Mi tolgo dalle scarpe quattro sassolini francesi dopo una settimana a zonzo per il sud ovest della Francia (e dopo molti altri viaggi in Francia negli ultimi anni).

– I francesi comprano molte auto francesi. Anche gli italiani facevano lo stesso negli anni 70. Poi hanno smesso.

– SUV, auto extralusso, Porsche e auto da fighetti varie neanche l’ombra. Da noi è pieno.

– Le autostrade sono perfette e pulite, costano molto, nessuno supera i limiti di velocità (nemmeno dove in rettilineo a 3 corsie ci sono i 90).
Dove invece sono gratuite sono ugualmente perfette. Il casellante (dove c’è, in genere non c’è) ti sorride e ti dice buona giornata. Al casello di Forlì il casellante guarda la TV mentre ti dà il resto.

– I controlli radar della velocità sono ubiqui e ben segnalati. Nella mia città per mettere tre autovelox in tutto in periferia hanno discusso anni. Due sono stati ripetutamente distrutti. L’opposizione in consiglio comunale ha cavalcato la protesta degli automobilisti multati.

– La metro di superficie di Bordeaux passa in mezzo alla strada sul lungo fiume riducendo le corsie per le auto a due minuscoli serpentelli. Sulle rotaie hanno piantato l’erba e i fiori. Ai lati hanno messo gli alberi. Potano le chiome per il lungo, fra poco tempo formeranno un tunnel verde per il treno. A Bologna della metro di superficie si discute da 20 anni. Tutte le città francesi medio grandi hanno capienti parcheggi sotterranei in pieno centro. Tutte.

– Ciclabili ovunque.

I ristoranti sono moltissimi e sono pieni. Non solo al centro delle città più grandi, anche nei paesini. Qualcuno diceva che lo sono anche da noi. La rete alberghiera è ampia e per tutte le tasche, dagli Etap a 40 euro a notte ai Mercure per i viaggiatori d’affari. Nella mia città ci sono 4 alberghi in croce, due aperti negli ultimi anni, due vecchi alberghi del centro di 50 anni fa, più una pensione dove quando ero piccolo c’erano le prostitute e oggi dormono gli extracomunitari.

– Ogni piccolo sasso antico ha il suo cartello marrone che lo segnala lungo l’autostrada. Ogni paese ha un ufficio del turismo al centro aperto tutto il giorno.

Sono solo alcuni esempi che servono a dire che comunque vadano le cose nel nostro amato Paese non serve molto agitarsi: semplicemente non ce la possiamo fare.


32 commenti a “Sassolini francesi”

  1. matteo menin dice:

    Massimo ti sei dimenticato di dire che ci sono tantissime centrali nucleari su tutto il territorio che tengono energizzate la libertà, l’uguaglianza, la fratellanza, ma così ben mimetizzate che non sembrano esserci.
    I sassolini sembrano più di quattro.

  2. massimo mantellini dice:

    @menin non sottilizziamo

  3. ste dice:

    I miei genitori sono appena tornati da due settimane in Francia (Borgogna): tutto molto bello, ma non hanno trovato un solo centro storico chiuso al traffico.

  4. andrea gori dice:

    grande mante, la cosa sulle auto secondo me è bellissima. Ci siamo persi tutto il nostro potenziale industriale nonchè quello turistico. E’ proprio un diverso senso di appartenza e orgoglio nazionale
    E l’apparenza da noi è tutto (SUv, Porsche etc)…da loro si vede un po’ meno (ma se passavi da St. Tropez magari trovavi quella di Balotelli & friends

  5. Michele dice:

    Si chiama “sindrome del turista”: ci si innamora di un posto visitato per qualche settimana. Ci si sente bene, rilassati, in fondo e’ una vacanza. Ti assicuro che viverci (e lavorarci) e’ tutta un’altra cosa. L’ho sperimentato personalmente sia in Olanda che in Germania.

  6. massimo mantellini dice:

    @Michele, ne sono convinto, è certamente un punto di vista parziale

  7. Val dice:

    Massimo, mi hai fatto vedere la Francia (il mio paese) come io vedo l’Italia. Bella anche se ci sono più di quattro sassolini, come dice Matteo. Sarà questa la felicità: tornare dall’estero gli occhi pieni di stelle, lasciando il negativo da parte pur sapendo che c’è.
    Grazie e scusami per gli errori linguistici.

  8. Pietro Bonanno dice:

    Io delle mie incursioni in Francia (città e dintorni), da turista faidate, ricordo bei posti, ottimi servizi, acqua a 5€ al litro anche in metropolitana (in albergo ho preferito bere l’acqua dal lavandino del cesso), castelli antichi ma tutti finti, cibo scadente anche nei paesini di provincia, pochi episodi di gentilezza in mezzo a una cafoneria diffusa. Per dirne una, nelle bellissime strade extraurbane attorno a Parigi, è consuetudine creare un varco tra auto nelle corsie affinché i motociclisti possano passare facilmente. Lo sanno e lo fanno tutti, ma se tu turista non lo sai e non lo fai ti sfanculano a sangue.

  9. Carolus dice:

    Il problema dell’Italia è che è abitata dagli italiani.

  10. mario dice:

    Insomma: adoro i francesi perché non sono esterofili.

  11. P37 dice:

    Carolus ha espresso alla perfezione lo stato delle cose…purtroppo noi non riusciremo a vivere la svolta culturale!

  12. Luca Perugini dice:

    Può sembrar banale, ma in Francia l’acqua in bottiglia, anche nei ristoranti è una rarità… spesso sono gli italiani a chiederla.

    Loro chiedono semplicemente “une carafe d’eau”, ti portano l’acqua senza farti pagare…

    … qui con la scusa del miracoloso filtro… paghiamo cara anche l’acqua in caraffa… molto cara.

    Ma, inutile nascondersi, il 14 luglio è una loro ricorrenza… non la nostra.

  13. Marco dice:

    Non ti sei accorto che:
    non hanno il papa tutti i giorni in TV.
    non hanno oroscopi dappertutto, Paolo Fox e Branco.

  14. stefano bonilli dice:

    Sarà per questo se loro sono al primo posto nella classifica dei paesi più visitati e noi, che nel ’70 eravamo primi, oggi siamo al sesto posto e in discesa verso il settimo?
    Sarà per questo se la Spagna è al secondo posto e noi che abbiamo un patrimonio artistico immenso arretriamo?

  15. Macman dice:

    Comunque a Parigi c’è il magnete che attrae tutti i suv di Francia… Per il resto tutte, o quasi, tristi realtà. Io aggiungerei, senza offesa, l’antipatia.

  16. Stefano dice:

    Frequento la Francia da vent’anni, vivo a Parigi da due e ancora non mi è passato lo stupore simile a quello di Massimo. Quando poi mi sposto in provincia (come dicono qui), arriva puntuale la sensazione di trovarmi in un posto meraviglioso. Sottoscrivo quasi tutti i sassolini, con particolare entusiasmo per casellanti e autostrade (ci andrei apposta per sentirmi dire bonjour). Aggiungerei solo che a Parigi Suv e tamarri non mancano, per il resto ora e sempre «douce France», nonostante l’amore per l’Italia

    ps. All’ospedale pubblico Necker di Parigi, in maternità, grandi stanze singole con bagno, medici e infermieri gentilissimi, costo zero euro. Le tasse uno le paga comunque, ma più volentieri

  17. Michele dice:

    In Francia ci vivo, quasi tutto vero, ma qualche precisazione:

    1. I SUV ci sono, ce n’è sempre uno che mi blocca la visuale quando attraverso sotto casa.
    1b. Anche le porsche. E le Ferrari. E le Lamborghini.
    2. Il tram di Bordeaux è un caso raro, purtroppo.
    3. Ciclabili in costa azzurra? Magari in campagna per chi vuol far moto.
    4. I francesi comprano le macchine francesi, ma sognano le macchine tedesche. Sulle FIAT, ahimé, ci fanno le barzellette.
    5. I ristoranti sono pieni perché non sanno cucinare a casa. È una questione di sopravvivenza, non di economia che gira.

    Aggiunte
    1. Il servizio sanitario da noi funziona meglio. Vedessi la mia faccia quando il mio medico di famiglia mi ha chiesto 23€ (solo in parte rimborsati dalla mutua, il resto devi avere un’assicurazione privata – chiamata mutuelle)
    2. I trasporti pubblici sono in generale alquanto fatti male. Per fare 10 chilometri interurbani (non in città, fuori) ci mettono 40 minuti perché al tipo che ha disegnato il percorso quel giorno gli girava male.
    3. I supermercati sono sporchi.

  18. Giancarlo dice:

    Ogni volta che dico a qualcuno che una delle cose che mi restano è più impresse quando vado in Francia o in UK sono la qualità delle strade, della segnaletica, l’assenza *assoluta* di buche, ecc. la reazione è sempre la stessa: “AHAHAHAHAHA!!! Le strade!!!! Sei davvero ridicolo!”.

    No. Non ce la possiamo fare.

  19. gregor dice:

    Non so come è fatta Bordeaux, ma se fai un buco a Bologna ci trovi o acqua o rovine..

  20. Carlo M dice:

    in italia manca il senso civico, è risaputo. però quando qualcuno propone di rimettere l’educazione civica a scuola lo prendono per il culo.

  21. Marco dice:

    E va bene lo ammetto, lo confesso, non ne posso più di nascondermi, di mentire. Non ho paura delle parole: Sì, io compro auto straniere!

  22. Ant dice:

    Pure io compro auto straniere e neppure mi sfiora l’idea di comprare fiat. No. Non ce la possiamo fare.
    L’unica possibilità è prendere definitivamente atto che siamo un’appendice del vaticano e puntiamo sul turismo religioso: inventiamoci madonne in lacrime, cose come medjugorie, apriamo gli asili ai preti di tutto il mondo, ripristiniamo tutte le feste comandate e la quaresima, facciamo processioni con i battenti, insomma diventiamo per i cattolici quello che le isole cayman sono per i soldi.

  23. rafeli dice:

    Per quanto riguarda il punto delle auto di lusso: non è la Francia, è tutta Europa tranne l’Italia

  24. massimo mantellini dice:

    @Ant tieni presente che loro pero’ hanno Lourdes !

  25. Opinza dice:

    E perche’ mai dovrei comprare fuffa Italiana tipo FIAT? Per far ingrassare gli introiti a Marchionne ancora di piu’?

    Siamo in Europa. Il campanilismo e parrocchialismo da anni 60 e’ finito.

  26. Simone dice:

    Nessuno che parli dei blogger francesi tanto meno provinciali e bigotti di quelli italiani.

  27. Claudio dice:

    Buongiorno.
    Ho vissuto in Francia un anno. Ho un titolo (educatore professionale) che in Italia fa un po sorridere o al massimo non si comprende. In Francia riconoscono il lavoro sociale per la sua professionalità e soprattutto riconoscono le capacità apprese con gli anni. Io allora avevo 16 anni di lavoro in psichiatria e venivo considerato un portatore di sapere. In Italia? Fuffa.
    Solo un fatto voglio riportare della Francia e dei francesi. Un giorno ero alla stazione di Mulhouse e chiesi a un addetto delle ferrovie qual era il treno che dovevo prendere. Lui mi guardò e passò oltre. Io insistetti. Lui mi guardò e mi chiese se non era mia abitudine prima salutare le persone. Sarà stata anche solo “forma” ma mi servì da lezione. Anche oggi inizio sempre qualunque conversazione con il saluto. E’ segno di rispetto civico. Loro ne hanno.

  28. Claudio (un altro) dice:

    Ed hanno avuto pure Sarko!

  29. StM dice:

    Una cosa che ho notato io l’anno scorso: in stradine strette (in Provence-Alpes-Côte d’Azur, verso le alpi) i guidatori di veicoli lenti (anche automobili) quando potevano accostavano e mi lasciavano passare. Sgranavo tanto d’occhi ogni volta.

  30. Massimo dice:

    Tranne riguardo all’aggettivo ‘amato’, riferito all’Italia, sono d’accordo su tutto.

  31. David Casalini dice:

    Cernusco sul Naviglio é così :)

  32. Angelo dice:

    Claudio (episodio dell’addetto delle ferrovie): quell’episodio non va certo a favore del “carattere” francese. Suppongo si capisse dall’accento che tu non fossi un indigeno, no? E invece di venirti incontro ed aiutarti immediatamente (come *chiunque* in Italia farebbe, ne sono certo, se non altro trovandosi di fronte uno straniero), quello fa il perfettino e ti fa notare l’imperfezione formale?