Oggi Enrico Letta ha spiegato quali siano i compiti dello Stato per lo sviluppo della rete in Italia:

una matrice di impegni vincolanti e di obiettivi. Questa matrice dev’essere basata su scadenze certe e scadenze periodiche con le quali verificare gli impegni che i privati si prendono in modo tale che siano verificabili dalla pubblica opinione e dai poteri pubblici.



Manca solo Antani.

9 commenti a “È tutto chiaro, sì?”

  1. farucchino dice:

    ….dato che lo scappellamento c’è già…..

  2. Signor Smith dice:

    Morpheus: “The Matrix is everywhere. It is all around us. Even now, in this very room.

  3. nicola dice:

    Stendere ‘sta @#! di fibra ottica pareva brutto dirlo?

  4. Michele Michelotto dice:

    mah, rispetto a come lo avrebbe detto Vendola e’ chiarissimo. :-) Io la vedo come una serie di obiettivi con una strategia di crescita sia a livello orizzontale sia a livello verticale. E una tabella di tempi per verificare il ritardo nella posa di questi mattoncini di lego.

  5. Carolus dice:

    Matrice qui, matrice lì. Un bel piatto di matriciana insomma.

  6. roberto botta dice:

    Mi ricordo Valcareggi, che nel suo italiano un po’ così, diceva: “La tattica è che i giocatori mettino tutto il suo impegno perché la squadra vinci”… Forse era più chiaro e preciso Valcareggi, sicuramente più simpatico, e soprattutto non faceva il presidente del consiglio (pur meritandolo ampiamente, a leggere i due testi…).

  7. frank dice:

    Quale Stato? Se privatizzi lo Stato: poi devi chiedere ai privati. Anzi supplicare.

    “Stato chi?”

  8. frank dice:

    Tra le altre: quando la spagnola colpirà come un’influenza la rete italiana, sgancerà prima di tutto il mercato brasiliano e abbandonerà quello italiano alle cure di un curatore fallimentare. In nome dell’europeismo, con scappellamento a destra.

  9. frank dice:

    E poi c’è una questione di fondo, la più importante: ‘sviluppo della rete’ necessita di una cultura dello sviluppo

    E fin qui sembra una banalità, ma non lo è.

    per Eco lo sviluppo ha invece un senso passivo: ‘non si può fermare’. Non una volontà di sviluppo. Il senso cambia: la rete è un malaugurio inevitabile.

    terzo capoverso – “la Rete non è qualcosa che possiamo decidere di respingere”

    quinto capoverso – “Non si potrà malauguratamente evitare [..]”

    http://espresso.repubblica.it/opinioni/la-bustina-di-minerva/2014/01/22/news/fare-i-conti-con-i-telai-meccanici-1.149517

    Attenzione perchè la differenza tra diversi pensieri è sostanziale se partiamo ad esempio da questa idea di sviluppo
    https://it.wikipedia.org/wiki/Adriano_Olivetti#Pubblicazioni_personali

    E il professore Umberto, semiologo e professionista della parola, sa benissimo utilizzare argomentazioni retoriche.
    E’ gioco facile per il dotto un confronto argomentativo con il talebano pescato su un blog.. Un po’ come la casalinga di voghera. E giustificare il reazionario che c’è in Scalfari.

    per Eco la Rete è causa: “L’uso della Rete condanna alla solitudine” non aprite quella porta.
    “Scalfari osservava che è proprio l’appiattimento creato dalla memoria artificiale “on line” a rendere una generazione malata di dimenticanza. E osservava parimenti che l’uso della Rete, dando l’impressione di essere in contatto con tutto e con tutti condanna in realtà alla solitudine. Sono due malattie del nostro tempo su cui sono d’accordo e molto ho scritto in proposito.”

    ma quella di Eco è solamente disonestà intellettuale: quell’appiattimento esisteva già, una ‘malattia’ creata da decenni di abuso del medium televisivo. Non si può confondere: c’è un abuso del mezzo, e questo vale anche per la Rete, una distorsione dell’impressione.

    Io ad esempio non promuoverei la Rete per un ‘nipotino ideale’: la Rete è per ragazzi e adulti, non per i bambini.

    L’aria s’è fatta pesante, c’è un pessimismo di fondo, depressivo: non c’è una cultura dello sviluppo. Uno sviluppo sostenibile.

    continua Eco: “Se né genitori né scuola saranno stati capaci di farli uscire da quel girone infernale, lo metteremo nello stesso conto in cui si mettono i drogati, gli onanisti compulsivi, i razzisti, i visionari mistici, i visitatori di cartomanti, ovvero tutte quelle forme degenerative a cui ogni società deve responsabilmente far fronte. Ma ha dovuto farlo in ogni epoca.”

    L’arte degenerata.. (ma son brutti ricordi)

    Caro professore, mi dia retta, le sue bustine stanno degenerando: una pernacchia le salverà la vita. Ma non una pernacchia qualsiasi, una pernacchia fatta bene, da Roberto Benigni.