una zona attraversata da milioni di persone ogni anno, stesso dicasi per quel punto della zona dell’Opera. Sono altri tipi di Store, proprio come concezione.

    Prendi ad esempio Barcellona e Madrid: Apple Store in due Centri Commerciali anche in quel caso. Per quanto riguarda la Spagna si vocifera di un terzo in centro a Valencia però.

    Per tacere il fatto che comunque nel giro di una settimana potrebbe aprire anche quello di Orio al Serio (sempre centro commerciale per carità) e che quindi nel giro di poco avremmo comunque più store della Germania, tanto per fare un esempio :)

  8. Pier Pinco Pallino dice:

    Effettivamente…
    Comunque, volendo fare gli originali, ecco qua alcuni suggerimenti per i siti dei prossimi Apple Store: http://www.corriere.it/esteri/10_settembre_17/luoghi-piu-inaccessibili-del-globo-tortora_1b956fc6-c261-11df-a515-00144f02aabe.shtml

  9. Giancarlo dice:

    Non mi convince l’argomento costo eccessivo degli immobili, non mi risulta che a Londra o Parigi costino meno.

  10. Marco dice:

    http://ricerca.repubblica.it/repubblica?query=apple++duomo+palazzo+marino&view=archivio

  11. ferramroberto dice:

    salve,
    volevo farvi complimenti per il blog
    veramente molto bello
    continuate cosi!

  12. rafaeli dice:

    Ecco che torna a galla il fighettismo latente dell’utente Mac, che addirittura “non comprende” come un prodotto Mac possa essere venduto dove vengono venduti tutti gli altri prodotti “normali” che non sono Mac.

    Si prova a negare l’elitarismo, lo si nasconde sotto al tappeto, ma questo puntualmente torna a galla.

    Ma perché poi sarebbe “incomprensibile”? Semplicemente vendono un prodotto dove vendono altri prodotti simili, e dove la stragrande maggioranza delle persone va di solito a comprarli.

  13. Camillo dice:

    Esempio pratico: negzio su due livelli in via del Corso a Roma si possono unire i due livelli con un ascensore (6/7 mesi per avere il collaudo e poterlo usare) ma non con una scala. Poi la sovrintendenza deve venire (a suo comodo) a controllare che “l’impatto” sia in armonia con quanto c’è intorno, anche se il fabbricato non è vincolato.
    Sono tornato 10 minuti fa dallo Store di Roma Est (location lontanissima e assai difficilmente raggiungibile) ed il negozio era strapieno di gente che comprava, il fatturato è ok ed il canone mensile probabilmente almeno un quinto di quanto costerebbe in una location “adatta” (…a trovarla).

  14. Alessandro dice:

    Prima di andare a quello di Roma, consiglio di salutare bene i propri cari e controllare accuratamente la pressione delle gomme. In compenso sul percorso si trovano i baracchini dei coltivatori diretti che ti vendono i pomodori appena colti.

  15. Gianluigi dice:

    Io la capisco benissimo. Uno degli Apple Store citati è a 300 metri da casa mia e, tra l’altro, sembra non soffrire assolutamente la posizione. Intendo dire che credo abbia lo stesso numero di clienti che avrebbe se fosse situato in piazza Duomo a Milano. Non credo che la Apple conti sui ‘passaggi’ davanti alle vetrine.

    E anche praticamente la scelta mi sembra vincente: non conosco i casi di Torino e Roma, ma quello di Carugate è adiacente all’uscita della tangenziale, con ampio parcheggio per le automobili e comodamente raggiungibile, volendo, anche con i mezzi pubblici. Portatelo a casa voi un iMac in metropolitana nell’ora di punta solo perché fa più figo avere lo store in centro.

  16. Macraiser dice:

    Il problema grosso non e’ dove stanno, ma quello che c’e’ dentro.

  17. Elvetico dice:

    Alt! In Italia i prodotti apple li può vendere solo l’applestore? Perché a Zurigo c’è un AS in pieno centro, ma è solo per darsi un tono perché la gente compra online o in altri negozi convenzionati (dove si trovano più accessori e di altre marche meno costose). Se solo l’AS può vendere apple, capisco che per questioni logistiche sia meglio collocarlo dove puoi posteggiare.

  18. Marco Mattioli dice:

    Concordo con Mantellini. Se da decenni mi vendi la “Mela delle Alpi” facendola pagare il triplo con intento volutamente elitario, non me la vendi a Lunghezza (RM) dove vado in tuta e ciabatte con le buste della verdura. Se hai legittima aspirazione a diffonderlo tra le calippoebira’s allora dillo chiaro, mi metti il babbo natale melato a dicembre e le offertone 3×2, e Belen con De Sica ma non provare a piazzarmi un immaginario di guru workshops e telefoni in vetro di murano e ceramica siciliana. E attento che le calippas non sono parziali come gli apple fanboys e se l’antenna non funge bene te lo tirano dietro, altro che conferenze di Jobs. Per me è una scelta di mercato assolutamente sbagliata visto che da decenni Apple giustifica i propri prezzi e alcune politiche tiranniche proprio in virtù di venderti non pc e telefoni ma oggetti del desiderio, e questo ideale si costruisce “sul territorio” anche con la strategia di creare negozi iperfichi. In via condotti mi vendono borse a 5000 euro. Se provassi a vendere le stesse borse a Euroma2 me ne darebbero massimo 250. Perchè cade l’alone, cade il marketing e il prodotto si mostra nudo per quello che vale e per il puro costo di materiali e assemblaggio.

  19. Gianluigi dice:

    Scusa Marco, ma di che prodotto stai parlando? Qui si parla di fede! Da che mondo e mondo il Tempio e al centro della città. In questo modo per i fedeli è più semplice seguire le funzioni, o meglio le iFunzioni!

  20. mORA dice:

    http://edue.wordpress.com/2007/03/21/aperture-1-0-applestore-teramo-ovest/

  21. bonilli dice:

    Forse non sapete i prezzi a sf a Londra, forse non immaginate cosa costa lo spazio sulla Quinta Strada.
    A Milano Apple chiedeva piazza Duomo per fare un negozio come quello della Quinta, con cupola di vetro, ma dopo esitazioni la Moratti non ha approvato rilanciando una location vicina.
    Stanno discutendone.
    A proposito di fighetti e di avere una fissa su questo tema: in via Condotti ci sono Bulgari, Cartier, Prada, Armani, Hermès, Valentino, Ferragamo, Vuitton mica per altro, perché è la più elegante e costosa via di Roma.
    Cosa vuol dire che nei centri commerciali vanno tutti, se tu affermi un marchio come esclusivo, e Apple fa questo, vai a Covent Garden, sulla Quinta e non a Carugate.
    E infatti Apple vorrebbe piazza Duomo, mica ha parlato di costi esorbitanti … :-))

  22. piovedisabato dice:

    marco
    non s’è capito nulla e penso che anche tu ne abbia capito poco.

  23. gionni dice:

    Aspetta che aprano quello di Bergamo…

  24. chinaski dice:

    quella di Apple non è una scelta, non è mica colpa di Jobs se l’Italia è diventata un ammasso di tristi centri commerciali…

  25. Marco dice:

    Scusate ma il comune non può offrire a Apple il Duomo di Milano e sostituire la madonnina con una mela morsicata?
    Siamo proprio un paese di vecchi arretrati…

  26. Gianluigi dice:

    Che poi, a me sembra già abbastanza assurdo discutere la location per la vendita di un prodotto. Sarà di bocca buona io, per carità, e altrettanto ne capirò poco di marketing. Ma mi sembra molto semplice: voglio una cosa, m’informo dove la vendono, cerco il posto e ci vado – o, come immagino capiti spessissimo almeno a chi sta commentando questo post: cerco online e la compro.
    Non sto a pensare se sarebbe meglio piazza Duomo rispetto al centro Carosello di Carugate, anche perché: se sono del milanese non mi cambia nulla, al contrario se vengo da fuori provincia è sicuramente più comodo Carugate del centro di Milano.
    Forse erano meglio i tempi in cui in Italia non c’era un Apple store ma solo tanti centri autorizzati alla vendita Apple; c’era sicuramente meno snobismo e fighettismo (o, al limite, si diceva: perché comprare da un rivenditore quando si può ordinare online dall’Apple Store?).

    Capisco però che al suddetto fighettismo non basti l’applauso dei commessi dell’Apple Store, e la fila notturna vorrebbe farsela in centro. Per non vedere l’ora di tornare a casa e raccontarlo online.

    Saluti

  27. bonilli dice:

    Ormai si va sul demagogico-demenziale :-))

  28. Gianluigi dice:

    @bonilli sarà, ma a me sembra più demenziale pretendere che l’acquisto di un marchio esclusivo avvenga solo in location esclusive. Quasi che l’esclusività del prodotto la dia il posto in cui lo si compra e nei centri commerciali vendano roba meno esclusiva…
    Che poi a Milano, adiacenza piazza Duomo, ci stanno due rivenditori Apple: Mondadori in piazza e Mondadori dietro la galleria (senza contare la Fnac nell’esclusiva via Torino). Certo, non sono piramidi di vetro e l’acquisto è sicuramente meno esclusivo, ma tant’è…

    Saluti

  29. Ste dice:

    A breve aprirà anche a Bergamo (Orio Center) e vi dico solo per chi sta tanto a parlare di prestigio, ha preso il posto di un negozio di abbigliamento che è rimasto lì per anni, sin dall’apertura del centro commerciale… ora quelle vetrine sono coperte dal logo Apple che cela i lavori interni, mi verrà da ridere pensando che lì dove verranno posizionati i prestigiosi prodotti della mela morsicata, fino a qualche mese fa c’era il camerino dove mi provavo qualche jeans e camicie.

    La verità non è nel fatto che ad Apple interessi il prestigio dell’immagine, per carità realizzeranno un negozio spettacolare, ma tutto sta nel fatto che da qualche anno (guarda caso) il centro commerciale è stato assimilato, causa vicinanza con l’aeroporto di Orio al Serio, ad area aeroportuale.. cosa significa? Che quell’attività può rimanere aperta anche nei giorni festivi, comprese tutte le domeniche dell’anno. Quelle famose domeniche d’inverno dove masse incalcolabili di gente triste per il cielo grigio e le temperature sottozero, si riversano in suddetto centro rendendo quasi impossibile camminare nonostante le migliaia di Mq a disposizione.
    Ho l’impressione che Apple farà affari d’oro qui, e per questa volta la questione di prestigio può anche passare in secondo piano.

  30. Stefano dice:

    I centri commerciali a mio parere sono stati scelti perchè nelle zone centrali delle grandi città ci sono già dei punti vendita Apple (Mondadori, Fnac, Darty a Milano).
    Apple probabilmente non cerca di attrarre gli utenti già fidelizzati, i quali conoscono bene i prodotti, sanno già dove andare con un’idea chiara su cosa comprare, ma i grandi numeri (più interessati al giro iPad, iPhone, iPod ed iMac, per interderci).
    In Italia, che piaccia o no, i grandi numeri li trovi nei centri commerciali.
    Che senso ha investire un sacco di soldi per cannibalizzare un mercato in una determinata area?

  31. Giancarlo dice:

    Nessuno nota la dicotomia schizofrenica tra centinaia di milioni di pezzi venduti e la pretesa di elite che circonda Apple? Secondo voi la maggior parte degli iphone li vendono al covent garden?

  32. Gitano dice:

    L’Apple Store di Torino è nel medesimo centro commerciale in cui si trova la Fnac che rivende prodotti Apple.

  33. Gianluigi dice:

    Medesima cosa a Carugate: di fronte all’Apple Store c’è il Saturn che rivende prodotti Apple.

  34. esaù dice:

    senza contare, scusate, che spesso a Covent Garden c’e’ più caciara che in un ipermercato di Grugliasco…