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Occhio a giocherellare con le licenze CC. Seth Godin ha trovato su Amazon un suo piccolo saggio in vendita (9 dollari e 99) a sua insaputa. Un testo a suo tempo pubblicato con una licenza che ne consentiva sia la ripubblicazione che la rivendita. Cosi’ qualcuno lo ha fatto senza chiedergli il permesso. E Godin ha messo il saggio da scaricare sul proprio blog.
Febbraio 20th, 2007 at 17:01
Complimenti per il blog e per i post!Ti invito a visitare il mio blog http://newsfuturama.blogspot.com/ ciao
Febbraio 20th, 2007 at 17:21
Le cd. "licenze Creative Commons" sono soltanto uno standard, peraltro non sempre conformi alla miriade di regole nazionali che governano le opere dell'ingegno.
Ferma restando la quanto meno antipatica vicenda segnalata nel post, non comprendo come le si possa prendere come parametro ineludibile o, comunque, oltre la legge.
Sarà che fa molto figo, anche se, sovente, non se ne comprende il significato pieno, al di là della condivisible semplicità , a volte semplicistica.
(mi piace quando scrivo così ampolloso ed esoterico, è molto figo).
Febbraio 20th, 2007 at 17:30
E se dietro la faccenda ci fosse proprio lui? Per avere maggiore pubblicità ? L'aggiornamento del post parla chiaro, "se volete il libro in forma cartacea compratelo, adesso sapete cosa avrete".
Febbraio 20th, 2007 at 20:08
Primo commento: lo spam è arrivato primo. Peccato che questa gente non si accorga che è possibile cancellare i messaggi inutilmente pubblicitari…
Sul tema del post, che sia vera o no la storia in effetti il problema esiste. Per le CC non c'è nessuna clausola che obblighi i ridistributori a segnalare l'operazione all'autore. Sarebbe utile, a mio modo di vedere, anche se probabilmente difficile da normare.
Febbraio 20th, 2007 at 20:58
Godin ha scritto il libro nel 2005 e lo ha pubblicato sul proprio blog, protetto da una licenza CC.
Ma la licenza scelta dallo stesso Godin non prevedeva solamente il riconoscimento della paternità dell'opera, ma anche i diritti circa la sua distribuzione.
Chi lo ha pubblicato, o credeva fosse coperto da una licenza del primo tipo, oppure "ci ha provato".
E, in ogni caso, non esistono licenze CC che permettano a chiunque di pubblicare un'opera di qualcun'altro ricavandone un guadagno economico, nemmeno citandone il proprietario: infatti, questo è possibile solo fino a che si rimanga nel limite del no-profit.
Maggiori info > http://www.nytimes.com/2007/02/17/business/17online.html?_r=1&ref=technology&oref=slogin
http://pietrosantachiara.wordpress.com/
Febbraio 21st, 2007 at 02:48
La licenza è un contratto che l'autore decide spontaneamente di adottare per regolare i rapporti tra la propria opera e i lettori. Non è che ti metta automaticamente al riparo dalla violazioni. Ti dà uno strumento da impugnare nel momento in cui scopri il malandrino. Ma di fondo l'iter e le leggi di riferimento nel caso di appropriazione indebita sono gli stessi che in una situazione qualsiasi.
Febbraio 21st, 2007 at 03:22
una precisazione (che non mi pare chiara dalle parole di Pietro):
Sia Godin che l'articolo del NYTimes specificano che la licenza CC scelta consente la redistribuzione commerciale:
Lo sbaglio dell'autore e' stato nella scelta della licenza, e lui lo ammette, ma ritiene non corretto far passare per nuovo un libro del 2005, ed e' soddisfatto dal fatto che l'editore ha cambiato la copertina per specificarlo (tanto che ora consiglia di comprarlo!)
Febbraio 21st, 2007 at 03:56
"There is a Creative Commons license that allows anyone to make use of a published work, as long as it is not for profit, but that is not the license Mr. Godin used."
Febbraio 21st, 2007 at 04:29
Già . Esistono diverse varianti della Creative Commons per abbracciare l'ampia casistica di situazioni che si possono incontrare in campo autorale. Quella universalmente utilizzata sui blog come il presente è la "Attribution-NonCommercial-NoDerivs 2.0". Possibilità di riprodurre a patto di mantenere inalterata l'opera e l'attribuzione di paternità , ma non a fini commerciali.
In effetti sul suo blog chiarisce che stava obiettando altro, che con le licenze e lo scritto in sé non ha molto a che fare.