Negli anni 20 del secolo scorso i fascisti romagnoli raccolsero i denari per ristrutturare un vecchio castello di epoca medievale sulle colline sopra Predappio, ridotto a rudere pericolante da un terremoto dell’800, per poi donarlo a Benito Mussolini che la utilizzò come residenza estiva (e per altri successivi misfatti). Quando il duce era nella Rocca delle Caminate veniva acceso un faro da 8000 candele posizionato sulla torre principale della rocca che sparava un fascio di luce tricolore fino a 60 km di distanza. Una sorta di geolocalizzazione d’antan. Il vecchio faro fu smontato negli anni 90 e giace da allora fra polvere e “deiezioni” in un luogo liberamente accessibile negli spazi della Provincia a Forlì. Due consiglieri comunali del centro destra dal 2007 si stanno adoperando per recuperare il faro e per riaccenderlo. I costi sembra si aggirino sui 25000 euro all’anno, ci sarebbero – dicono – privati disponibili a farsi carico delle spese. Non è chiaro chi intendano ospitare all’interno della Rocca quando il faro sarà acceso.

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