03
Feb
Il Center for Digital Democracy ha un paper abbastanza impressionante (roba per stomaci forti) sul tentativo di alcuni operatori americani di rendere Internet un giocattolino a pagamento. Su The Nation c’e’un articolo al riguardo:

The nation’s largest telephone and cable companies are crafting an alarming set of strategies that would transform the free, open and nondiscriminatory Internet of today to a privately run and branded service that would charge a fee for virtually everything we do online.

6 commenti a “MALA TEMPORA”

  1. Francesco dice:

    Assurdo, veramente assurdo!

    Il più grande canale di innovazione, se lo vogliono comprare… Speriamo bene, anche se credo che questo sia un progetto piuttosto utopico.

  2. Robert Castrucci dice:

    La notizia è inquietante, anche se è intuibile che quella è la direzione in cui vogliono andare.

    L'internet come canale distributivo di contenuti creati – e protetti – da loro.

    Il tutto a danno dei sempre crescenti contenuti prodotti dagli utenti, delle comunicazioni one-to-one e peer-to-peer.

    Si sta profilando un nuovo terreno per… la "lotta di classe"?

  3. Maurizio Goetz dice:

    Si parlava di una Internet 2 con contenuti e servizi a pagamento, ma per quanto concerne quella che c'è, trasformarla in una "rete a pagamento" è oggettivamente possibile?

  4. /alb dice:

    love is in the air !

    ;)

    ;)

  5. Massimo Moruzzi dice:

    e le corporation americane si dimostrarono peggio del governo comunista cinese…

  6. Pietro dice:

    E’ un po’ di tempo che negli USA si parla di Net Neutrality e di una vera e propria guerra tra fornitori di accesso e fornitori di contenuti.

    Ne abbiamo parlato qualche settimana fa su Voipblog.it: Net Neutrality

    Ci siamo abituati a pensare che gli operatori che forniscono l’accesso ad Internet rimangano “neutrali” rispetto ai siti e ai servizi raggiungibili tramite la rete… ma con l'utilizzo della stessa rete come "tubo" per distribuire nuovi servizi e contenuti (video e voip per dirne due) gli operatori non ci stanno e vorrebbero far pagare Google & Co per un accesso "priorizzato" ai loro contenuti…