Il mio parere sull’editoriale di oggi di Ezio Mauro sulla vicenda Consorte Unipol e’ che sia un editoriale malauguratamente scritto al contrario. Il direttore di Repubblica individua tre questioni principali che scaturiscono dalla pubblicazione delle intercettazioni dei politici sulla vicenda Unipol.

1) La legge e’ malfatta
2) I politici intercettati non sono accusati di nulla
3) La contiguita’ fra politici DS e finanza rampante e’ imbarazzante (qui Mauro usa una leggere parafrasi strappata con le pinze ma pazienza).

Ecco avesse invertito l’ordine forse sarebbe stato accettabile.

(via repubblica.it)

5 commenti a “IL TIEPIDO EZIO”

  1. Larry dice:

    Non sono sicuro di aver capito cosa intenda: ti stai chiedendo quale la causa e quale l'effetto? In altre parole: i politici cialtroni e amalgamati con il potere economico sono la causa della legge fatta male, o è la legge fatta male che fa apparire i politici cialtroni e amalgamati col potere economico?

    In tal caso propenderei per la prima ipotesi, e sarei d'accordo con te.

  2. Pier Luigi Tolardo dice:

    Il problema come al solito è malposto: non può essere ingiusto solo per i parlamentari che testi di intercettazioni che non abbiano rilevanza penale non debbano essere pubblicati o rivelati ma deve essere proibito per tutti. Già  oggi è obbligatorio l'uso di "omissis" per le frasi che non rivelano reati e la distruzione delle intercettazioni non penalmente rilevanti e se il Pm come ha detto la Forleo, avesse sintetizzato i verbali delle trscriziioni non ci sarebbe stato bisogno di pubblicare niente se non per fughe di notizie penalmente sanzionate. Non vedo quindi una legge malfatta ma applicazioni discutibili di regole abbastanza chiare, il problema è che persone che sono imputate come Consorte non hanno timori per la pubblicazione mentre persone non indagate hanno questioni da porre come Fassino, il che significa che l'eccessivo garantismo per gli imputati porta a ledere il diritto alla privacy ma qui la colpa è anche di fassino e D'aLema politici-legislatori che non hanno corretto questa impostazione in un anno di governo o almeno non hanno cercato di farlo.

  3. Pier Luigi Tolardo dice:

    Non ci sono reati ma alla fine D'Alema e Fassino appaiono colpevoli perché fino all'ultimo hanno cercato di minimizzare e occultare la natura dei rapporti fraterni che avevano con Consorte mentre solo Sposetti, l'attuale amministratore dei ds è stato più coraggioso e sincero nell'ammettere amicizia ed intimità  pur rivendicando l'estraneità  a comportamenti illegali. Quindi la mancanza di traspartenza gioca a sfavore "politicamente" e non legalmente dei dirigenti Ds. Quello che appare più compromesso è La Torre: dire che due uomini d'affari devono rimanere fuori, che Fassino non capisce, getta una luce sinistra sul personaggio, come di uno che agisce in prorio, magari per conto dei capi ma con metodi spregiudicati. Rimane la necessità  per l'opinione pubblica di conoscere se e quando Consorte, Ricuci, altri riconducibili a loro abbiano dato contributi ai Ds perché quello che per un certo periodo i Ds hanno voluto far passare era il teorema Consorte non ha fatto niente per cui non c'era niente di male ad appoggiarlo mentre, invece, i reati di aggiottaggio sembrano accertati e bisogna capire se i dirigenti Ds lo sapevano e non l'hanno denunciato. Rimane poi che anche che Calderoli, Brancher e Berlusconi, Bonsignore appoggiavano l'operazione e questo è uno schifo.

  4. Franco dice:

    Ma perchè chi oggi si erge a garantista e parla di leggi malfatte (come se fino a ieri fosse vissuto in Alaska) taceva quando ad essere intecettati non erani gli Intoccabili Onorevoli Diesse ma politici del cdx, finanzieri, imprenditori, calciatori e veline?

    Ricordo che al tempo il conformista medio di csx considerava cosa buona, giusta e morale la diffusione delle intercettazioni. Ora è barbarie. Vedremo quali saranno le prossime indicazioni.

  5. antonio vergara dice:

    ezio mauro si stupisce della contiguità  tra ds e unipol? cose dell'altro mondo :-)