Ho provato a capire il ragionamento di Daniele Luttazzi a spiegazione della chiusura del suo blog, cosi come esposto nell’intervista rilasciata a repubblica.it oggi. Prima Luttazzi riafferma quanto aveva scritto nel post di addio sul suo blog citando le “derive populistiche”:

La forma blog tende a creare un fenomeno massa più leader, tende a dare potere a chi gestisce la vicenda e a condizionare i contenuti e il modo in cui questi vengono ricevuti. E siccome la satira è contro il potere, si uccide la satira dandole potere. Nel momento in cui il blog fa questo, indipendentemente dalla tua volontà , a quel punto è opportuno chiudere il blog.

Dunque la “forma blog” (nel caso ovviamente di personaggi forti come Luttazzi e Grillo che possano aggregare intorno ad un blog una massa critica di lettori) ha qualcosa che non va. Crea un fenomeno massa+leader”. Condiziona i contenuti e il modo in cui questi vengono ricevuti“. Io, saro’ scemo, ma penso che qualsiasi medium condizioni i contenuti e come questi vengono ricevuti e che tutto cio’ non possa essere comunque un giudizio di valore.

Piu’ avanti l’intervistatore, che deve essere una persona sveglia, pone una domanda azzeccata, proprio in relazione a questa faccenda della “forma blog”:

Ma sviluppando questo discorso viene da pensare che se dovesse tornare in tv e il suo programma avesse successo, lei dovrebbe interromperlo?

E a questo punto Luttazzi risponde:

No, non è una logica che non si può trasferire. E’ il tipo di mezzo a condizionare la cosa. La tv non tende a creare masse più leader, è la radio che riesce a farlo, così come il blog. Se ci fosse stata la televisione alla sua epoca, Hitler non avrebbe avuto speranza. Nel mio caso, poi, farei satira in televisione e si sono visti gli effetti che può avere un programma satirico libero come Satyricon

Ecco a questo punto getto la spugna: o io non capisco Luttazzi o Luttazzi non sa cosa sta dicendo. Direi piu’ la prima della seconda, anche se un dubbio mi resta. Cosi’ magari se qualcuno mi spiega…..

26 commenti a “ESEGESI DEI BLOG”

  1. Kurai dice:

    Ma lol, ho scritto pratiamente le stesse cose sul mio blog.

    Che mi succede, sto diventando un mini Mantellini? :D

    Ciao!

  2. Carlo Odello dice:

    Secondo me più la seconda che la prima.

  3. No dice:

    Secondo me bastava togliere la possibilità  di inserire commenti.

  4. Uno dei tanti dice:

    Luttazzi su repubblica.it dice anche:

    "Io me ne sono accorto per me e su di me che il potere del blog diventava una lusinga."

    E ha chiuso. Gesto coraggioso e significativo, ha tutta la mia stima.

  5. Kurai dice:

    Sicuramente Luttazzi può essere stimato per il coraggio e la lucidità  che ha avuto nel chiudere il blog, molto meno per la coerenza (di cui mi sembra mancare, almeno prendendo per buona quell'intervista), e per come ha usato il blog (dato che è un uso parziale del blog che determina i pericoli che lui paventa, e che guarda caso sono gli stessi dei vecchi media).

  6. Massimo Moruzzi dice:

    comunque l'idea che la radio e la tv sono così diverse, e per di più la radio più filo-dittatura è perlomeno interessante (verosimile, non so)

  7. Maurizio Goetz dice:

    E se semplicemente rispettassimo la scelta di Luttazzi?

  8. /alb dice:

    Forse che il blog non rende come uno spettacolo…

    e ti si può facilmente rivoltare contro..

    e poi richiede impegno sennò gli altri ti sputtanano…

    per questo io non tengo un blog..preferisco le foto su flickr :P

  9. Kurai dice:

    Maurizio, credimi, la sua scelta la rispetto eccome.

    Ma non sono d'accordo sulle motivazioni che Luttazzi porta per spiegarla.

    O meglio. Sono d'accordo finché tali motivazioni restano valide per lui, molto meno quando generalizza e attribuisce a un medium caratteristiche che non ha, o almeno non ha sempre.

    Tutto qui.

  10. .mau. dice:

    Kurai, uno (nella fattispecie Luttazzi) non può nemmeno più cambiare idea?

    D'altra parte, passando a beppegrillo(tm), lui era quello che cinque anni fa terminava gli spettacoli sfasciando un PC :-)

  11. Kurai dice:

    Cavolo, allora non mi sono proprio spiegato.

    Massimo rispetto a Luttazzi per la scelta che ha fatto, se uno non ci crede è giusto che chiuda. Dopotutto mica glielo ha ordinato il dottore di aprire un blog.

    Però, che generalizzi dicendo che TUTTI i blog sono strumenti di creazione di una leadership, questa, permettetelo è una grossa aporia. Non si può generalizzare. Moltissimi blog non sono così, semplicemente perché chi li gestisce non si limita a scrivere il suo pensiero come se declamasse da un palcoscenico, ma scende in piazza e partecipa alle discussioni, si mette in gioco, ragiona.

    Se per Luttazzi il blog è strumento di facili populismi, beh, mi spiace per lui, ma ritengo abbia sbagliato. Lo può essere nel modo in cui LUI ha deciso di usarlo, ma non può certo generalizzare e, soprattutto, dare la colpa a uno strumento (salvo poi contraddirsi poco più avanti, tra l'altro).

  12. Marco Cavicchioli dice:

    la verità  è che aveva altro da fare…

  13. Fabio dice:

    Non sono d'accordo su quanto scritto da Mantellini e dai commenti qui di seguito pubblicati.

    1. Sappiamo molto bene che i blog sono in grado di far confluire un potere molto forte alle cosidette "Blogstar".

    E quando queste blostar esprimono la loro opinione tramite il blog (meglio se condivisa da altre blogstar) s'innesca

    un fenomeno virale, perché la stessa notizia sarà  riportata in tanti altri blog. (Questo non succede x la TV).

    Ecco perché Luttazzi parla di "Crea un fenomeno massa+leader. Condiziona i contenuti e il modo in cui questi vengono ricevuti".

    La satira serve a far riflettere sulle cose e non ha creare un movimento di opinione. Chi fa satira non vuole il potere.

    Vedi Beppe Grillo. Grillo ha un grande potere tra le mani e con questo non voglio dire che è giusto o sbagliato, però

    è un dato di fatto.

    2. Basta pensare che un certo Howard Dean è riuscito tramite un blog a gareggiare per le presidenziali.

    3. Infine aggiungo la mia idea sull'attuale situazione dei blog: fin quando le blogstar non faranno altro che mettere in evidenza "le cose che non piacciono" e criticarle, i blog rimaranno semplicemente dei luoghi dove sfogarsi, darsi contro, creare alleanze… in altre parole dei giornalini amatoriali. Invece di segnalare, progettare, pensare, ideare un nuovo mondo… diventare una vera piattaforma sociale per organizzare qualcosa di concreto.

  14. travirgolette dice:

    Subito dopo la passione per la scrittura, l’altra motivazione che mi ha indotto a creare un blog, è stata la possibilità  di interagire con altre persone, scambiare punti di vista, confrontarsi sulle tematiche più disparate.

    La speranza intima di ogni blogger è quella di generare un pubblico fedele e affezionato, che partecipi con interesse, che lasci commenti, lanci spunti, offra nuovi stimoli di conversazione.

    Ogni nuovo contatto, ogni opinione postata sul mio sito, è motivo per me di soddisfazione e compiacimento. Magari avessi 100-1.000-10.000 commenti ogni giorno! Magari ricevessi risposte numerose a ogni articolo proposto! Sarei felice come una Pasqua, nessun dubbio su questo.

    A me piacerebbe che le mie idee fossero condivise. Sguazzerei in un brodo di giuggiole se le mie convinzioni si diffondessero a macchia d’olio e trovassero accesi sostenitori. Mai metterei un freno alla circolazione dei pensieri in cui credo.

    (E vi assicuro che no ho la benché minima intenzione di entrare in politicaÂ…).

    D’altronde se ho aperto un blog, è perché desidero che chiunque abbia accesso alle mie opinioni. Altrimenti avrei scritto un diario segreto.

  15. travirgolette dice:

    Subito dopo la passione per la scrittura, l’altra motivazione che mi ha indotto a creare un blog, è stata la possibilità  di interagire con altre persone, scambiare punti di vista, confrontarsi sulle tematiche più disparate.

    La speranza intima di ogni blogger è quella di generare un pubblico fedele e affezionato, che partecipi con interesse, che lasci commenti, lanci spunti, offra nuovi stimoli di conversazione.

    Ogni nuovo contatto, ogni opinione postata sul mio sito, è motivo per me di soddisfazione e compiacimento. Magari avessi 100-1.000-10.000 commenti ogni giorno! Magari ricevessi risposte numerose a ogni articolo proposto! Sarei felice come una Pasqua, nessun dubbio su questo.

    A me piacerebbe che le mie idee fossero condivise. Sguazzerei in un brodo di giuggiole se le mie convinzioni si diffondessero a macchia d’olio e trovassero accesi sostenitori. Mai metterei un freno alla circolazione dei pensieri in cui credo.

    (E vi assicuro che no ho la benché minima intenzione di entrare in politicaÂ…).

    D’altronde se ho aperto un blog, è perché desidero che chiunque abbia accesso alle mie opinioni. Altrimenti avrei scritto un diario segreto.

  16. Corallo dice:

    Rispetto la scelta di Luttazzi ma il suo ragionamento sul rapporto blog-potere e satira-potere non mi pare che stia molto in piedi. Perché in fondo anche la satira è un potere, o no?

  17. Uno dei tanti dice:

    La televisione è strumento di potere, lo è molto di più di quanto lo possano essere i blog, ma lo è con modalità  totalmente diverse. Può giovarsene un Berlusconi, un Murdock, un Bloomberg, non certo un singolo, un comico come il nostro Luttazzi.

    La star di un programma televisivo (poniamo Satyricon), a differenza della blogstar, non riceve un feedback diretto dai suoi ascoltatori, con i quali intrattiene un rapporto impersonale. I telespettatori sono poi semplici fruitori e non, come spesso accade tra i lettori e i commentatori delle blogstar, tenutari di programmi televisivi più piccoli che aspirano, attraberso il feedback di cui sopra, a guadagnarsi almeno qualche briciola della fetta di torta (leggi consenso) di cui la blogstar si pasce. La televisione (ma lo stesso vale anche per il teatro, il cinema…), per sua stessa natura, non genera quella perverso codazzo di adulatori e postulanti e quell'effetto-conventicola tra "star" conclamate che invece è l'effetto collaterale più evidente di un medium quale il blog. Ne consegue il rapporto di potere che il leader detiene sulla massa e la tentazione di assecondare le lusinghe degli adulatori e trarne gratificazione. Mi sembra chiaro che questo equilibrio (o squilibrio) delle forze in gioco sia del tutto incompatibile la posizione di colui che intende fare satira che, così come l'intellettuale per Sciascia, è per sua natura "contro", è colui che provoca e stimola a riflettere, non un capopopolo attento ad assecondare le masse affinché continuino ad osannarlo (che è poi la pericolosa deriva del Beppe Grillo odierno).

    Quello di Luttazzi mi pare un discorso limpido e affermare di non riuscire a comprenderlo può essere l'artificio retorico di chi è stato punto sul vivo oppure un chiaro segno di ottusità : propendo per la prima ipotesi ;)

    Sulla tendenza totalitaristica della radio sulla tv ho anch'io qualche dubbio, ma come nota Moruzzi è un'ipotesi quantomeno interessante e da valutare.

  18. andrea dice:

    quoto carlo odello: secondo me non dovrebbe avere un blog ma un sito. senza i commenti dei lettori avrebbe il distacco a lui necessario per non sentirsi un leader populista, visto che chi fa satira non ha bisogno di scambiare opinioni con i lettori ma solo di dire la sua. proprio il distacco che ha con il suo pubblico quando e' sul palco. si e' solo stufato di leggere dei commenti che non aggiungono nulla ai suoi post ma che enfatizzano politicamente cio' che scrive.

  19. Kurai dice:

    Ha ragione Andrea: bastava avere un altro tipo di rapporto con il suo pubblico.

    Il blog mica è la soluzione a tutti i problemi di comunicazione, anzi.

    Per esempio io non vedo la connotazione elitaria del blog che rileva unodeitanti, ma condivido la sua analisi sul caso specifico di Luttazzi.

    Il punto è che, proprio per la sua specificità , non può diventare emblema delle dinamiche della blogosfera.

  20. Simo dice:

    dire "mi sono cacato il cazzo", no?

  21. No dice:

    andrea: veramente quoti me

    Luttazzi ce l'aveva il sito, però siccome era terrorizzato che la gente gli copiasse i testi aveva deciso di farlo in FLASH. Scelta orrida, io un sito di contenuti in flash non lo leggo manco morto.

    Secondo me Lutazzi ha una conoscenza modesta della rete, basta vedere come ha moderato il suo blog cancellando messaggi qua e là  con criteri arbitrari. E anche come è intervenuto sul P2P.

    Seconda cosa: la satira vuol sentire solo le proprie ragioni, non è interessata al confronto. Il comico vuole sentire dallo spettatore l'applauso o la risata e basta, non vuole il suo feedback.

    E da qui nasce l'incapacità  da parte di Luttazzi di riuscire a sopportare l'enorme numero di commenti presenti sul suo sito.

  22. andrea dice:

    no: hai ragione, ho confuso il tuo nome con un avverbio

    e ti riquoto

  23. kwisatz dice:

    Però la chiusura del blog e la discussione che ne deriva portano alla luce – secondo me – la sopravvalutazione dei blog come strumenti di confronto e discussione nel momento in cui superano una certa "massa critica". Se hai venti commenti è come una bella chiaccherata al pub con dieci persone, se hai mille e passa commenti (vedi beppegrillo.it) viene in mente una frase di Arthur Bloch: "La democrazia funziona nel momento in cui tutti smettono di parlare". O sbaglio? Io penso che servirebbe una tecnologia migliore che permetta una fruizione seria della discussione e delle informazioni dei vari partecipanti.

  24. massimo mantellini dice:

    sono daccordo con kwisatz. Ma dubito che si tratti di una questione di interfaccia tecnologica. (Anche se ovviamente i commenti su un blog come sono oggi sono un discreto freno alla partecipazione). Con strumenti diversi (pensa a usenet o i forum di siti molto frequentati) dove arrivano molti commentatori il rumore diventa in ogni caso insopportabile.

  25. Massimo Morelli dice:

    E' vero Massimo, ma la tecnologia influenza a che numero scatta il "molti". E il sistema dei commenti dei blog è uno dei sistemi peggiori, il "molti" scatta prestissimo.

  26. kwisatz dice:

    Già , in effetti già  il sistema di Slashdot sembra più interessante, sebbene non troppo intuitivo. Non ho idea di come inventare qualcosa di totalmente nuovo e che riduca moltissimo il rumore, ma nei blog di oggi il "molti" – per citare Massimo Morelli – arriva assai prima di 100…di certo si potrebbe pensare ad una soluzione migliore, ma poi chi ha il tempo e le capacità  tra i presenti di implementarla?