Sergio Maistrello sulle proteste studentesche:
Ma io mi ostino a pensare che questa protesta, geniale e coinvolgente, degli studenti che si prendono i luoghi simbolo d’Italia non sia tanto contro questa riforma e contro questo governo. Quelli sono il pretesto, la notizia buona per i titoli del tg. La scintilla che innesca. Mi piace invece pensare che stiano protestando per lo sfascio, per l’arroganza, per il cinismo, per la miopia che gli ultimi venti o trent’anni di storia italiana, con governi di ogni colore, hanno riservato loro. Per lo stato in cui è ridotto l’intero sistema della formazione nazionale, per la precarietà degli edifici, per la prostrazione degli insegnanti, per la tristezza delle ultime riserve di potere, per il tedio dell’ennesima riforma che sai già destinata a impoverire ancora. Per lo spettacolo disonorevole di questi anni. Mi piace pensare che questi esuberanti giovanotti abbiano trovato il coraggio, la motivazione e l’intuizione per fare quello che noi ex-studenti sfuggiti per un soffio al collasso, noi genitori che portiamo a scuola la carta igenica per i nostri figli, noi adulti tramortiti al pensiero dell’eroismo quotidiano che ci sarebbe richiesto, non siamo stati capaci di fare: ritrovare dignità, alzare la voce, riprenderci – almeno simbolicamente – ciò che ci spetta. Per questo trovo quei monumenti occupati un’immagine potente come non se ne vedevano da anni. Per questo auguro a tutti noi che non si stanchino o non siano distratti troppo presto. E per questo, come altri in queste ore, penso che su quei monumenti dovremmo esserci anche noi.
Novembre 28th, 2010 at 11:53
Io se fossi nella Gelmini taglierei di ulteriori 10 milioni di euro visto che questi ragazzi hanno fatto danni per 10 milioni di euro. Chi paga?
Come quegli incoscienti che stavano a cavalcioni sui nostri bellissimi monumenti con i fumogeni colorati. Hanno sporcato tutte le mura. Una protesta civile per molti aspetti ma incivile e delinquente per altri.
Chi paga quei 10 milioni di euro di danni?
Novembre 28th, 2010 at 12:08
[…] già condiviso le parole di Sergio stamattina ma rileggendole sul post di Massimo ho scelto anch’io di ribloggarle in […]
Novembre 28th, 2010 at 13:07
quello che penso da giorni, detto meglio.
Novembre 28th, 2010 at 13:10
[…] (Sergio Maistrello, via Mantellini) […]
Novembre 28th, 2010 at 13:15
@gamberoverde: chi paga i danni del governo berlusconi?
Novembre 28th, 2010 at 13:36
E vabbé, niente di nuovo sotto il sole. Gli studenti non sanno MAI perché protestano, nessuna novità nemmeno a questo giro.
Mi sa che l’unica vera miopia è quella delle anime belle.
Saluti
Novembre 28th, 2010 at 14:04
Gamberoverde, certo. Come se quei soldi fossero soldi che vanno in tasca ai giovani. Come se i soldi investiti nella scuola e nell’università non fossero l’INVESTIMENTO per eccellenza nel futuro di un paese.
Tagliamo ancora, forza. Tagliamo sulla cultura, sulla ricerca scientifica, sull’istruzione. Condanniamoci a diventare un popolo di servi della gleba. Fra poche decine di anni saremo noi a implorare pietà ai cinesi perchè ci facciano cucire vestiti o palloni a 1 euro all’ora.
Novembre 28th, 2010 at 14:34
Ci fosse stato uno striscione che invocava il diritto a poter studiare seriamente, ad avere esami seri e in grado di premiare i migliori, ad avere docenti capaci selezionati in maniera trasparente.
No, e’ sempre e solo una questione di soldi che tanto vanno sempre e solo ad alimentare le solite clientele a produrre le oramai stranote moltiplicazioni di corsi e di cattedre.
Novembre 28th, 2010 at 14:39
Molti tagli vanno anche nella direzione dell’efficienza. Sono d’accordo che in Italia per lo studio si spende poco ma questo non significa che bisogna dare soldi pubblici per cose inutili o corsi inventati sul momento.
Il mio commento voleva focalizzarsi sul fatto che da alcuni giorni dei delinquenti stanno deturpando monumenti che hanno una storia secolare ed è un peccato veder imbrattati i muri dal puzzo colorato dei fumogeni. Al tizio incappucciato cui ho chiesto spiegazioni mi è stato detto che la gelmini è una m.. e alla mia richiesta di spegnere il fumogeno che rovinava le mura mi è stato risposto che, del monumento, non gliene fregava una mazza. Ma è una protesta allegra, pacifica, gioiosa e sopprattutto rispettosa.
Certo.
Novembre 28th, 2010 at 15:20
[…] Via Gilioli e Mantellini […]
Novembre 28th, 2010 at 15:54
Gamboverde ammiro il tuo coraggio ma devi capire che siamo nel paese dove il politically correct si fonde indissolubilmente con la demagogia dei luoghi comuni, e la scuola ne e’ l’esempio piu’ lampante.
Ma sono stato giovane anch’io e conosco le pulsioni giovanili che ti portano a inseguire piu’ il cuore che il cervello. Fa specie che certe proteste completamente sbagliate nei contenuti e nei bersagli siano cavalcate da parte di quella che dovrebbe essere la nostra classe dirigente.
Per inciso quella classe dirigente che si straccia le vesti per lo stupro del patrimonio artisitico e chiede le dimissioni di un ministro per il crollo di un rappezzo in cemento a Pompei ma apprezza l’occupazione di centinaia di monumenti italiani alla faccia del leggi di tutela.
Novembre 28th, 2010 at 17:52
Per inciso quella classe dirigente che si straccia le vesti per lo stupro del patrimonio artisitico e chiede le dimissioni di un ministro per il crollo di un rappezzo in cemento a Pompei ma apprezza l’occupazione di centinaia di monumenti italiani alla faccia del leggi di tutela.
Non posso che quotarti a mille.
Novembre 28th, 2010 at 17:56
quindici anni fa al liceo vidi che i miei compagni non sapevano perché protestavano, epperò lo facevano ugualmente.
oggi come ieri.
quindi questo post non ha senso, in quanto questi ragazzi non hanno trovato alcun coraggio, semplicemente ripercorrono le orme di una tradizione ormai consolidata.
Novembre 28th, 2010 at 19:36
…ogni anno la stessa zuppa. MONOTONI.
Novembre 28th, 2010 at 20:31
son 3 gatti
Novembre 29th, 2010 at 13:49
Non va, non funziona.Qui siamo alla protesta romantica, alla pura espressione di malessere. E questo a prescindere da tutto. Niente di nuovo sotto il sole, viene da dire. Eppure bisognerebbe discutere sulle proposte e sui fatti. Dire chiaramente cosa è giusto e cosa è sbagliato in questa riforma. E giudicare la riforma, non chi la propone.
Novembre 29th, 2010 at 16:17
[…] […]